Prigione mentale… Pillole di riflessione

Non c’è peggior prigione di quella che ci costruiamo da soli fissandoci mentalmente su determinati pensieri negativi o poco costruttivi.

cavez

Come suggeriscono in tanti, questo modo di fare innesca un pericoloso circolo vizioso dal quale può diventare difficile uscire: ci creiamo ogni singolo anello di quella catena che ci imprigiona e ci impedisce di vivere il presente dando il giusto valore alle cose.

pensi troppo

La migliore via di uscita è l’azione.

via d'uscita

Dedicarsi ad altro, ad una attività fisica, ad un hobby… Insomma, a qualsiasi cosa che ci distolga da quei pensieri “negativi” ricorrenti e ci riporti a contatto con la realtà.

Perché agendo e spostando la nostra attenzione su altri aspetti, possiamo spegnere l’interruttore di quei pensieri e, finalmente, vedere la vita da altri punti di vista più obiettivi, concreti e positivi.

224d6fab4b0eb4a1e323d6292b2d37d8

Impegniamoci a viverla questa vita e non a lasciarla solo passare!

446c8ae32503cb4ff1089032fb7f1f5a

L’interruttore dei pensieri

…oggi lo cerco ma non lo trovo: dov’è finito l’interruttore dei miei pensieri?

Perché a volte non sono capace di spegnere un pensiero che mi infastidisce? Forse perché non mi impegno abbastanza… Sono la causa del mio male.

Oggi è una meravigliosa giornata e il richiamo dell’aria aperta è stato fortissimo. Ho infilato la tuta leggera, calzato le vecchie scarpe da corsa, legato i capelli e sono uscita.

Sono uscita con il mio zaino di pensieri sulle spalle e quando ho cominciato a correre, quei pensieri si sono disciplinatamente allineati, messi in fila per essere scaraventati via ad ogni mio sobbalzo. Lo zaino si è fatto presto leggero e me ne sono dimenticata, mentre l’aria fresca accarezzava la pelle e il sole la scaldava. Una sensazione magnifica che avrei voluto dilatare all’infinito.

La terra battuta, l’erbetta morbida, le pozzanghere, il sole tra le fronde degli alberi. Alzare lo sguardo al cielo e sentirmi parte di questo mondo nel silenzio della natura. Poi voci lontane. Altre persone solitarie come me. Quei due cagnolini che mi hanno accompagnato per un tratto di strada.

Tutto era in ordine, compresi i miei pensieri. Avevo trovato l’interruttore e lo avevo spento.

Sono tornata a casa camminando, perché l’ultima salita è stata più ripida del solito; lo zaino stava tornando ad essere pesante. Ho spinto con la mia solita testardaggine e alla fine, col cuore in gola, passo dopo passo, concentrandomi sul “qui e adesso”, sono arrivata vicino alla cima. Poi è cominciata la pianura e già rimpiangevo lo sforzo della salita.

Ma quando sono rientrata in casa mi ha avvolto il buio e quell’interruttore ho dovuto riaccenderlo.