Messaggi di Settembre 2014
Post n°1716 pubblicato il 24 Settembre 2014 da anonimo.sabino
73. Macché divina! Da questo mondo la Parola emana. E da chi ha tutto prese la dottrina. Il dio del Regno è un re come son tutti. Che affida ai servi il capitale, il giorno che va in vacanza, e con dovuti frutti da ognuno lo recupera al ritorno. Un baiocco tu ne avesti? Se lo investi, mangi un tubo; se non frutta, guai tremendi; se lo spendi, cazzi al cubo: come la legge del produrre insegna, chi ha pochino lo perde, non guadagna; e assieme a Mea è castigata Marcia, chi non accese e chi finì la torcia. Sperare la sua grazia è il nostro alloro. Purché non la si chieda in ricompensa. Ché quando torni stanco dal lavoro compete sempre a te servire a mensa. Il suo Regno i ricchi arricca, dà la chicca al dio Pretare e le natiche dimena sulla schiena del Penare.
Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, presi i lumi, uscirono incontro allo sposo... Mentre le cinque stolte andavano a procurarsi altro olio, arrivò lo sposo; e solo le ancelle accorte entrarono con lui... E avverrà come di un uomo che, in partenza, chiamò i servi e consegnò loro il capitale; a chi cinque, a chi due, a chi un talento... Tornato e riscosso il doppio dai primi due... disse rivolto al terzo: “Toglietegli il talento che ha risparmiato e datelo a chi ha i dieci talenti. A chi ha sarà dato e a chi non ha sarà tolto... (Matteo 25; Luca 12,35 e 19,11) E chi di voi,quando tornerà a casa il servo dall’arare o dal pascolo... non gli dirà di servire la cena?” … Così anche voi,quando avrete fatto tutto il dovuto, dite: Siamo servi inutili (Luca 17, 7-10) |
Post n°1715 pubblicato il 23 Settembre 2014 da anonimo.sabino
72. Non solo spurio, reca sentenze d’ogni antifonario il Nazareno nel suo repertorio. Ché il Regno dei Gesù, disse quel tale, è la Porta Portese degli scaltri, che vende il casual per originale: ogni gesù ripete tutti gli altri. Dei proverbi sta nel solco san Bifolco e fa l’inserto; mentre il senno del servame dà al Reame san Liberto. Se sono alcuni motti contraddetti fra loro o contrastanti con i fatti, sono discordi i detti e gli atti suoi perché son gli uni o gli altri o entrambi altrui: “Se il fico non dà frutti,non si taglia prima che si rincalzi e si concimi”, dice il proverbio; e lui, della canaglia. Ma pure leggerai nei testi primi che, cercando a primavera qualche pera appesa a un fico, secca l’albero superbo con un verbo che non dico.
“Avevate già inteso queste cose?” Gli risposero di sì. Allora disse: “Perciò ogni scriba esperto di regno celeste è simile a un capofamiglia che trae dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie (Matteo 13, 51-52 autoironia, credo, involontaria)... Un tale aveva un fico... che non faceva frutto; e disse al contadino di tagliarlo. Ma questi obiettò: “Signore, dammi un anno di tempo per scalzarlo e concimarlo...” (Luca 13, 6-9) ... Venuto a un fico, non trovò che foglie, non essendo stagione di frutti. E Gesù disse al fico: “Nessuno mangi più del tuo frutto”... Ripassando l’indomani, trovarono il fico seccato dalle radici... (Marco 11,12; Matteo 21, 12-ss) |
Post n°1714 pubblicato il 22 Settembre 2014 da anonimo.sabino
Diamo ora uno sguardo, con il Vangelo di Pilato, alla dottrina evangelica, avvolta anch'essa nell'arcano come i prodigi... chissà perché... 71. Ogni ribalta farà brillare la tua scienza occulta, se dài parole arcane a chi ti ascolta. Lume sul moggio tu sarai d’ognuno, che intenderà da te ciò che s’attende; né seminar zizzanie potrà alcuno in un sermone che poco comprende. Seminato il vuoto puro, fa’ sicuro la dormita! Ché il tuo senape germoglia sulla voglia inebetita. Solo ai comuni fessi il Verbo oscuro ordina invece di parlare chiaro; mentre dei ciarlatani la furbizia nell’evangelo del diofiglio spazia: “Se sai che il prato accanto ha un giacimento, non corri tu a comprarlo zitto zitto? Compra in tal modo (sta in esaurimento) la mia salvezza e non la dare a fitto! Una perla a due baiocchi: i balocchi dei bambini cambia in soldi! Non parlare! Fai l’affare e mi rovini...”
