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MUSICA ITALIANA

 

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Pizzomunno con gerani rossi.

 

 
Pizzomunno

Lungo il tratto meridionale della costa viestana, ritroviamo una piccola spiaggia che deve il suo nome all’ imponente faraglione che dalle acque cristalline si erge sovrano a sorvegliare la città ed i suoi abitanti: la Spiaggia del Pizzomunno.

Qui sembra aver avuto luogo un’ interessante e fantastica vicenda che ha come protagonisti due giovani innamorati , entrambi originari di Vieste .

Pizzomunno , giovane ed attraente pescatore, e Cristalda , ragazza bellissima dai lunghissimi capelli color dell’ oro, si amavano teneramente e vivevano nella convinzione che nulla al mondo potesse intaccare un sentimento tanto forte e sincero.

Ogni sera, Cristalda scendeva in spiaggia per salutare il suo bel Pizzomunno prima che con la sua barca andasse incontro al mare aperto.

Ogni notte, in mare, Pizzomunno riceveva la visita delle sirene che cercavano di ammaliarlo con i loro canti soavi. Le regine del mare desideravano ardentemente che Pizzomunno diventasse il loro re ed amante.

Il giovane, però, non cedette mai alle avance delle sirene tentatrici , avendo già donato il suo cuore alla candida Cristalda.

I reiterati rifiuti del giovane, scatenarono la furia delle sirene .

Una sera, le sirene raggiunsero i due amanti sulla spiaggia ed aggredirono Cristalda con grande ferocia, inghiottendola nelle profondità del mare.

Pizzomunno
fu colto da un dolore devastante, talmente grande da pietrificarlo per sempre.

Il giorno seguente, i pescatori di Vieste trovarono Pizzomunno pietrificato sulla roccia che oggi porta il suo nome.

La leggenda vuole che, ogni cento anni, Cristalda riemerga dalle profondità del mare per incontrare Pizzomunno e rivivere con lui l’ emozione di una notte d’amore sulla spiaggia che li fece incontrare.

 

 

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Promontorio del Gargano

Il più delle volte si pensa che la storia antropologica ebbe inizio sul promontorio del Gargano con l'apparizione dell'Arcangelo Michele più di sedici secoli or sono quando ancora il Cristianesimo conviveva con le allora attuali religioni pagane. Ma se analizziamo le carte romane si nota che gli insediamenti sedentari sono precedenti all'apparizione dell'Arcangelo e si trovavano sulla costa e ai piedi del sontuoso monte (Ergitium ,Sipontum ,Merinum ,Teanum , ,Apulum ,Urium).
Si trovano degli insediamenti umani persino precedenti a questi ultimi, ma bisogna risalire addiritturà all'età del bronzo, tanto è vero che lungo la provinciale che collega Foggia con San Marco in Lamis, a qualche chilometro da Borgo Celano, in zona"Chiancata La Civita-Valle di Vitturo"  è stato ritrovato la necropoli più antica della intera Europa. Altre testimonianze sono date dagli insediamenti rupestri e dalla innumerevole presenza di oggetti litici e di mura megalitiche che si sono scoperti nel corso degli anni sul Gargano.
 

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Toro seduto

 

Per noi i guerrieri non sono quello che voi intendete. Il guerriero non è chi combatte, perché nessuno ha il diritto di prendersi la vita di un altro. Il guerriero per noi è chi sacrifica sé stesso per il bene degli altri. È suo compito occuparsi degli anziani, degli indifesi, di chi non può provvedere a sé stesso e soprattutto dei bambini, il futuro dell'umanità.

Toro seduto

 

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Hotel Gabbiano Vieste

 

Tutto ciò che l'uomo ha imparato

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Servo di Dio Don Antonio Spalatro .

