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WASSILLY KANDISCKY

Post n°590 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Wassilly Kandiscky, pittore, incisore, teorico dell'arte e filosofo russo, nasce a Mosca 4 dicembre 1866 ed è uno dei più famosi 20 artisti del XX secolo che ha regalato al mondo dell'arte i primi lavori astratti moderni.

Nel 1871 si trasferisce con la famiglia a Odessa, dove frequenta il liceo classico.

 Kandinsky, soggiornò solo per brevi periodi in Russia. La sua opera è infatti legata al gruppo Blue Rider, in Germania ed al movimento Bauhaus in Francia.

 Il "periodo russo" di Kandiscky, comprende i due decenni dal 1898 al 1921, nei quali partecipò attivamente alla vita culturale del suo Paese.

 Dal 1896, però, Kandinsky viveva in Germania, ma tornava nel suo paese natale pressoché tutti gli anni: era in corrispondenza con artisti e figure di spicco della cultura russa, scriveva articoli per riviste e giornali e partecipava alle principali mostre di Mosca, San Pietroburgo e Odessa.

Il suo stile personale si formò sotto l'influsso parallelo della cultura artistica europea e di quella russa, della tradizione e della contemporaneità con una notevole influenza della musica, infatti molte opere di Kandinsky hanno il titolo di "composizione" e le sue teorie del colore sono in sintonia con intonazioni musicali.

 Due o tre volte all'anno, Kandinsky recuperava il contatto con l'ambiente artistico russo partecipando alle principali esposizioni che si tenevano nelle principali città, esposizioni che diventavano così il tramite tra lui e gli artisti del suo paese, interessati alla evoluzione della sua pittura, in cui si rispecchiava la maturazione della nuova arte europea.

 L'opera più celebre del maestro, la Composizione VII (Galleria nazionale Tretiakov, Mosca), esposta a Martigny con la Composizione VI (Museo nazionale dell'Ermitage), fu presentata per la prima volta ai moscoviti nel 1915.

 Dopo l'inizio della Prima Guerra Mondiale, Kandinsky rientrò in Russia e visse per qualche anno a Mosca, partecipando intensamente alla vita artistica della capitale, occupando posti di rilievo negli organismi scientifici e artistici prese parte attiva alla evoluzione culturale del paese: presentò mostre collettive con Rodchenko, Stepanova, Popova, Drevin, Kljun, Bobrov e altri, partecipò ai dibattiti sull'arte,scrisse articoli ed organizzò musei dedicati alla nuova arte.

 
 
 

JAN DAVIDSZ DE HEEM

Post n°589 pubblicato il 07 Gennaio 2011 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Jan Davidsz de Heem, uno dei più grandi artisti barocchi di nature morte, nasce ad Utrecht nel  1606, in una famiglia di calvinisti emigrati dalle Fiandre cattoliche e vive parte della vita in Olanda e in parte nelle Fiandre.

Dopo l’apprendistato, Jan Davidsz de Heem si trasferisce a Leida dove vive una decina d'anni, dal 1625 al 1635.

 

La città di Leida, rigidamente protestante è la culla di una scuola pittorica che si rifà a Luca di Leida, un pittore ed incisore di un secolo prima.

 

Il giovane Jan Davidsz de Heem si attiene allo stile della scuola pittorica della città, diventa discepolo del grande Balthasar van der Ast dipingendo nature morte,  composizioni cromaticamente raffinatissime di antichi codici, simbolo della "vanitas" della vita degli studiosi.

Dopo il periodo di Leida, l’artista si trasferisce ad Anversa, città d'origine del padre, si converte alla religione cattolica, si iscrive alla Ghilda di San Luca e, dal 1637, diventa cittadino della capitale fiamminga.

In quel periodo lavorano con lui anche il figlio Cornelis, che si converte con lui e il collega Abraham Mignon.

Nel 1667, Jan Davidsz de Heem fissa nuovamente il domicilio a Utrecht, Abraham lo raggiunge e collabora nello studio del maestro, come pure il figlio Cornelis.

 

Ma i tre artisti vivevano in un’epoca tribolata dalle guerre di religione e dalle loro conseguenze: poco meno di cinque anni dopo, le truppe francesi invadono Utrecht costringendo Jan Davidsz de Heem a fuggire per rifugiarsi ad Anversa, dove muore nel 1683/4.

 

Le guerre religiose influenzarono anche il campo artistico: la Riforma Protestante aveva creato le condizioni per uno sviluppo di una nuova iconografia che privilegiava le nature morte.

