Una cosa che mi sembra difficilmente confutabile è che in giro c'è una gran confusione tra coscienza e autoscoscienza. Mi sembra assurdo, per esempio, non ammettere che c'è una gradazione continua di coscienza, dal paramecio alla gatta-Lou su su fino ai delfini e ai bonobi, per arrivare all'acme (si fa per ridere e per scherzare) del Sapiens Sapiens, là dove forse (forse) scatta qualcosa di diverso: la coscienza di essere coscienti (e la coscienza di essere coscienti di essere coscienti, e così via, ricorsivamente; una volta che il meccanismo s'è innescato è difficile fermarlo, probabilmente, ed è quel che Hofstadter chiamerebbe uno strano anello, credo, ma di questo dopo).
Per esser chiaro e non seminare ambiguità in giro, personalmente lascio la possibilità D come ultima spiaggia, e solo ed esclusivamente per questo motivo: perché se è vero che siamo parte della Natura (e ciò è innegabile), allora una spiegazione naturale dev'essere possibile. L'eventualità A non mi convince, essenzialmente per gli stessi motivi che perplimono il buon Penrose (per farla breve, anche se spero di dilungarmi in seguito su questo, un qualsiasi tipo di computazione deve, per necessità, essere basato su un algoritmo - che sia di tipo top-down o bottom-up alla fine poco importa - e un algoritmo è per forza basato su un sistema formale, e qualsiasi sistema formale abbastanza potente si scontra inevitabilmente coi limiti dettati dal primo teorema di Goedel - invero una possibilità che mi affascina enormemente, tanto che ho già una trama di fantascienza pronta sull'argomento, è l'eventuale goedelizzazione [ricorsiva?] del Sistema Formale Intelligente). Restano B e C, e mentre capisco benissimo che C è perfettamente plausibile, non riesco a vedere come C possa confutare B. In realtà mi sembra che B (e anche D, a dirla tutta) possa tranquillamente convivere con C.
Posso infatti immaginare che fenomeni non computabili (e questo, ripeto, non è sinonimo di non-deterministici, come non è sinonimo di mistici) siano alla base della coscienza umana, ma non vedo come questo possa impedire una ragionevole simulazione dell'intelligenza umana (punto B); naturalmente B non implica intelligenza in senso etimologico. In altre parole qui si applicherebbe l'argomento di Searle della stanza cinese.
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