Creato da LaVoce.DellaLuna il 09/12/2006

.·• Lo Specchio •·.

...Bellezza è l'eternità che si contempla in uno specchio; e noi siamo l'eternità, e noi siamo lo specchio... (K. Gibran)

 

 

« Messaggio #215Messaggio #217 »

N A K E D   -   Mondi paralleli

Post n°216 pubblicato il 03 Aprile 2008 da LaVoce.DellaLuna
 

  

I tre anni delle medie mi resero estremamente diffidente nei confronti di chiunque. Avevo capito che nessuno mi aveva mai voluto bene realmente. I ragazzi mi mollavano. Le ragazze facevano le carine ma poi mi pugnalavano alle spalle.
Così mi chiusi in me stessa. In mancanza di S. mi sentivo fragile e vulnerabile e l'unica soluzione che trovai fu quella di starmene per i fatti miei, di non farmi conoscere da nessuno. In questo modo nessuno avrebbe potuto ferirmi.

La mia compagna di banco del liceo si chiamava C. Eravamo molto simili. Entrambe abitavamo in città diverse rispetto a dove si trovava il liceo. Entrambe eravamo del segno del leone. Entrambe avevamo un passato difficile e complicato. Ma allo stesso tempo eravamo profondamente diverse.
Anche lei era una ragazza piuttosto solitaria, silenziosa, diffidente. Andavamo d'accordo per questo. Entrambe non parlavamo di noi stesse, non ci mostravamo agli altri, restando in disparte, osservando. C'eravamo create un nostro mondo parallelo, in cui i nostri compagni di classe avevano ruoli marginali. Parlavamo solo tra noi, senza mai scoprirci troppo. Sapevamo che le parole che l'altra ascoltava non sarebbero mai giunte ad altre orecchie.

I primi anni questa solitudine non mi pesava più di tanto. Ma col passare del tempo sentivo un vuoto crescente dentro di me, che non sapevo come riempire. Stavo crescendo, stavo cambiando, e sentivo il bisogno di avere qualcuno al mio fianco, qualcuno che potesse capirmi, che potesse riempire quel vuoto.
C. faceva il possibile, ma era troppo simile a me in questo, non potevamo aiutarci più di tanto. Così abbiamo iniziato a cercare altrove.

Non sono mai andata molto d'accordo con le ragazze. Forse per quello che successe anni prima. Le ferite non si erano mai rimarginate del tutto.
Così mi avvicinai ad alcuni miei compagni di classe. Avevano un gruppo, suonavano, e ogni volta che mi era possibile andavo a sentirli, alle prove, alle prime esibizioni in pubblico. Io e C. eravamo le loro mascotte. E le loro prime fan.

Dopo alcune storielle da niente con alcuni ragazzi, mi innamorai del cantante del gruppo, S. O almeno, credevo di esserne innamorata. In realtà, ancora non sapevo cosa fosse l'amore. Lui sapeva del mio sentimento, e mi usò. Non era innamorato di me. Gli piacevo solo fisicamente. Come a tutti. Mi sono ritrovata a pensare un sacco di volte che avrei preferito essere inguardabile, bruttissima. Non sopportavo il fatto che i ragazzi volevano stare con me solo perchè ero bella. A loro interessava conquistarmi e mostrarmi in giro, come fossi un trofeo. Una volta ottenuto il trofeo, perdevano ogni interesse e mi abbandonavano in un angolo...a prendere la polvere.
Io lo sapevo e ho sempre cercato di fare attenzione, di non farmi usare e gettare come un oggetto. Ma con S. era diverso. Ero troppo presa da lui per accorgermi che mi avrebbe ferita.
Un giorno eravamo tutti quanti in sala prove. Io e S. scendemmo al piano di sotto per prenderci da bere. Lui iniziò a baciarmi e si spinse oltre. Troppo oltre. E io non riuscii a fermarlo. La mia prima volta fu con lui, nascosta dietro un separè (di quelli che usano i medici nei loro studi, dietro i quali i pazienti si vanno a spogliare), con tutti i nostri amici al piano superiore, che sapevano, che avevano intuito tutto. Fu orribile. Mi tagliai anche in una gamba, a causa di un tavolino di vetro, mezzo rotto, che non avevamo visto. Porto ancora le cicatrici di quei tagli. Piccole, molto piccole...ma sono ancora lì.
Il giorno dopo lui si comportò come se non fosse successo nulla.
La settimana dopo un suo amico mi disse che si era messo con un'altra.
Non avrebbe potuto farmi più male.

Passò un po' di tempo, mi ripresi e ricominciai a seguire il gruppo.
Una sera il batterista, L., mi mandò dei messaggi dolcissimi. Avevo davvero bisogno di sentirmi dire certe cose. E ci cascai in pieno. Iniziai a frequentarlo, anche se sapevo che lui aveva la ragazza. Dopo un paio di mesi la lasciò e si mise con me. Questa volta credevo di aver trovato la persona giusta. Non ero mai stata più felice. Ho fatto miliardi di pazzie per lui. Ho detto miliardi di bugie per stare con lui.
Qualche mese dopo, proprio quando avevo trovato il coraggio di dire ai miei genitori che stavo con lui, ricevetti un suo sms. Diceva che mi lasciava, che era ancora innamorato della sua ex.
Ancora una volta, presa e abbandonata.
Due settimane dopo andai a una loro esibizione in piazza. Piangevo mentre li sentivo suonare "Don't cry" dei Guns 'n Roses, quella che era stata la nostra canzone. Finita l'esibizione lo vidi baciare una ragazza. E non era la sua ex.
Mi vendicai il giorno di S.Valentino, facendoli litigare. Si lasciarono ma io non mi sentii meglio, anzi. Due anni ci sono voluti per dimenticarlo. Due lunghi, interminabili anni...

  

...continua...

   

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

AREA PERSONALE

 

 

 

 

TAG

 

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 32
 

 

 

 

ULTIME VISITE AL BLOG

xXMiki88XxDesert.69vida88tascia_007ChildOfMurdersupercevipata.michelacarlo.ricciutiShalom.aleichemlaura0504psikio68tytfaidra720anna.amoremiofabiobattagion
 

ULTIMI COMMENTI

 

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

 

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963