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Paestum

Post n°55 pubblicato il 27 Marzo 2005 da carol042004
 

A Paestum ho una villetta, molto carina, con un bel giardino ed in un luogo tranquillo nei pressi dei Templi.

E Paestum... è un libro aperto sulla grandezza e sulla universalità della cultura greca.
Ma è anche il luogo di magiche suggestioni dove una luce modulata accarezza conci e frontoni, pronai e portici una scheggia di storia infissa nell'infinita gamma degli azzurri di un cielo e di un mare senza uguali.....L'antica
Paestum, "citta' di Poseidonia", è situata presso il litorale tirrenico, a sud di Salerno: fu uno dei centri principali della Magna Grecia. Le tracce più antiche di insediamento umano nel sito risalgono al Paleolitico; più consistenti sono le testimonianze relative all'età del Bronzo.Intorno al 600 a.C.,coloni greci provenienti da Sibari vi fondarono una città, cui diedero il nome di Posidonia, ed edificarono il grande santuario di Era poco a nord, presso la foce del fiume Sele. Alla fine del V secolo a.C. Paestum fu conquistata dai lucani, sotto i quali visse un periodo di prosperità e raggiunse la massima espansione territoriale; nel 273 a.C. i romani vi stabilirono una propria colonia, cambiando il nome della città con quello attuale.La città, di cui è nota l'intera estensione, è stata solo parzialmente riportata alla luce attraverso gli scavi archeologici. Delimitata da imponenti mura (V-III secolo a.C.), esibisce lungo la direttrice del cardo romano gli edifici principali: a nord si trova il tempio di Atena (un tempo creduto tempio di Cerere) del 500 ca. a.C. Al centro si estende l'area pubblica, di due epoche distinte: sull'agorà della città greca si affacciavano l'Ecclesiasterion (costruzione per le riunioni dell'assemblea) del V secolo a.C. e un importante edificio a forma di sacello (forse luogo di culto o tomba dei fondatori della città). La città romana, invece, aveva qui il suo foro, con il comizio (per le riunioni dell'assemblea), il tempio della Triade Capitolina (Capitolium), la basilica; alle spalle del foro si ergevano l'anfiteatro (I secolo a.C.) e un ginnasio ellenistico con una grande piscina.A sud era situato il grande santuario urbano di Era, con due magnifici templi dedicati alla dea,la cosiddetta"Basilica",del 540 ca. a.C., e quello chiamato "di Nettuno",del 460 a.C.

Paestum e' probabilmente il centro archeologico piu' importante del meridione d'Italia, i suoi templi dorici vengono subito dopo il "Theseion" di Atene.Il piu' grande dei templi e' quello chiamato di Nettuno, costruito nel 450 a.C., che costituisce il piu' perfetto esempio di architettura dorica templare. Si innalza su uno stilobate di tre gradini, era dedicato invece alla dea della maternita' e della fecondita' Hera Argiva; ha un porticato su colonne sui cui capitelli grava l'architrave. Il tetto a doppio spiovente presenta dei magnifici frontoni triangolari che il tempo ha risparmiato: davanti vi sono i resti di due altari che dovevano servire per i sacrifici. Vi e' poi il Tempio Italico che si presume costruito nell'80 a.C., dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Fu eretto su un podio sopraelevato con una larga gradinata prospiciente, anch'essa con un altare davanti;vi erano in origine se colonne sulla fronte e otto nei lati lunghi.Il terzo tempio, quello detto di Cerere, sorge lungo la via chiamata Sacra ed era dedicato invece ad Athena. Costruito nel VI secolo a.C. con un portico di 34 colonne scanalate, le cui forme ricordano quelle della Basilica,allineata con il tempio di Nettuno; anch'essa e' un tempio e deve considerarsi il piu' antico, in quanto forse costruito nella meta' del VI secolo a.C. Dedicato alla dea Hera, e' cinto da un portico con 50 colonne doriche originarie e ha davanti un grande altare che serviva per i sacrifici ed un pozzo sacrificale. I resti imponenti dei templi costituiscono un esempio rilevante di sviluppo dell’ordine dorico in Italia. Dal ritrovamento di tegole si può risalire a una costruzione sacra di VI secolo a. C. situata a sud-est del tempio di Cerere. Alla fine del VI secolo a. C. risale un altro edificio di probabile destinazione sacra. 
