RICOMINCIO DA QUINella vita si può gioire o soffrire, piangere o ridere, vincere o perdere, ricordare o dimenticare ma soprattutto si può ricominciare |
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Post n°28 pubblicato il 18 Agosto 2019 da ASIA1929
Qualcuno ha detto che il plagio non è un delitto, infatti, per esempio, in letteratura se non ci fossero stati, rimaneggiamenti, copiature, ispirazioni da opere precedenti, non avremmo nessuno dei capolavori letterari che costituiscono la base della nostra cultura: da Omero a Virgilio, da _Virgilio a Dante dai tragici greci a Racine a Corneille senza escludere neppure Shakespeare è tutto un copiare, mutuare, ispirarsi a partire dalle saghe nordiche e dalle leggende mediterranee fino ai nostri giorni del web, cava inesauribile da ”plagiare”. Ed allora dice bene Oscar Wilde :” Le accuse di plagio provengono o dalle sottili e incolori labbra dell'impotenza o dalle bocche grottesche di coloro che, non possedendo niente di proprio, s'illudono di farsi passare per ricchi gridando "al ladro!" O il più elegante Roberto Gervaso : “ Il plagio è un atto di omaggio. Chi copia ammira” Ed allora cara amica perché mi accusi di essermi appropriata di una foto, che tu affermi essere tua, e che invece io ho preso in prestito dal web con tanto di firma della vera autrice ben conscia di non commettere alcuna irregolarità! E perché tu consideri il titolo “EMOZIONI DELL’ANIMA” un plagio o un qualsivoglia sub derivato del titolo “ EMOZIONI DEL CUORE” di tua legittima proprietà? Forse che le EMOZIONI non possono esser di dominio pubblico? Ma siamo seri!! |
Post n°27 pubblicato il 22 Dicembre 2018 da ASIA1929
Ho conosciuto persone che sono entrate nella mia vita per un istante, eppure, sono riuscite a seminare ciò che germoglia ancora ed altre che, nonostante il patto stretto col tempo, sono riuscite a svendere solo abbagli. Le prime le ho assaporate appena, ma la ragione mi ha insegnato ad amarle profondamente, le seconde, il cuore le ha amate, finché, la stessa ragione non le ha smascherate e allontanate per sempre. |
Post n°26 pubblicato il 07 Agosto 2018 da ASIA1929
Vorrei … incontrare il tuo sguardo, nei giorni di pioggia inattesa, pronto ad accogliermi sotto un ombrello di comprensione. … tuffare la zolletta di un tuo sorriso nella tazza di tante amarezze, sciogliendola in una risata che abbraccia la serenità. … dividere, con la stessa istintività dei bambini, una fetta di arcobaleno, che gronda allegria e bagna di colore la speranza. … scartare gli eventi della vita a quattro mani, consci che in due la gioia raddoppia e il dolore si dimezza. … trovare aperta la serratura, schiudere la tua porta e leggere “Benvenuta a casa”. |
Post n°25 pubblicato il 05 Novembre 2017 da ASIA1929
Non mi troverai nelle pagine di un libro, neanche se l’ho scritto io. Non mi troverai perchè io sono l’altrove, e mi piace nascondermi, mi piace essere trovata, scoperta, assaporata. Non mi troverai dove più splende la luce, ma nell’ombra lunga di un albero, in un pomeriggio d’estate. Se mi vuoi devi volermi forte, con ferocia - rompere le catene della mia rettitudine - sfondare la porta della mia prigione, e liberarmi i sensi, offuscati dall’attesa... ❤️ |
Post n°24 pubblicato il 02 Settembre 2017 da ASIA1929
Mi sono "distratta" un attimo e quando rientro nel mio blog cosa trovo? Complicazioni a non finire! Signor Libero, perchè mi ha tolto il mio vecchio blog e la modalità che usavo per scrivere le mie lugubrazioni notturne? Io non mi ci ritrovo più in questa modernità da lei imposta, eh si, perchè neppure mi ha chiesto il permesso per appoortare tutte queste modifiche, ed io ho dovuto sudare sette camice e, lei capisce che con questo caldo poi, scappa la voglia di scrivere. Spero trovi il modo per semplificare quanto prima il modo di accedere a queste pagine.