 

Messaggi del 30/07/2016

Sanità – SERVIZIO 118, AD AGOSTO TURNI COPERTI PER VIESTE E PESCHICI

Post n°17038 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Sanità – SERVIZIO 118, AD AGOSTO TURNI COPERTI PER VIESTE E PESCHICI


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sabato 30 luglio 2016 ore 14:08

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Il dg dell’Asl Piazzolla risponde alle forti sollecitazioni deisindaci Nobiletti e Tavaglione – Premiato il gioco di squadra dei sindaci delGargano

Dopo le scintille di martedì scorso 26 luglio, nella conferenza dei sindaci dell’Asl di Foggia per le carenze nei servizi sul territorio, qualcosa di positivo si sta per concretizzare. 

In quell'occasione, nella sala consiliare del Comune di Foggia, i sindaci di Vieste e Peschici, Giuseppe Nobiletti e Franco Tavaglione, sostenuti da altri colleghi (in particolare Claudio Costanzucci di Cagnano Varano, Michele Sementino di Vico del Gargano, Angelo Riccardi di Manfredonia) avevano tuonato contro le croniche carenze nell’emergenza –urgenza gestita dal 118. Così il direttore generale dell’Asl di Foggia, Vito Piazzolla, annunciava la creazione di una “unità di crisi per affrontare l’emergenza nel settore”. Nelle ultime ore si è avuta notizia che per tutto il mese di agosto, periodo di grande afflusso turistico sul Promontorio, per il servizio 118 su Vieste e Peschici sarà assicurata la copertura integrale dei turni di servizio.
“Questo è un primo risultato significativo dell’impegno comune per garantire il rispetto del diritto alla salute per i nostri concittadini e per gli ospiti in vacanza”, hanno tenuto ad evidenziare Nobiletti e Tavaglione.

 
 
 

Il 23 settembre spoglie di San Pio esposte davanti basilica a lui intitolata

Post n°17037 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Il 23 settembre spoglie di San Pio esposte davanti basilica a lui intitolata


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sabato 30 luglio 2016 ore 16:29
In occasione del Giubileo straordinario della Misericordia e del primo centenario dell’arrivo di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, il prossimo 22 settembre, per la prima volta la reliquia del corpo del Santo sarà solennemente portata in processione sul sagrato della chiesa di San Giovanni Rotondo a lui intitolata, dove, a partire dalle ore 18,00 si svolgerà la grande veglia.

 

  La solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta da fr. Carlo Calloni, postulatore generale dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini. La veglia si concluderà con la lettura della testimonianza scritta da padre Pellegrino Funicelli da Sant’Elia a Pianisi sul beato transito di Padre Pio da questa terra al cielo. Il 23 settembre, giorno della festa liturgica di san Pio da Pietrelcina, la reliquia del suo corpo sarà esposta all’interno della chiesa superiore a lui intitolata, dove si svolgeranno: alle ore 11,00, una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo metropolita di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana; alle ore 18,00, una solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia - Vieste e San Giovanni Rotondo, direttore generale dei Gruppi di Preghiera di Padre Pio e presidente di Casa Sollievo della Sofferenza. Al termine della celebrazione, la reliquia del corpo di san Pio da Pietrelcina sarà ricollocata nella chiesa inferiore, luogo in cui è venerata dal 19 aprile 2010, e avrà inizio la processione per le vie della città con la statua del Santo.

 
 
 

Vieste - IMPOSTA DI SOGGIORNO, DA LUNEDI' 1° AGOSTO LA DICHIARAZIONE E' GIORNALIERA

Post n°17036 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Vieste - IMPOSTA DI SOGGIORNO, DA LUNEDI' 1° AGOSTO LA DICHIARAZIONE E' GIORNALIERA


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sabato 30 luglio 2016 ore 19:03

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Dal 1° agosto 2016 entra in vigore il nuovo regolamento comunale relativo all'Imposta di Soggiorno che prevede la dichiarazione giornaliera, e non più mensile, delle presenze nelle strutture turistiche.
Sul sito web del Comune di Vieste in basso a sinistra, nel riquadro “IMPOSTA DI SOGGIORNO” è possibile trovare documenti e materiali per agevolare l'adempimento con la nuova modalità.