Come dicevo,3 sono i templi più importanti di Paestum, imponenti nella loro monumentalità: la cosiddetta Basilica, il tempio di Cerere e quello di Nettuno (Posidone). La
Basilica, tempio dedicato a Hera, risale al 540-530 a. C.; è di ordine dorico con diciotto colonne sui lati lunghi e nove sui corti; la cella (naos), preceduta dal portico, è divisa in due navate da una fila di colonne; i capitelli presentano un collarino con decorazione floreale. Della fine del VI secolo è il tempio di Cerere, dedicato ad Atena, costituito da tredici colonne sui lati lunghi e sei sui brevi e da un ampio portico antistante la cella; le colonne del peristilio sono slanciate; il frontone orientale è abbastanza conservato. Il tempio di Nettuno risale alla metà del V secolo a. C. ed era dedicato a Hera. Possiede sedici colonne sui lati lunghi e sei sui corti; la cella è racchiusa tra due portici (pronaos e opistodomos) e divisa in tre navate da due file di colonne; del tempio si conserva il fregio con triglifi e metope. 
A est dei tre templi si trovano gli altari sui quali si svolgeva il culto e resti di tempietti minori. Si possono ammirare inoltre gli avanzi del
Capitolium della città romana, orientato in direzione nord-est (e non est-ovest come i templi greci), dotato di capitelli corinzi e di un fregio con metope e triglifi. La storia degli scavi iniziò con la riscoperta di Paestum nel XVIII secolo ed il dibattito sul nuovo ruolo dell’arte greca in questo periodo e le valenze ideologiche dell’ordine dorico, che vide come protagonisti Major, Soufflot e Piranesi. Dopo il ristagno dell’Ottocento, gli scavi ripreso del Novecento curati da insigni archeologi come Spinazzola, Sestieri e Mario Napoli, fino a giungere ai giorni nostri con le campagne di E. Greco e D. Theodorescu. Gli scavi sono aperti tutti i giorni dalle 09,00 ad un'ora prima del tramonto....E non vi dico che spettacolo guardarli al tramonto...Incantevole...Bisogna indugiarvi di sera quando le ombre della notte allungano e prendono a far vibrare tutto l'insieme dei templi e delle singole pietre.Allora Paestum non sai più se sia soltanto un miraggio o un gioco della notte..e non ci si sazierebbe mai di quella regia che varia attimo dopo attimo luci e ombre, che accende e spegne ogni angolo di questo scheletro di città. E il vento accarezza i colonnati trattandoli come corde di un'arpa magica, scivola imperioso nella piana, purifica questa terra dal ventre generoso.E i fari delle auto scivolano via come veloci meteore.In faccia al mare c'è la pietra, sfiorata per millenni dal vento,dalla brezza di questo mare che l'ha resa di una consistenza particolare,vellutata. E in faccia alla pietra c'è il sole che elargisce tutte le sfumature del suo itinerario, dal rosso sanguigno alle pallide venature del violetto. Eh sì, queste pietre solenni e aspre recano in sè tutta la volontà e l'ingegno dell'uomo e rappresentano la sfida ad una dimensione che doveva essere stata unica fino ad allora in unpaesaggio dominato dalla piattezza del mare e dell'orizzonte.Questi templi, arrivati fino a noi in buono stato -secondi in questo solo al Theseion di Atene -si elevano oltre la cerchia intatta delle mura,il più cospicuo esempio di fortificazione delle città greche d'Occidente. Davanti al tempio di Nettuno fioriscono ancora cespi di rose che perpetuano la tradizione dei bifera rosaria di Paestum celebrati da Virgilio e da altri poeti romani. Rose note anche a molti viaggiatori stranieri che nel corso del Gran Tour arrivano fino a Paestum catturati dal fascino della civiltà greco-romana e dal gusto della scoperta romantica: parlo del Piranesi disegnatore o del cronista Goethe o del meno celebrato Seume che partì a piedi da Lipsia e che cercò le rose di Paestum,"...ahimè invano perche erano state tutte strappate dai visitatori..."