Distinti saluti Asia |
Dipenderà dall’età che avanza e “abbiocca” i neuroni o, forse, da una maturità a lunga stagionatura che rifiuta un’improduttiva tolleranza, di fatto, non avverto grande empatia nei riguardi delle persone che, scavalcando la propria condotta, si erigono a giudici, dettando regole per uno stile di vita (non di rado sconfinante nella moralità più estrema e patologica) che inglobano tutti, loro escluse. Mi capita di imbattermi in situazioni da commedia, con una tale frequenza, da chiedermi se la “stonata” sono io per non voler finire in un frullatore che impasta di tutto, dal dolce al salato, senza seguire nessuna logica, o sono l’ingrediente sbagliato nella mistura giusta! Sono la sola a notare che il leader degli scorretti si lamenta per la sbavatura, non voluta, dell’irreprensibile cronico? Che l’indolente incallita pone l’accento sulla morte nel cuore se, giustamente, la snobbano? Che il cornificatore seriale, il mirino implacabile di ogni chiappa vagante o tetta evasa, sclera se la compagna s’abbandona ad un’innocentissima conversazione? Che la “guardami e sbava” affila le unghie se il partner rivolge mezzo complimento fraterno ad un’altra? L’elenco potrebbe allungarsi alla svelta, in ragione di assurdità che qualcuno scorge all’improvviso e di altre che vede evolversi in peggio. Perché tante, troppe, persone si soffermano sulla soglia dell’apparenza, ignorando, intenzionalmente o per superficialità tangibile, l’esistenza di un universo che s’agita offrendo doni più preziosi di beni materiali, denaro, popolarità e potere, posizione sociale e fisicità sopra la media |
Post n°21 pubblicato il 03 Agosto 2016 da ASIA1929
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Post n°20 pubblicato il 22 Giugno 2016 da ASIA1929
Poco fa mi è capitato di assistere ad uno spettacolo a dir poco stupendo, di un piccolo passerotto che ha imparato a volare.
Asia |
Post n°19 pubblicato il 14 Maggio 2016 da ASIA1929
Succede di sfiorarsi l’anima in una notte solitaria E poi E poi arriva un’altra notte
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Ruzzoli, consapevole di non essere scivolata/o accidentalmente ma di essere stata/o spinta/o, ti rialzi, sottovalutando, volutamente, abrasioni e ferite, vestendo la certezza che il pianto nutrirebbe solamente chi l’ha sperato, non cicatrizzando più in fretta e a testa alta, assecondando la cadenza di un cuore che non accetta di soccombere, riprendi il cammino. Le mani, nel chiudersi, stringono un pugno d’aria e non è un “niente” perché profumata di sogni e di speranza, la stessa che tiene in vita anima e pensieri, che permetterà di coltivare l’amore anche nella terra arida. |
Post n°17 pubblicato il 01 Marzo 2016 da ASIA1929
Intestazione “velenosa e provocatoria”, ne sono consapevole e mi scuso, non tanto per il senso che ad essa è, inequivocabilmente, legato quanto per l’irriverenza con cui esprimo un pensiero, forte, pesante, non condivisibile da tutti. I media, negli ultimi tempi, come cecchini deliranti, centrano la morale di chiunque si sofferma a riflettere, cercando risposte non facili da confezionare, lacerando, sempre e comunque, la sensibilità collettiva. L’arrivo di un bimbo, il desiderio di passetti che sbriciolino il silenzio, del rimbalzare di risate cristalline, di sguardi capaci di uccidere il buio di un sogno taciuto, non possono considerarsi colpe, richieste esagerate per le quali provare vergogna … è ovvio! Il prolungamento di noi stessi, di una vita che, diversamente, pare spegnersi senza aver dato frutti e generato un “senso”, per la maggioranza del genere umano si esprime con il dare alla luce un figlio, non trovando sentieri alternativi da esplorare. Ho figli biologici, il destino mi ha donato la grazia di sentir ardere l’amore materno, di