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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Tutto ciò che l'uomo ha imparato

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Messaggi del 08/07/2016

GARGANO: SPIAGGE E ACQUE PULITE

Post n°16874 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

GARGANO: SPIAGGE E ACQUE PULITE

 

Clicca per Ingrandire La recente classifica, stilata dal magazine “Dove”, delle spiagge e del mare più ‘accoglienti’ della Puglia ha ampiamente premiato lo Sperone. Un’altra attestazione della bontà dell’offerta naturalistica del territorio garganico, dove figurano Baia delle Zagare, Vignanotica, Cala della Sanguinara, Baia Zaiana (foto del titolo, anni ’80; ndr) e la gettonata Cala Matana alle Isole Tremiti. Purtroppo esiste anche un’altra faccia della medaglia. Meno nota, ma che non può essere dimenticata, come ha anche evidenziato la Giunta regionale nella delibera 476/2016 sullo stato di balneazione delle spiagge della Provincia di Foggia.

L’Arpa, chiamata a effettuare la classificazione di balneazione, ha attribuito un giudizio eccellente alla maggioranza delle acque della Capitanata, bocciando però quelle della foce destra del fiume Candelaro in territorio di Manfredonia. Un tratto di quasi trecento metri ‘bollato’ come “scarso” per qualità delle acque di balneazione. Un giudizio pesante e senza possibilità di appello, che richiama responsabilità locali e provinciali.

Al momento non è dato sapere se sono stati presi provvedimenti per ‘bonificare’ il tratto considerato (la classifica è dell’aprile scorso), ma soprattutto capire quali sono le cause della scarsità della balneazione di quell’unico tratto di mare della Capitanata e se la situazione era già a conoscenza delle autorità locali prima della classificazione da parte dell’Arpa. Fra l’altro, la stessa delibera di giunta regionale ricorda che è compito dei Comuni dare piena attuazione degli artt. 5 e 15 del D. Lgs n.116/2008 in relazione all’adeguata informazione al pubblico sulla balneabilità delle acque con relativo provvedimento di divieto.



 Gruppo Consiliare Popolari Regione Puglia (foto salviamoilpaesaggio.it)

 

 
 
 

Wwf FG/ Timori per l'allungamento dell'iter di approvazione del Piano del Parco del Gargano

Post n°16873 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Wwf FG/ Timori per l'allungamento dell'iter di approvazione del Piano del Parco del Gargano


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venerdì 08 luglio 2016 ore 15:58
Il WWF ha inviato al Parco nazionale del Gargano il questionario di valutazione del rapporto preliminare redatto dall'Ente per l'avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano del Parco. La trasmissione del questionario è avvenuta dopo pochi giorni dalla sua ricezione e con ben due mesi di anticipo sulla scadenza indicata dal presidente del Parco che, del tutto impropriamente, aveva sollecitato nei giorni scorsi la risposta del WWF.