“...Mentre il seminatore dormiva, venne il nemico a seminare zizzanie... (Matteo 13,24) Ma il Regno di Dio è come l’uomo che, gettato il seme, può dormire... (Marco 4,26) come il granello di senape, che dal più piccolo dei semi diventa il maggiore dei legumi... (Marco 4,30; Matteo 13,31) come il tesoro nascosto in un campo, che il cercatore nasconde di nuovo per andare giulivo a vendersi tutto e comprare il campo… Ed è simile a una rete gettata in mare, che raccoglie ogni genere di pesci... Ma quello che non vale nulla è gettato via...” (Matteo 13, 32-50) Mentre altrove: “Direte sì per dire sì e no per dire no, poiché il di più viene dal Maligno…” (Matteo 5,37) |
AUTUNNO
Gliel’ho detto, ai miei ulivi, data la confidenza che c’è fra di noi, ma con un tono involontariamente contrariato che li ha mortificati. Dico:“Ragazzi, vedete bene che l’estate è finita. Quello che non si vede, però, sono i vostri frutti. Eppure anche quest’anno vi ho prestato tutte le cure come gl ialtri anni…” “Lo sappiamo e te ne siamo grati”, hanno risposto. “Sappiamo che questo uliveto non esisterebbe senza i tuoi lavori di sterramento e di terrazzamento che hanno indotto i tuoi compaesani a chiamarlo Il Colle dell’Avvocato… Ti chiamano così da quando studiavi Legge all’Università. Non è vero? Sappiamo anche questo…” “Sì, ma non divaghiamo! Che cosa vi succede?” “La verità è che non ci abbiamo capito niente. Tu dici che è finita l’estate, quindi dovremmo essere ancora in autunno, come di fatto sembra…” “Ancora? Diciamo Quasi in autunno”. “Il fatto è che dall’autunno scorso noi non abbiamo riconosciuto altre stagioni. Abbiamo aspettato a lungo l’inverno per farci una bella dormita, Niente. Appena appisolati per la grande stanchezza, abbiamo creduto di svegliarci a primavera; e invece era ancora autunno; sicché soltanto qualche ramoscello temerario ha cacciato un po’ di fiori. Ora dici che è finita l’estate; ma noi abbiamo vissuto un autunno continuo. Così, dobbiamo confessarlo, abbiamo perso l’anno”. “Già! Come gli studenti bocciati”. “Il tuo rimprovero è giusto, ma la colpa non è tutta nostra. Perfino i rovi, come vedi, hanno esitato a cacciare le more. Devi restituirci le stagioni, se vuoi il tuo raccolto”. “Magari potessi! Se fosse per me non ci sarebbero effetti serra e buchi nell’ozono…” “Allora diglielo, tu che puoi, a quelli che fanno sti buchi… L’acqua e l’aria servono anche a noi; non sono beni privatizzabili. Digli che la natura rivuole le sue stagioni, se voi volete i vostri raccolti…” Cosa rispondere? Ho chiesto scusa, come uomo, per la follia degli uomini che stanno distruggendo il loro pianeta. |
Post n°1712 pubblicato il 19 Settembre 2014 da anonimo.sabino
70. Come soffonde d’arcano i suoi prodigi e li difende, così la conoscenza il dio nasconde. La velano celesti ragnatele da mill’anni ai binocoli caldei, che adombrata la prestano, in sequele di parabole, a punici e giudei: seminata tra il pietrisco e il lentisco, non produce la Parola che per spiazzi ed a sprazzi un po’ di luce. Colui che un dio ce l’ha potrà arrivarci, senza sprecare perle per i porci; Ché i tirsofori tanti, pochi i bacchi, “molti i chiamati, pochi sono i cocchi”. Dice: “La vocazione è quella rete dove s’infila tanto pesce vile, quando la butti in mare; mentre siete pesati gli assortiti al santo ovile”. E’ perciò che il gesù stila in trafila cruciverba; ché più oscura è la Parola, meglio scola il tè dall’erba.
Se la disciplina dell’arcano è contraddetta una volta anche in Marco (5,19: “...Va’ ad annunciare ciò che il Signore ti ha fatto”), tutti gli evangelisti la esplicitano nelle parabole... Insegnava solo in parabole, esponendo così il suo messaggio: “Il seminatore uscì a seminare; ma parte del grano, caduto nei sentieri... o sul pietrisco... fu preda degli uccelli... altro soffocato dai rovi...” E spiegò a parte ai Dodici:”Ai profani tutto è proposto in parabole,perché vedano ma non discernano... E’ la Parola che così è seminata... Non c’è arcano che non debba essere messo in luce. Ma intenda chi ha orecchi!” (Marco 4,1-25; Luca 8,4-18;Matteo 13) |
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