sentirmi amata da un angelo, ho installato in me la grandezza del dono”. La genitorialità non va rincorsa e artigliata, violando e stravolgendo la natura, non rispettando, non tanto i protagonisti attivi, quanto chi verrà catapultato nel mondo e non ha voce in capitolo. Ami e vieni ricambiato/a? Non basta? Il puzzle dell’anima è un incastro perfetto e quello “biologico” no? Quindi? Allora? Il ventre accoglie gameti o ovuli acquistati come surgelati in un negozio “Bio” e quel che si smercia per gioia, in realtà, nasconde egoismo!!! Affittare, donare, forzare il destino a riscrivere pagine già scritte, per quanto mi riguarda, è deturpare l’amore … Figli “creati” per l’esigenza malsana di volerli partorire ad ogni costo, uteri in prestito per mordere una paternità diversamente negata e, al centro, creature che un giorno, guardandosi allo specchio, accarezzando tratti “diversi”, non potranno non desiderare di ritrovare le proprie radici. Vuoi sentirti chiamare Mamma o Papà? Lo comprendo, chi non lo vorrebbe! Esiste una via diversa da percorrere, non dico più semplice, perché la burocrazia incancrenisce tutto ciò che sfiora, ma, indubbiamente, tappezzata di scaglie d’anima, quella dell’adozione. Aprire le braccia a chi è già nato, e le brama, è diventare genitori due volte! |
Post n°16 pubblicato il 28 Febbraio 2016 da ASIA1929
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Post n°15 pubblicato il 24 Febbraio 2016 da ASIA1929
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Post n°14 pubblicato il 20 Febbraio 2016 da ASIA1929
Avevo paura e ne ho ancora quando ci ripenso. Ti addormenti mai la sera chiedendoti cosa sentivo? Quali misteriosi colori nascondevo nei sorrisi, mentre abbassavo la testa? Quando hai preso le tue cose e sei scappato, come ti sentivi? Io vorrei correre più veloce del vento che ti attraversa i pensieri e raccogliere i fiumi di inchiostro fermi nelle mani, tra le cartilagini dei secoli, in attesa del tuo gesto.
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Post n°13 pubblicato il 08 Febbraio 2016 da ASIA1929
Lo siamo stati, piccoli, indifesi, spensierati o intimoriti, pronti a tuffarci, senza indugi, tra le braccia degli adulti, giganti buoni il cui unico dovere è (o dovrebbe essere) amarci, accompagnarci, proteggerci … Lo diventeremo, stanchi, ricurvi, lucidi o confusi e, ancora una volta, indifesi, nuovamente bambini, costretti ad affidarci alle “premure” di chi ha ancora le energie per gestire una quotidianità in cui non cadano, mai, ombre sulla dignità. L’alba e il tramonto, l’inizio e la fine, fette di vita agli antipodi, con in comune un grande denominatore, la fragilità, il non poter tenere tra le mani un timone o far valere la facoltà di quando e come affrontare una virata! La coscienza, i valori che trovano riparo in ogni animo pulito, il donare amore, come pioggia che nutre la terra, che offrirà i frutti che ci sapranno nutrire, dovrebbero essere sinonimi di certezze, serenità e gioia … invece … Nei “giardini” dell’infanzia accade che i boccioli vengano trafitti dalle spine, nelle dimore che accolgono chi avanza con gli anni, l’inservibilità di un corpo sfatto, soppianti la vecchiaia che trattiene saggezza ed, ancora, negli istituti per chi bambino lo era e lo resterà, la diversa abilità venga smerciata per stupidità, demenza ed inutilità. Pistoia, San Costantino Calabro, Roma, Pavullo nel Frignano, Prato, Palermo, Revere, Pisa … il giro d’Italia degli orrori! Indifesi, aggrappati alla dolcezza o ghermiti dalla durezza, ingurgitati da un silenzio che ha voce solo quando le violenze restano impresse e valicano mura assassine. L’indicibile rimbalza tra le pagine di cronaca, macchia spazi televisivi e web, percuotendo la sensibilità di chi, come me, deflagra di rabbia nell’avvertire