Creato da Signorina_Golightly il 23/06/2014

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Applico alla vita i puntini di sospensione...

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Messaggi di Maggio 2020

20,16

Post n°1007 pubblicato il 30 Maggio 2020 da Signorina_Golightly

Con la fine del lockdown casa dei miei è tornata agitata, e io un po' mi ci trovo stretta.
E' tornato un luogo di andirivieni ed è evaporata l'atmosfera adatta al rimanere.
Dal canto mio fatico a capire come si riprende la vita. Non so dove andare né come. 
Non so più cantare. La voce esce debole, poco intonata, incerta. Se ci penso sono 3 mesi che non lo faccio. Che mi aspettavo?
In questa casa tornata un porto di mare non c'è un angolo per il mio yoga, che è il mio primo passo quotidiano per iniziare le mie giornate con l'equilibrio che mi rassicura.
Con la gente che ha iniziato ad andare in giro mi sono detta "ecco, ora lui riprenderà a fare giri e cose divertenti con lei. La porterà ai concerti, alle sue conferenze e chissà che altro". 
E, non so perché, mi è tornato in mente quel momento in cui sofferente mi disse che quel che c'era in lui per me non avevo idea di quanto valesse, di quanto fosse difficile da trovare, di quanto fosse grande e forte, mentre io lo sminuivo, a sentire lui. 
Grande, forte, prezioso... Mi diceva che gli stavo facendo fare la fine del mio primo ragazzo, costretto a uccidere quel che sentiva per me.
Si può davvero distruggere con la volontà l'amore? 
Penso di no, penso sia solo molto d'effetto da dire.
Lui, lei, il ringraziamento in mondovisione alla sua musa, l'anello, la casa insieme, i viaggi insieme...hanno fatto in metà anno quel che per i miei tempi personali si fa in 5 anni. Forse perché io continuo percepire il mio tempo come quello di una ragazza. Da adulti si corre di più, pare: si sa quel che si vuole, si hanno i mezzi, una carriera avviata, non si vuole perdere tempo prezioso.
E il mio tempo ora dov'è? Chiusa in casa per questa generica paura senza incontri affollati, senza neppure una colazione al bar, senza street photography.
Riapriranno i musei. Magari cercherò di ripartire da lì, ma con tanta paura, perché i mezzi pubblici adesso mi terrorizzano. 
Un ragazzo con cui non c'è particolare dialogo né feeling voleva incontrarmi per un caffè, ma io non ce l'ho fatta. Bar? Mezzi pubblici? E 3 mesi di tuta. Sono passata dall'inverno alla tarda primavera, e lo so che suona incredibile, ma non so vestirmi. E' così ogni anno: ogni anno dimentico come mi vestivo la stessa stagione la volta prima; cancello tutto. Così arriva l'estate e non so più vestirmi, non so che cosa mi dona e che cosa no, non so che scarpe stanno bene con cosa. Mi pare di disimparare anche a camminare su non altissimi tacchi né zeppe. E quest'anno è peggio perché si aggiunge anche quel che per me non è mai stato difficile: uscire.
Finisce che rimango in casa con i miei pensieri pesanti. Mentre io vorrei mettere qualcosa di carino per sentirmi leggera e uscire planando lieve.

 
 
 

11,34

Post n°1006 pubblicato il 29 Maggio 2020 da Signorina_Golightly

Il mio ufficio sta riaprendo e i capi stanno uscendo dal letargo. Morale: ancora a casa ma con un mare di lavoro da smaltire. Sono le 11,30 e ho già fuso.

Niente, serve l'artiglieria pesante.
Alessandro Barbero pensaci tu!

E si va di caffè e podcast del barberino su spotify.

PS: poi finisce che pubblico il post e decido di sentire com'è l'ultimo disco di Diodato.
Per dire la coerenza...

 
 
 

12,57

Post n°1005 pubblicato il 26 Maggio 2020 da Signorina_Golightly
 

Se davvero in un giorno imprecisato di giugno dovrò riprendere a lavorare dall'ufficio, mi mancheranno le tante ore di sonno guadagnate,  il silenzio, l'agio della tuta, il potermi alzare per riposare quando mi va. E ascoltarmi in santa pace i podcast spotify di Alessandro Barbero.
Oggi ho sorriso perché una mia cara amica che si sta finalmente lanciando nella creazione di un blog di viaggi, nella chat di gruppo voleva il parere delle 2 scrittrici. Ché solo sentirmi dire che qualcuno mi associa a questo mi fa felice. Tanto che ora penso che potrei perfino superare la pigrizia degli ultimi tempi e prepararmi il risotto con le fragole.

 
 
 

11,36

Post n°1004 pubblicato il 25 Maggio 2020 da Signorina_Golightly
 

Mi sento rassicurata dopo un fine settimana leggermente inquieto.

