Creato da Signorina_Golightly il 23/06/2014

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Messaggi del 02/01/2019

19.00

Post n°783 pubblicato il 02 Gennaio 2019 da Signorina_Golightly

Dal mondo dei blog, in fatto di uomini, mi è venuto tutto il male possibile (non così per l'amicizia, grazie a dio).

Uomini spietati e travestiti da agnelli che usavano il mio diario in cui parlo spesso delle mie debolezze, per scegliermi accuratamente come preda da sbranare.
Attenti, dolci, pieni di premure per me. Ah, quanto ci tenevano a scrivermi che soffrivano nel leggermi triste, a sapere il perché della mia psicoterapia. Sembrava proprio che non chiedessero niente di meglio che tirarmi su il morale. E mi riempivano dei complimenti di cui la mia bassa autostima aveva bisogno. Per che ero "speciale", "pulita" e non so quale altra cavolata tiravano fuori.
Erano bravi: un lavoro paziente per carpire a poco a poco la mia fiducia, evitando accuratamente un approccio sessuale o superficiale e mostrando un "vivo" interesse per la mia anima (ché comunque poi facevano bingo dicendomi quanto fossi bella e altre amenità affini).
E poi sono state lacrime, durezza inflessibile, solitudine, bugie (quante bugie!), violenza o menzogna (a seconda del tipo). 
Nessuno, nessuno, a cui importasse di non farmi del male. Anzi, anche le fini sono state condotte in modo da distruggermi il più possibile, o con parole micidiali o (la palma) spegnendo l'interruttore, tirando giù le scenografie della recita di cui non sapevo di essere co-protagonista e sparendo con un'altra. Nessun avviso, nessuna spiegazione, ma in compenso una bella vetrina da cui poter assistere al nuovo spettacolo di lui con lei. Senza la minima preoccupazione di non sbattere in faccia a me che ancora non capivo che stesse accadendo, la nuova "felicità" per il nuovo connubio.
È l'ultima cosa che vorrei dire, per non dar loro soddisfazione, ma la verità è che mi hanno distrutta. 
E proprio non lo so se ce la faccio a risalire.

 
 
 

La punizione del narcisista (art. della dott.ssa Roberta Sava)

Post n°782 pubblicato il 02 Gennaio 2019 da Signorina_Golightly

Allora lasciatemi spiegare cosa significa essere narcisista con un esempio: immaginate di essere in mezzo al vasto oceano su una piccola barchetta che ha una falla dalla quale entra l'acqua. Per non affondare voi avete solo un piccolo secchiello, con il quale svuotate l'acqua con la stessa velocità con la quale entra. Immaginate di non poter mai smettere, di non potervi fermare neanche un momento per riposarvi. Pena la morte. Ecco. il narciso vive così. Che ne sia consapevole o meno.

Qualcuno ha paragonato il disturbo narcisistico a quello ossessivo compulsivo. Il narciso non può fare a meno di procurarsi il suo quotidiano rifornimento narcisistico e deve controllare che i suoi distributori di cibo (voi e le altre donne del suo harem), siano sempre disponibili e di scorta anche per il giorno dopo e quello successivo. Non può sopportare ferite al suo fragilissimo e grandioso ego; non può consentire al dubbio circa la bontà del suo agire, di insinuarsi; non può ammettere di avere sbagliato, non può vedere neanche la sua stessa fragilità. Non può rilassarsi, mai. Ogni attimo della sua esistenza è speso per rimanere costantentemente nell'illusione di stare sulla cresta dell'onda. Questo è un vero e prorio lavoro. Tutto deve essere gestito, controllato, architettato, pianificato affinchè gli altri gli rimandino costantemente immagini lusinghiere di se stesso. Questa parvenza di vita felice e di successo è l'unica che il narciso è in grado di vivere.

Ma non è tutto. Vi faccio un altro esempio. Immaginate di essere raffreddati e di non sentire i sapori, mentre state a tavola con altri commensali. Le portate si succedono le une alle altre, ognuna più squisita della precedente. Vedete intorno a voi tutti gli altri gustare il cibo e commentare sulle caratteristiche e sapori, mentre voi non sentite proprio niente. Vi sentite esclusi e sfortunati. I narcisi non sentono le emozioni. Le conoscono perchè ne sentono parlare, ma non le hanno mai esperite. Eppure tutti parlano in termini emotivi, ma a loro questo è precluso. Si rendono conto di essere indifferenti, di non sentire le cose come gli altri e di non poterci fare niente. Allora fingono. Recitano

Questa è la vita del narciso. Non vi sembra di per se una punizione?

 
 
 

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