La fase di consultazione (scoping), precisa il WWF Foggia, rappresenta comunque solamente l'avvio dell'iter della VAS. Le osservazioni che si fanno in questa fase non sono relative al Piano del Parco ma solamente alla metodologia della VAS. Il questionario, infatti, è limitato a due sole domande e cioè se si ritengono esaustivi l'elenco delle componenti e tematiche ambientali e l'indice degli argomenti proposti per la futura redazione del Rapporto Ambientale della VAS.
Alle sole due domande a cui era possibile rispondere, il WWF ha risposto NO, argomentando ampiamente la propria posizione.
È stata rilevata la collocazione non idonea nel documento del capitolo "Energia e fonti energetiche", essendo la tematica energia una delle attività umane che il Piano dovrebbe regolare e non un parametro su cui valutare l'impatto dell'attuazione del Piano.
L'associazione del Panda ha inoltre proposto di inserire nel redigendo Rapporto ambientale una valutazione dell'evoluzione dello stato dell'ambiente in area parco senza l'attuazione del piano,  identificando chiaramente i problemi ambientali esistenti, come ad esempio la perdita di biodiversità dovuta alla frammentazione degli habitat, il consumo dei suoli, l'abusivismo edilizio, la caccia di frodo, il furto di legname.
A tal proposito, evidenzia il WWF, sarebbe opportuno effettuare una valutazione in base al numero di verbali di accertamento degli organi di controllo e al numero di ordinanze di ripristino dei luoghi emanate dall'Ente sin dalla sua costituzione in base all'art. 6 comma 6 della L. 394/91, eventualmente suddivisi per tipologia di violazione, al fine di fornire un chiaro quadro dello stato di tutela dell'area protetta e della pressione a cui è sottoposta.
Il WWF ha poi espresso forti preoccupazioni per la mole di aggiornamenti al Piano del Parco che l'Ente propone di effettuare, "in relazione ai nuovi atti normativi e pianificatori in materia prodotti dal 2005 ad oggi". Infatti, poiché il piano del parco è al di sopra di qualsiasi altro piano (escluso il PPTR per gli aspetti meramente paesaggistici), non si comprende perché il decennale ritardo nella sua approvazione dovrebbe comportare un adeguamento del Piano del Parco ad altri strumenti di pianificazione, nel frattempo intervenuti, quando invece avrebbero dovuto essere questi ultimi a tener conto dei contenuti del Piano del Parco.
Analogo discorso vale per il proposto "aggiornamento contestuale" del Quadro strategico che, a parere del WWF, non deve condurre ad un ingiustificato stravolgimento del piano. Ciò anche tenuto conto dell'ampia fase di ascolto già avvenuta in fase di redazione del piano, sotto la guida del presidente Fusilli, di cui si dà atto nello stesso rapporto preliminare.
Le procedure per l'approvazione del piano sono rimaste ferme per cinque anni e solo ora è stato riavviato l'iter. Nello stesso periodo di tempo il Parco dell'Alta Murgia, che doveva affrontare le stesse problematiche, ha completato la VAS, aggiornato il piano al PPTR (piano paesaggistico regionale) e proceduto alla sua definitiva approvazione.
Con queste premesse, il timore del WWF Foggia è che il piano del Parco del Gargano non vedrà mai la luce.

 
 
 

Avviso alla cittadinanza per lo sciopero nazionale comparto igiene ambientale

Post n°16872 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Avviso alla cittadinanza per lo sciopero nazionale comparto igiene ambientale


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venerdì 08 luglio 2016 ore 16:02
Le Organizzazioni Sindacali Nazionali del Comparto Igiene Ambiente F.P.CGIL - FIT CISL - UILTRASPORTI e FIADEL dopo le astensioni dal lavoro del 30 maggio e 15 giugno 2016, hanno proclamato una ulteriore iniziativa di sciopero di 48 ore per le giornate di lunedì 11 e martedì 12 luglio 2016, per tutti i turni di lavoro.

 

 Nelle suddette giornate I'ASE spa assicurerà solo le prestazioni minime previste dalla legge n. 82/2000 e dal Codice di regolamentazione del diritto di sciopero sottoscritto con le Organizzazioni Sindacali. Verranno in sintesi garantiti i servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti solidi urbani ed assimilati presso utenze scolastiche - ospedali e case di cura-ospizi e orfanotrofi - stazione ferroviaria. Inoltre spazzamento, raccolta e lavaggio dei mercati, raccolta delle siringhe, disinfestazione -derattizzazione e disinfezione per casi urgenti e su segnalazione della Autorità Sanitaria, lo smaltimento in discarica. Invitiamo vivamente la cittadinanza ad astenersi dal deposito di rifiuti nelle giornate di Lunedì 11 e Martedì 12 luglio 2016 in maniera da non creare disagi igienici e facilitare il ripristino.

Con preghiera di pubblicazione.

L'Amministratore Unico
Adriano V. Carbone

 
 
 

Anni ’60, Peschici si mette alla testa del litorale garganico

Post n°16871 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Anni ’60, Peschici si mette alla testa del litorale garganico


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venerdì 08 luglio 2016 ore 18:15
La svolta di Michele Protano, vero dominatore socialista. Il Comune garganico era considerato la Monte Carlo del sud. Il salotto della villa di Protano, con vista imperdibile sul golfo era crocevia del fior fiore del socialismo pugliese (e non solo): da Rino Formica a Tommaso Pesce, da Peppino Di Vagno a Titino e Claudio Lenoci.

 

 

 Nel turbine delle manife­stazioni estive: lo scopri­mento del busto a Michele Protano, sulla più bella ter­razza della "città bianca", si illumina di luce propria: c'è, infatti, la voce - del ri­chiamo nativo rivolto agli eletti dello stesso sangue che Peschici, assediata e deliziata dal mare, manda al suo figlio adottivo mi­gliore. Ed è come se invo­casse ancora un aiuto, un soccorso morale, il timido affetto che è nel ricordo.

