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Messaggi del 25/06/2019

Indipendenza emotiva: Imparare a essere felici, aut. Giacomo Papasidero (parte 2)

Post n°926 pubblicato il 25 Giugno 2019 da Signorina_Golightly
 

Esercizio 

"sarebbe perfetto se lo facessi prima di andare a dormire.Quotidianamente, alla fine della giornata, ripensa alle situazioni che hai vissuto, agli episodi più significativi, alle nuove esperienze, magari a quelle situazioni che hai annotato nel tuo diario emotivo, specie se hanno saputo essere lo sfondo di emozioni negative. L’ideale è scrivere un elenco di quelle più importanti, selezionandole in base a quanto hanno catturato la tua attenzione. Dai la precedenza alle situazioni che hai raccontato agli amici, a quelle che ancora ti stanno in testa e a cui continui a pensare anche dopo ore. Una volta che le hai scelte,devi semplicemente scrivere tutti i risvolti positivi di ogni vicenda. È ovvio che se sono state occasione di rabbia,tristezza, delusione o altre emozioni negative, probabilmente non le hai considerate qualcosa di buono. Ma adesso devi, prima di andare a dormire, individuare cosa di positivo ti hanno dato."


"La verità è che sono spesso le vicende dolorose o difficili a segnare svolte fondamentali e positive nella nostra vita, anche se sulle prime facciamo fatica a comprenderlo. La realtà contiene molte più cose positive che negative, ma sta a te imparare a cogliere tutto quello che vedi"

"Le emozioni negative sono esattamente questo: dei segnali che ti avvisano di un problema, una minaccia, un errore. Però, non sempre questo segnale è appropriato e rispecchia cosa sta succedendo realmente; esso è spesso frutto di una visione delle cose imprecisa, superficiale o distorta. L’emozione negativa è un segnale che ti spinge a chiuderti, porta a uno stato di allerta, di diffidenza. Il segnale è chiaro: c’è un pericolo e anche se non hai ben in mente di cosa si tratta, anche se non sai come affrontarlo o cosa fare, di sicuro sei in uno stato di allerta per via di una minaccia. Qualsiasi emozione negativa dipende dalla paura. Paura di qualcosa che possa farti male. Il problema delle nostre emozioni negative è proprio questo: non capire cosa ci stanno segnalando."

"Le emozioni negative sono preziose come segnali, ma sono disastrose se le utilizziamo per prendere decisioni, perché in quel caso è la paura a dirigere le nostre scelte, e quando abbiamo paura tendiamo a vedere tutto in modo negativo,abbiamo una più scarsa capacità di affrontare i problemi e la visione della realtà diventa distorta."

 "L’emozione la crei tue se invece di pensare a come fare per risolvere un problema continui solo a pensarci, a vedere le conseguenze negative, a prospettarti i mille modi in cui tutto andrà male, continui a generare emozioni negative dentro dite, facendo sì che l’allarme non si possa spegnere. Non sono emozioni cattive, siamo noi che la usiamo malissimo."

 

"Sei tu stesso a costruire le tue emozioni negative e, invece di farle svanire appena le ascolti e capire che cosa vogliono dirti, le trattieni con te, creandole ogni giorno attraverso i tuoi pensieri, rendendoti la vita difficile."

 

"La felicità è apertura, disponibilità, e non possiamo provare un’emozione positiva e una negativa contemporaneamente. Poiché non puoi provare rabbia e allegria nello stesso momento, non puoi provare nemmeno felicità, quello che tutti noi cerchiamo,mentre provi un’emozione negativa. Perciò, questo tipo di emozioni devono essere un segnale che dura poco, giusto il tempo di comprendere e affrontare un problema."

 

"Tanto la realtà non cambia in base ai tuoi stati d’animo, per quale motivo dovresti stare male perle difficoltà che vivi? In realtà puoi essere felice mentre affronti i problemi, e uno dei peggiori errori che commettiamo è pensare il contrario,convincerti che lo potrai essere, semmai, solo dopo che li avrai risolti."

