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PAUL CEZANNE

Post n°575 pubblicato il 06 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Paul Cézanne (Aix-en-Provence, 19 gennaio 1839Aix-en-Provence, 22 ottobre 1906) è stato un pittore francese.

ebbe antenati romagnoli, originari di Cesena, fu il primogenito di Louis-Auguste, proprietario di una fabbrica di cappelli, e di Anne-Elisabeth-Honorine Aubert, operaia nella stessa fabbrica: i suoi genitori si erano sposati il 29 gennaio 1844, dopo la nascita di un'altra figlia, Marie; nel 1848, Louis-Auguste Cézanne fondò con un socio la banca "Cézanne et Cabassol".

In una famiglia che godeva di notevole agiatezza, Paul poté frequentare le migliori scuole: dopo gli studi primari dal 1844 al 1849, dal 1849 al 1852 al pensionato Saint-Joseph, entrò nel Collège Bourbon - oggi Mignet - dove ricevette un'istruzione umanistica, ed ebbe per compagni, fra gli altri, Émile Zola - che viveva allora ad Aix con la madre - con il quale si legò di profonda amicizia. Lo stesso scrittore ricorda quell'amicizia di adolescenti intellettuali: «Avevamo libri in tasca e nelle borse. Per un anno, Victor Hugo regnò su di noi come un monarca assoluto. Ci aveva conquistato con le sue forti andature di gigante, ci rapiva con la sua retorica potente». E dalla passione per Victor Hugo passarono a quella per de Musset: «De Musset ci sedusse con la sua spavalderia di monello di genio. I Racconti d'Italia e di Spagna ci trasportarono in un romanticismo beffardo, che ci riposò, senza che ce ne rendessimo conto, del convinto romanticismo di Victor Hugo». Questa sua formazione spirituale improntata al romanticismo - Cézanne scrisse anche poesie, che fece leggere a Zola - non fu senza conseguenze nelle sue scelte pittoriche.

 

Ancor prima di conseguire, nel 1859, il baccalauréat, frequentò dal 1856 l'École de Dessin di Aix, conseguendo un secondo premio in disegno, e studiò musica, suonando, insieme con Zola, in un'orchestra.

Nell'ottobre 1906, mentre dipingeva en plain air, Cezanne venne sorpreso da un temporale. Riportato a casa da un contadino su un carretto scoperto, semincosciente e in preda a violenta polmonite, morì pochi giorni dopo senza aver potuto riprendere i pennelli in mano. Hortense e Paul giunsero ad Aix quando lui era già morto.

 
 
 

CHAUCOIS EUGENE HENRY - ALEXANDRE CABANET

Post n°574 pubblicato il 04 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Eugene Henri Cauchois è nato a Rouen il 14  febbraio 1850. Ha ricevuto la sua formazione artistica con Ferdinand Dongili e Alexandre Cabanel. Il suo stile riflette una forte influenza impressionista.

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Alexandre Cabanel (Montpellier, 28 settembre 1823Parigi, 23 gennaio 1889) è stato un pittore francese. Allievo di François-Édouard Picot all'École des Beaux-Arts, ottenne il secondo Prix de Rome nel 1845 passando così cinque anni a Villa Medici a Roma.

 Ottenne grande fama con la Nascita di Venere, acquistata da Napoleone III nel 1863. Lo stesso anno fu nominato professore all'École des Beaux-Arts e membro dell'Académie des Beaux-Arts. Membro di giuria per 17 volte dal 1868 al 1888 del Salon, ne ricevette la medaglia d'onore nel 1865, 1867 e 1878.

 
 
 

CASPAR DAVID FRIEDTCH

Post n°573 pubblicato il 02 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Caspar David Friedrich (Greifswald, 5 settembre 1774Dresda, 7 maggio 1840) è stato un pittore tedesco, esponente dell'arte romantica. L'artista, uno dei più importanti rappresentanti del "paesaggio simbolico", basava la sua pittura su un'attenta osservazione dei paesaggi della Germania e soprattutto dei loro effetti di luce; Sesto dei dieci figli di Gottlieb Adolf, fabbricante di sapone e di candele, e di Sophie Dorothea Bechly, nasce a Greifswald, in Pomerania, allora cittadina svedese di 5.000 abitanti, annessa alla Prussia nel 1815. Il 7 marzo 1781 perde la madre, il 18 febbraio 1782 la sorella di 20 mesi Barbara; l'8 dicembre 1787, la lastra di ghiaccio su cui pattina si rompe e Caspar precipita in acqua: per salvarlo dall'annegamento, il fratello Johann perde la vita; il 27 maggio 1791 muore in un incidente la sorella Maria: a tutte queste tragiche circostanze, ma anche alle giovanili letture romantiche e alla rigorosa educazione pietistica, si fa anche risalire la singolare malinconia del pittore.

rende lezioni di disegno a Greifswald da Johann Quistorp e dal 1794 al maggio del 1798 frequenta l'Accademia d'Arte di Copenaghen in Danimarca, la più importante dell'Europa settentrionale; tra i suoi insegnanti, Nikolaj Abraham Abildgaard e Christian August Lorentzen hanno la maggiore influenza su di lui. Dipinge acquerelli con vedute di parchi e pittoreschi giardini all'inglese e molti autoritratti e ritratti di familiari a penna o a matita.