 

Così la cerimonia diviene un messaggio, una sorta di colloquio con Sindaci, De­putati regionali e naziona­li, Parlamentari europei che si ritrovano a una "fe­sta", nella calura dei primi giorni di luglio. Ed è facile immaginare i discorsi che si intrecceranno, nel vento leggero che soffia dal mare, correlati alle infinite necessità di questo meraviglioso lembo di terra: l'aeroporto, la strada a scorrimento ve­loce, le infrastrutture (un brutto neologismo che sa di cemento e di ghisa...), per evitare che i problemi restino, che le promesse aumentino, che comincino a mortificarsi persino le speranza.

 

La "festa" di stasera dovrebbe servire a rimuovere ostacoli secolari, a sanare vecchie piaghe, sospingen­do i nomi della politica, dell'economia, dell'indu­stria, dell'Università, del­l'arte, del giornalismo a fa­re qualcosa di concreto per Peschici e per il Gargano, in nome della solidarietà e della concordia regionale, per quei vincoli affettivi in­dissolubili che agli uomini (anche a quelli di oggi) non è lecito dimenticare o scio­gliere: l'amore del paese, la tenerezza delle memorie.

 

Ecco, nel suo significato più intimo, il valore della cerimonia, che è un po' la speranza che Peschici torni "a riveder le stelle". Ora, vedo quasi il sorriso 'Compia­ciuto di Protano, all'an­nuncio della pace raggiunta nella sua terra, in una se­ra di festa.

 

E' stato, a metà degli anni '60, senza ombra di dubbio, con Michele Protano, gine­cologo di prim'ordine, so­cialista ("rara avis" in un Gargano per metà democristiano e per metà comu­nista), dominatore per cir­ca mezzo secolo della poli­tica garganica, che Peschi­ci, fino al dopoguerra miti­camente isolata nel Pro­montorio, d'un tratto "si mise alla testa del litorale garganico, si espanse, si guardò intorno, esplose, ma senza perdere - nono­stante alcuni abusi edilizi­ il suo fascino naturale, sen­za lacerare le proprie tradi­zioni: silenzio tra gli ulivi, fughe di scale, ricordi mo­reschi nelle case a dado, vi­coli scoscesi come "bocche di lupo", tetti e reti a onda come il mare, calette, spiagge d'oro fino, il Ca­stello con la sua "pedana di Icaro", la torre di via Le Ri­pe.

 

Il Recinto Baronale con l'iscrizione sul portale sul portale datata 1735, l'Ab­bazia di Kalena (di cui si stenta a supporre l'origina­rio splendore per il colpevole degrado), e poi Proci­nisco, S. Nicola, Cala Lunga, Manacore, Manaccora, con il grottone legato a in­teressanti reperti dell'età del bronzo, Sfinale ... Per Protano, le nove Muse contavano poco.

 

Per lui, contava soltanto la decima, la politica, che riassumeva ed esaltava: l'Amministra­zione, infatti, primeggiò, in ogni occasione sulla politi­ca astratta, e il provvedere alle necessità concrete sui progetti vaporosi e vaghi (nascono di qui la strada li­toranea Peschici-Vieste, il lungomare "Enrico Mattei" e l' "Omnisport" a Vieste, la prosecuzione della strada a scorrimento veloce del Gargano, una serie innu­merevole di interventi de­cisivi nel settore dell'edili­zia scolastica e della viabi­lità provinciale, ridotta, al­lora, a "carrera" messicana. Anche a quel tempo, però, non era tutto un idillio.

 

L'eterna legge della politica è quella della ricerca del meno peggio, e a questo as­sunto Protano cercò di adattare le sue decisioni. Con i suoi "delfini" non ci fu sempre "feeling": di Mimi Mazzone, intelligente, nar­cisista, "poseur", Protano si fidava poco, e di Matteo D'Ambrosio tutti erano convinti che facesse il Sin­daco"ad nutum", a un cen­no, per specie di contratto revocabile. Matteo, invece, godeva di ampi spazi di autonomia, e con il "tutor" aveva stabilito un rapporto di "concordia discorde" o meglio di "discordia con­corde".

 

Solo Lorenzo Palaz­zo a Protano rimase sempre fedele, con una devozione inalterabile, e gli diede po­chissime noie. La D.C., che gli si contrap­poneva, in tanti anni non registrò affermazioni signi­fìcative, attestata, com'era, su posizioni rancorose e di rigida conservazione, e soprattutto incapace di proporre un credibile modello di sviluppo alternativo.