 

Le nature morte, prodotte nel Seicento nei Paesi Bassi, si differenziano generalmente da quelle italiane e francesi, per un simbolismo ben codificato, nascosto apparentemente fra i vari oggetti rappresentati

Per questo motivo, ogni cosa dipinta, ha uno o più significati, che svelano il messaggio morale o religioso nascosto.

 
 
 

WILLIAM MICHAEL HARNETt

Post n°588 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

William Michael Harnett, nasce il 10 agosto 1848 a Clonakilty in Irlanda in una famiglia della classe operaia che emigra in America, a Philadelphia.

 

Nel 1866, mentre lavora come fattorino, frequenta corsi serali alla Pennsylvania Academy  of Fine Arts e alla New York His dove impara l'arte di incidere l'argento, a trarre calchi da sculture antiche ed a dipingere trompe l'oeil con artista John Haberle.

 

Le sue prime opere sono composizioni piuttosto semplici di oggetti comuni: giornali, sopramobili, libri e tazze, ma disposti sulla tela con tanta cura e dipinti con tanta perfezione, che gli spettatori hanno l'impulso irresistibile di toccare con le dita per accertarsi che l'oggetto sua davvero dipinto e non incollato alla tela.

 

Le nature morte di William Michael Harnett, negli anni trascorsi a Monaco, a contatto con quadri di artisti del passato, maestri in quelle composizioni, si sono arricchite di oggetti in ottone anticato, armi e strumenti musicali, disposti con piacevole eleganza.

 

Il pubblico del Salon di Parigi accolgono con entusiasmo le opere di Harnett, ma ancora una volta i critici lo trattano in maniera sprezzante.

 

Dopo la morte del pittore a New York, il 29 ottobre 1892, i critici e storici dell'arte, continuarono a snobbare le opere di William Michael Harnett come semplice risultato di una mera abilità tecnica e queste passarono nel dimenticatoio per quasi ottant'anni.

 
 
 

FRANS HALS

Post n°587 pubblicato il 24 Dicembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Frans Hals (1580-1666) è stato un pittore olandese nato ad Anversa nel 1580, uno fra i pittori più prolifici del periodo d'oro olandese ed autore di alcuni tra i più noti ritratti del barocco.  

A soli 27 anni divenne membro della Sint-Lucasgilde, la Gilda di San Luca, una delle più prestigiose associazioni di artisti ed artigiani con sedi a Anversa, Utrecht, Delft e Leida. Dal pittore fiammingo Karel van Mander, presso il quale Frans Hals ha studiato, sembra che non abbia preso nulla, ma che ancora giovanissimo avesse un proprio personale modo di dipingere.

Il suo primo dipinto fu il ritratto di Jacobus Zaffius, del 1611, ma l'opera che lo portò alla notorietà fu la tela, a grandezza naturale, intitolata "Il banchetto degli ufficiali della Compagnia di San Giorgio" del 1616 che si distingue, in modo particolare per il soggetto, dalle opere del tempo.

I soggetti preferiti per le sue opere, non costituite da ritratti su ordinazione di nobili, alti prelati e borghesi, furono le persone che lo circondavano nella vita quotidiana.

Dopo una parentesi militare nell'esercito durante gli anni della rivoluzione, Hals divenne presidente della Corporazione dei Pittori di Haarlem nel 1644, ma, a causa del suo stile di vita, ebbe molti problemi economici che lo portarono fino al carcere per debiti.

 

Proprio per bisogno di denaro Hals svolse, accanto alla pittura, altre attività, come il banditore ed il restauratore.

Il suo filone ritrattistico, nasce probabilmente in seguito alla grande richiesta di questo genere di lavori, anche se anche in questo lavoro Frans Hals non manca di originalità ed innovazione.

 

Difficilmente i visi sono idealizzati, ma piuttosto, il pittore si attiene ad uno schietto realismo delle forme, cercando di rendere visivamente l'umore del soggetto.

 

In questa attività, è probabile che i suoi maestri siano stati prima Adam Van Noort e poi Carel van Mander.

Il pittore mori ad Haarlem nel 1666 ed in questa città è stato organizzato a suo nome il Museo Municipale che conserva la più importante collezione di dipinti della Haarlemse School, la scuola di Haarlem che affonda le proprie radici nella pittura quattrocentesca, ma su tutto si distinguono le due grandi opere di Frans Hals: Riunione degli ufficiali degli arcieri di S.Adriano, Banchetto degli ufficiali degli arcieri di San Giorgio del 1627.