In particolare è possibile scaricare un video tutorial per meglio comprendere la nuova procedura che renderà più agevole il compito.
Per eventuali dubbi e chiarimenti è stato attivato il numero 3314554757, un call center per l'imposta di soggiorno, attivo dalle 9,00 alle 13,0 e dalle 16,00 alle 20,00, curato da Alessandro Siena, consigliere comunale delegato all’Informatizzazione Uffici e Servizi.
 

 
 
 
 
 

Le prime “Radio libere”

Post n°17033 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Le prime “Radio libere” 

 

Di:

 

Foggia. A metà degli anni ’70, un nuovo fenomeno stava per sconvolgere, positivamente, la vita dei giovani foggiani, al pari di quelli nel resto del Paese. Il mese di luglio fu particolarmente favorevole all’affermazione della libertà del’etere. La Corte Costituzionale con la famosa sentenza 225/74 el10 luglio 1974 e, ancor più incisivamente con la sentenza del 26 luglio successivo ( la nr 202), affermo’ la legittimità costituionale ell liberalizzazione della trasmissione via etere e delle frequenze e quindi la possibilità per chiunque di manifestare liberamente il proprio pensiero che, a quel punto, poteva esplicarsi anche attraverso trasmissioni radiofoniche. Nella pratica veniva riconosciuto a soggetti privati il diritto di impiantare emittenti radiofoniche su scala locale a costi relativamente bassi, ponendosi virtualmente in concorrenza con RAI e “Radio Montecarlo” (in realtà c’erano anche la “Radio della Svizzera Italiana” e “Radio Capodistria”), fino ad allora uniche fonti di trasmissioni radiofoniche e televisive in lingua italiana. In poco tempo, in tutta la nazione, decine e decine di locali, garage, abitazioni si trasformarono in centri di trasmissione in FM (Modulazione di frequenza, cioè da 87 a 108 Mhz) a base di musica, notizie, rubriche ecc.

 

Sfruttando il relativo basso costo per l’installazione di un impianto radiofonico – composto per lo più da un’antenna, un trasmettitore, mixer e amplificatore, piatti per i dischi di vinile a 45 e 33 giri (non esistevano ancora i CD), registratore a cassetta e a bobina e qualche microfono – tanti giovani riuscirono a mettere insieme un po’ di soldi e ad avviare questa nuova – e per molti –
goliardica impresa.

 

Specie nelle province dove più rari erano i luoghi deputati al divertimento e allo svago, la nascita delle radio libere fu salutata come un modo assolutamente nuovo di fare amicizia, incontrarsi, instaurare pubbliche relazioni, lanciare eventi e tanto altro ancora. In tanti casi esse si rivelarono vere e proprie scuole per il lancio di futuri speaker, tecnici, autori e giornalisti. Le emittenti private trovarono un punto di forza proprio nella limitazione territoriale che imponeva scelte di programmazione indirizzate a “target” facilmente individuabili; difficilmente un’emittente poteva coprire un’intera provincia sia per la limitazione imposta dalla banda FM, il cui segnale generalmente non poteva coprire grandi aree a meno di non ricorrere a più potenti ripetitori. Anche Foggia ebbe le sue radio libere, alcune rimaste nella storia, altre di breve durata. Di ciò avremo modo di parlare nel prossimo capitolo, ma tutte segnarono un’epoca per la città. Innanzitutto erano tanti gli “aspiranti” DJ che speravano di entrare in qualche emittente, sia perché ci si divertiva ma, soprattutto, perché fare il Disc Jockey in radio rappresentava uno strumento e un titolo preferenziale per “acciuffare” le ragazze, al di là delle vere o presunte capacità professionali. Specie le ragazzine andavano pazze per i loro coetanei che in qualche modo “lavoravano” in una radio privata.

 

Il pomeriggio, dopo aver pranzato, si accendeva la radio in cameretta e mentre si facevano i compiti si ascoltava il programma preferito. Ovviamente c’era scelta per tutti i gusti e le “scalette” dei vari palinsesti erano tutte simili: musica revival (all’inizio non era poi tale perché gli anni ‘60 erano appena trascorsi), musica rock e pop, un’ora di musica leggera; poi le trasmissioni dedicate allo sport, che erano già allora tra le più seguite, l’ora dedicata alle canzoni napoletane, quella per il liscio che all’epoca andava ancora alla grande; la sera lo spazio dedicato alla disco music o a quella più ricercata e poi l’immancabile spazio di musica a richiesta abbinata a messaggi personali. Erano le famose “dediche”, programma presente in ogni radio che si rispettasse. O in quasi tutte.