 

Un flop clamoroso fu, per sconfiggere Protano, la candidatura del "partigia­no" Mario Di Lella (le cui fortune si favoleggiava pro­venissero dalla scoperta del “tesoro di Dongo"), so­stenuto anche dalla destra. Di Lella fu sonoramente sconfitto, e se ne persero le tracce i peschiciani aveva­no capito che per lui la poli­tica era soltanto una gara per la conquista del potere, e che gli ideali e i principi erano mascherature. L'uni­ca volta che l'operazione riuscì fu con Michele Sarro, il "giudice sindaco".

 

La sua vicenda amministrativa, però, non fu di lunga dura­ta; "Don Michele" ammini­strò con i codici sul tavolo, che, secondo le migliori tradizioni, applicò rigoro­samente (per gli altri). Co­munque, pare impietoso che molti lo ricordino so­prattutto per le ardite "ri­strutturazioni" nella Sua villa a Cala Lunga e per le omeriche liti da "pollaio condominiale" con il di­rimpettaio Giorgio Toni, "barone" della Facoltà di Medicina bolognese.

 

La plateale, quasi tattile, rappresentazione della consistenza dei contrappo­sti schieramenti, "natural­mente" separati, si aveva la domenica, alla Messa delle 11, alla Cattedrale o alla Chiesa di S. Antonio, dove convenivano tutti coloro che nel paese avevano una qualche posizione sociale, un nome o semplicemente un vestito nuovo da mo­strare. Il sole, infatti, en­trando dai finestroni, pro­duceva un gioco di colori in cui le vesti festive delle donne risaltavano e splen­devano. La "funzione", così, era insieme Messa e festa cittadina, Chiesa e salotto.

 

Peschici, ormai, era consi­derata la Monte Carlo del Sud. Il salotto della villa di Protano (allora, in strenua e non sempre leale competi­zione con l'altro grande del socialismo garganico, il ro­diano Teodoro Moretti), con vista 'imperdibile sul golfo era crocevia del fior fiore del socialismo puglie­se (e non solo): da inno For­mica a Tommaso Pesce, da Peppino Di Vagno a Tìtino e Claudio Lenoci, da Ciccio Coluccia Mimì Romano e Franco Borgia, da Antonio Cariglia a Mario Tanassi, a Walter De Ninno (“Walterino", dalle colonne della bat­tagliera "Gazzetta di Foggia", metteva allegramente allo spiedo i ras e i prelati dello scudocrociato).

 

Era di casa anche Aldo Ravelli, il "mago" di Piazza Affari che, nel bene e nel male, riflette­va l' euforia e la depressione della Borsa di Milano. Ra­velli aveva fatto, incorag­giato da Protano, consi­stenti investimenti immo­biliari a Manacore, e già l'architetto e urbanista udi­nese Marcello D'Olivo ave­va dato vita all'Hotel Gu­smay, opera ispirata a Wright, Aalto e Le Corbu­sier, in sintonia perfetta con le indicazioni dello strumento urbanistico redatto dall'architetto Rena­to Bazzoni, vice-presiden­ce di "Italia Nostra", la gloriosa (allora) Associazione ambientalista fondata da Umberto Zanotti Bianco.

 

Capitava talvolta di sor­prendere a un tavolo del "Barocco" la figlia Nina con il marito Achille Occhetto, prima che questi indirizzasse il Partito Comunista verso un'Ideologia di tipo occidentale e prima soprat­tutto che il click del fotogra­fo immortalasse a Capalbio il bacio del "pie' veloce" al­la nuova compagna Aure­liana Alberici.

 

E poi il meglio del giornali­smo e dell' arte italiani... Ar­rivavano a casa Protano, grazie all'intercessione di Libero Montesi, già diretto­re del Telegrafo di Livorno e poi redattore capo dell'Eu­ropeo, che viveva nella pa­ce di Procinisco, Lamberto Sechi, direttore di Panora­ma in compagnia di Gaeta­no Tumiati e della moglie Emilia Granzotto, le firme più autorevoli del giornale, Livio Zanetti, direttore del­l'Espresso formato lenzuo­lo, bolzanino come Monte­si, in compagnia di Camilla e Antonio Cederna, Mauri­zio Chierici, allora inviato speciale del Giorno, e Francesco Rosso, prima firma della Stampa di Torino.