 Dopo un breve soggiorno a Berlino, nell'ottobre 1798 si stabilisce a Dresda, sede di una celebre pinacoteca, dove trascorre intere giornate ad ammirare le opere di Jacob van Ruisdael, Nicolas Poussin e Gaspard Dughet, e della migliore Accademia d'Arte della Germania; qui presenta, nel marzo 1799, un acquerello, giudicato ben disegnato ma debole nel colore. È amico dei pittori Philipp Otto Runge e Johann Lüdwig Lund, al quale dedica l'Autoritratto di Copenaghen. Di questi anni sono anche alcune scene realizzati per I Masnadieri di Friedrich Schiller. 

Nell'estate del 1801 e poi nel maggio dell'anno successivo esegue numerosi studi nell'isola di Rügen, famosa per le sue bellezze naturali e in particolare per le sue scogliere bianche. Nel 1803 presenta con successo vedute eseguite a seppia, nell'annuale mostra dell'Accademia di Dresda; l'anno successivo presenta tre xilografie, incise su legno dal fratello Christian, forse progettate per illustrare un libro mai pubblicato.

 
 
 

MICHELANGELO MERISI, DETTO IL CARAVAGGIO

Post n°572 pubblicato il 30 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

(Milano, 29 settembre 1571Porto Ercole, 18 luglio 1610), è stato un pittore italiano. Attivo a Roma, Napoli, Malta e in Sicilia fra il 1593 e il 1610, fu uno dei più celebri pittori italiani di tutti i tempi, dalla fama ancora oggi universale.  Michelangelo Merisi detto il Caravaggio nacque a Milano il 29 settembre 1571 dai genitori Fermo Merisi e Lucia Aratori, originari di Caravaggio, un piccolo centro del Bergamasco, dove si erano sposati nel precedente gennaio. Fu battezzato il giorno dopo nella chiesa di Santo Stefano in Brolo, nel quartiere milanese dove alloggiavano le maestranze della Fabbrica del duomo delle quali faceva probabilmente parte anche il padre di Michelangelo, di mestiere mastro muratore.

Nel 1576 a causa della peste, la famiglia Merisi lascia Milano e si trasferisce a Caravaggio per sfuggire all'epidemia, ma qui muoiono il padre e i nonni del pittore. Nel 1584 la vedova e i suoi quattro figli tornano a Milano dove il tredicenne Michelangelo viene accolto nella bottega di Simone Peterzano, pittore di successo, tardomanierista di scuola veneta: «il contratto di apprendistato lo firma la madre, il 6 aprile 1584: per poco più di quaranta scudi d'oro. Va dietro il maestro ad affrescare, nella chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, in quella di San Barnaba»

 L'apprendistato del giovane pittore si protrasse per circa quattro anni, durante i quali apprese la lezione dei maestri della scuola lombarda e veneta. Giulio Mancini, uno dei suoi biografi, nelle "Considerazioni sulla pittura" del 1621, racconta dell'infanzia di Caravaggio, sottolineando il forte carattere dell'artista già in quei primi anni: «Studiò in fanciullezza per quattro o cinque anni in Milano, con diligenza ancorché di quando in quando, facesse qualche stravaganza causata da quel calore e spirito così grande». Il 6 aprile 1588 scadeva il contratto con il suo maestro; il giovane pittore probabilmente in quegli anni abbandonò Milano per trasferirsi a Venezia, e conoscere da vicino l'opera dei grandi maestri del colore, Giorgione, Tiziano e Tintoretto. 

In preda alla febbre per infezioni intestinali, dopo quel lungo viaggio, il Caravaggio fu lasciato alle cure della locale Confraternita che il 18 luglio 1610 certificò la morte avvenuta nel loro ospedale. Il giorno successivo, l'artista fu seppellito nella fossa comune del cimitero di S.Sebastiano ricavata nella spiaggia e riservata agli stranieri. Pertanto, morto in ospedale e sepolto nella spiaggia.