 

La trasmissione di musica a richiesta e dediche era, in assoluto, quella che riscuoteva più ascolti, con le telefonate in diretta che erano un’antologia di interventi dei più strani: da quello che salutava la mamma (anche se era a casa con lui!) o fratelli e sorelle, oppure che faceva in diretta la dichiarazione d’amore alla fidanzata oppure, magari per timidezza, che dedicava la canzone preferita dalla sua spasimante con la speranza che, ascoltando quel brano, ella si innamorasse perdutamente! Ma non erano solo i più giovani a fare le dediche, anzi, molte signore, anche attempate, telefonavano per dedicare questa o quella canzone all’amica, alla nuora addirittura!, oppure al marito, così come le nuore dedicavano dischi alle suocere! Spesso si telefonava solo per inviare dei messaggi all’amica/o lasciando il DJ libero di scegliere la canzone da far ascoltare. Altre volte lo si faceva per il gusto di sentire la propria voce attraverso la radio e tante volte il conduttore doveva “richiamare” l’ascoltatore ad abbassare il volume della radio perché disturbava la trasmissione.

 

C’era poi lo spazio dedicato all’informazione quotidiana e nacquero, così, le prime trasmissioni, da parte dei conduttori più capaci e preparati, dedicate alla politica locale, all’attualità, a volte con dibattiti in diretta tra ascoltatori e rappresentanti delle Istituzioni. Punto di forza di molte emittenti erano le trasmissioni a base di “quiz” nelle quali si telefonava e si andava necessariamente “in diretta”: chi indovinava vinceva gadget di vario tipo e a volte anche premi di una certa consistenza. Mitico il quiz che Renato Forlani conduceva nella “sua” Teleradioerre (ma solo per radio) dalle 14 alle 14,30. Era quasi impossibile prendere la linea tanti erano gli ascoltatori che si sintonizzavano per tentare di dare la risposta che ritenevano giusta. E non si trattava di quizzetti banali ma di vere e proprie teorie elaborate, che si poteva tentare di “sbrogliare” solo con grande intuito e una discreta cultura.

 

A Foggia, come altrove, grazie alle radio private, cominciarono anche le radiocronache delle partite della nostra squadra di calcio. Quando il Foggia giocava allo stadio “Zaccheria”, ricordo che andavamo sul terrazzo all’ultimo piano del palazzo alle spalle della gradinata e lì con il telefono (quello normale di casa, non il cellulare) si faceva la radiocronaca telefonica per la propria città e pian piano anche per la città della squadra ospite. Il tutto improvvisato al momento. Altri tempi. All’interno di un’emittente libera a volte ci si divertiva davvero. In genere c’erano sempre almeno quattro persone tra il o i conduttori, il tecnico e il regista. Molte volte le telefonate erano dedicate proprio a loro che, come ho già detto, venivano quasi “idolatrati” dagli ascoltatori. E spesso i DJ si davano da fare per aumentare la propria “visibilità” ricorrendo a miscelazioni di brani fatte davvero ad arte e che, negli anni 70/80, molti facevano ancora utilizzando le dita per scemare o creare strani effetti sui dischi, mentre sull’altro piatto il “braccio” – che leggeva i solchi del vinile – iniziava a “prendere” la musica.