impotenza. L’orrore diventa passato, graffia il presente e s’incammina verso il domani, indisturbato, protetto da una privacy che dovrebbe andare a farsi benedire … a farsi FOTTERE ! Eh, già!!! La privacy, la tutela illogica di spazi comuni, di rapporti umani che non hanno nulla da nascondere, perché l’affetto e il rispetto non necessitano di censura. La “videosorveglianza”, semplice, immediata, economica, con accesso garantito soltanto a genitori, figli o parenti autorizzati, adeguata a garantire l’incolumità dei più deboli, la sola soluzione. Le telecamere, immagini visionabili in tempo reale, messe a disposizioni non di chiunque, va sottolineato ripetutamente, ma degli affetti più cari, non sono un G.F. a reti unificate, non ammanettano i movimenti di chi insegna o assiste, non ledono il privato ma rilevano un ineccepibile operato. – Male non fare, paura non avere! – Chiunque si oppone, ad una libertà chiesta a gran voce, non ho dubbi, ha sfumature cupe da nascondere … |
Post n°12 pubblicato il 02 Febbraio 2016 da ASIA1929
Amo la fotografia e spesso quando non ho con me la macchina fotografica uso il cellulare ed è proprio con quest’ultimo che ho scattato due delle più belle foto mai scattate prima, non perché gli altri scatti siano brutti, tutt’altro, ma questi sono speciali, perché speciali sono i bambini che ho fotografato.
E’ impossibile non commuoversi nel guardarli. Non conosco il loro nome, lui , il bambino,avrà l’età di mio nipote, all’incirca cinque anni ed è un piccolo non vedente, sta abbracciando una meravigliosa bambina di circa tre anni, anche lei nata con la sua fragilità. Il piccolo le tocca il viso con delicatezza, l’accarezza incuriosito e, con le sue mani, cerca di entrare il più possibile nel mondo della bambina. Lei, seduta nel suo passeggino, non potendo ricambiare il suo abbraccio come vorrebbe, parla con i suoi occhi ed il suo sorriso. I suoi splendidi occhi azzurri ricordano il cielo che la ama in modo speciale e che l’ha mandata qui sulla terra per rammentare a tutti noi che ogni creatura giunge per insegnarci qualcosa con il suo spontaneo desiderio di entrare l’uno nel mondo dell’altro, ci apre il mondo delle cose vere. Mentre fotografo questo momento sacro, percepisco con emozione che sto assistendo a degli abbracci veri e ad una curiosità ben incanalata. Gli abbracci veri sono quelli fatti per far nascere dialoghi d’affetto e la curiosità ben incanalata è quella fatta allo scopo di scoprire il dono che c’è per noi, nella vita degli altri (e viceversa,ovviamente). Siamo così abituati a nascondere le nostre fragilità, che può diventare un problema anche un vestito che non copre abbastanza bene la pancia che lo specchio sadicamente ci mostra. Siamo così addestrati alle risposte di circostanza, che alla frase “Come stai?” rispondiamo in automatico “Bene”, anche se quel giorno vorremmo piangere sulle spalle di qualcuno. Tu pensa se al mondo fossimo tutti come questi due bambini; fiori di rara bellezza che, spontaneamente, si avvicinano l’un l’altro per conoscersi e toccare le reciproche vite, abbandonando per sempre le nostre fragilità. |
Post n°11 pubblicato il 27 Gennaio 2016 da ASIA1929
Vorrei poter dire che cos’è il dolore, non già per una vita cara che si spegne seppur all’improvviso, seppur ingiustamente, ma per la morte dell’anima e del giudizio, l’oblio della coscienza di una moltitudine, un raptus di follia disteso attraverso gli anni in attesa di giustificazioni impossibili. non quella che consuma il corpo ma la psicosi che lascia indifferenti al male annidato nel nostro animo; quella paura atavica del non conosciuto che segna lo straniero come alieno e non riconosce un fratello senza mostrina. non quella momentanea, ma esistenziale che porta gli uomini a imbracciare le armi, che spinge