 

 
 
 

LUCA GIORDANO

Post n°586 pubblicato il 18 Dicembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Luca Giordano, Pittore barocco italiano, nacque a Napoli il 18 Ottobre 1634.

Studiò a Napoli nella cerchia di Jusepe de Ribera dal quale, inizialmente, fu influenzato, si interessò in seguito alle opere di Paolo Veronese dal quale assimilò la leggerezza e la luminosità dell'affresco.

Dopo la sua prima opera, datata 1651, Luca Giordano prosegue nella sua notevole produzione di lavori ad olio e in affresco per chiese e palazzi.

I soggetti da lui dipinti variano dai temi religiosi alla mitologia; il suo soprannome era "Luca fa presto" per sottolineare la sua velocità di esecuzione; si dice che abbia dipinto una Pala d'Altare di grandi dimensioni in un solo giorno.

Nel 1652 si recò a Roma, dove venne in contatto con l’ambiente di Pietro

da Cortona la cui influenza è  evidente nell'enorme affresco sul soffitto della Sala da Ballo di Palazzo Medici-Riccardi di Firenze, eseguito da Luca Giordano dal 1682 al 1686.

Molto interessato alle realizzazioni dei pittori famosi, nel 1667 si recò a Venezia dove ammirò in modo particolare gli affreschi di Tiziano Vecellio (1480-1576) che gli fornì l'esempio di una pittura più decorativa.

 

Nel 1692 venne invitato da Carlo II in Spagna dove realizzò il ciclo di affreschi all’Escorial (considerati i suoi migliori lavori del periodo), al Cason di Buen Retiro, nella Sagrestia della Cattedrale di Toledo e nel Monastero di Nostra Signora di Guadalupe; al Museo el Prado a Madrid, sono conservati 50 quadri, dipinti in Spagna, che testimoniano la sua instancabile energia.

Nel 1702 tornò a Napoli dove diede vita la sua ultima grande opera, il soffitto della Cappella del Tesoro della Certosa di San Martino e dove espresse la sua fervida fantasia nelle tele per la chiesa di Santa Maria Egiziaca a Forcella.

Molti affreschi di Luca Giordano sono stati distrutti o danneggiati durante Seconda Guerra Mondiale.

Il grande ciclo di San Benedetto del 1677 nell'abbazia di Montecassino fu interamente distrutta. Luca Giordano morì a Napoli il 3 gennaio 1705.

 
 
 

GENTILESCHI ORAZIO

Post n°585 pubblicato il 11 Dicembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Dopo un lungo soggiorno nelle Marche dove lasciò ampie testimonianze della sua pittura, Orazio Gentileschi, nei primi anni del Seicento si trasferì a Genova dove lavorò anche su committenza sabauda e poi Parigi alla corte della Regina di Francia ,Maria de Medici, la quale aveva raggruppato intorno a sé numerosi artisti di origine toscana, importando le novità della pittura italiana nell'Europa del Nord. 

Nel 1626 lasciò la corte francese per quella inglese di Carlo I, le sue opere permeate di novità e classicismo furono molto gradite dall'aristocrazia inglese. Orazio Gentileschi morì a Londra nel 1639.

 
 
 

FRAGONARD Jean

Post n°584 pubblicato il 04 Dicembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Fragonard, Jean-Honoré (Grasse 1732 - Parigi 1806 ).

Pittore francese che eseguì soprattutto opere di piccola mole: schizzi, acquerelli, sanguigne, incisioni eseguite con un brio e una freschezza veramente eccezionali.  

Oltre che illustratore brillante fu squisito pittore di scene idilliache, d'incontri furtivi di amanti, secondo il gusto lezioso del tempo.

Dopo un breve periodo in cui studiò con Chardin, con il quale non andava molto d'accordo, divenne uno dei più brillanti allievi di Boucher e nel 1752 vinse il Prix de Rome, anche se non era ufficialmente idoneo ad accedere al concorso non essendo studente dell' Académie Royale.

Dal 1756 al 1761 visse a Roma, dove cercò ispirazione da Tiepolo.

Nell'estate del 1760 realizzò qualche bel disegno dei giardini di Villa d'Este a Tivoli; ricordi dei quali ricorreranno durante tutta la sua carriera.

 Nel 1765 Fragonard divenne membro dell'Académie con l'opera "Corsus e Callirhoe", una scena mitologica realizzata in stile grande maniera.

Sebbene il quadro sia stato molto lodato, egli abbandonò subito questo particolare stile dedicandosi a soggetti erotici per i quali è principalmente conosciuto.