 

Rosso ebbe con la cittadina garganica un lungo, affet­tuoso rapporto e fu l'aedo illustre e puntuale delle bellezze di Peschici, di cui evidenziò anche i ritardi e le contraddizioni in un "re­portage" ancora attuale dal titolo "Gargano Magico".

 

Al Castello, in quegli anni, Romano Conversano si muoveva in un suo mondo personalissimo, e le sue te­le, con le odalische formose e le stradine tra muti di ca­se dalle volte a cupola pieni di sole, di una potenza di evocazione visiva che fan­no quasi sentire le cicale, la polvere, il caldo.

 

Nel 1957, scelse di Vivere a Peschici, nel suo villino a Valle Clavia, Alfredo Borto­luzzi: trovò lì, lontano dal frastuono, una fonte ine­sauribile di ispirazione e un approdo decisivo per l'ela­borazione del suo linguag­gio pittorico.

 

Mentre Man­lio Guberti, dalla Torre di Monte Pucci, il suo eremo­laboratorio ammirava le stelle e non guardava mai la televisione, dimostrando che i poeti e i pittori (quelli veri) esistevano ancora. Avevano casa nel centro an­tico Francesco Coppola, si­ciliano di nascita, emiliano di adozione, architetto, "designer", creatore di una "hot house", una sorta di serra creativa in cui incon­trarsi e confrontarsi, e Ma­rio Bellini, milanese, "ar­chistar", allestitore di gran­di mostre internazionali, più volte "Compasso d'oro", direttore di "Do­mus", la famosa rivista di architettura, "design" e ar­te.

 

Arrivava anche con la sua rombante motocicletta da Calenella, dopo aver dise­gnato le "pantere di campa­gna", l' "impaziente" An­drea Pazienza, il fumettista che tradusse in disegni la genialità di Fellini e che sarebbe: passato alla Storia per la creatività dei suoi manifesti.

 

Al "Corso", che si animava dopo le 10 di sera, nello scrigno che separa il Baroc­co, la pizzeria-ristorante da "Peppino" dal "Marimà", mescolati ai peschiciani, ma senza dare troppo nel­l'occhio, ci si "strusciava" facilmente con nomi famo­si dello spettacolo, della fi­nanza, della politica e della cultura: Aldo Fabrizi, Lucio Dalla, le sorelle Catherine e Agnés Spaak; nipoti del grande europeista, in com­pagnia di Johnny Dorelli e del produttore cinemato­grafico Giorgio Patara, Ma­ria Teresa Balbo dell'Md, con il padre senatore libe­rale, l'editore della sinistra­ extraparlamentare Gabrie­le Mazzetta, Giorgio Fanto­ni, il "patron" di Electa e Skira, e il medico della na­zionale - di calcio Giorgio Vecchiet.

 

Poi fu la volta di Enrico Dal­fino, il cultore sommo del Diritto Amministrativo nell'Università barese che, sollecitato da Protano, fece conoscere Peschici a chi "meritava di conoscerla", come era solito ripetere. Al seguito di Dalfino arrivo il "gotha" degli imprenditori, dei professionisti e degli in­tellettuali più importanti e influenti di Puglia (e non solo) che aveva trovato a Peschici la sua sponda: Pa­squale Donvito, direttore generale di Finpuglia, Fe­derico Pirro, il tonitruante  redattore capo del Tg regio­nale, gli architetti Dario Morelli e Paolo Pastore, l'ingegnere Angela Cirrottola, coordinatrice del settore urbanistico regionale, l'economista Pasquale Ra­faschieri e gli ingegneri Vi­to Armenise e Lorenzo Ra­nieri, giovani imprenditori che presto avviarono a Bari l'entusiasmante esperien­za di "Villa Romanazzi".

 

E ancora gli amministrativisti Alberto Bagnoli, Feli­ce Lorusso, Vincenzo Resta, Marida Dentamaro Fulvio Mastroviti, gli allievi prediletti di Dalfino, che portarono nelle Università e nelle aule della Giustizia Amministrativa uno 'stile fatto' di signorilità, di eleganza e di profonda cultura. Al seguito di Dalfino, erano pressoché fisse le partecipazioni di Enzo Binetti, il magistrato passato alla politica, dei magistrati amministrativi Guido Mea­le e Corrado Allegretta, de professore di Diritto Urbanistico Sandro Amorosino dell'ordinario di Diritto Commerciale Luca Buttaro e del famoso civilista della Capitale Carlo Maria Barone.