 
 
 

JOAQUIN SOROLLA

Post n°571 pubblicato il 28 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

(Valencia, 27 febbraio 1863Cercedilla, 10 agosto 1923) è stato un pittore spagnolo, è annoverato fra i rinnovatori della pittura spagnola in chiave impressionista e anche uno dei più prolifici avendo un catalogo di più di 2.200 opere.

Joaquín Sorolla Bastida nacque a Valencia in Spagna il 27 febbraio 1863. Rimasto orfano di entrambi i genitori a soli due anni d'età fu allevato nella famiglia di una zia materna insieme alla sorella Eugenia. Manifestò presto la sua attitudine al disegno. Dopo aver frequentato le scuole medie frequentò una scuola serale di disegno per artigiani e la Scuola Superiore di Belle Arti di San Carlo mentre lavorava nello studio dello zio.

Defensa del Parque de Artillería de Monteleón (1884) opera con cui vinse una medaglia alla Esposizione Nazionale, qui Sorolla risente ancora dello stile dell'ultimo Pedro Velarde.

 Partecipò a diverse esposizioni dove passò inosservato nel clima accademico che dominava allora finché nel 1884 ottenne il primo riconoscimento alla Esposizione Nazionale con il quadro Defensa del Parque de Artillería de Monteleón, un quadro melodrammatico e tetro che dipinse espressamente per l'esposizione confidando a un amico: «qui per farsi conoscere e vincere una medaglia occorre dipingere morti».

Fu amico di famiglia del pittore valenciano José Benlliure Gil (1855-1937) il cui sfortunato figlio José Benlliure Ortiz (Peppino) (1884-1916) fu anche suo allievo.

 Nel 1918 circa dipingerà anche il ritratto di Jose Luis Benlliure Lopez de Arana (1898-1981), architetto, figlio dello scultore Mariano Benlliure e della cantante Lucrezia Arana, cugino di "Peppino", che a sua volta andrà in esilio in Francia a causa della guerra civile spagnola.

A seguito del gran successo che ebbe a Valencia il suo quadro El crit del palleter avente per tema la Guerra d'indipendenza spagnola, ottenne un sussidio per andare a Roma a perfezionare la sua arte.

 Dopo l'esperienza romana, in cui venne a contatto con la grande arte classica e rinascimentale, nel 1885 si recò a Parigi con il suo amico Pedro Gil. A Parigi soggiornò sei mesi nei quali subì l'influenza degli impressionisti francesi. Il quadro El entierro de Cristo dipinto di ritorno a Roma però non ebbe il successo sperato.

Nel 1888 sposò Clotilde García del Castillo, sorella di Juan Antonio García del Castillo, che aveva conosciuto quando frequentava l'Accademia di San Carlo. La coppia visse per un anno in Italia, ad Assisi.

 Tornato in Spagna nel 1889 si stabilì a Madrid dove nell'arco di cinque anni riuscì ad affermarsi. Strinse una forte amicizia con Aureliano de Beruete con cui condivideva le esperienze artistiche degli impressionisti spagnoli, come Darío de Regoyos, e gli ideali liberali e progressisti. Sarà il suo amico Beruete a organizzare per primo una mostra antologica dell'amico dopo la sua morte.

Nel 1894 fece un altro soggiorno a Parigi dove approfondì lo studio del "luminismo" tanto da diventare da allora in poi una costante della sua pittura dove il colore si identifica con la luce. Fu letteralmente abbagliato dalla luce del Mediterraneo che trasferì sulle sue tele con colori vibranti applicati con pennellate sciolte e sicure.

 Nel 1900 vinse il Gran Prix di Parigi, continuando con la sua pittura di denuncia sociale che tanto consenso aveva riscosso negli ultimi anni con opere come I encara diuen que el peix és car del 1895. Da allora Valencia, sua città natale, lo consacrò suo cittadino illustre dedicandogli una strada.

 Viaggiò molto in Inghilterra, Francia e in altri paesi europei facendo conoscere le sue opere. In una esposizione a Parigi presentò più di cinquecento quadri che gli fruttarono un riconoscimento senza eguali non solo in Europa ma anche in America dove nel 1909 ottenne un altro strepitoso successo esponendo quadri come Sol de tarde o Nadadores. Nel 1911 espose al City Art Museum di Saint Louis e nell'Art Institute di Chicago. Tra il 1913 e il 1919 dipinse quattordici giganteschi murales nelle sale della Hispanic Society of America di New York dove illustrò scene tipiche delle diverse regioni della Spagna e del Portogallo. La misura di quest’opera è di tre metri d’altezza per settanta di lunghezza: un autentico monumento alla hispanidad.

Nel 1914 fu nominato accademico e dopo aver terminato la monumentale opera insegnò tecnica del colore e della composizione nella Scuola di Belle Arti di Madrid, diffondendo il suo stile luminista nella società dell’epoca.