 I suoi colori delicati, la briosa caratterizzazione e il tocco spontaneo garantirono ai suoi più intimi e voyeuristici soggetti di non essere mai volgari, e i suoi lavori più belli hanno una verve irresistibile e risultano pieni di gioia.

 Dopo il matrimonio (1769) dipinse anche bambini e scene di vita familiare, paesaggi, ritratti, e occasionalmente scene religiose.

 Fragonard smise di esporre al Salon nel 1767 e la maggior parte della sua opera venne, da allora in poi, realizzata per uso privato dei suoi mecenati.

Quando i gusti pittorici della Corte cambiarono con tendenze neoclassiche, Fragonard cercò in qualche modo di adeguarsi alla nuova moda, usando un tocco più raffinato, ma dopo la rivoluzione francese le sue scene di frivolo piacere aristocratico andarono completamente fuori moda.

Fragonard abbandonò la pittura per un lavoro come amministratore al Louvre, che era stato aperto come museo nazionale nel 1793 e vi lavorò fino al 1800, poi visse in ritiro il resto della sua lunga vita. Morì nel 1806.

 
 
 

ANTOON VAN DICK

Post n°583 pubblicato il 27 Novembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Antoon van Dyck

nasce ad Anversa nel 1599. A dieci anni viene accolto nell’atelier di Hendrik van Balen. Nel 1615 apre una propria bottega . In questo periodo inizia la collaborazione con Rubens, con il quale partecipa all’esecuzione dei cartoni della Storia di Decio Mure per Franco Cattaneo  e alla decorazione del soffitto della chiesa del Gesù ad Anversa.

Dal 1621 al 1627 vive in Italia, prevalentemente a Genova. Visita Firenze, Bologna e Venezia.  Tornato ad Anversa , inizia un’attività intensissima, divenendo anche il pittore di corte dell’arciduchessa Isabella. 

Nel 1632 Van Dyck parte nuovamente, fermandosi prima in Olanda,  poi a Bruxelles e infine a Londra, dove è nominato cavaliere e pittore ufficiale del re.  Per il sovrano inglese realizza numerosi ritratti. Sposa Mary Ruthven, damigella della regina Enrichetta Maria (1639), dalla quale avrà, due anni più tardi, una figlia, Justiniana.

 

Rientrato a Londra all’inizio del 1641 Van Dyck muore il 9 dicembre dello stesso anno. Sepolto nella chiesa di Saint Paul, la sua tomba andrà distrutta nel grande incendio scoppiato nella capitale inglese nel 1666.

 
 
 

EDGAR DEGAS

Post n°582 pubblicato il 20 Novembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Edgar Degas (1834-1917)

 Figlio di un banchiere, compì regolari studi classici e si iscrisse a giurisprudenza, mentre cominciava ad interessarsi alla pittura. Frequentò corsi di pittura tenuti da Lamothe, un discepolo di Ingres, per poi entrare all'École de Beaux- Arts nel 1855. 

La parte più importante nella sua istruzione artistica fu l'assiduo studio degli antichi maestri, del Louvre e dei maestri fiorentini, in particolar modo a Luca Signorelli, Botticelli e Raffaello, che studiò in Italia, dove visse dal 1856 al 1859.

Molti dei suoi quadri degli esordi sono ritratti o quadri di soggetto storico su temi classici come "Esercizi di giovani spartani", o di ispirazione fiamminga come "La famiglia Bellelli" che dimostrano una estrema sensibilità da parte di Degas nel cogliere gli aspetti di vita intima.

 Edgar Degas espose in sette delle otto mostre impressioniste e figura come personalità di spicco in ogni discussione sul movimento.

Fu comunque impressionista solo per determinati aspetti della sua opera e, come Manet (che veniva anche lui da un contesto sociale medio-alto), stette piuttosto in disparte dal resto del gruppo.

 Degas utilizzò le fotografie, da lui stesso realizzate, come punto di partenza di vari dipinti, prediligendo punti di vista poco comuni.

A 50 anni Degas ebbe seri problemi di vista e per questo passò dall'olio al pastello, tecnica che gli permetteva di stare fisicamente più vicino alla superficie su cui lavorava, In questi quadri le figure sono spesso ritratte in pose intime, come se lui stesso le osservasse da un punto di vista molto vicino.

 Degas sperimentò un nuovo sistema di utilizzo dei pastelli fondendoli con altre tecniche nello stesso quadro, oppure esponendo al vapore i pastelli per poter usare il colore in modo più fluido.

Realizzò anche delle stampe con varie tecniche, e negli ultimi anni Sessanta produsse sculture in cera.

