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Messaggi del 21/05/2021
Post n°1231 pubblicato il 21 Maggio 2021 da Signorina_Golightly
Ora chiedo una cosa che potrebbe scandalizzare, ma tanto l'avete capito da un pezzo che non mi frega niente di rendermi simpatica. Infatti mi leggete in meno di dieci persone (ma poi perché?). Non divaghiamo. Nell'attesa della persona giusta è corretto e moralmente accettabile considerare che professione svolge l'ipotetico uomo giusto? Dico la mia: sì. O se non è corretto è almeno vero che per me, se penso ai miei interessi amorosi passati, è spesso stato importante. Perché? Soldi? Ni. No: mi basta che lui sia autonomo e sappia badare a se stesso e possa fare con me delle cose senza pesare economicamente su di me. E' altro. E' una questione di interessi in comune. E qui casca l'asino: vuoi uno che faccia il tuo lavoro? Dio me ne scampi, no! Voglio uno che faccia uno dei mestieri che avrei voluto fare io, che per inciso sono tanti o, al limite, che abbia interessi extra-lavorativi simili ai miei. Questo ovviamente mi si ritorce contro, e infatti non sono in coppia. Quindi ricapitolando: lavoro interessante, bell'aspetto, non più vecchio di me (non molto almeno), intellettualoide-artistoide. E io ovviamente ferma al palo. Domanda fondamentale: so praticare l'amore di coppia? Mi pare sempre più evidente che la risposta sia no, e forse questo no spiegherebbe il perché di tanti requisiti all'ingresso. Ma almeno potrei mettermi l'anima in pace ed evitare di rompere le palle al prossimo: ok, non ne sono capace, non mi ci metto e siamo tutti più contenti. Oggi mi sono capitate sotto agli occhi presunte parole di de Andrè: diceva che non è mai stato capace di guardarsi molto dentro mentre era molto più interessato ad osservare le persone intorno a sé. Dovremmo scambiarci i ruoli. |
Oggi ho dieci anni e faccio parte del gruppo di bambini che seguono la lezione su Dante del professor Barbero. Loro, i bambini, sono in classe, io a casa incollata a youtube. Ché poi è la millesima lezione su Dante del professor Barbero che seguo, eppure si scopre qualcosa di nuovo, tipo che però sarebbe stata una bella rottura di palle avere Dante come compagno di classe, tanto era antipatico e sempre pronto a rilevare mancanze ed errori. In un'intervista Battiato disse una cosa che mi ha schiantata: ai giorni nostri per lui è eroe chi non cerca di lasciare il segno, chi percorre questa terra leggero. E' rivoluzione vera. In un'epoca dove quasi tutti noi vogliamo stupire, farci notare, farci sentire, mostrare la nostra unicità, in un'epoca del genere è da ammirare chi sta serenamente un passo indietro. E io che sto qui a scrivere i miei fondamentali post per il mondo mi dico che ho tanto, davvero tanto da imparare. Credo che questo di non volere la gloria sia uno dei più grandi insegnamenti cui mi dedicherò, e probabilmente non ci riuscirò in una vita intera ad applicarlo. Ma almeno c'è una luce, una stella cui mirare tra uno sbaglio e l'altro. PS: oggi ho detto a Gatto, preposto a farmi da papera di gomma, che ho voglia che arrivi qualcosa di bello. E' fatta. |
Post n°1229 pubblicato il 21 Maggio 2021 da Signorina_Golightly
E che cavolo però. Ma quelli che avendo colto il rumore creato dalla morte di Battiato, letto che si trattava di un intellettuale, presi dalla smania di mostrare al mondo "sì ma io conosco l'argomento, eh!", lasciano commenti generici validi per tutte le stagioni, tipo "che perdita, un grande poeta"? Poeta? Ma di poeti e pure bravi in musica ce ne sono. No, non è per questo che chi l'ha seguito lo piange: lo piange per l'inimitabile ricerca sonora e per la sua filosofia. Capito? Filosofia, non poesia. Il massimo l'ha raggiunto uno: "non mi piaceva, non conosco le sue canzoni, ma oggi sento che mi mancherà". Oh, guardate che c'è molta più dignità in un rispettoso silenzio che in quest'attitudine prezzemolina. Ma tacete. Per una volta mettete a tacere il vostro inutile e strabordante ego. |
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