Altrettanto importante fu la sua produzione come ritrattista. Fra i personaggi più importanti da lui ritratti ricordiamo: Juan Ramón Jiménez, il re Alfonso XIII, Vicente Blasco Ibáñez, Ortega y Gasset.

La sua attività fu interrotta inaspettatamente nel 1920 a seguito di un infarto mentre stava dipingendo un ritratto. La morte lo colse in un luminoso giorno d'agosto, il 10, del 1923 nella sua casa di Cercedilla. A Madrid gli è stato dedicato il Museo Sorolla.  

 
 
 

GIOVANNI ANTINIO CANAL

Post n°570 pubblicato il 26 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

meglio conosciuto come il Canaletto (Venezia, 7 ottobre 1697Venezia, 19 aprile 1768), è stato un pittore e incisore italiano, noto soprattutto come vedutista.

I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un'indagine condotta con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza col maggiore momento di diffusione delle idee razionalistiche dell'Illuminismo. Insistendo sul valore matematico della prospettiva, l'artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della camera ottica.

 Nacque a Venezia da Bernardo quondam Cesare Canal e Artemisia Barbieri. Esisteva una famiglia Canal ascritta al patriziato, ma quasi certamente non aveva legami con quella di Giovanni Antonio, che comunque era di estrazione benestante.

Il soprannome "Canaletto" gli venne probabilmente dato per distinguerlo dal padre, che era pure pittore (di scenografie teatrali), o forse per la bassa statura[1]. Sarà proprio attraverso il padre che il giovane Giovanni Antonio viene avviato alla pittura. Così come il padre, anche il fratello maggiore, Cristoforo, si occupa della pittura di fondali per il teatro. Antonio comincia così a collaborare con il padre e il fratello e le prime commissioni, nel 1716, riguardano la realizzazione dei fondali per alcune opere di Antonio Vivaldi.

Tra il 1718 e il 1720 il giovane si trasferisce, insieme a Bernardo e a Cristoforo, a Roma per realizzare le scene di due drammi teatrali di Alessandro Scarlatti. Il viaggio a Roma è decisivo per Giovanni Antonio Canal in quanto proprio a Roma ha i primi contatti con i pittori vedutisti. In particolare, i suoi modelli di riferimento sono tre importanti artisti che si cimentarono con il genere della veduta: il primo è Viviano Codazzi, che Antonio non può conoscere da vivo in quanto scomparso nel 1670, il secondo è Giovanni Paolo Pannini, famoso per le sue vedute fantastiche, molte delle quali ispirate alle antichità romane, e il terzo è Gaspar van Wittel, olandese, considerato tra i padri del vedutismo. 

 
 
 

CAILLEBOTTE GUSTAVE

Post n°569 pubblicato il 24 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Gustave Caillebotte nacque a Parigi il 19 agosto 1848 da una ricca famiglia di industriali tessili.

Inizialmente seguì gli studi giuridici, diplomandosi nel 1870, ma l'amore per la pittura lo portò ad iscriversi all'École des Beaux-Arts, dopo aver brillantemente superato il concorso di ammissione nel 1873.

 Alla morte del padre, nel 1874, ereditò un notevole patrimonio che gli permise di dedicarsi a tempo pieno alla pittura.

In questo periodo conobbe Edgar Degas e Claude Monet, che lo presentarono agli altri impressionisti; nel 1876, su invito di Pierre-Auguste Renoir, partecipò alla seconda mostra degli impressionisti.

 Il realismo dei soggetti trattati, soprattutto paesaggi urbani e rurali e scene di vita operaia, unito al senso vivo del colore e della luce tipico dell'impressionismo, sarà una costante di tutta la sua produzione artistica.

Caillebotte è ricordato non solo come artista, ma anche come mecenate: la sua ricchezza personale gli permise infatti di acquistare opere di impressionisti e di finanziarne la terza esposizione, nel 1877.

 Come finanziatore e organizzatore partecipò anche alle edizioni del 1879, 1880, 1882 e alla trasferta a New York nel 1885.

Dopo il 1882 tentò inutilmente di tenere unito il gruppo impressionista, allora diviso da profonde lacerazioni e gelosie, ma, visti vani i suoi sforzi e deluso dal comportamento di alcuni, decise di abbandonare momentaneamente la pittura per dedicarsi alla navigazione da diporto e al giardinaggio. A questo scopo si stabilì a Gennevilliers, di fronte ad Argenteuil, dove acquistò una casa in riva alla Senna; tuttavia, nella calma della campagna francese, il suo amore per la pittura rinacque.

 Nel 1888 partecipò al Salon des XX di Bruxelles, recependo in parte le nuove tendenze neoimpressioniste.