 La maggior parte delle sue sculture era di piccole dimensioni, ma alcune erano più ambiziose: tra queste l'unica esposta in vita sua, la famosa Ballerina di quattordici anni, vestita con un vero tutù, che fu presentata alla quinta mostra impressionista nel 1881

 Morì a 83 anni nel 1917

 
 
 

DE PISIS FILIPPO

Post n°581 pubblicato il 13 Novembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Luigi Filippo Tiburtelli, in arte Filippo De Pisis è nato a Ferrara nel 1896.

Negli anni della giovinezza ferrarese De Pisis porta a termine gli studi regolari, ma coltiva ad un tempo molteplici interessi: dalla botanica alla storia dell'arte, dalla pittura alla letteratura.

Anche i frutti di quell'esperienza maturano più avanti, negli anni di Parigi.

Nel 1920 si trasferisce a Roma, dove lavora alla definizione di un proprio linguaggio figurativo.

Esiti interessanti di quel periodo non mancano, ma è a Parigi, dove si trasferisce nel 1925, che, anche grazie allo studio dei grandi ottocentisti francesi e dei contemporanei, raggiunge la piena padronanza dei suoi mezzi, avviando uno dei più straordinari itinerari della pittura del Novecento, non solo italiano.

È così per tutto il quindicennio trascorso a Parigi, e poi anche in Italia, a Milano e Venezia, dove risiede principalmente a partire dal 1939. Vengono, infine, gli anni di Villa Fiorita.

Anni di sofferenze che si riflettono nelle opere di quel tempo estremo della sua arte, ma che non gli impediscono di prosciugare la sua "vena pittorica", costruendo una sintassi figurativa ridotta all'essenziale, capace di esiti all'altezza di quanto di più grande e di più moderno andava avvenendo in pittura, in Italia e fuori.

ilippo De Pisis mentre compiva gli studi classici cominciò a disegnare sotto la guida del Domenichini e del Longanesi. Laureatosi in lettere, insegnò per qualche tempo. 

 Nel 1925 si trasferì a Parigi, dove acquistò solida fama anche come poeta.

Agli inizi interpreta a modo suo la pittura di De Chirico e di Carrà rendendola effervescente.

Tra il 1924 e il 1927 realizza le nature morte marine.

Le sue opere ottengono il successo che meritavano soprattutto alle Biennali di Venezia del 1948 e del 1954, ma le precarie condizioni di salute negli ultimi due anni non gli permetteranno più di svolgere alcun lavoro; ricoverato in una clinica di Brugherio (Monza), de Pisis muore il 2 aprile del 1956.

Prossimo: Edgard Degas

 
 
 

DE CHIRICO GIORGIO

Post n°580 pubblicato il 06 Novembre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Giorgio De Chirico nasce il 10 luglio del 1888 a Volos, capitale della Tessaglia (Grecia).

Il padre era un ingegnere palermitano incaricato di costruire la rete ferroviaria locale e la madre era una nobildonna genovese.

Assecondato dal padre nella sua predisposizione alla pittura a 12 anni si iscrive al Politecnico di Atene, dove frequenta per due anni la scuola di disegno e pittura e prende le prime lezioni di disegno dal pittore greco Mavrudis.

 Le opere di Giorgio De Chirico vengono notate da Pablo Picasso e dal poeta Guillaume Apollinaire e grazie alla loro amicizia entra nella cerchia degli artisti ed intellettuali parigini.

Nelle sue opere il pittore supera la concezione estetica dell'arte figurativa, ricercando nuove forme espressive non necessariamente collegate alla congruità degli elementi rappresentati, assembla gli oggetti e li immerge in atmosfere e visioni mentali improbabili.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, i due fratelli De Chirico rientrano in Italia, ma il pittore continua a mantenere stretti rapporti con l'ambiente parigino ed entra in contatto con il movimento Dada.

Ritenuto inadatto per il fronte viene occupato in un lavoro in ospedale, cosa che gli permette di continuare a dipingere ed a frequenta l'ambiente artistico di Ferrara dove conosce Filippo De Pisis e Carrà, ricoverato in un ospedale militare.

Nel 1916 , Giorgio De Chirico dipinge i suoi primi "Ettore e Andromaca" e "Le Muse inquietanti" , precisando i canoni della "Pittura Metafisica", teorizzata poi sulla rivista "Valori Plastici".

Nel 1918 De Chirico ottiene il trasferimento a Roma dove collabora a "Valori Plastici" ed espone nelle sale del giornale "Epoca" insieme a Prampolini, Carrà e Soffici.

