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ANTICO EGITTO

 

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« I GEROGLIFICI - GRAMMATI...LADY PESESHET - CAPO DEI MEDICI »

PIACERI D'AMORE

Post n°77 pubblicato il 22 Settembre 2011 da OsirideDioDeiMorti2
 

 

 

L'arte Egizia è improntata alla bellezza,

alla nobiltà e alla dignità; negli atteggiamenti

delle coppie non c'è mai traccia di volgarità 

nè di trascuratezza. Il profumo, il più

sottile e il più impalabile, è il principale 

segnale dell'amore. L'egitto preferisce

l'evocazione al fatto puro e semplice,

la sensualità suggerita all'erotismo

ostentato. "Baciare" si dice sen,

la stessa parola che si usa per

"annusare" e per "fraternizzare". La donna

che si scioglie i capelli profumati 

invita l'amante a baciarla e a  condividere

il suo letto, profumato anch'esso.

Una testimonianza modesta, un disegno

che dobbiamo alla mano di un artigiano

della comunità di Deir el Medina, ci mostra

un'innamorata sorridente, nuda sul letto,

con la mano sinistra sotto la testa e una

corona di fiori fra i capelli.

 

 

 

 

Aspetta l'uomo che ama o assapora i momenti

di piacere che ha appena vissuto? E non si

compiace, forse, di suonare l'arpa per

ammaliare il suo amante e attirarlo a se,

da vera e propria maga? Piacere evocato,

profumodei sensi, finezza dello slancio

amoroso, poesia delle parole, eleganza dei

gesti... Le egizie conobbero sublimi piaceri

d'amore. Tuttavia non esistevano falsi pudori.

Gli organi genitali maschili e femminili sono

rappresentati nei geroglifici e la nudità

è bandita. Il dio Min viene addirittura

raffigurato in erezione, per evocare il

dinamismo creatore in atto nel cosmo

e nella natura. 

 

 

 

Secondo una "chiave dei sogni" se un

uomo sogna di fare l'amore con la propria

donna è un presagio positivo: gli capiterà

qualcosa di bello. Le posizioni erotiche sono

a volte realisticamente illustrate su piccoli

frammenti di calcare, gli ostraka, che

servivano da brutta copia ai disegnatori.

 

 

 

Si conoscono anche terracotte più o meno

tarde che provano, se ancora ce ne fosse

bisogno, che le egizie hanno assaporato i

piaceri del sesso. Un sesso gioioso, libero, che

fa dire a un moralista, con un leggero

sorriso: " Gran signora di giorno, femmina

di notte". Non si può passare sotto silenzio

il famoso papiro proveniente da Deir el Medina,

conservato al Museo Egizio di Torino, papiro

così demoniaco, secondo gli angusti circoli

di eruditi, che soltanto occhi assai

spregiudicati possono contemplarlo.

 

 

A quale "inferno" darà mai accesso questo

documento? Si tratta, evidentemente, di una

satira: l'umorista racconta una storia il

cui senso ci sfugge, per via del carattere

ermetico dei disegni. Assistiamo a episodi

che mettono in scena animali, i quali

imitano i comportamenti umani e

scherniscono la vanità dei bipedi. Entriamo

in una sorta di casa chiusa dove alcuni

uomini, piuttosto volgari, mal rasati e

mal pettinati, fanno l'amore con giovani

donne che indossano soltanto una cintura,

alcune collane e molti braccialetti.

 

 

 
 
 
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