Creato da bluaquilegia il 06/01/2014

la sete verde

"Avete 'n vo' li fior' e la verdura | e ciò che luce od è bello a vedere; | risplende più che sol vostra figura: | chi vo' non vede, ma' non po' valere." Guido Cavalcanti

 

 

« sapersi prendere per perdersiciò che la roccia è »

vita e poesia rovesciate

Post n°305 pubblicato il 15 Aprile 2019 da bluaquilegia

BRENDAN
KENNELLY
GIU'

perché una poesia
ogni volta
va
giù
per la pagina
come
una stella
o una valanga
che fende
la terra
perché
i semi
si annidino
nel buio
e lentamente
comincino
a diventare
(ad esempio)
un minuscolo
candido
fiore
perfetto
nella
luce?

 

VERSI TRATTI DA THE ESSENTIAL, raccolta a cura di GIULIANA BENDELLI
JACA BOOK EDITORE, 2017
pagine 158 e 159









GIAN

Desiderio di libertà, ma anche fascino della conoscenza.

 

Nell'estro creativo si realizza il pensiero.
Gusto la metarmofosi
respirando il mistero.
Palpito per un seme
che riscatti la fatica.















epimetea 

fissarmi allo specchio
e ritrovare
la sensazione di scampato pericolo,
la percezione della persistenza
del dolore
tutt' intorno e dentro,
profondamente,
definitivo.
scorro il flusso dei giorni scorsi,
ho respirato sempre,
ascoltato,
agito,
tutto è dovuto apparire
"normale",
mentre il tormento
del tuo dolore mi terrorizza e
mi paralizza anche ora.
benedetta la mia maschera ipocrita,
così ben incollata
da far sorridere coloro che mi
hai affidato
per qualche ora.
devo essere tanto presente
da desiderare di scomparire,
così insceno,
la grande farsa
della menzogna.
ne hanno bisogno i tuoi figli.
e dentro mi spezzo
ancora e ancora,
frantumo ogni parte
per nascondere
il terrore di addolorarli,
sotto ad uno
spesso tappeto di cinismo.
ti vedo sul quel letto candido,
meno del pallore
della tua paura
immensa,
fiera dell'ennesima resistenza.
cara amica,
scampata al pericolo,
respiri,
respiri liberamente
e profondamente,
ancora.
ed io mi aggrappo a questa speranza,
come tu ti tieni stretta il tuo respiro.
da tempo ho smesso con gli incantamenti
e con i miracoli.
mi attengo alla quiete
del respiro.
leggi i tuoi libri,
sul quel viale bianco
fatto di lenzuola
dal puzzo di malattia,
comoda, tra decine
di cannule, che
ti avvolgono come rami di un'edera.
quanto la tua forza mi sorprenda,
come mi sorprende la sua ineluttabilità
non riesco a spiegarlo:
"non lo sono per me", dici.
intendendo della tua forza. 
accetto ciò che avviene,
di ora in ora, 
di giorno in giorno.
 vado in scena,
e lo farò,
lo farò

 
 
 
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