Altrove

9,26

Se ne stava pigramente accasciato, bruciato dagli affanni di una mattina agitata, che non era neppure la sua di mattina. Era stato destato di soprassalto dal sonno e strappato al suo sicuro rifugio scatolare, accanto ai fratelli da quell’aroma per lui familiare. Non si era mai fidato di quell’uomo opaco, piuttosto brutto e ormai vecchio, che per sopportare l’indifferenza che suscitava nel genere femminile trascorreva ore in macchina a motore spento a parlare d’amore a Tiziana, Luisa, Marina…ma il conto, l’aveva notato, l’uomo non lo perdeva mai. C’era metodo.

Ogni tanto dal suo rifugio sicuro sentiva che le parole non erano d’amore: qualcuno dall’altro capo del telefono piangeva, poteva sentirlo bene. Sempre donne. Per una Tiziana a cui l’uomo sussurrava dolcezze c’era una Silvia che il tizio liquidava freddo. Lui ancora accanto a suoi fratelli rifletteva su quanto fosse strano tutto questo sviluppo di amori a motore spento, rinchiusi in quell’abitacolo. Si chiedeva che ne fosse di loro fuori da quella macchina.

Poi si accorse che l’uomo opaco interruppe l’ennesima telefonata dell’ennesimo giorno uguale ai precedenti. Sembrava soddisfatto. Si ripeteva ad alta voce che il bottino era in media: una deliziosa nuova entrata tra i commenti pubblici sulla sua anonima pagina internet, tre corrispondenze private in intensità crescente, una in pieno acme, una (questo non gli piaceva) troppo abbottonata per i suoi gusti, quattro con cui erano iniziate le telefonate, una con cui aveva avviato l’allontanamento e una con cui aveva rotto e che da ore gli scriveva parole d'odio che erano quelle che gli davano più godimento: a tanto odio doveva corrispondere tanta passione per lui. C’era sempre la preferita del momento cui dava le maggiori attenzioni per il tempo di orientarsi tra quelle coordinate in continuo movimento: non doveva mai rimanere a secco, mai! Come la sua macchina. Sarebbe stato da sciocchi perdere una preferita prima di averne individuata un'altra idonea. Come la sua macchina.

Nell'osservare l'uomo, capì che stava per toccare a lui; lo sentì rovistare in tasca per estrarre distrattamente una sigaretta dal pacchetto. L’uomo l’aspirò senza piacere, gettandola fuori dal finestrino prima di avviare il motore.

Il mozzicone bruciacchiato atterrato sull’asfalto accanto ad un cestino dell’immondizia pensò che insieme a tanti amici mozziconi avrebbe potuto comporre uno splendido mosaico ora che finalmente non doveva più assistere a tanta miseria umana.

 (Dalle prime 3 parole di 3 pagine a caso del...MIO libro: MACCHINA, PIGRAMENTE e MOSAICO)

Provarci

La vita per i single su questa piattaforma è davvero difficile. Soprattutto per quelli annoiati dalla pandemia che dove lo trovano qualcuno da conoscere in isolamento? Restano tinder, facebook, instagram e libero, ovvio. Tinder è ottimo per gli sfacciati, instagram per quelli che cercano il tipo fisico ideale, facebook per i generalisti. E per chi ha più voglia di introspezione c’è il blog.

Genoveffa, single (per forza, con quel nome), naviga felice tra i blog che la incuriosiscono e intanto cura il suo di blog, come un bel giardino che attira le api impollinatrici, poi incontra Eustachio, ches embra un tipo interessante ma si imbatte immantinente in Lavinia che le rivela che Eustachio è sposato, e così Genoveffa lo depenna e si guarda Grey’s Anatomy in tv. 

Vannozza, sempre single eh!, è da tempo che legge con curiosità crescente il blog di Evaristo e pian piano riesce ad ottenere di scriversi in privato, ma poi compare Ermelinda che l’avvisa che Evaristo è sposato. E va be’, pazienza, per una storiella da due appuntamenti e via non crolla mica il mondo se è sposato: mica voglio fare la fine di Genoveffa! (Si conoscono tutti qui).Rifiuto il consiglio e vado avanti. E no, bella mia, l’ammonisce Maria Catena, Evaristo è mio! Perbacco, come è tuo, ma sei la moglie? No, però sono moglie, sì. In che senso? (Avete presente Verdone?) Nel senso che lui è sposato ma con quell’arpia della moglie è infelice e io pure sono sposata e infelice e tra noi due qui c’è qualcosa. Ah, vi frequentate? Sì, frequentiamo i nostri blog. E di nuovo: ma in che senso? (sempre Verdone) C’è un legame tra noi. Fate bondage? No, non ci vediamo, mica possiamo fare bondage. Che, non trombate??? Quanto sei arida, Vannozza, tra noi c'è molto di più che del volgare sesso. Ho capito ma allora io perché non ci posso provare? Perché? Te lo spiego subito: perché ti ho scritto un commento nel blog, ora siamo amiche e ad un’amica non puoi metterlo in quel posto se no sei una brutta persona. Sto regolamento mi pare un po’ una cazzata, va be’. Game over.

Gertrude, single, conosce Nino, forse libero (come fa a verificare qui?), che la nota nel blog di un’amica. Lui la legge, lei lo legge, lui la rilegge, lei lo rilegge, un commento da lei, un commento da lui. Gertrude pensa: pare un homo sapiens, magari non ha neppure 200 anni, forse (forse) si lava e sembra legga libri. Quasi quasi… Ma Gertrude non ha fatto i conti con Animalia, la donna misteriosa che ammalia: non ha un blog, ha solo un profilo con un unico amico, lui. Praticamente ci ha pisciato sopra come i cani: è roba sua. Il metodo è collaudato dai migliori mafiosi di Caracas (esistono?): Animalia, la donna che ammalia, non ha bisogno di parlarci con Gertrude (povere cretine Maria Catena ed Ermelinda), basta la comparsata muta nel blog, come i bravi dei Promessi Sposi chè gli basta un solo sguardo per far capire che si è sotto osservazione stretta. Nino non capirà mai perché Gertrude non gli ha più scritto.