Nel 1919 presenta la sua prima mostra personale alla Galleria d'Arte di Anton Giulio Bragaglia, pubblica lo scritto "Noi metafisici", ma nelle sue opere comincia ad affiorare l'interesse per la pittura rinascimentale e barocca.

 Fra il 1920 ed il 1924 vive tra Roma e Firenze, mentre nella sua pittura si fa sempre più sentire una originale e romantica interpretazione della classicità ed un interesse per la grande tecnica degli antichi maestri rinascimentali.

 Tornato a Parigi nel 1925 è attaccato dai Surrealisti per la sua nuova pittura, nel 1928, tiene la una personale prima a New York, e poi a Londra.

 In questi anni, oltre alla pittura, De Chirico si dedica alla scrittura: pubblica il romanzo in francese "Hebdòmeros" nel 1929 e, frequentando il mondo della moglie sposata qualche anno prima, l'attrice russa Raissa Gurievich Kroll, si occupa di scenografie per spettacoli teatrali e balletti.

 Negli anni '30 Giorgio de Chirico continua a produrre nuove opere, ampliando i temi della sua arte: dipinge quadri il cui temi vanno dall'Archeologia, ai cavalli, ai Gladiatori e vengono esposti nelle più importanti gallerie d'arte sia in Europa che in America.

 Anche se la migliore produzione di De Chirico è da ricercare nel periodo che va dal 1909 al 1919, il periodo strettamente metafisico, anche gli anni della maturità artistica del pittore sono ricchi di lavori sui temi che gli sono cari.

 Negli anni '50 e '60 il pittore dipinge, in costante opposizione con le tendenze dell'arte contemporanea, nature morte, paesaggi, ritratti ed interni.

 Negli ultimi anni della sua vita il pittore si dedica alla litografia di opere importanti quali "I promessi sposi", l"Apocalisse" ed il suo romanzo "Hebdomeros", partecipa a grandi retrospettive in tutto il mondo, persino in Giappone.

Il 20 novembre 1978, dopo una lunga malattia, Giorgio De Chirico muore a Roma, nella sua casa a Piazza di Spagna. Le sue spoglie sono conservate nella Chiesa Monumentale di San Francesco a Ripa, a Roma.

 
 
 

DAVID JACQUES

Post n°579 pubblicato il 30 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

David, Jacques-Louis, pittore francese, introdusse lo stile neoclassico in Francia e fu il punto di riferimento fondamentale dal periodo della Rivoluzione alla caduta di Napoleone. 

David nacque a Parigi in una famiglia borghese, molto agiata, nell'agosto del 1748, studiò all'Académie Royale ed ebbe come maestro il pittore rococò Vien.

David vinse il premio di Roma nel 1774 e in un viaggio in un periodo successivo in Italia fu fortemente influenzato dall'arte classica e dal lavoro del pittore del secolo XVIII Nicolas Poussin.

David sviluppò velocemente il suo stile neoclassico, rappresentando soggetti dal mondo antico e basandosi sulla scultura Romana per forme e posture.

 

Il suo famoso “Giuramento degli Orazi” (1784-1785, Louvre, Parigi) era stato volutamente ideato dal pittore per sottolineare il nuovo Stile Neoclassico nel quale l'impostazione drammatica era enfatizzata.

 

Dopo il 1789, Jaques Louis David adottò uno Stile Realistico piuttosto che Neoclassico, al fine di rappresentare le scene contemporanee della Rivoluzione Francese 1789-1799, come nella drammatica “Morte di Marat” (1793, Musées Royaux des Beaux-Arts, Brussells).

 

Per sedici anni fu il pittore ufficiale di Napoleone e descrisse anno per anno il suo regno di cui il quadro “Coronazione di Napoleone e Giuseppina” ne è l'epilogo (1805-1807, Louvre).

 

A seguito della disfatta di Napoleone, David fu esiliato a Bruxelles, dove restò fino alla sua morte.

 

In quegli ultimi anni ritornò a soggetti mitologici traendo ispirazione dal passato greco e latino, dipingendo con uno stile teatrale.

 

David, lungo il corso della sua carriera, fu anche un ritrattista molto ricercato; più piccoli, in dimensioni, ma più ricchi di espressione rispetto ai suoi capolavori, i suoi ritratti, come il famoso ritratto di Madame Récamier (1800), mostrano una grande capacità tecnica e una profonda empatia con il personaggio, tanto che molti critici moderni li considerano i suoi lavori migliori.

