Messaggi del 28/10/2015
Il giorno dopo lo dissi a mia madre.
“Puoi dirmi quello che ti pare. Tanto, non ci credo”.
“E’ vero. E stasera andrò a casa sua”.
“Non sarà mai. Se vuoi farmi morire, dillo sul serio”. Sapevo che non sarebbe stata d’accordo. Non immaginavo fino a che punto.
Sarei andato quella sera stessa a presentarmi a casa di Antonietta, se l‘assoluta contrarietà di mia madre non mi avesse annerito l’umore. Era una giornata mite. Per la prima volta mi accorsi che la primavera si preannunciava in anticipo. Passai la serata alla Camera del Lavoro. Bevvi qualche bicchiere di vino. Quando zio Pietro chiuse, presi la chitarra e, senza il codazzo schiamazzante dei filoni, accompagnato soltanto da Antonio e Belardino, andai sotto le finestre di Giusto. La voce non era calda come da bambino, ma credo che sia stata la più bella delle mie serenate. La mattina dopo ne parlava tutto il vicinato:
“Avete sentito l’Avvocato, stanotte?”
Nel tardo pomeriggio, che era rincasato anche il babbo, andai a casa di Antonietta, quasi ai piedi del paese (Pede ‘ellaTerra, appunto):
“Sono qui, come vedi”.
“Non potevo credere che l’avresti fatto davvero”.
“Nemmeno dopo la serenata?”
“Oh sì, grazie… voglio dire della serenata…”
“Ma sei contenta o no?” Rispose con un contenuto sì. E nel più casto e tradizionale dei modi ci scambiammo il primo bacio, davanti a sua madre che mi metteva lesta lesta una sedia sotto il culo; alla sorella minore, Enza, che ci guardava di sottecchi; a suo padre, che mi disse:
“Credo che tu ci abbia pensato bene. Se hai intenzioni serie, sii il benvenuto”.
Più tardi rientrò con il fidanzato Francesco anche la sorella maggiore di Antonietta, Lisandrina: sarebbero stati i nostri complici nei giorni successivi. Aveva anche un fratello, Gilberto, che stava prestando il servizio militare.
Sentivo di aver fatto la cosa giusta. Ma tornato a casa, trovai la mamma in lacrime.
“Che cosa è successo?”
“E me lo domandi? Tutto il paese non parla che della tua follia”.
“La sposerò io, non il paese”.
“Piuttosto ammazzami. Non ti ho fatto studiare per regalarti a una figlia di Giustarello”. |
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