all’ignoranza e alla follia, che non permette la conoscenza reciproca e rende il mondo un labirinto di dubbi, lasciando cicatrici per sempre incurabili. ma apprendo il male da libri e poesie, e non rispondo alla domanda per reticenza, perché ben so che non è uomo e lo è più di molti allo stesso tempo e a vivere nella speranza di poter raccontare. è la nostra rete di sicurezza nella storia, che ci ferma prima di cadere troppo in basso; vorrei poterlo dire, ma l’odio non conosce tempo e lo ferma solo il pianto quando ormai è troppo tardi. con le mie parole troppo deboli, conscia di non poter alleviare il ricordo dell’atrocità protratta con metodo. non posso fare niente per dire ciò che è stato, ma riflettici ugualmente, per te, per chi ti è caro, per l’umanità in bilico e senza quiete. |
Post n°10 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da ASIA1929
I pensieri, resi liberi perché affidati ad un dialogo, nell’incontrare l’improduttività del non ascolto, la pochezza del non voler ragionare sul loro contenuto più vero, quando nascono in persone come me, trovano il silenzio, quella morte che sopraggiunge dopo un’agonia inutile, offerta solo al tempo. È giusto così, per non incorrere nell’assurdità di uno sforzo vano, per dar senso pieno al vivere che, diversamente, continuerebbe a clonare, ciclicamente, la stessa inesattezza. L’immagine della propria anima evade dall’anonimato quando attraversa lo sguardo e si tuffa in uno specchio, quando ciò che viene riflesso non cessa di esistere nell’istante in cui svanisce … è un dato di fatto! Quel che si osserva, l’io, la parte più celata e autentica, che dovrebbe tirarci le orecchie prima di scivolare in un errore, spesso viene ignorato o accertato ed ucciso. È fastidioso scrutarsi senza veli, accettare il faccia a faccia con debolezze e pecche spacciate per valori o scelte di vita scrupolose e, assolutamente, essenziali. Lo specchio, visto come un acerrimo nemico, è solo e semplicemente un’opportunità di crescita, di trasformazione positiva, di sterzate che avvicinano a chi ci sopporta a stento, per bontà innata o per dovere, sfumando la solitudine. Convincersi che si è soli o in compagnia di pochi per scelta, perché particolarmente selettivi, talvolta, è una balla, confezionata in maniera maldestra e sparata a “pressione”. Tronfi, refrattari ad accogliere l’essenza di ciò che si è, si finisce per domiciliare il deserto! Gli specchi distorcono la realtà e, come in una fiaba monotematica, per qualsiasi domanda esiste un’unica risposta: “Sei tu il/la migliore”. Chi dichiara di amare, ed ama sul serio, non può spingere alcuni a specchiarsi in quelli autentici ed altri in quelli di legno … Il “bene”cammina sotto braccio alla verità, alla sincerità che impedisce di spalleggiare il contrario, al desiderio di non isolare chi non guarda oltre il proprio microcosmo, proclamando la propria perfezione. Poche cose sono pruriginose al pari dei soggetti che se la cantano e se la suonano, ammazzando il prossimo con una saccenza di carta pesta! Studiarsi e non bardare a festa sfumature pesanti, scendere dal piedistallo per una doccia di umiltà, non mortifica o sminuisce, rende meravigliosamente difettosi ed amabili |
Post n°9 pubblicato il 13 Gennaio 2016 da ASIA1929