 

"E’ indispensabile scoprire dove stanno davvero i problemi che vivi, perché devi trovare una soluzione a questi, e non ad altri aspetti che sembrano importanti ma che sono secondari. Potresti cercare di comprendere se qualche tuo amico vivrebbe nello stesso modo questa situazione.Magari per te una telefonata che non arriva è un problema, per un’altra persona no. Se ti rendi conto che alcuni reagirebbero diversamente, senza trovarsi necessariamente in difficoltà per la stessa situazione che stai affrontando, comincia a chiederti per quale motivo tu la vivi in modo problematico."

 

"Esiste una regola più importante delle altre, che le influenza tutte e che è il vero punto di riferimento per stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Questa regola dice cosa ci renderà felici."

 

"Dobbiamo capire se quello che consideri capace di renderti felice può davvero farlo, altrimenti seguirai per tutta la vita indicazioni sbagliate e non arriverai mai a essere realmente felice. Per capirlo, per verificare questa tua regola, devi considerare una questione davvero importante: la sicurezza di essere felice.Cosa intendo? Voglio dire che la regola è giusta se ti offre la certezza che, seguendola, sarai felice."

 

"La certezza della felicità, basata su queste tre caratteristiche (dirti cos’è giusto, essere stabile, essere solido), è il solo modo per capire se, effettivamente, le tue regole ti danno la risposta giusta."

 

"Un vero tesoro deve essere solido, ma le persone non lo sono. Innanzitutto ognuno di noi è mortale,e prima o poi dovremo lasciare questa terra e coloro che, magari, hanno fatto di noi il centro della propria vita."

 

"Ma, tra tutte, la regola più dannosa e totalmente sbagliata è quella che ti dice che a renderti felice sarà qualcosa o qualcuno. Credere che la felicità venga dall’esterno è sempre e totalmente sbagliato. È una regola che tutti, o quasi, condividono, forse anche tu, ma è falsa, non ha niente a che vedere con la realtà. Niente e nessuno ti potrà mai rendere felice. Poiché niente o nessuno può creare le tue emozioni, che sono sempre e solo una tua diretta ed esclusiva responsabilità,allora niente e nessuno può renderti felice. Niente e nessuno può farti provare rabbia, sofferenza, gioia, allegria,abbandono o disperazione. Ogni stimolo passa da te, sei tu che decidi, in base soprattutto alle tue regole, cosa provare."

 

"Niente di quello cheti circonda ha le tre qualità che ti ho elencato prima: dirti cos’è giusto,essere stabile, essere solido. Quindi niente può darti la sicurezza della felicità."

 

"Quando credi alle regole che ti indicano che una persona speciale, i tuoi amici, i figli, la famiglia, o anche la salute, i soldi, il lavoro o la casa, il successo, l’approvazione degli altri saranno fonte per tedi felicità. Tutte queste cose potrebbero finire all’improvviso. Non hai certezze su cosa succederà, non hai la sicurezza che sarai felice domani, o tra dieci minuti, non c’è l’hai perché ciò in cui la cerchi è instabile e non ti offre garanzie; scatta così la trappola peggiore,quella che in teoria dovrebbe tenere tutto sotto controllo per assicurarti questa felicità, ma che in realtà diventa il vero motore di ogni tua emozione negativa: le pretese."


"La pretesa ha due caratteristiche fondamentali: scatta ogni volta che le cose sono fuori dal tuo potere,perché cerchi di controllare qualcosa o qualcuno, e produce sempre un’emozione negativa, perché la conseguenza più logica di una pretesa non soddisfatta è la rabbia, o la tristezza, o la delusione.

Una pretesa è qualcosa di cui hai bisogno perché è davvero indispensabile per la tua felicità.  Il problema è che non ti basta ricevere rispetto, amore, ascolto, importanza e tutto quello che possiamo chiedere agli altri: devi riceverlo in un certo modo, esattamente come dici tu. Questo rende molto più complicato ottenere quello che desideri,ma soprattutto spiega il motivo per cui è così facile che le tue pretese rimangano insoddisfatte. Non chiedi semplicemente che il tuo partner ti ami, sarebbe abbastanza facile. Tu chiedi che ti dimostri amore e che lo faccia come dici tu."

