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SI CHIAMA TERRORISMO

Post n°238 pubblicato il 04 Febbraio 2018 da aliasnove

Di colpo, il buio. A Macerata, ieri, siamo caduti in uno dei punti più oscuri della nostra storia recente. Di quelli in cui sembrano materializzarsi i peggiori incubi, da «scene di caccia in Bassa Baviera». Il folle tiro al bersaglio su base etnica, i corpi che cadono uno dopo l’altro, la corsa dell’auto alla ricerca di nuove vittime di colore, la città paralizzata, rinchiusa in casa, tutto questo ci dice che un nuovo gradino dell’orrore è stato sceso.

Non è il primo caso di violenza sanguinosa di tipo razzista: il 13 dicembre del 2011, in Piazza Dalmazia a Firenze, due giovani senegalesi,  Samb Modou e Diop Mor, caddero sotto i colpi della 357 Magnum di Gianluca Casseri, un fascista di Casa Pound che poco dopo, braccato dalla polizia, si suicidò. Ed è di appena un anno e mezzo fa l’omicidio di Emmanuel Chidi Namdi, nigeriano, massacrato a botte da un energumeno di estrema destra mentre cercava di difendere la fidanzata a Fermo, non molto lontano da Macerata.

Ma questo di Macerata sta ancora un passo oltre. Per la modalità e il movente del fatto: l’intento di vendicare l’atroce morte di Pamela Mastripietro, secondo le cadenze tipiche del linciaggio nell’America dell’apartheid, colpendo indiscriminatamente i presunti compatrioti del presunto assassinio (e dimenticando, fra l’altro, che la rapidissima cattura di questo si deve alla preziosa testimonianza non di un italiano ma di un africano).

Per le caratteristiche del protagonista, ancora un fascista, candidato senza fortuna nella Lega, ma prima già vicino a Forza nuova e Casa Pound come Casseri, che però a differenza di quello non si è suicidato ma ha inscenato una teatrale rappresentazione, salendo sulla base del monumento ai caduti avvolto nel tricolore, quasi a lanciare un proclama alla nazione. Prontamente accolto, d’altra parte, da un impressionante seguito sui social, ed è questo il terzo fattore che colloca Macerata «oltre»: energumeni della tastiera che invocano «Luca Traini Santo Subito», invitano a fare altrettanto e proclamano che «questo non è che l’inizio» scaricando su «chi apre le porte all’invasione» degli africani la colpa sia dell’uccisione di Pamela che della reazione del «giustiziere» di Corridonia. Un argomento quest’ultimo, sostanzialmente in linea con le prime esternazioni di Matteo Salvini, che nel segno di una feroce campagna d’odio sta conducendo il proprio giro elettorale.

Non possiamo più ignorarlo. Macerata non è un fatto isolato. Né semplicemente opera di un disadattato. Macerata si inserisce in un quadro spaventosamente degradato. Ci parla di un vero sfondamento antropologico del nostro Paese. Viene dopo le oscene esternazioni della sindaca di Gazzada sul giorno della memoria nella terra del leghismo. Dopo la pubblicazione in rete di un aberrante fotomontaggio in cui la testa mozzata della Presidente della Camera Boldrini appare sotto la scritta  «Sgozzata da un nigeriano inferocito, questa è la fine che deve fare così per apprezzare le usanze dei suoi amici», e dopo il rogo del manichino che la rappresentava, da parte dei «giovani padani» di Busto Arsizio. Dopo un lungo rosario di dichiarazioni, atti, ordinanze di sindaci leghisti, sfregi da parte di squadristi fascisti di cui si va perdendo il conto.

Macerata ci dice che l’azione dei tanti «imprenditori dell’odio» in felpa o in camicia bianca, sta tracimando oltre il terreno delle propaganda, e generando vere e proprio azioni terroristiche. Perché quello che si è visto a Macerata è in senso proprio un episodio di terrorismo, non diverso da quelli organizzati dall’Isis o dai suoi cani sciolti a Barcellona, Londra o Bruxelles, con le persone inermi fatte bersaglio e le città chiuse nel terrore. Come tale va trattato l’attentatore di Macerata. E come tale il mondo democratico dovrebbe trattare l’evento, organizzando subito una risposta di massa, lì dove il fatto è avvenuto, mobilitando chi ancora crede che quella deriva possa essere arrestata. E che la notte della memoria non è del tutto caduta su di noi. Se non ora, quando?

Marco Revelli  il manifesto

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Commenti al Post:
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 04/02/18 alle 16:25 via WEB
Gli avvenimenti parlano da sé. Molte persone vanno fuori di testa. Che Futuro ci attende? Queste notizie sono devastanti e la nostra sicurezza è in balia delle onde... Buona serata, Grace:)
 
 
aliasnove
aliasnove il 05/02/18 alle 21:06 via WEB
Abbiamo a che fare con politici irresponsabili che seminano odio verso gli stranieri... ecco il risultato. Ciao Grace buona serata
 
woodenship
woodenship il 06/02/18 alle 18:48 via WEB
Quel che ignora o fa finta di ignorare molta gente,è che esiste ancora un principio di responsabilità oggettiva:che un tizio se ne vada in giro a sparare a tutti coloro che appartengono al colore di quello che,nella sua mente e in quella dei suoi cani di cordata,è considerato come probabile assassino,senza nemmeno attendere sentenza,la dice lunga sullo stato di prostrazione in cui è caduta la legalità nel nostro disgraziato paese, sempre più sull'orlo di una mentalità razzisticamente nazistoide.In cui,una manica di politicanti senza onore e mossi dalla più sfrenata ambizione,stanno accendendo un rogo che rischia di bruciarci,prima come individui civili,e poi come esseri umani......Grazie di cuore per avere condiviso questo articolo che sottoscrivo pure nelle virgole......Ciao..........W......
 
 
aliasnove
aliasnove il 09/02/18 alle 15:43 via WEB
Anch'io del tuo commento condivido anche le virgole Woode...Attenzione questo fatto di Macerata è molto grave..ci sono forze politiche irresponsabili che per le poltrone è disposta a mettere in serio rischio la nostra malmessa democrazia...Revelli dice che ci vuole una forte risposta di massa ma pare che Minniti non ha proibito la manifestazione contro i fascisti che si doveva svolgere in questi giorni ....non mi pare una mossa azzeccata la sinistra farebbe bene ha occupare la scena .....non bisogna lasciare la piazza a questa gentaglia. Ciao Woode
 
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