...Già,il tempio di Nettuno, il più grande,il più alto esempio di architettura dorica in tutto l'Occidente, quello meglio conservato. Sul travertino locale,formato dalle incrostazioni calcaree del fiume Salso, il tempo ha disteso una calda patina dorata quasi intendesse proteggerlo dalla sua stessa ingiuria e come se volesse esaltare quel senso di saldezza e di eleganza che emana dalla struttura grandiosa, dalle proporzioni perfette, dalle soluzioni tecniche senza precedenti.Gli altri templi ugualmente possenti ma snelli, ugualmente imponenti eppure eleganti.Un'ampia gradinata conduce ad un altro podio, a quel tempio Italico dedicato a Giove, a Giunione e a Minerva che era forse il capitolium dellà città e sul cui altare non officia più nessun sacerdote: eppure di lì ti aspetti che sgorghi improvviso l'impeto di un concerto di Dvorak o la musicalità di un poema sinfonico di Strauss mentre il sole accende un nuovo giorno. Un tempio "violentato" dai Normanni quando portarono sei colonne in un salone del palazzo vescovile di Salerno per sostenerne le volte. Appena più in là, un ciuffo di pini fa da corona ad una spianata sulla quale c'è il tempio di Cerere le cui leggere proporzioni non paiono consone al culto ben radicato della dea Athena alla quale, in realtà, è dedicato questo tempio. E' tuttavia impossibile sottrarsi al fascino discreto di queste opere, chiamati come si è a testimoniarne il tempo, a farne propria la loro storia: si sta al gioco della memoria mentre l'eco di un paio di milenni sfiora pudicamente le colonne modulando sempre nuovi suadenti richiami.TEMPLI:Le rovine di Paestum rimasero nascoste tra boscaglie e paludi fino alla metà del XVIII secolo, quando la costruzione della strada verso Sud, voluta da Carlo III, le riportò nuovamente alla luce. Gli scavi iniziati nel 1907 hanno consentito la scoperta di significativi monumenti e reperti di vario genere: la cinta muraria, il Foro,l’Anfiteatro, abitazioni, complessi termali e tanti altri resti. Particolarmente significativi i tre templi dorici situati nell’area sacra al centro della città.LA CINTA MURARIA: La cinta muraria di Paestum rappresenta uno dei più grandiosi e meglio conservati sistemi di fortificazione delle città della Magna Grecia. Si sviluppa per quasi cinque chilometri, con uno spessore medio di cinque metri, assumendo la forma di un pentagono. In corrispondenza dei quattro punti cardinali si aprono quattro grandi porte: a est Porta Sirena, a ovest Porta Marina, a nord Porta Aurea e a sud Porta Giustizia. Le mura sono rinforzate da torri a pianta circolare, semicircolare e quadrata e sono attraversate da numerosi piccoli varchi (le cosiddette postierle), usati forse come uscita di emergenza o per poter raggiungere velocemente la campagna circostante.MONUMENTI FUORI LE MURA:NECROPOLI PREISTORICA DI GAUDO:Nel '43, nei pressi della Masseria Gaudo, fu scoperta una vasta necropoli preistorica. Successivi scavi hanno portato alla luce numerose tombe a forno ricavate nel calcare, attribuibili a popolazioni dell’Asia Minore. Inoltre sono stati rinvenuti numerosi altri reperti (vasi, brocche, bicchieri, armi di selce e di rame), ora conservati al Museo di Paestum.TORRE DI PAESTUM:La Torre di Paestum è una rozza costruzione a tronco di cono con merlatura su sporti. L’interno è diviso in due ambienti sovrapposti; è possibile accedere all’ambiente superiore tramite una scala esterna; un’altra scala conduce alla terrazza da cui si può godere uno splendido panorama.L’HERAION:L’Heraion è uno dei più famosi santuari della Magna Grecia. L’edificio fu costruito nel VI secolo a.C. sul Sele, a 9 chilometri da Paestum. Al centro del santuario era posizionato il tempio maggiore, dedicato ad Hera Argiva, circondato da tempietti minori. In questo santuario sono stati rinvenuti significativi reperti, ora conservati nel Museo di Paestum.IL TEMPIO DI ATENA:
Lungo la Via Sacra sorge il Tempio di Atena, noto anche con il nome di Tempio di Cerere. Questo monumento, costruito alla fine del VI secolo a.C., è il secondo in ordine cronologico e il più piccolo dei tre templi dorici. Il Tempio di Atena, poggiato su un basamento di tre gradini, doveva trovarsi al centro di un piccolo santuario, del quale ci sono pervenuti l’altare con il pozzo sacrificale, le fondazioni di altri due altari e colonne votative. È di tipo periptero e conserva tutte le colonne originali (6 sui lati corti e 13 sugli altri). Le colonne poggiano su uno stilobate preceduto da due gradini; nonostante un certo rigonfiamento, si presentano strutturalmente più snelle e con un echino abbastanza schiacciato. I capitelli del colonnato dorico esterno sono decorati da corone di foglie in rilievo. La cella, all’interno