 

"Una pretesa scatta se quello che chiedi è qualcosa, o qualcuno, di cui non puoi fare a meno. Non è una scelta, un gusto, ma una necessità, e se non la ottieni stai male. Ma se la tua pretesa è soddisfatta, smetterai di provare queste emozioni negative? In realtà no. Ogni piccolo segnale che qualcosa stia cambiando, anche il più fragile degli indizi che ti faccia capire che potresti perdere ciò che pretendi, innesca sempre emozioni negative. Ogni pretesa porta una fortissima insicurezza, perché tutto quello che chiedi per essere felice,che pretendi dagli altri, non è sotto il tuo controllo, neanche dopo che l’hai ottenuto."

 

"Ogni cambiamento,poiché non sai cosa accadrà e non hai la certezza che ti permetterà comunque di avere quello che chiedi, è una vera e propria minaccia. Per questo abbiamo così tanta paura delle novità, dei cambiamenti, del futuro: non sai cosa succederà, quello su cui hai costruito la tua vita non ti offre certezze vere e quindi hai paura che la tua felicità possa finire, o non arrivare mai, e quindi con le pretese provi a fermare il tempo."

 

"La pretesa è un errore enorme perché punta sempre a cancellare la libertà degli altri, cosa che tu, per primo, rifiuteresti in modo assoluto. Fai, in pratica, per quanto tu possa avere ragione, con le pretese non risolvi il problema, o, se lo risolvi, lo fai solo in parte e male, e crei una lunga serie di situazioni negative, come le tue emozioni, un pessimo clima al lavoro, una ricaduta sul tuo entusiasmo. Insomma, non ottieni niente di buono, e con tantissima fatica."

 


 
 
 

Indipendenza emotiva: Imparare a essere felici, aut. Giacomo Papasidero (parte 1)

Post n°925 pubblicato il 25 Giugno 2019 da Signorina_Golightly
 

"L’emozione è una risposta a qualcosa che ci succede, ma se tu ne provi una ed io, ad esempio, nella stessa e identica situazione, ne provassi un’altra, magari anche completamente differente, forse significherebbe che l’emozione non dipende, o almeno non per forza, da cosa ci succede?"

 

"potresti provare emozioni anche opposte in una stessa e identica situazione"

 

"Le tue emozioni non dipendono mai da quello che ti accade, ma solamente da quello che pensi tu.  Sono i tuoi pensieri a determinare cosa provi. Che le emozioni, infatti, siano una reazione, una risposta a qualcosa è chiaro a tutti. Il punto è che sono una reazione valutativa. Questo significa che la risposta che avrai non dipende da cosa accade, che sia un comportamento degli altri, un complimento o un’offesa, un brutto voto o un licenziamento, ma dalla valutazione che ne dai."

 

"Poiché le tue emozioni dipendono da cosa pensi, esse non dipendono dagli altri o dalle vicende della vita. Sì, le tue emozioni nascono e vivono solo nella tua mente,nessuno ti fa arrabbiare, sei tu che ti arrabbi, così nessuno ti rende felice,sei tu che lo scegli, e nessuno ti delude, ma sei tu che resti deluso."

 

"Se tu pensi di essere fortunato, proverai gioia, se pensi di venire tradito, invece, rabbia o delusione. Lo ripeto: le tue emozioni sono reazioni valutative a quello che ti accade. Non ha importanza quindi cosa fanno gli altri, non conta cosa possano dire, ma dipende tutto da come tu giudichi ogni cosa."

 

"La felicità, l’amore, la sofferenza o la disperazione, sono tutte emozioni e, mentre finora le hai attribuite agli altri, adesso stai scoprendo che sono una tua diretta, unica ed esclusiva responsabilità. Questo vuol dire che hai la possibilità di scegliere se provare gioia o disperazione, se essere felice o arrabbiato, se restare calmo o diventare triste".

 

"Vuoi prendere una decisione sbagliata? Fatti consigliare dalla paura di commettere un errore e stai pur certo che sbaglierai. Non dico che se hai fiducia e sei calmo non puoi sbagliare, ma hai molte più possibilità di prendere le decisioni migliori."

 

"Il diario emotivo. E' un semplice diario che devi cominciare subito a scrivere. Che cosa devi scriverci?

Le tue emozioni, però seguendo qualche piccola regola perché sia un lavoro utile e non un semplice esercizio di scrittura. Per prima cosa ricordati di compilare il diario appena vivi un’emozione, anche positiva,senza aspettare delle ore prima di farlo. Non ha senso provare rabbia di mattina e scriverlo nel tuo diario la sera, prima di andare a dormire. Questo esercizio funziona bene se lo svolgi appena vivi la tua emozione. 

