Signora mia

Scene da un matrimonio - Dramatis personae (II)

La parrucchiera/estetista. Da lei/loro dipende la metà della riuscita del matrimonio, e la metà delle inevitabili critiche che accompagnano un matrimonio ben riuscito.

Fiorellini tra i capelli, forcine invisibili saldamente conficcate nell’ipotalamo (ecco perchè le spose sorridono per dodici ore di fila, lo sapevate?), trucco a prova di lacrime, sudore e baci di invitati sudati, manicure capace di resistere anche all’immersione nell’acido, ceretta crudele in ogni posto immaginabile: è il make up/hair artist che decide se la protagonista sembrerà una maschera del teatro giapponese o una con i segni del cuscino in faccia. Per questo occorre curare bene il rapporto, perchè con la suocera si può venire a patti, ma con lei/loro no.

La mia parrucchiera, che era anche la mia estetista, è francese (vi risparmierò la lunga storia su come fosse finita in mezzo al Cilento) e particolarmente suscettibile. Ha:

- rifiutato categoricamente l’idea di provare una pettinatura con i capelli raccolti (se te li devo legare, potiamo anche tagliarli, n’est pas?)

- rifiutato categoricamente l’idea di potermi stirare i capelli (ma come, con questi boucles? Mais no!)

- rifiutato categoricamente l’idea di usare un rossetto mat (ci vuole il ludicio, sennò sarai horrible)

- litigato furiosamente con mia madre su ogni questione possibile (quando era troppo tardi per trovare un’altra parrucchiera, naturalmente)

- pensato bene di restare chiusa a chiave nel bagno di casa mia cinque minuti prima di uscire per andare in chiesa. L’ha dovuta soccorrere mia madre (censuracensuracensura).

Ma mi ha truccato e pettinato meravigliosamente. C’est la vie.