Mi sentivo diversa, in termini di ricettività sensoriale, rispetto a come mi ero sentita  dall'inizio di questa mezza convivenza con la mia famiglia. Temevo di tornare quella di prima, tutta ragione, ansie per il futuro, iperattività. La milanese imbruttita che "fa cose, vede gente", che cerca stimoli continui salvo essere sempre insoddisfatta, iper-razionale, o come direbbe la mia psycho "troppo cognitiva". La me di prima che non sentiva niente, eccetto rabbia e frustrazione.

Ne parlavo ieri con una mia cara amica, finalmente di persona! La prima volta dopo mesi che vedevo una persona cara oltre la mia famiglia stretta. Credevo di essere sola in questo. Invece anche lei non vuole saperne di tornare alla vita di prima, a quella normalità cui, a sentire la tv, sembra che aneliamo tutti. Io, lei, chissà quanti, non vogliamo la vita di prima, ma una vita nuova che faccia tesoro delle scoperte forzate dell lockdown. Tornare a stare insieme ma senza riempire l'agenda, senza correre, senza fame compulsiva di esperienze e cose, conservando l'uovo di colombo che ci si è rivelato in questi mesi: la bellezza del tempo lento per noi.

Ne abbiamo discusso nel corso di una passeggiata tra i campi, col suo cane al seguito e, sinceramente troppa troppa gente in gruppo. Con mia sorpresa ho liquidato con lei l'argomento F. in un dieci minuti. Non di più. Lei è convinta che le nostre esistenze siano cicliche e che certi lati oscuri che ci appartengono difficilmente vengano rimossi nel profondo. Insomma, a sentir lei la nuova fidanzata prima o poi avrà con lui gli stessi problemi che avevo avuto io. Crede che sia un uomo affascinante sì, ma autoreferenziale: non cambia se stesso. Piuttosto cambia ragazza. Fine del discorso con lei.

In uno dei fazzoletti di terra che abbiamo attraversato, punteggiato di balle di fieno, ho individuato lo scenario perfetto per un servizio fotografico per me e mia sorella. Mi ha entusiasmato molto quella vista, e spero di poterci andare con lei settimana  prossima, armate di bei vestiti e un telo da stendere sul prato.

E la mia paura di stare tornando arida? Lo capivo anche dal mutare dei miei sogni notturni: non più moti dell'animo ma nuovamente preoccupazioni di tipo pratico, grigia quotidianità. Lo capivo dal ritorno delle piccole liti in famiglia.

Ce l'ho ancora quel timore, perché nel fine settimana, prima volta  dall'inizio della mia crisi, non avevo né scritto né disegnato. Nulla.

Qual è il modo migliore per far passare una paura? Affrontarla.

Stamattina, con poca ispirazione, ho acceso il pc e aperto il file della storia che sto scrivendo. E semplicemente ho scritto. Le parole venivano. Ne sono contenta.

 
 
 

La gita a Firenze

Post n°1003 pubblicato il 22 Maggio 2020 da Signorina_Golightly
 
Tag: Dreams

Sono in macchina con D., l'ex-ex-ex nefasto, e la sua nuova fidanzata. Loro davanti e io dietro. Si va a Firenze per una visita culturale, come fanno loro spesso.
Io mi sento come in una triangolazione, dove ci sono lui, la rivale e poi io che tento di diventare la sua lei. In realtà, un po' perché sono seduta dietro, un po' perché loro più grandi di età e tanto perché hanno una complicità dalla quale sono esclusa ma sono comunque accondiscendenti con me, mi sento quasi la loro figlia. Lo percepisco pur sempre come qualcosa, ma io voglio essere la donna del cuore di D.!
Arriviamo di sera e mi trovo all'ingresso di un ristorante con una grande tavolata che ci attende, ma loro mi lasciano indietro: li perdo di vista subito. Entro nella sala da pranzo e il tavolo è ancora deserto, ma riesco ad individuare su quali sedie loro hanno lasciato le loro borse e giacche per prendere posto e mi ci metto vicino, accanto a lui.
Con immenso disappunto mi accorgo che loro non torneranno più. Io sto con gli altri commensali e di notte mi trovo in compagnia di alcuni di loro di cui non ricordo nulla, a parte che è come fossimo in una specie di gita scolastica. 
Il mattino dopo usciamo per Firenze e mi imbatto in D. e la sua fidanzata che girano per la città. Mi salutano frettolosamente e continuano la loro passeggiata senza più coinvolgermi. Io pure continuo con i compagni di gita con sguardo rapace: voglio assolutamente incontrarli! Lui mi deve dare attenzione!
Poi ho l'immagine che avevo già avuto in un altro sogno: una Venezia orribile, finta, con colori sparati, e tanta, troppa acqua che sembra candeggina.
Fine.

PS: mi sa che io a Venezia non vorrò tornare per molto molto tempo...

 
 
 

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