 

La carriera di Jaques Louis David rappresenta la transizione dal Rococò del XIV secolo

Il suo distaccato studio neoclassico influenzò profondamente i suoi allievi: Antoine Jean Gross e Jaen Auguste Dominique Ingres, come i suoi temi patriottici ed eroici introducono al Romanticismo.

Jaques Louis David , morì a Bruxelles il 29 Dicembre 1828.

 

 
 
 

SALVADOR DALì

Post n°578 pubblicato il 23 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Salvador Domingo Felipe Jacinto Dalí DomènechFigueres, 11 maggio 1904Figueres, 23 gennaio 1989), è stato un pittore, scultore, scrittore, cineasta e designer spagnolo., marchese di Púbol (

 

Dalí era un abile disegnatore tecnico, ma è celebre soprattutto per le immagini suggestive e bizzarre delle sue opere surrealiste. Il suo peculiare tocco pittorico è stato spesso attribuito all'influenza che ebbero su di lui i maestri del Rinascimento. Realizzò la sua opera più famosa, La persistenza della memoria nel 1931. Il talento artistico di Dalí ha trovato espressione in svariati ambiti, tra cui il cinema, la scultura e la fotografia, e lo ha portato a collaborare con artisti di ogni tipo.

 

Faceva risalire il suo "amore per tutto ciò che è dorato ed eccessivo, la mia passione per il lusso e la mia predilezione per gli abiti orientali”  ad una auto-attribuita "discendenza araba", sostenendo che i suoi antenati discendevano dai Mori.

 

Dalí fu un uomo dotato di una grande immaginazione ma con il vezzo di assumere atteggiamenti stravaganti per attirare l'attenzione su di sé. Tale comportamento ha talvolta irritato coloro che hanno amato la sua arte tanto quanto ha infastidito i suoi detrattori, in quanto i suoi modi eccentrici hanno in alcuni casi catturato l'attenzione del pubblico più delle sue opere.

 

Nel novembre 1988 Dalí viene ricoverato in ospedale per un attacco di cuore e il 5 dicembre riceve la visita di Re Juan Carlos che rivela di essere sempre stato un suo grande ammiratore. 

 

Il 23 gennaio 1989, mentre sta ascoltando il suo disco preferito, Tristano e Isotta di Wagner, muore per un altro attacco di cuore. Ha 84 anni. Viene sepolto all'interno del suo Teatro-Museo di Figueres, che si trova dall'altro lato della strada rispetto alla chiesa in cui è stato battezzato e dove si è svolto il suo funerale, e solo a tre isolati di distanza dalla casa in cui era nato .

 
 
 

CORREGGIO - Antonio Allegri

Post n°577 pubblicato il 17 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

Correggio (1489-1534) Pittore italiano Rinascimento

Antonio Allegri detto il “Correggio” nasce a Correggio, da Pellegrino e Bernardina Piazzoli degli Ormani, nella seconda metà del Quattrocento, presumibilmente, secondo storici e critici, nel 1489. Di tutti i grandi protagonisti della sua epoca, Correggio è l’artista meno documentato e numerose sono le leggende, affermatesi nei secoli, sulla sua biografia.

Tuttavia, resta importante la testimonianza di Giorgio Vasari, primo biografo del pittore, circa la morte dello stesso, che sarebbe avvenuta dopo un estenuante viaggio a piedi da Parma, sotto il peso di un enorme sacco di piccole monete da un quattrino, per un totale di 60 scudi. Una leggenda che non regge all’analisi dei fatti e delle fonti, ma che rende alla perfezione le incertezze e le difficoltà di una ricostruzione puntuale e completa della vita dell’artista.

 

Altrettanto scarse sono le notizie sulla sua formazione: pare che l’Allegri sia stato alunno di alcuni pittori locali: lo zio Lorenzo, il cugino Quirino Allegri e l’artista correggese Antonio Bartolotti. Allievo del Bianchi Ferrari a Modena, nel 1506 è a Mantova e lavora alla cappella funebre di Mantegna a Sant'Andrea. Dall'analisi di alcune sue opere giovanili emergono i caratteri della pittura assimilati dal Mantegna, dal quale avrebbe appreso la resa prospettico-illusionistica.

Il giovane Correggio accoglie le suggestioni chiaroscurali leonardesche e da Raffaello acquisisce l’uso dello sfumato, creando immagini dai contorni volutamente indefiniti. È anche partecipe, nel segno di una grandissima apertura culturale, dell’esperienza dei veneziani e dei ferraresi, Cima da Conegliano, Costa, Dossi, e degli artisti nordici, Dürer e Altdorfer.