Il parcheggio di un supermercato, una Fiat Brava blu e, al suo interno, un corpo senza vita … Il principio di un giallo? Il prodotto della penna di uno scrittore emergente che intende “trattenere” il lettore? Purtroppo non lo è … Giovanni aveva 72 anni e da tempo, ostaggio di 400 euro di pensione, non potendo più permettersi un alloggio dignitoso, aveva trasformato una stanca utilitaria (per la quale, nonostante le ristrettezze e il non spostarla più, pagava regolarmente l’assicurazione) nella sua nuova casa. I disagi, e non ha senso elencarli, non gli hanno vietato di stringere in pugno la dignità per rendersi sempre presentabile o fiaccato la dolcezza che chiunque riusciva a cogliere, eppure, senza pietà, hanno intaccato la corazza che lo teneva saldo alla vita. Dove collocare tanto orrore? In un Paese non raggiunto dal progresso? Refrattario alla legalità o moralità? Sfigurato dalla guerra? Nel cimitero dell’altruismo? No, assolutamente No, proprio a “Casa Nostra”! La grande famiglia italiana, quella composta da tanti, troppi poveri disgraziati che, pur scivolando nelle sabbie mobili delle privazioni, fanno piccola beneficenza (la sola che sono in grado di fare) inviando un sms o dividono una tiepida miseria, impiattata con un sorriso, nulla ha potuto per impedire che il gelo dell’inverno rallentasse i battiti del suo cuore, fino a spegnerlo. La sensibilità, la comprensione, l’esigenza reale di far cessare un raccapriccio senza pari, non hanno potere … Quanti “Giovanni” hanno lavorato tanto per arrivare a godere del niente, pagato cordate di tasse, spesso nemmeno comprese, vissuto nel rispetto di regole, talvolta, nemmeno uguali per tutti? Nessuno, ne sono certa, può dire di non conoscere almeno uno! Scovati, spremuti … dimenticati! È mai possibile, in uno Stato che ha preteso una condotta ineccepibile, diventare trasparenti? “Genitori” assenti o presenti in maniera inadatta, che spendono e spandono, noncuranti delle esigenze della carne della propria carne, dispensatori di sorprendenti miracoli solo quando si tratta di recuperare risorse per dei perfetti sconosciuti. Impedire che Giovanni morisse per strada NOOOO … Vitto e alloggio, gratuiti, per chiunque approda con un gommone SIIII! Un grande e magnifico Paese, il Nostro! È semplice, per essere notati basta arrivare via mare … Chi mi segue? Si sbarca in Puglia!!!! |
In questi giorni , un'appiccicosa inquietudine mi cola dal cervello per raccogliersi nel mio petto, e finisco col trascorrere intere giornate oscillandomi tra un sentimento e l’altro. Lei, la madre di mio marito ha deciso di lasciarsi andare, di morire e l’ho capito ancor prima che il medico aggiungesse le solite frasi di routine sul quadro clinico che dicono in certe circostanze e a tal proposito mi viene in mente una frase di Gabriel Marquez, tratta da “L’amore ai tempi del colera”: “Ognuno è padrone della propria morte e l’unica cosa che noi possiamo fare, arrivato il momento, è aiutarlo a morire senza paura, né dolore”. La guardo nel letto e non posso non pensare ai mesi trascorsi, alle alternanze di umore tra negazione, rabbia e rassegnazione, fino ad ora, fino a dire basta. Dirce, questo è il suo nome, fa parte della generazione che è sopravvissuta alla guerra, delle bombe che cadevano sui rifugi, della fame e della paura per suo marito, staffetta partigiana del commando di Modena, che operavano sull’Appennino Emiliano. Sto cercando di prepararmi alla sua partenza e di aiutarla come posso ad andarsene, ma sempre più spesso In questi giorni mi chiedo quanto coraggio, ma soprattutto quanta fede serve per riuscire a sopportare da parte sua tanto dolore e da parte nostra accettare che una persona se ne vada via per sempre mentre il suo corpo si spegne come un lumicino nella notte. Purtroppo, non sono ancora così pronta nel riuscire ad accettare “serenamente” questa "sofferenza ed assenza” Non lo sono stata con i miei genitori e sento di non esserlo nemmeno questa volta. Io mi scuso con Dio, ma spesso continuo a chiederGli : PERCHE?
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Inviato da: Dovere_di_vivere
il 23/09/2021 alle 18:52
Inviato da: cassetta2
il 26/05/2020 alle 18:26
Inviato da: coluci
il 17/10/2019 alle 11:52
Inviato da: cassetta2
il 02/08/2019 alle 09:33
Inviato da: ASIA1929
il 24/03/2019 alle 02:45