Caillebotte morì a Gennevilliers dopo una breve malattia, il 21 febbraio 1894, a soli 46 anni.

Nel testamento donò la sua intera collezione, sessantacinque dipinti suoi e dei più grandi impressionisti, alla stato francese, a condizione che fossero esposti prima al Palazzo del Luxembourg di Parigi, il museo d'arte moderna di allora, e poi al Louvre.

Il fratello Martial e Pierre-Auguste Renoir, esecutori testamentari, riuscirono in parte a superare l'opposizione dei pittori ufficiali dell'Accademia, che ottusamente pretesero di sceglierne alcuni e di scartarne altri: alla fine ne vennero accettati solo trentotto.

Prossimo: Canaletto

 
 
 

BRUNERY FRANCOISE

Post n°568 pubblicato il 22 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

François Brunery è nato a Torino, in Italia nel 1849 e muore nel 1906.

Dopo aver studiato a Parigi con Jean Leon Gerome, celebre pittore orientalista e col pittore accademico Leon Joseph Bonnat, il pittore si trasferisce a Roma con sua moglie, come facevano tutti i pittori dell'epoca, per studiare i lavori dei Grandi Maestri Italiani.

Tornato a Parigi, espone alcune opere al Salon di Parigi del 1880 e, nei dieci anni successivi, dopo aver ricevuto una menzione d'onore nel 1903, si conquista un posto di rilievo tra gli artisti di punta del genere noto come Pittura dei Cardinali.

 

Nello spazio degli ultimi due decenni del XIX secolo, in Europa si stava vivendo un periodo di grande ricchezza e prosperità che coinvolgeva anche la Chiesa Cattolica, per cui i dipinti di Francois Brunery, di altissimo livello artistico, ricchi di vividi viola e lucidi cremisi con dettagli lussuosi intrisi di un nuovo simpatico umorismo, ebbero un enorme fascino sulla società di allora.

 Prossimo: Caillebotte Gustave

 
 
 

BRONZINO AGNOLO

Post n°567 pubblicato il 20 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Rinascimento. Pittore fiorenitino

Nasce a Firenze nel 1503, muore a Firenze nel 1572.  

È un esponente del secondo manierismo fiorentino, dal tratto elaborato e cerebrale, che esplica soprattutto nei ritratti, veri modelli di idealizzazione cortigiana ma anche di freddo rigore psicologico.
Allievo e collaboratore del
Pontormo, si avvicina alla corte medicea nel 1539, quando si occupa degli addobbi per le nozze di Cosimo I con la bella e ricca Eleonora di Toledo, figlia del Vicerè di Napoli. In breve tempo diventa il ritrattista ufficiale del Duca e della corte: le sue immagini incorrotte, auliche, preziose e al tempo stesso vivaci interpretano pienamente il gusto assolutista del sovrano e la sua necessità di distribuire ai sudditi certezze al posto delle inquietudini esistenziali del primo manierismo.

 
 
 

BOUGUERAU WILLIAM

Post n°566 pubblicato il 18 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Adolphe William Bouguereau

Nato 30 Novembre 1825 a La Rochelle, morto 19 Agosto 1905, ha avuto una carriera lunga e riuscita come pittore accademico, si è esibito nei saloni de Parigi per più di 50 anni. Le sue pitture di oggetti religiosi, mitologici e simili, sono composte con attenzione scrupolosa e ben rifinite. Per questo si è opposto all'ammissione dei dipinti degli impressionisti al salone, credendo che le loro pitture fossero non di più che degli abbozzi non finiti.

Dopo un periodo di trascuratezza che segue la sua morte, le pitture del Bouguereau verranno restituite alla vista come componente di un interesse rinnovato e rivalutazione della pittura accademica e delle Belle arti. Una importante mostra retrospettiva realizzata a Parigi è stata portata a Montreal ed Hartford, Connecticut, nel 1984.

William BouguereauParigi e fu autore di quadri realistici riguardanti tanti temi mitologici (come Flora e Zefiro, del 1875, custodito a Mulhouse, e la Nascita di Venere del 1879, conservato a Nantes) sia temi sacri nei quali sintetizzò echi del Rinascimento italiano, dell'arte bizantina e del movimento dei Preraffaelliti.  studiò all'Académie Julian di

 

Nel 1887 dipinse la Mater afflictorum (conservata a Strasburgo) e nel 1900 la Regina angelorum, appartenente a una collezione privata parigina.

 

Di tema più cupo sono le decorazioni murali che eseguí sia nella cattedrale di La Rochelle, sua città natale, sia nelle chiese parigine di Sainte-Clotilde, Saint-Augustin e Saint-Vincent-de-Paul.