 

In realtà le radio libere, a parte questi aspetti più strettamente goliardici, aprirono gli orizzonti ad una serie di nuovi e ben più importanti fenomeni nel campo dei media; l’informazione non sarebbe stata più la stessa grazie alla possibilità di scegliere e anche l’economia ne avrebbe tratto giovamento attraverso un sempre maggior numero di aziende che investivano in pubblicità in questi moderni mezzi di comunicazione locali. La nostra Foggia ha avuto un gran numero di emittenti private. Uno dei “padri” delle nostre “Radio Libere”, tra i primi conduttori in FM e memoria storica di quegli avvenimenti, è il giornalista Maurizio De Tullio. A lui, ed alla sua lunga esperienza nelle radio libere di Foggia, è dedicato il prossimo capitolo. Con le sue parole e i suoi ricordi faremo un viaggio nelle radio-televisioni del tempo ricordando le vicende di alcune delle radio più famose a Foggia. In tanti, leggendolo, certamente si ritroveranno in quegli anni, magari proprio mentre telefonavano per fare una… dedica!

 
 
 

Renato Guttuso a Peschici le opere del maestro siculo

Post n°17032 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Renato Guttuso a Peschici le opere del maestro siculo


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sabato 30 luglio 2016 ore 10:30
In esposizione fino al 21 agosto a Torre del Ponte. A cura di Giuseppe Benvenuto - Con la collaborazione di Galleria de’ Bonis (Reggio Emilia).

 

 Giuseppe Benvenuto, in collaborazione con la Galleria De Bonis di Reggio Emilia e col Patrocinio del Comune di Peschici (FG), propone, nello spazio espositivo di Torre del Ponte, una ricca esposizione dedicata al Maestro di Bagheria.
La mostra, in programma da questa sera (inaugurazione alle ore 22,00) al 21 agosto 2016, rivisiterà la storia di Guttuso e, attraverso il suo sguardo, i cambiamenti della società italiana, della quale è stato interprete e poeta.
Saranno esposte opere scelte, fra cui pezzi rari e preziosi, che permetteranno di conoscere le diverse fasi della sua ricerca e la ricchezza tematica della sua pittura: dipinti ad olio su tela, chine, tecniche miste e matite di ogni decennio e di ogni soggetto caro all’artista: intense nature morte, figure,luoghi quotidiani e moderne scene di genere. Ampio spazio sarà dedicato non solo a studi preparatori, ma anche ad opere finite, parte di un preciso percorso di studio ed approfondimento.
Preziose opere ad olio saranno protagoniste della mostra con tutta la corposa matericità del segno di Guttuso.
Buona parte dell’esposizione ruoterà intorno alla figura femminile tanto cara al Maestro. Saranno presenti chicche e perle curiose fra le quali uno splendido olio (Luxor, 1959) ricordo di un capodanno in Egitto.
Per finire, opere della serie originale dalla quale sono stati realizzati i suoi famosi Tarocchi ed una selezione di chine e disegni su carta, per analizzare i diversi approcci di Guttuso alla figura.
L’esposizione, che sarà inaugurata sabato30 luglio alle ore 22,00, sarà visitabile fino al 21 agosto 2016, tutti i giorni, domenica e festivi inclusi,con orario 21.00-00.30.

La mostra è resa possibile grazie alla collaborazione di:
Galleria de’ Bonis – Reggio Emilia
Regione Puglia
Provincia di Foggia
Comune di Peschici
Parco Nazionale del Gargano
GAL Gargano
Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Foggia

Partner: Cantine Domini Dauni, San Severo – New Vigilantes, Vico del Gargano

Per informazioni: Giuseppe Benvenuto (Direttore artistico)
Tel. 338 3139499 – 346 7334054

artebenvenuto@gmail.com

 

 
 
 

Vieste/ A festa il Lido Cristalda per il GALA' DELLO SPORT

Post n°17031 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Vieste/ A festa il Lido Cristalda per il GALA' DELLO SPORT

sabato 30 luglio 2016 ore 12:01
Domani, la X edizione. Annunciati grandi nomi, ospite d’eccezione la campionessa Valentina Vezzali. Ricordati anche le “GLORIE” viestane che hanno calcato le antiche pietre e “vasapidd” del Riccardo Spina.

 
 
 

Fine luglio 1861, terrore a Vieste allo sbarco del generale Ferdinando Augusto Pinelli

Post n°17030 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Fine luglio 1861, terrore a Vieste allo sbarco del generale Ferdinando Augusto Pinelli


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venerdì 29 luglio 2016 ore 15:59
Franco Molfese, in una nota del testo Storia del brigantaggio dopo l’Unità, ha scritto che a Vieste il generale Pinelli «fece fucilare alcune decine di persone, tra le quali 5 preti, un ufficiale e 21 militi della guardia nazionale».