Il diario emotivo devi scriverlo sempre in prima persona. Quindi mi sono arrabbiato, sono rimasto deluso o mi sono innervosito. Le emozioni le crei tu, perciò sia scrivendo, sia parlando, inizia a cambiare la prospettiva con cui le hai vissute finora. Ti consiglio perciò di cominciare a fare attenzione a come racconti le tue vicende agli amici, come parli delle situazioni che vivi agli altri, eliminando sempre le espressioni con cui affermi che qualcosa o qualcuno ti ha fatto arrabbiare, sentire deluso o allegro. Prima persona: comincia adire che tu hai provato una certa emozione, sgancia subito, anche mentre parli e pensi, la responsabilità di quello che provi emotivamente da quello che ti accade, da ciò che fanno o dicono gli altri. Così, se mi sono arrabbiato dopo che un automobilista mi ha tagliato la strada mentre andavo al lavoro, appena arrivo in ufficio mi prendo un minuto e scrivo nel diario:oggi mi sono arrabbiato. Dopo aver scritto cosa ho provato, allora indico anche la situazione: mentre venivo al lavoro, un automobilista mi ha tagliato la strada. Punto. Non fare giri di parole per spiegare che la rabbia dipende da ciò che ti è successo. Su un rigo metti cosa hai provato, su quello sotto cosa è accaduto. Non devi mai legarli assieme con il perché."

Esercizio1

"Dopo aver scritto emozione e situazioni, eccoci alla parte più importante del tuo diario emotivo:scrivere cosa hai pensato.

Quando scrivi il tuo diario emotivo, immagina di essere il protagonista di quel film, immagina il tempo rallentare fino a fermarsi appena dopo aver visto la situazione in cui hai provato la tua emozione.

Devi rivedere ogni attimo di quello che ti è accaduto e scoprire cosa separa la tua rabbia, o la tua delusione, dall’episodio, cosa hai pensato. Appunta cosa hai pensato appena hai vissuto quella situazione, non dopo aver provato rabbia,gioia o delusione. Prima dell’emozione c’è un pensiero.

All’inizio sarà comunque complicato, devi imparare a fermare il tempo, e vedere con chiarezza cosa succede nella tua mente nel giro di pochi, rapidissimi istanti. Più lo fai, più ti soffermi, più impari a tenere il tempo immobile, osservando con calma e chiarezza come hai creato quell’emozione. Esatto, come l’hai creata."


"Il problema è che normalmente, dopo che viviamo un certo episodio e ci emozioniamo, queste emozioni, che siano rabbia,gelosia, gioia o allegria, influenzano i pensieri che abbiamo poco dopo. Tu, come me o chiunque altro, vivi nel presente, e non puoi fare assolutamente nulla nel passato,perché, leggi con calma e molta attenzione, il passato non esiste. Esatto, non esiste, non è reale, non è niente.

La cosa più preziosa del tuo passato, ne sono certo, sono i tuoi ricordi. Ma i tuoi ricordi non sono il tuo passato. Di sicuro non puoi mostrarmeli, inoltre non sono altro che una serie di immagini, parole,sensazioni, profumi che ti porti dentro, ma non sono il tuo passato. 

Tu non provi rabbia,dunque, per quello che ti è successo tre anni fa, ma la provi per quello che pensi oggi, per come oggi lo rivivi,per come oggi lo ricordi, per cosa oggi pensi a riguardo. La rabbia non è di ieri, non è quella di tre anni fa, è quella di oggi. Tu crei le tue emozioni in questo preciso istante e cosa sia successo ieri non ha alcuna importanza.

La tristezza che senti per la tua infanzia non è la tristezza che provavi tanti anni fa, è nuova, nuova di zecca, creata proprio adesso per via del tuo giudizio su cosa ricordi del tuo passato. 