Nel 1850 Bouguereau vinse il Prix de Rome una borsa di studio per artisti che consentiva al vincitore di usufruire di un soggiorno in Italia per studiare da vicino l'arte classica.

 

Membro dal 1881 dell'Institut de France, diresse e animò assieme Alexander Cabanel il Salon di Parigi, in cui espose molti dei suoi lavori.

 

Le sue opere non furono mai molto apprezzate dalla critica del tempo: l'indifferenza che le circondava era dovuta anche, probabilmente, alla repulsione che Bouguereau aveva per l'impressionismo, verso il quale si era dimostrato molto critico in occasione del Salon des Refusés.

Una riscoperta e valorizzazione dei suoi lavori si è avuta solo nella seconda metà del Novecento.

 
 
 

FRANCOIS BOUCHER

Post n°565 pubblicato il 16 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

François Boucher (Parigi, 29 settembre 1703Parigi, 30 maggio 1770) è stato un pittore francese.

Nasce a Parigi da Nicolas, modesto pittore, incisore e disegnatore di ricami con il quale apprende le prime tecniche pittoriche e di stampa.

Nel 1721 entra nello studio di François Lemoyne (1688-1737), che aveva ottenuto la prestigiosa carica di "primo pittore del re", godendo delle migliori commissioni di Luigi XIV e della corte francese; qui resta pochi mesi, avendone assorbito in fretta lo stile esemplato dalla scuola veneziana dei Ricci, dei Pellegrini e della Carriera.

Entra nel laboratorio dell'affermato incisore Jean-François Cars (1661-1730) dove esegue semplici decorazioni per carte intestate, eseguite tuttavia con una tale abilità da essere notato e coinvolto da un altro noto incisore, Jean de Julienne, che gli propone di collaborare all'iniziativa da questi intrapreso, l'edizione a stampa dei dipinti e dei disegni dell'appena scomparso Antoine Watteau, il cui primo volume, Figures des différents caractères de paysage et d'etudes dessinées d'après nature par Antoine Watteau, esce nel 1726.

 Nel 1723 vince il Prix de Rome, ma soggiorna nella capitale italiana solo quattro anni dopo, dove rimane impressionato in particolar modo dal Correggio, dal Veronese, dal Guercino e dal Tiepolo.

 Rientra a Parigi durante il 1731 e nel giro di tre anni viene nominato membro dell'accademia. Grazie alla protezione di Madame de Pompadour, sua allieva in disegno, e all'amicizia del marchese di Marigny, direttore del Bâtiments du Roi, ottiene l'incarico di primo pittore del re oltre alla direzione della produzione degli arazzi di Beauvais.

Tra i suoi ritratti, il più celebre è quello della Pompadour (1755), mentre come incisore si mette in evidenza con l'edizione delle commedie di Molière del 1734.

 La sua voluminosa carriera comprende anche diecimila disegni, di grande successo e diffusione.

 Prossimo: Bouguerau William

 
 
 

BOTTICELLI SANDRO

Post n°564 pubblicato il 14 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Sandro Botticelli, vero nome Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi, è stato un pittore italiano.

 Sandro Botticelli nacque a Firenze  il 1° marzo 1445 in via Nuova (oggi via del Porcellana), ultimo di quattro figli maschi e crebbe in una famiglia modesta ma non povera, mantenuta dal padre, Mariano di Vanni Filipepi, che faceva il conciatore di pelli ed aveva una sua bottega nel vicino quartiere di Santo Spirito. Numerosi erano infatti nella zona di Santa Maria Novella (dove si trova via del Porcellana) gli abitanti dediti a tale attività, facilitata dalla prossimità delle acque dell'Arno e del Mugnone.

 I primi documenti su Sandro sono costituiti dalle dichiarazioni catastali (dette "portate al Catasto"), vere e proprie denunce dei redditi in cui i capofamiglia erano obbligati a dichiarare i propri beni, le rendite e le spese descrivendo lo stato della propria famiglia. In quello del 1458 Mariano Filipepi citò i quattro figli maschi Giovanni, Antonio, Simone e Sandro: quest'ultimo ha tredici anni e viene definito "malsano" e che "sta a leggere", annotazioni in cui alcuni studiosi hanno voluto desumere un'infanzia malaticcia che avrebbe portato a un carattere introverso, leggibile poi in alcune sue opere dal tono malinconico e assorto.

Il fratello Antonio era un orefice di professione, per cui è molto probabile che l'artista avesse ricevuto una prima educazione presso la sua bottega, mentre sarebbe da scartare l'ipotesi di un suo tirocinio avvenuto nella bottega di un amico del padre, un certo maestro Botticello, come riferisce il Vasari nelle Vite, dal momento che ancora oggi non esiste alcuna prova documentaria che confermi l'esistenza di questo artigiano attivo in città in quegli anni.