 

 

 Le versioni dell'episodio, rese in un manoscritto da un Anonimo e nel Giornale Domestico da Alfonso Perrone, liberali influenti dell'epoca, non coincidono con la versione di Molfese, ciononostante lo storico Giuseppe Osvaldo Lucera, esperto dei comportamenti del generale Pinelli, in un recente convegno non ha manifestato dubbi su quanto riportato da Molfese.
A fine luglio del 1861, da Manfredonia, partiva alla volta di Vieste la famosissima nave a vapore Conte di Cavour con a bordo truppe dell’Esercito Italiano comandate dal notissimo generale Pinelli; il fine era quello di reprimere la rivolta contadina del 27 luglio.
 
Nel Giornale Domestico l’arrivo del Pinelli è stato così descritto: «All’apparire del fumo del Vapore tutti gli assassini ed i saccheggiatori fuggirono a ricovrarsi nei boschi […], ma Pinelli fu in Viesti di passaggio e fe solo fucilare un Brigadiere Doganale a nome Vitale Cupo… ».
 
       La versione dello stesso episodio resa dall’Anonimo è apocalittica:
«All’una pomeridiana, infatti da lontano compare l’alberatura di grosso legno da guerra, (era il Conte Cavour trasporto conduttore delle truppe da sbarco). Non gli si dà tempo ad arrivare che fu l’allarme buttato. E già 7 mila e più abitanti di questa terra maledetta, si riversa nelle campagne. Ad un fotografo che sarebbesi trovato sulla tolda del bastimento, agevole sarebbegli stato da lontano ritrarre questa scena grandiosa. Descriverla si rende impossibile, rappresentarne la figura! Vedere torme di 6, 7, 8 cento, di tutti i sessi e di ogni età! Sentirne i pianti, le imprecazioni».
 
Mentre il paese si andava svuotando, «si approda a lido, e danno disposizione ai sbandati rimasti; presentare le armi alla milizia del Governo che li segue. La quale, posto piede a terra, comandata dal Maggiore Facini del 30.mp li accerchia, li disarma ed in numero di 80 circa li arresta e spedisce sul vapore… Ma intercessero per questi mascalzoni… le Signore del Paese presso Pinelli ancor Esso sbarcato, che cercò esaudirle… ed una parte di detti arrestati, una cinquantina vennero rilasciati liberi. Per uno solo non vi furon preci che bastassero, che venne fucilato: certo Cupo, brigadiere Doganale… ».
 
Che fine fecero i 30 non liberati? Furono processati, incarcerati, fucilati, deportati nel Nord? Solo la possibilità di visionare gli archivi militari potrà renderci la verità.
 
Da quanto raccontato emerge che mentre il popolo minuto, il clero retrivo, i galantuomini borbonici fuggono nelle campagne circostanti, circa 80 sbandati (renitenti alla leva e ex soldati borbonici richiamati alle armi) si fanno arrestare contando su un’impunità più promessa che garantita, non volendo correre il rischio - forse sbagliando - di essere presi sul posto e passati per le armi. Intanto, nel nuovo testo Carnefici, Pino Aprile rileva che la pirofregata Cavour con 515 sbandati a bordo il 6 agosto 1861 partiva da Brindisi alla volta di Napoli. Da Napoli i soldati sbandati a migliaia venivano smistati, sperando invano di tornare un giorno a casa.
 