Non ti sei mai portato dietro una sola emozione della tua infanzia, nessuno di noi lo fa o può farlo. Le emozioni sono qualcosa che nasce in un preciso momento e poi finisce. Tu provi rabbia per un’ora solo se per tutto questo tempo continui a pensare in un certo modo. Non ti trascini mai un’emozione dal tuo passato, ma la crei ogni giorno, magari per anni o decenni,perché continui a pensare nella stessa maniera. Questo significa che se il tuo passato ti fa stare male, in realtà il motivo di questa sofferenza è dovuto a cosa pensi oggi. Non provi l’emozione che avevi tre anni fa, ne provi una nuova, ogni giorno"

 

"Il dolore è qualcosa di fisico, la sofferenza è un’emozione e, quindi, un processo mentale, che dipende dal modo in cui giudichiamo la realtà."

 

"Il passato, qualsiasi passato, non conta, conta solamente cosa pensi oggi di quello che accade, se lo rivivi e come lo fai. Tutto dipende sempre e solo dal presente, il passato non conta, tu crei gioia o sofferenza oggi, tu puoi cambiare tutto adesso."

"Impossibile dimenticare, soprattutto quegli episodi a cui finora hai associato forti emozioni negative, dal momento che la nostra mente associa queste emozioni a situazioni da ricordare con maggiore attenzione. Più è intensa l’emozione che vivi, più il ricordo sarà forte, soprattutto se l’emozione è stata negativa e quindi la tua mente deve trarne un’informazione importante per evitare pericoli futuri dello stesso tipo. La strada non è dimenticare o cancellare il passato, i tuoi ricordi, ma modificarne il significato. Non devi strappare via le foto dal tuo album dei ricordi, ma cambiarne la didascalia. Non devi cancellare i ricordi del tuo passato, ma modificarne oggi il giudizio, perché questo trasforma le tue emozioni."

"Vita felice. Oggi questa parola assume spesso significati eccessivi, magari l’idea di vivere senza problemi, senza preoccupazioni, in una sorta di paradiso terrestre. In realtà essere felici significa stare bene.Significa che provi emozioni positive,che la tua vita è bella da vivere, che provi benessere. Non significa certo che non ci sono problemi o difficoltà, ma sei felice quando, nonostante tutto, riesci a mantenerti capace di vivere emozioni positive. La felicità è una condizione mentale per cui sei in pace, non hai bisogno di nulla, perché pensi che tutto vada bene."

 

"Emozioni.

Saranno tanto più corrette per migliorare la tua vita, quanto saprai osservare in modo realistico quello che accade attorno. Imparare a osservare la realtà, capire cosa accade realmente senza lasciare che una visione superficiale e approssimativa condizioni negativamente le tue risposte."


Esercizio 2

"Quello che devi fare è scrivere, come fosse un’ulteriore pagina del tuo diario, tutte le cose positive che vedi attorno a te. Possono essere oggetti che vedi, persone o profumi, odori, suoni, rumori, sapori. Nel tuo vedo positivo possono rientrare tutte le cose che ti circondano.

Per ogni elemento, però, devi anche precisare il motivo che te l’ha fatto notare e scegliere. Se scrivi che hai visto un gatto, ad esempio,spiega anche perché ti ha colpito e hai deciso di scriverlo nel tuo vedo positivo. Si tratta di un esercizio davvero semplice. Appena termini, quando hai finito il tuo elenco, devi prendere il cellulare e puntare una sveglia a circa un paio d’ore di distanza. Appena suonerà, ovunque ti trovi, devi ripetere nuovamente questo esercizio. Esattamente come lo hai fatto la prima volta. Non conta se ti trovi nello stesso posto, come ad esempio il tuo ufficio: cerca di notare cose positive differenti, sempre nuove,o se proprio non ne vedi e cogli sempre le stesse, impegnati a individuare nuovi motivi per trovarne. Ogni volta che riscrivi la stessa cosa, dunque, scopri un nuovo lato positivo, un aspetto che non avevi notato, su cui magari non avevi ancora riflettuto. Considera che spiegare il motivo – che sia reale, sincero e non scritto per metterne uno– è tanto importante quanto notare le cose positive in sé. Quando termini, punta sempre una sveglia a due otre ore di distanza e ripeti l’esercizio.

Ripeterlo per tutto il giorno fino a che non vai a dormire."

 

"Non conta cosa accade, ma come lo vedi, e se la tua visione è distorta, le tue emozioni ti guideranno ugualmente, ma in modo errato."

 

 
 
 

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