Il nomignolo pare invece che fosse stato inizialmente attribuito al fratello Giovanni, che di mestiere faceva il sensale del Monte (un funzionario pubblico) e che nella portata al catasto del 1458 veniva vochato Botticello, poi esteso a tutti i membri maschi della famiglia e dunque adottato anche dal pittore.

Morì a Firenze 17 maggio 1510

 
 
 

BOTERO FERNANDO

Post n°563 pubblicato il 13 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Fernando Botero (Medellín, 19 aprile 1932) è un pittore e scultore colombiano.

Gli anni dell'infanzia e della giovinezza sono il periodo fondamentale per la comprensione dell'opera di Botero, vissuti nel seno di un'agiata e colta famiglia cattolica nella tumultuosa Colombia degli anni trenta e quaranta.

 A 12 anni lo zio lo iscrive ad una scuola per toreri, dove rimarrà per due anni (la sua prima opera conosciuta è un acquerello raffigurante un torero). A 16 anni già disegna le illustrazioni per i supplementi di "El Colombiano", il giornale più importante della sua città natale. Giovanissimo, nel 1948 espone per la prima volta a Medellín. Risale al 1951, invece, la prima "personale": ha luogo a Bogotá, la capitale.

Nel 1952 vince, con il dipinto "Sulla costa", il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotá.

Nel 1955, Fernando Botero ritorna in patria dove si sposa ed inizia ad esporre le sue opere, ma riceve forti critiche, poiché all'epoca l'ambiente colombiano era fortemente influenzato dall'avanguardia francese, che Botero aveva invece respinto.

 Dal 1959 inizia lo studio di Diego Velázquez: Botero realizza infatti molte versioni del "Niño de Vallecas", dove il suo stile molto incisivo risente dell’influenza dell’espressionismo astratto.

Nel 1963 si trasferisce nell'East Side, ed affitta un nuovo studio a New York. È qui che emerge il suo stile plastico in molte opere di questo periodo, dai colori tenui e delicati.

Nel 1964, dopo quattro anni dal divorzio, si sposa una seconda volta.

Nel 1966 viene organizzata la sua prima mostra personale in Europa, in Germania.

 "Finalmente nel 1969 espone anche a Parigi. A partire da questo momento, inizia un peregrinaggio in tutto il mondo: alla ricerca di ispirazione, Botero si muove continuamente da Bogotá, a New York, fino in Europa, acquistando case e studi per continuare la sua opera.

A metà degli anni 1970 si dedica per un paio d'anni quasi esclusivamente alla scultura, ed espone a Parigi nel 1977. Nel 1983 prende una casa a Pietrasanta, dove sta per alcuni mesi l'anno, per essere vicino alle cave di marmo. Nel 1973 si stabilisce a Parigi dove continua a dedicarsi alla scultura.

 Il 21 ottobre 2007, sempre a Pietrasanta, vengono rubate delle statue di bronzo per il valore di circa 4 milioni di euro. Le opere si intitolano "Adamo", "Il cane", "Gatto codone", "Donna con mano nei capelli", "Ballerina vestita", "Ballerina in movimento" e "Passero". Attualmente buona parte dei ladri sono ancora ignoti, ma nel maggio 2008 due delle statue sono state ritrovate e i responsabili arrestati.

Espone ripetutamente le sculture in tutto il mondo. Tra gli eventi di maggior rilievo la mostra delle sue enormi sculture sugli Champs-Elysées nel 1992, e varie mostre negli spazi pubblici di città europee nel 1994.

 
 
 

GIOVANNI BOLDINI

Post n°562 pubblicato il 12 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Giovanni Boldini, nasce ottavo di tredici figli, da Antonio, nativo di Spoleto, e Benvenuta Caleffi. Pittore di matrice purista, allievo di Tommaso Minardi (1787 - 1871), e restauratore. Si dice che, dotato di notevole tecnica, eseguisse buone copie di opere di Raffaello e di vedutisti veneziani. Dal padre, Zanin riceve, giovanissimo, i primi insegnamenti di disegno.

 

A Ferrara frequenta dal 1858 i corsi di pittura di Girolamo Domenichini (18131891), che col padre Gaetano fu autore degli affreschi accademici nel locale Teatro, e di Giovanni Pagliarini (1809 

 Nel 1862 si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Firenze, allievo di Stefano Ussi (1822 - 1901) e del cavalier Enrico Pollastrini (1817 - 1876). Frequenta il noto ritrovo degli artisti fiorentini, il Caffè Michelangelo.