Quale terribile fama aveva preceduto l'arrivo del generale Pinelli a Vieste?
Il Pinelli, comandante militare delle province parmensi, nell'ottobre del 1860 venne assegnato al comando delle forze italiane assedianti la cittadella di Civitella del Tronto, in mano a una guarnigione dell' esercito borbonico. Pinelli, non riuscendo ad averla vinta, adottò senza successo misure repressive contro la popolazione civile, fino ad essere nel gennaio 1861 sostituito con il generale Luigi Mezzacapo.
Il nuovo codice penale militare era entrato in vigore con la legge del 1° ottobre 1859, consegnando ai comandanti di un corpo dell’esercito il potere di emanare bandi militari. Il generale Manfredo Fanti, a capo del Corpo d’esercito dell’Italia centrale, emise uno dei primi bandi il 23 ottobre 1860, convocando i tribunali militari straordinari contro quanti avevano commesso atti di brigantaggio e detenuto armi senza appartenere alla Guardia Nazionale.
Negli stessi giorni il generale Pinelli, contro i ribelli della provincia dell’Aquila, era andato ben oltre la pur repressiva legislazione speciale: aveva fatto affiggere sui muri dei paesi della Marsica un proclama minaccioso al semplice scopo di atterrire le popolazioni.
Dopo di che applicò realmente la pena della fucilazione anche ai rei di offesa e ingiurie nei confronti della bandiera nazionale, del ritratto del re, dello stemma dei Savoia.
Non riuscendo ad imporsi sulle bande del Piccioni e a riconquistare l’alta valle del Tronto, ordinò fucilazioni senza applicare le pur già esigue garanzie formali, arrivando nel gennaio del 1861 a suggerire a Cavour l’istituzione di dittature militari in cui i generali dell’esercito fossero liberi di adottare misure repressive tali che oggi definiremmo «crimini contro l'umanità».
Il generale Ferdinando Augusto Pinelli ordinò atti di una violenza inaudita, ciononostante fu decorato con la Medaglia d’Oro al valor militare il 9 febbraio 1862.
Oggi si può senz’altro affermare che la protesta dei contadini meridionali non avrebbe indossato gli abiti della lotta armata, della reazione, del brigantaggio, se dopo il crollo del regine borbonico il governo torinese non avesse voluto attuare una repressione violenta, indiscriminata, sproporzionata alla gravità dei reati commessi, quando ancora la lotta contadina non era rivolta contro l’esercito sardo-piemontese.
Ormai, nel luglio del 1861, secondo Aldo De Iaco, le masse popolari, soprattutto in Capitanata e nel Gargano, vedevano chiaramente il nuovo governo come «il governo dello stato d'assedio e del terrore anti-contadino, e dall'altra, come un solido appoggio ai nuovi ricchi che avevano lucrato dall' illegale acquisto delle terre di pubblica proprietà».
 
Michele Eugenio Di Carlo
(tratto dal testo Contadini e braccianti nel Gargano dei briganti, adattato ad articolo dallo stesso autore)
 
 
 
 
Piccola bibliografia relativa all'articolo
 
F. MOLFESE, Storia del brigantaggio dopo l’Unità, Molinara, ed. Westindian, 2012;
A. PERRONE, Giornale Domestico, 1° settembre 1861, in Memorie  di A. G. B. Perrone, a cura di Maria Eleonora Mafrolla, Vieste, grafiche Iaconeta, 2005;
Centro di Cultura «N. Cimaglia» (a cura di), Successe il ventisette, Vieste, Grafiche Iaconeta, 1983;
G. GALASSO, L'esercito di Franceschiello: una storia di onori e calunnie, «Corriere della Sera», 27 febbraio 2010, p. 17
C. CESARI, L’assedio di Gaeta e gli avvenimenti militari del 1860-61 nell’Italia Meridionale, Roma 1926;
C. CESARI, Il brigantaggio e l’opera dell’esercito italiano dal 1860 al 1870, Roma, Ausonia, 1920;
Carteggi Cavour, La Liberazione del Mezzogiorno, vol. IV.
A. DE IACO, Il brigantaggio meridionale - Cronaca inedita dell'Unità d'Italia, Roma, Editori Riuniti, 1969.
 

 

 
 
 

Carpino - Il 3 agosto la "Sagra della Carne e del Caciocavallo Podolico"

Post n°17029 pubblicato il 30 Luglio 2016 da forddisseche

Carpino - Il 3 agosto la "Sagra della Carne e del Caciocavallo Podolico"


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venerdì 29 luglio 2016 ore 17:41
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