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Messaggi del 15/05/2020
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"Capii di aver trovato la persona che poteva condividere le mie vette senza inorridire dei miei abissi". Forse si riduce tutto a questo. Io non ho potuto-saputo non inorridire dei suoi abissi. E questo è quanto. E forse lui dei miei. Ma ormai ha senso concentrarmi soltanto su come sono funzionata io, perché a me sono io che resto. E ricordarmelo se mi capiterà ancora di innamorarmi, per lasciare in tempo o per decidere se quei particolari abissi posso affrontarli. |
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Post n°997 pubblicato il 15 Maggio 2020 da Signorina_Golightly
Ho fatto un pensiero sciocco e infantile. Stanotte da sotto le coperte ho sentito tutta la violenza del nubifragio che si è abbattuto su Milano. Mi sono svegliata di soprassalto per un rumore più fragoroso, e ho provato l'inquietudine di non sapere che cosa fosse. Ho stretto Nigliolo e mi sono riaddormentata. Questa mattina mi sono affacciata alla porta-finestra e pareva tutto come sempre. Un leprotto che si era fermato per alcuni istanti a fissarmi, insospettito dal chiasso dell'alzarsi della mia tapparella, è corso via sparendo in un attimo impaurito da una cornacchia in arrivo molto più grande di lui. Ma non era tutto come al solito: uno dei grandi alberi della roggia di fronte era caduto, abbattuto dal vento e dall'acqua di stanotte. Era lì da chissà quanto... La cosa ancora più strana è che proprio ieri, prima che iniziasse il temporale, leggevo il capitolo di "il ragazzo selvatico", di Cognetti, che parlava dello smarrimento di vedere un albero secolare abbattuto da una tempesta. Poco dopo la vista del panorama, la radio annunciava la triste notizia della morte di Ezio Bosso. E io ho pensato a quel fragore inquietante di stanotte e a quel meraviglioso albero. |
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