Nel 1866 va a Napoli col Banti, che ritrae più volte. Nel 1867 compie un viaggio in Francia con i Falconer: a Montecarlo dipinge il Generale spagnolo - "una delle cose migliori della mia gioventù"

A Parigi visita l'Esposizione Universale e conosce Edgar Degas, Alfred Sisley e Édouard Manet.

Si stabilisce a Londra nel 1870, invitato da William Cornwallis - West, conosciuto a Firenze, che gli mette a disposizione uno studio nel centro della città, frequentato dall'alta società ma alla fine dell'anno è nuovamente a Firenze.

 Con l'inizio della guerra, nel 1914 si trasferisce a Nizza con la nuova modella Lina fino al 1918; l'anno dopo è insignito dal governo francese della Legione d'onore. Ormai malato, la vista indebolita, nel 1926 conosce la giovane giornalista Emilia Cardona, che sposa il 29 ottobre 1929. Muore a Parigi l'11 gennaio 1931; la sua salma è tumulata accanto ai genitori nel cimitero della Certosa di Ferrara.

 
 
 

BIERSTADT ALBERT

Post n°561 pubblicato il 11 Settembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Albert Bierstadt (Solingen, 7 gennaio 1830New York, 18 febbraio 1902) è stato un pittore statunitense, tedesco di nascita, cantore del selvaggio West.

Nato in Prussia, Bierstadt era cresciuto negli Stati Uniti, a New Bedford (Massachusetts), dove la sua famiglia era emigrata quando aveva due anni e dove il padre aveva trovato lavoro come bottaio nell'industria di lavorazione delle balene. Dopo un inizio da autodidatta, nel 1850 aveva iniziato a lavorare come disegnatore.

 Nel 1853 si trasferì in Europa a studiare pittura, cosa che fece per tre anni, a Düsseldorf, presso Johann Peter Hasenclever. Quindi, tra il 1857 e il 1858, affinò la propria tecnica di paesaggista con un viaggio in Germania, Svizzera e Italia.

 L'anno seguente si aggregò a una spedizione del colonnello Frederick W. Lander, incaricato dal governo di trovare un nuovo tragitto ferroviario per la California, passando a nord del Lago Salato onde evitare ulteriori attriti tra emigranti e Mormoni. Ciò consentì a Bierstadt di visitare zone montuose pressoché incontaminate e di incontrare carovane di coloni e pellerossa nel loro ambiente naturale.

 Dopo una sosta forzata dovuta allo scoppio della guerra civile, riprese a viaggiare nel 1863, accompagnandisi allo scrittore Fitz Hugh Ludlow, le cui corrispondenze (poi riproposte in apposito volume) favorirono non poco la successive entusiastica accoglienza dei suoi quadri, ritraenti paesaggi, fortini, cowboy e, soprattutto, carovane di coloni.

 Nel 1867 ripartì per un nuovo viaggio di studi che si protrasse per due anni tra Londra, Roma e Parigi. Bierstadt ebbe così l'occasione di far conoscere la sua pittura anche in Europa, raccogliendo significativi apprezzamenti, soprattutto in Gran Bretagna dove venne anche personalmente incontrato dalla Regina Vittoria.

 Negli anni seguenti si trasferì in California e poi a Nassau a causa della cagionevole salute della moglie, che vi decedette nel 1893. I suoi ultimi anni furono tuttavia segnati da un forte declino della sua popolarità.

Bierstadt morì improvvisamente a New York il 18 febbraio 1902.

 
 
 
 
 

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Un blog di: Antonio_Vicentini
Data di creazione: 08/02/2008
 

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NESSUNO E' PADRONE DI NIENTE...

 

Nessuno è padrone di niente, tutto è un'illusione...dai beni materiali alle ricchezze spirituali.
Chi ha già perso qualcosa che riteneva di avere garantito finisce per capire che nulla gli appartiene...
Meglio vivere come se fosse l'ultimo giorno della vita e tenere con se ogni attimo, emozione, sorriso o parola che ci viene regalata....

 

 

 

CITAZIONE.....

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Non è importante quanto dura una vita ma importante il tempo che il tuo ricordo e quello delle tue imprese rimangono impresse nella memoria di chi verrà dopo di te.

Non vivere come un uomo qualunque, poiché la vita di un uomo qualunque dura solo una vita.

 

QUANDO PENSI

 

Quando pensi che tutto sia perso, è proprio quello il momento di ricominciare, raccogli ciò che di buono sei riuscito a creare e portalo con te, il resto lascialo.

Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.

Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.

Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perché non tendi loro l'orecchio del cuore.

Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita.

Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di ciò che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre...
SII FELICE.

 

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Riconoscimento di Amicizia 

grazie... Strega74_1

 

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