Correggio muore improvvisamente il 5 marzo 1534. Il giorno seguente viene sepolto in San Francesco a Correggio vicino al suo capolavoro giovanile, la celebre pala di San Francesco oggi a Dresda.

 
 
 

JHON CONSTABLE

Post n°576 pubblicato il 08 Ottobre 2010 da Antonio_Vicentini
 
Tag: PITTORI

John Constable–è stato un pittore inglese, legato al Romanticismo.

 

nacque a East Bergholt, 11 giugno 1776, un villaggio sul fiume Stour (nel Suffolk), da Golding e Ann Constable. Suo padre fu un facoltoso mercante di cereali, proprietario di Flatford Mill nell'East Bergholt e, più tardi, di Dedham Mill. Golding Constable possedeva anche una sua piccola nave, The Telegraph, ancorata a Mistley, all'estuario dello Stour, da dove era solito trasportare cerali a Londra. Essendo il suo fratello più anziano mentalmente ritardato, John, come secondo figlio, veniva considerato il successore nell'azienda del padre, e dopo un breve periodo al collegio di Lavenham, fu iscritto alla scuola di Dedham. Constable lavorò nel commercio dei cereali dopo aver lasciata la scuola, ma il suo più giovane fratello Abram alla fine subentra nell'esercizio dei mulini.

 Nella sua giovinezza, Constable si dedicò amatorialmente a fare schizzi viaggiando per la campagna del Suffolk, che diventerà poi il soggetto di una larga produzione della sua arte.

Nel 1799, Constable convinse suo padre a lasciarlo proseguire sulla strada dell'arte, e Golding più o meno persuaso gli conferisce un piccolo assegno. Entrando alla Royal Academy Schools come apprendista, segue la vita di classe e le dissezioni anatomiche come pure studia e copia i vecchi maestri della pittura. Tra i lavori che particolarmente lo ispirano durante questo periodo ci sono i dipinti do Thomas Gainsborough, Claude Lorrain, Peter Paul Rubens, Annibale Carracci e Jacob van Ruisdael. Legge molto anche opere di poesia e sermoni, e più tardi si dimostrerà un notevole e distinto artista. Nel 1803, fece una esposizione alla Royal Academy.

Nel 1802 rifiutò l'impiego di maestro di disegno al Great Marlow Military College, decisione questa che Benjamin West (allora maestro della RA) sconsigliò poiché avrebbe significato la fine della sua carriera. In quest'anno, Constable scrive una lettera a John Dunthorne in cui spiega chiaramente la sua determinata intenzione di diventare un pittore di paesaggi professionista :

Morì a Londra, il 31 marzo 1837 

 
 
 
 
 

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Un blog di: Antonio_Vicentini
Data di creazione: 08/02/2008
 

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NESSUNO E' PADRONE DI NIENTE...

 

Nessuno è padrone di niente, tutto è un'illusione...dai beni materiali alle ricchezze spirituali.
Chi ha già perso qualcosa che riteneva di avere garantito finisce per capire che nulla gli appartiene...
Meglio vivere come se fosse l'ultimo giorno della vita e tenere con se ogni attimo, emozione, sorriso o parola che ci viene regalata....

 

 

 

CITAZIONE.....

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Non è importante quanto dura una vita ma importante il tempo che il tuo ricordo e quello delle tue imprese rimangono impresse nella memoria di chi verrà dopo di te.

Non vivere come un uomo qualunque, poiché la vita di un uomo qualunque dura solo una vita.

 

QUANDO PENSI

 

Quando pensi che tutto sia perso, è proprio quello il momento di ricominciare, raccogli ciò che di buono sei riuscito a creare e portalo con te, il resto lascialo.

Vestiti di un sorriso e di tanta speranza allena il tuo cuore per le future battaglie e impara da quelle che tu chiami sconfitte.

Ricorda, c'è un tempo per piangere e un tempo per sorridere, SEMPRE se questo è il giorno della tua lacrima ricordati che domani si potrà trasformare in sorriso se tu lo vorrai.

Gli ANGELI ti sono accanto qualunque cosa tu vivi, quando ti senti più sola è perché non tendi loro l'orecchio del cuore.

Liberati dai pensieri negativi allenta il legaccio che da sola ti stringi nel tuo grande cuore e continua a respirare, vedrai che il ritmo del tuo cuore aumenterà con i battiti della tua vita.

Ascolta gli altri, ama e sorridi, riappropriati di ciò che sei e VOLA, vola più in alto del sole e sii felice... perchè è questo che desidera Dio da te, oggi e sempre...
SII FELICE.

 

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grazie... Strega74_1

 

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