dell’edificio, si trova su un alto basamento e in origine era preceduta da un porticato sostenuto da 8 colonne ioniche. Si riscontrano, inoltre, i resti di due scale che portavano alle zone alte della cella.IL SACELLO IPOGEO:Un recinto arcaico, costeggiato dalla Via Sacra, circonda il Sacello ipogeo costruito alla fine del VI secolo a.C. Questo monumento è un cenotafio a forma di tomba a camera, costruito con blocchi di calcare e con una copertura a doppio spiovente, costituita da lastre calcaree ricoperte da tegole d’argilla. L’ingresso è scavato nella roccia e fu usato solo una volta per deporvi il ricco corredo (costituito da idrie e anfore), attualmente esposto nel Museo, e subito dopo fu murato dall’esterno. L’interno è decorato di fine stucco bianco.L’ANFITEATRO ROMANO:
Presso il Foro è situato l’Anfiteatro romano a terrapieno con un muro di terrazzamento. La costruzione risale all’età tardo-repubblicana ma subì delle modifiche nel II secolo d.C e nel 1829 fu tagliata in due dalla strada. La cavea ha uno sviluppo ridotto e l’arena non è molto ampia. L’Anfiteatro aveva tre ingressi dall’esterno alla platea (oggi se ne vedono solo due).IL TEMPIO ITALICO:Al centro del lato lungo settentrionale, il portico del Foro si interrompe in corrispondenza dell’edificio noto come Tempio Italico, progettato intorno al 273 a.C. Il tempio è innalzato su un alto podio e vi si accede da una scalinata sul lato sud che è preceduta da un semplice altare rettangolare. L’edificio era circondato da un colonnato (6 colonne sulla fronte e 8 sui lati lunghi) sormontato da capitelli corinzi decorati con 4 grandi volute e da altrettante teste femminili. Le colonne sostenevano una trabeazione di ordine dorico. La parte interna dell’edificio, delimitata dalle colonne, conteneva la cella, divisa in tre ambienti, per questo si pensò alla consacrazione del tempio alla triade capitolina (Giove, Giunone e Minerva).IL FORO:Seguendo dalla fronte del Tempio di Nettuno un sentiero verso nord, si raggiunge l’area del Foro che risale ad un periodo successivo all’insediamento della colonia latina (273 a.C.). Il Foro di Paestum è uno tra i più antichi e dinteressanti Fori rettangolari dell’epoca romana. Il piazzale è circondato da un porticato con colonne doriche, mentre gli elementi della trabeazione sono quasi completamente scomparsi. Il Foro aveva intorno una serie di edifici pubblici e numerose botteghe. Il lato sinistro del Foro inizia con una serie di tabernae cioè di botteghe alle cui spalle si sviluppa una serie di locali, destinati a terme pubbliche, costruiti ad opera di Marco Tullio Venneiano nella prima metà del III secolo d.C. Nel portico meridionale è stata rinvenuta una statua in bronzo raffigurante il sileno Marsia, simbolo della libertà. Sul lato meridionale del Foro, dopo alcune botteghe e un edificio quadrato nel quale si è riconosciuto il Macellum (mercato di generi alimentari), si trova un edificio rettangolare comunicante col precedente e con ingresso principale sul Foro: la Curia (caratterizzata come tale da un suggestum, cioè tribuna oratoria). Questo edificio con muri scanditi da semicolonne che inquadrano delle nicchie e i vani di accesso, fu edificato tra il I e il II secolo.IL TEMPIO DI NETTUNO:Vicino alla Basilica, su una lieve altura, sorge il più bello e il meglio conservato dei tre templi dorici: il Tempio di Nettuno. Il monumento risale alla metà del V secolo a.C. ed è tuttora noto come Tempio di Nettuno anche se si sa che non era dedicato a Posidone. Gli oggetti rinvenuti hanno infatti permesso di stabilire che l’edificio era dedicato ad Hera Argiva, dea della fecondità e della maternità. Il tempio è di tipo periptero e presenta 6 colonne sulla facciata e 14 sui lati lunghi. Le colonne, alte quasi 9 metri, sono rastremate in alto e presentano un rigonfiamento a metà del fusto; queste sono caratterizzate da 24 scanalature invece delle canoniche 20. Sull’abaco (mensola che completa il capitello) poggia l’architrave decorato da una fascia sporgente. La parte superiore, caratterizzata da frontoni triangolari, costituisce il tipico fregio dorico. Il tetto, oggi crollato, era costituito da un soffitto ligneo interno e da un tetto coperto da tegole di terracotta. Importanti per la datazione del tempio sono