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Io non so perchè parlo spesso della Birmania nel mio blog e addirittura un giorno Libero mi fece la cortesia di mettere un mio post, dedicato alla Birmania dimenticata, in home page durante il periodo di interesse mondiale verso la "povera" Libia.

Ieri vi parlavo di un popolo dimenticato, di monaci costretti a darsi fuoco per far si che la Birmania tornasse ad essere guardata dall'occidente. Poi qualcosa è cambiato. La leader dell'opposizione del regime militare, San Suu Kyi, premio Nobel per la pace, venne liberata dopo 15 anni di prigionia.

Poi ieri l'evento: San Suu Kyi viene eletta al parlamento Birmano. Probabilmente il suo partito prenderà tutti i 45 seggi in ballo in queste elezioni. Briciole rispetto a 1160 seggi totali che costituiscono il Parlamento, ma la notizia appare incredibile se solo si pensa a cosa accadeva 1 anno fa.

Si dice che il regime militare abbia allentato la morsa per non venire soffocato dalla vicina Cina e per avere quegli aiuti, ora negati con le sanzioni, dall'Occidente. San Suu Kyi riceverà un incarico di governo?

Non si sa, di certo la morale di questa storia è solo una possibile: una voce flebile ma decisa, costante, mai sopra le righe è riuscita a sconfiggere un governo di militari.

Chissà mai che in Italia ci si ricordi anche di chi come San Suu Kyi è sempre stato dalla parte dei poveri senza l'uso delle armi, della violenza, come Rossella Urru ancora in mano ai rapitori: anche oggi sui giornali italiani si parla unicamente dei due marò nelle mani del governo indiano. Non mi sembra proprio un comportamento da paese civile!

Buongiorno

Amoon