 

Insieme con il costruttore foggiano Salvator Spezzati, al quale si accompagnavano, di volta in volta, i giudici Michele Ra­mundo e Mario Apperti, il notaio Dino Giuliani, il commercialista Vittori Postiglione, l'onorevole Franco Cafarelli.

 

Fu quella la "belle époque" di Peschici. E ora che ne è del PSI di De Lauro Matera, di Romano, di Imbimbo, di Bios De Majo, di Ninì Ciuffreda, di Titino Donnanno di Ciavarella, di Paoluccj di Moretti e, appunto, di Protano? Nessun pompaggio, nessun incensamento dei giornali, i leccapiedi tutti scomparsi, solo in ordine assai sparso, rarissimi cortigiani: sogni nutriti abbandoni, di rimpianti, "cose che potevano essere non sono state".

 

Sogni goz­zaniani. Ma anche presagi grevi, speranze sfiorite. Nella Direzione Nazionale entrano ormai tutti, pro­prio tutti. Anche gli assenti, anche chi veleggia o è già approdato ad altri lidi. Che tristezza!

 

Un Partito, dunque, inesi­stente, un Partito in svendi­ta ai saldi. Che farebbe oggi Protano? Continuerebbe a difendere il PSI, il suo pre­stigio, la sua autonomia? E con quale animo assiste­rebbe alla malinconica "ba­tracomiomachia" tra Di Gioia (Lello) e Lonigro? Dove sarebbe terminato il suo percorso di uomo di fe­de?

 

E avrebbe continuato a fare politica “fuori”, anziché rimanere paralizzato “dentro”? Domande oziose, evasive destinate a scivolare via come l’acqua sulla pietra.

 

Ma, torniamo a Peschici... Che ne e di quella Peschici?

 

Tutte le volte che vi faccia­mo ritorno, alcune muta­zioni ci avvelenano l'esi­stenza. Certo è difficile ri­costruire, anche solo nel racconto, la vita di quegli anni, di cui abbiamo potu­to vedere gli ultimi guizzi, ed è già uno sforzo notevo­le ritrovare nel nostro spiri­to quei modi, quei costumi, quelle figure, quel mondo.

 

Dove non è possibile rin­correre il corso di quegli an­ni è nella fascia che avvolge i fatti, è la loro atmosfera, il loro clima, la loro "vibra­zione", la loro "garganicità". Siamo noi di quel tempo gli ultimi che ne parliamo a memoria. E paragonando le nostre dirette impressioni, vediamo che qualcosa di essenziale manca a chi si avvale delle cronache, dei diari, degli epistolari, delle “carte”.

 

Manca qualcosa nelle testimonianze, qualcosa che sarebbe vano cercare perché, purtroppo, è svanita, si è volatilizza­ta: erano la pas­sione, la dedizio­ne "cieca", la convinzione "totale" nel­la crescita del Promontorio; e non il prodotto di mero raziocinio, di cal­colo, di "studio" a fare da "stella polare".

 

Forse, però, sotto pelle, sot­to le apparenze, l'organi­smo dei peschiciani (e dei garganici) è cambiato assai meno che si creda: forse, l'anima semplice, sorgiva, l'indole è ancora quella.

 

Comunque, il nostro Gargano, uno dei più affascinanti paesi del mondo non può - anche grazie a Prota­no – più dirsi un'isola, non può considerarsi terra ver­gine. Bando, dunque, alle nostalgie infettive, e mettiamoci dalla parte dei protestatari contro le inadempienze re­gionali e statali. Sicuro, il Gargano non è più terra vergine, ma, nonostante la rinnovata "ferrovietta" e la fiumana di automobili che, a luglio e agosto, a passo di cerimonia, sfilano per le nostre rotabili, le novità utili sono poche: le nozze con il continente non sono state ancora degnamente celebrate.

 

"Provando e riprovando" Cè il classico "provare e riprovare" del filosofo), il re­sponso sarà benigno.

 

E' l'augurio che alimenta le nostre speranze.

 

Ed è, in fondo, poi qui che "si parrà la .. , nobilitare" di Franco Tavaglione e di Antonio Po­tenza.