alcuni accorgimenti come la leggera curvatura della scalinata, l’inclinazione verso l’interno, appena percettibile, delle colonne e la leggerissima curvatura verso il basso della trabeazione delle due fronti. All’interno, un alto gradino segna il passaggio dal prònaos (il vestibolo anteriore), composto da due colonne tra pilastri, alla cella (il nucleo del tempio destinato a custodire il simulacro divino). La cella, sopraelevata, è divisa in tre navate. Contrapposto al prònaos vi è l’opistòdomos (vestibolo posteriore). Davanti al tempio ci sono i resti di due bòmoi per sacrifici. Sulla sinistra del tempio sono stati rinvenuti i resti di due altari, numerosi cippi e un piccolo tempio.L’altare, lungo quanto la  fronte del tempio, si trova a est. Dell’aspetto esterno del fregio e delle parti in pietra della cornice e dei frontoni non si sa molto, mentre sono pervenuti molti elementi del rivestimento in terracotta delle parti più alte della Basilica.LA BASILICA:Il più grande e il più antico dei tre templi dorici risale alla metà del VI secolo a.C. Poiché la sua struttura non rispettava i canoni dell’architettura sacra, gli archeologi del Settecento lo scambiarono per un edificio pubblico profano e gli diedero quindi il nome di Basilica. Il rinvenimento al suo interno di un altare a di altri significativi reperti ha, però, permesso di attribuire il tempio alla dea Hera. Il tempio, di stile dorico, è periptero ha cioè le colonne su tutti i lati (18 sui lati lunghi e 9 sulla facciata). Le colonne della Basilica presentano alla sommità un diametro sensibilmente inferiore rispetto a quello della base e sono caratterizzate da un’entasi, cioè un rigonfiamento del fusto, a circa metà dell’altezza. I capitelli presentano una corona di foglie bacellate nella parte bassa; altri, nel lato occidentale, sono decorati anche da una fascia raffigurante palmette e fiori di loto. La cella, preceduta da un caratteristico pronao (portico con colonne tipico dei templi greci), era divisa in due navate da una fila di colonne; dal fondo della cella si accedeva all’adito.I due templi, insieme a quello di Atena, costituiscono un complesso eccezionale, anche per l’ottimo stato di conservazione degli edifici, che sono fra i più alti esempi dell'ordine dorico in Occidente. A ovest sono stati scavati vari isolati dell'impianto ortogonale, con abitazioni di età ellenistico-romana. L’intera area archeologica della città è stata inclusa dall’UNESCO nell’elenco dei siti di interesse mondiale, da salvaguardare come patrimonio dell’umanità.Nei pressi della città, alla foce del Sele, si possono ammirare i resti del santuario di Era,uno dei più importanti santuari greci su suolo italico. L’area sacra comprendeva, oltre a vari edifici secondari, un tempio maggiore e un edificio più piccolo, il cosiddetto Tesoro, decorato da uno straordinario fregio con metope scolpite (oggi conservate al Museo).Il Museo nazionale di Paestum, fondato nel 1952, ha sede in un moderno complesso eretto nei pressi della città antica. Articolato in varie sale, il Museo accoglie reperti datati dal VII secolo a.C. al VII secolo d.C.: vi si trovano preziose testimonianze della vita quotidiana e dell’attività artistica e artigianale della città greca e poi della colonia latina. Tra i pezzi più importanti spiccano le citate sculture del Tesoro del santuario di Era: la raffinatezza dell’esecuzione e la complessità del programma iconografico ne fanno una delle più importanti testimonianze della scultura della Magna Grecia.Paestum è quasi interamente compresa nella cinta muraria dell'antica colonia greca. Attualmente è uno dei centri archeologici più famosi.La pianta della cinta muraria è pentagonale ed ha quattro grandi Porte, fra cui la più interessante è Porta Marina. I tre templi Dorici costituiscono il miglior complesso architettonico della Magna Grecia, di cui il più antico è la Basilica mentre il più affascinante è il Posidone. 
Altri significanti resti architettonici sono: il
Foro, alcuni quartieri urbani e principalmente i resti di molti edifici religiosi, da cui provengono molte metope scolpite, attualmente conservate nel Museo di Paestum. Una delle metope più significanti è l'Eroe sulla tartaruga.


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