Esperanta è una… indovinate? Single. Lei si fa i fatti suoi, non va nei blog degli altri. Un giorno le scrive Terenzio, il giorno dopo ancora e poi ancora e ancora: le dice che a 56 anni non ha mai baciato una ragazza e che vive con la madre, crede nell’amore eterno, sciagurati i lussuriosi e lei può stare tranquilla: su libero non ha amiche. Esperanta chiude il blog e cambia profilo.

Ermenegilda (cugina di Esperanta), single (ma va!) ha finalmente conosciuto l’uomo dei suoi sogni, Lancillotto. E’ perfetto per lei. Si sentono al telefono, si capiscono, si commentano. Lui ha avuto le sue esperienze con le donne (evviva, ci sa fare!), è profondo e ha le prove che non è impegnato (la storia di come abbia pagato cartomanti e investigatori privati è uno spin off di cui non è importante parlare ora). Mentre Ermenegilda pregusta la dolcezza di come sarà il loro primo incontro (al lago? In un bar cittadino? In riva al mare? Osa: magari direttamente in motel!) riceve il commento di Costantina, una blogger mai vista prima che ha tra gli amici di blog proprio Lancillotto. Poiché Ermenegilda conosce oltre a sua cugina Esperanta anche Gertrude, Genoveffa e tutto il seguito, acutamente presagisce: oh cazzo!

Costantina, non mi dire, Lancillotto è tuo? No. E’ sposato? No. E’ fuori di testa? No. Meno male, mi stavo preoccupando. E fai bene a preoccuparti: si sente contemporaneamente con 458 donne (forse anche qualche trans visto l’alto numero), vi promette le stesse cose ma non ha intenzione di incontrarsi con nessuna di voi perché gli basta vedervi pazze di lui qui per essere soddisfatto, anzi meglio se incarognite lottate nel fango tra di voi per il suo amore. Si sollazza oltremodo vedendovi mentre vi strappate i capelli tra voi. Tanto lui tromba a km zero con le compaesane.

Ermenegilda decide di lasciare libero e prendersi un cane.

Qual è la morale di queste storie?

Niente, che è meglio aspettare la fine della pandemia e provarci col primo che si incontra alla cassa del supermercato.

(Impresa fallita: ne ho scritti due. Shame on me)

10.30

Gatto è privo di grido eppure grida se gli serve; sa usare sapientemente il suo morso dosando la presa e la rapidità. Un lento accenno di dentini, per un umano un essere sfiorati, è una richiesta di attenzione giocosa; una dentata appena più incisiva e veloce, ma non abbastanza da far male, è un avviso: fa attenzione, stai facendo o non stai facendo qualcosa che non mi sta molto bene.

Un morso forte, netto e celere è un grido.

Fortunatamente per lo più Gatto non ne ha bisogno, e di solito avanza tranquillo per il ‘suo’ appartamento ora spingendo la pallina che rilascia ghiottonerie ora all’arrembaggio per qualche marachella ora correndo verso il suo pranzo che non dovrebbe fare ma che lui ha deciso gli spetta dopo aver scoperto che gli umani a metà giornata lo fanno. E, siccome è un attento osservatore, ha pure scoperto che gli umani fanno lo spuntino di metà mattina e la merenda, e lui da bravo sindacalista quale è non ci ha messo molto a rivendicare i suoi diritti di uguaglianza.

Deve pur sempre movimentarsi un po’ la vita, mica può essere sempre un peluche.

(Usate le prime tre parole di tre pagine a caso di I Fiori del Male: grido, avanzare e pranzo. Ps: di I Fiori del Male non ricordo nulla a parte lo spleen)

EVVAI!

Tutto regolare: l'impresa comincia tra due ore.

Impresa

E' così.

Da domani e almeno fino al 31 Maggio devo scrivere un post al giorno. Uno, non due, non tre, non dieci, pure se sono in eccesso di pensieri, pure se strabordo, no!, uno.

Lezione: imparare il contenimento, la misura, non alimentare l'esagerazione

Quell'unico post deve tassativamente parlare di altro da me. Non quel che penso, non quel sento, non quel che faccio, non quel che temo, non quel che spero. Niente disegni miei, niente fotografie mie, neppure la musica che mi piace, zero. Io devo scomparire e deve emergere altro. Può essere qualunque cosa, un mozzicone di sigaretta, una farfalla, una persona triste. Non importa. Basta che non la riconduca a me. Occhio che io sono furba e potrei trovare dei trucchetti per nascondermi nelle parole.

Lezione: smettere di nutrire il mio già fin troppo ipertrofico ego per poter finalmente vedere gli altri, far loro spazio.

Il post deve essere scritto al computer, non al cellulare. Ok, su questo non potete sorvegliare, dovete fidarvi.

Lezione: obbligarmi alla disciplina (più comodo scrivere al volo col cellulare piuttosto che tirare fuori il pc) e a non scrivere la prima cazzata che mi viene in mente, stare meno on line.

Voi, miei cari e sparuti commentatori dovrete cazziarmi se devio dalla retta via.

Severi. Severissimi.

Devo cambiare testa. Non si può andare avanti così.

Fiduciosamente.

S.G.