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Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi del 27/12/2016

Leggendo la Recherche...

Post n°3417 pubblicato il 27 Dicembre 2016 da g1b9
 

Nella mia terza rilettura della Recherche, cerco di scoprire tanti particolari che mi sono sfuggiti nelle letture precedenti. Per questo mi soffermo sui luoghi,  ai quali  Marcel dedica molte pagine e attribuisce quasi la resposabilità di certi eventi a quei  posti particolari e mi piace ricercarli nella realtà, come mi piace indagare sul modo in cui riesce a creare in se, ammirazione, antipatia, amore , odio per certe persone . Ho trovato un disco che racconta di lui,  che non sapevo esistesse. Marcel Proust nella   Parigi della restaurazione, dell'antica  e nuova nobiltà e la borghesia emergente si aggira  non sempre a suo agio, spesso timidamente nell'età giovanile, quando deve formarsi alla vita e , come tutti i giovani di sempre, combattuto tra le ambizioni dei genitori , le sue aspirazioni ed una grave forma di asma, che lo costringe a tante rinunce.






 Quando una sera a teatro venne presentato a Odette de Crécy da uno dei suoi amici d'una volta, che gli aveva sì parlato di lei come d'una donna incantevole con la quale avrebbe potuto arrivare a qualcosa, ma gliel'aveva fatta intendere più difficile di quanto in realtà non fosse per mettere meglio in rilievo la gentilezza e l'importanza di quella sua presentazione, Swann la giudicò non certo sfornita di bellezza, ma dotata di un genere di bellezza che a lui non faceva né caldo né freddo, che non gli suggeriva alcun desiderio, che anzi gli causava una specie di repulsione fisica, una di quelle donne, tutti ne hanno e per ognuno son diverse, che son l'opposto dell'ideale invocato dai sensi. Per piacergli, aveva il profilo troppo segnato, la pelle troppo delicata, gli zigomi troppo sporgenti, i lineamenti troppo tirati. Gli occhi, li aveva belli, ma così grandi che sconvolgevano con il loro peso, affaticavano il resto della faccia e le conferivano una perpetua aria di cattiva salute o di cattivo umore. Qualche tempo dopo quella presentazione a teatro, era stata lei a scrivergli, domandando di vedere le sue collezioni che la interessavano tanto, «lei, un'ignorante, che aveva il gusto delle cose belle», dicendo che l'avrebbe conosciuto meglio quando l'avesse visto nel «suo home» in cui se lo immaginava «tanto a suo agio con il suo tè e i suoi libri», sebbene non gli celasse il suo stupore nel saperlo abitare in quel quartiere che doveva essere talmente triste «ed era talmente poco smart per lui che lo era tanto».

 
 
 
 
 

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