 

Peppino Maratea
l'Attacco

 
 
 

Tremiti/ Intitolata una piazza alla Guardia Costiera

Post n°16870 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Tremiti/ Intitolata una piazza alla Guardia Costiera


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venerdì 08 luglio 2016 ore 10:00
Si tratta della piazza retrostante la banchina del porticciolo di S. Domino.

 

 Alla cerimonia hanno partecipato il comandante generale del corpo delle Capitanerie di Porto, l'ammiraglio Vincenzo Melone, il direttore marittimo dell'Abruzzo, del Molise e delle Isole Tremiti, Enrico Moretti. La presentazione della targa è stata accompagnata da un momento di preghiera. Nel suo intervento l'ammiraglio Melone ha sottolineato il ruolo che il corpo delle Capitanerie di Porto riveste non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale.

 
 
 

Ischitella/ L’ingegneria al servizio della natura ok per il cantiere didattico

Post n°16869 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Ischitella/ L’ingegneria al servizio della natura ok per il cantiere didattico


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venerdì 08 luglio 2016 ore 10:02
Si è svolta a Ischitella la sesta edizione del «cantiere didattico di ingegneria naturalistica» promosso ed organizzato dal Consorzio di Bonifica Montana del Gargano, i con la collaborazione della sezione Puglia dell'associazione italiana per l'ingegneria naturalistica, ente del quale il consorzio è tra l'altro socio fondatore.

 Hanno collaborato all' organizzazione della manifestazione anche l'Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Foggia: l'iniziativa aveva il pa­trocinio del parco nazionale del Gargano e del Comune di Ischitella. Durante il corso – rivolto a tecnici laureati e diplomati, nonché alle mae­stranze del settore - sono state realizzate «pa­lificate vive» a doppia parete di versante, strut­ture in legname ospitanti piante arbustive autoctone, riempite con terreno e pietrame, par­ticolarmente indicate per il consolidamento di pendii e/o di versanti franosi, ovvero di aree, soggette all'erosione delle acque.

 
 
 

Peschici/ Oggi il ricordo e il riconoscimento a Michele Protano

Post n°16868 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Peschici/ Oggi il ricordo e il riconoscimento a Michele Protano


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venerdì 08 luglio 2016 ore 10:05
La cittadina garganica rende onore al suo illustre concittadino Michele Protano, medico e politico che, dopo aver curato generazioni di peschiciani, si adoperò per lo sviluppo del Gargano e della Capitanata, guidando la Provincia di Foggia dal 1981 al 1990.

 

 Il consiglio comunale di Peschici, su iniziativa del sindaco, Francesco Tavaglione, ha deliberato di intitolare a Protano la rotonda di viale Kennedy che prenderà il nome di “belvedere Michele Protano”. La cerimonia inaugurale si svolgerà venerdì 8 luglio, con inizio alle ore 18.30. Nell’occasione verrà scoperto un artistico cippo di marmo, donato dall’Amministrazione comunale di Apricena e progettato dall’arch. Michele Salatto.

 

 
 
 

Vieste - Primo colpo di mercato per la Bisanum Viaggi Basket Vieste: arriva Marko Cirovic

Post n°16867 pubblicato il 08 Luglio 2016 da forddisseche

Vieste - Primo colpo di mercato per la Bisanum Viaggi Basket Vieste: arriva Marko Cirovic


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giovedì 07 luglio 2016 ore 20:07

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Marko Cirovic, 23 anni, serbo, 204 cm per 115 kg è il nuovo "centro" della Sunshine. Durante la carriera ha giocato nelle leghe A1 e A2 in Serbia e Montenegro.

Quando era bambino, ha fatto programmi di allenamento e crescita in uno dei migliori programmi per i giovani con l'allenatore Zarko Vucurevic, specializzato per il lavoro con i lunghi. Convocato in tutte le nazionali giovanili serbe, ha giocato in due grandi competizioni, campionato europeo giovanile nel 2009 in Lituania e campionato mondiale giovanile nel 2011 in Germania.
Marko, giocatore esperto nonostante la giovane età, ha la qualità per giocare sia all'interno che all'esterno. Ha una buona tecnica costruita grazie al lavoro dei tecnici giovanili, buon piede perno, e buon gancio, in particolare con la mano destra. Inoltre, ha una buon tiro dalla media distanza, quindi in grado di coprire entrambe le posizioni (centro e ala forte). In difesa gioca forte, con molti contatti e facilmente può quindi può proteggere il canestro sia dai lunghi avversari che dalle guardie.

 
 
 
 
 

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