Creato da In_mezzo_alla_segale il 13/12/2006

Autoestinguente

Che seccatura

 

 

Fuori controllo

Post n°279 pubblicato il 07 Giugno 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

Su, dimmi, chi pensi chi pensi chi pensi chi pensi di essere
ah ah ah
pover'anima
pensi davvero di avere il controllo della tua vita?

Beh, io penso che sei pazzo
io penso che sei pazzo
io penso che sei pazzo
proprio come me.


Nessundove
Giugno 2008

 
 
 

Ma la monarchia non aveva perso?

Post n°278 pubblicato il 02 Giugno 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Festa della Repubblica. Sì, ma quale Repubblica?

Quella che manderà l’esercito a imporre le decisioni sulle discariche in Campania?

Quella che vuole modificare le regole d’ingaggio delle nostre truppe in missione all’estero, trasformandole da contingenti di pace in esercito d’occupazione?

Quella che vuole costruire centrali nucleari, nonostante già vent’anni fa avessimo detto “no, grazie”?

Quella che vuole ripristinare la leva come momento formativo della vita dei giovani?

Quella che vuole usare il pugno di ferro con i clandestini, tranne con le badanti, che ci sollevano dall’accudimento dei nostri vecchi e dei nostri bambini?

Quella che in cui un processo dura in media sette anni?

Quella che vuole le donne sempre più a casa?

Quella che non ritiene di dover inasprire le pene per le aziende che non fanno lavorare in sicurezza gli operai?

Quella in cui aumentano di pari passo le famiglie che non arrivano a fine mese e i nuovi ricchi?

Quella che riconosce di fatto il Papa come autorità politica?

Uh, QUELLA Repubblica?

Pesco a caso dalla nostra Costituzione.

Art. 3:
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Quale abisso c’è tra i diritti che ci spetterebbero e la realtà?

Quanti si sentono pienamente sviluppati come persone umane, o perlomeno sente che la Repubblica ha rimosso tutti gli ostacoli tra sé e il proprio sviluppo personale?

L’assemblea di uomini e donne che scrissero la Costituzione erano avanti un’Era di Pensiero dai nostri governanti attuali e da quelli appena tornati a casa.

Non mi sembra ci sia molto da festeggiare.


Nessundove
2 Giugno 2008

 
 
 

Girotondo (casca il mondo)

Post n°277 pubblicato il 31 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Poi arriva il momento in cui ci s’accorge che mordersi la coda non è uno sport così salutare.

Meglio non fare il conto di quanti joule ho dissipato zampettando tutt’attorno. Con la stessa quantità di energia, impiegata in linea retta, adesso sarei a tre quarti di strada per Marte, invece ho fatto il solco negli stessi quattro pietrini.

L’importante è capirlo. Non fosse che a furia di trottolare mi gira la testa, partirei anche subito.

Marte m’aspetta.


Nessundove
Maggio 2008

 
 
 

Pronti per l'autostop?

Post n°276 pubblicato il 25 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Don't panic!


Al termine dell'Universo
Towel Day 2004

 
 
 

Mete

Post n°275 pubblicato il 21 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Non conta tanto dove si va, quanto con chi si va.


Nessundove
Agosto 2007

 
 
 

Lo zen e l’arte della costruzione delle motociclette

Post n°274 pubblicato il 15 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

Tempo di lettura: 1 minuto e 1/2

Mi rivolgo ai costruttori di moto giapponesi, che so mi seguono numerosi.

Egregi signori,

avete ideato, progettato e realizzato veicoli per ogni bisogno e per ogni tasca. Siete arrivati a sfiorare (quando non azzeccare) autentiche opere d’arte viaggianti. Carenate, nude, da strada, da cross, da enduro. Concentrati di tecnologia o spartani mezzi di locomozione. Veloci e grintose o paciose compagne di avventure, ma sempre robuste e affidabili.

Il tutto all’insegna della razionalità e della praticità.

Di solito corredate i vostri prodotti di manuali abbastanza comprensibili, in cui spiegate a noi acquirenti come trarre il massimo piacere dal nostro acquisto. Ci dite quando dobbiamo fare il tagliando, a che pressione vanno gonfiate le gomme, che tipo d’olio ci vuole per il motore.

"Smontare il pannello A per arrivare alla batteria", e il pannello A è prontamente raffigurato. Se ci vuole una brugola del 4 per smontarlo, prontamente ci fornite di una brugola del 4. E così via.

In tutto questo fulgore di efficienza nipponica c’è tuttavia un piccolo stridore, una nota dissonante.

L’alloggiamento delle candele: perché cazzo è così angusto e difficile da raggiungere? Non tutti hanno un fratellino o un figlio di sei anni contorsionista! Perché sì ci fornite la chiave atta allo smontaggio, ma poi o si trascorre il resto della giornata a ruotare la candela 1/16 di giro alla volta – per poi togliere la chiave apposita e reinserirla in posizione consona –, oppure una volta allentata sarebbe comodo infilarci una mano per svitarla.

Già, la mano… forse è lì il problema. Quanto sono grandi le mani medie del giapponese medio? Parrebbe piccole, molto piccole.

Non è divertente ritrovarsi graffi&contusioni su nocche&dita. Come si dice, nella melodiosa lingua del Sol Levante, "Vi venga la caghetta"?

Ecco, vorrei teneste conto che tutto il resto del mondo ha mani più grandi. Potreste rammentarvene la prossima volta che progettate una motocicletta? Ve ne sarei eternamente grato, e – credo – anche milioni di altre persone.

In alternativa potreste fornire, insieme agli attrezzi per la manutenzione dei vostri motocicli, un bambino contorsionista bonsai, che rimanga perennemente delle dimensioni di un seienne.

Domoarigato. Sayonara.


Nessundove
Maggio 2008

 
 
 

Altolà

Post n°273 pubblicato il 11 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Non mi scrutare così, fin dentro, senza misericordia.
Preferirei ti fermassi sulla soglia, come tutti.
Non vado fiero delle mie piccolezze e delle mie miserie, che ho riposte con cura fuorimano.

Se mi guardi così, finirai per vedere quel che non conviene.
Se mi guardi così, finirai per vedere quel che non vorrei.
Se mi guardi così, finirai per vedermi.


Nessundove
Maggio 2008

 
 
 

Difforme

Post n°272 pubblicato il 06 Maggio 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Quando ti diranno: "Sei strano, non sei uguale a noi", non devi vergognarti. Alza la testa e guarda tutti dritto negli occhi.

La conformità non salva. Non occorre tu lo dica, te lo leggeranno in faccia.

Appùntati sul petto, come medaglia, la tua dissonanza. Apri le ali che i tuoi accusatori si sono fatti strappare e vola lontano.


Nessundove
Maggio 2008

 
 
 

Strani giorni

Post n°271 pubblicato il 30 Aprile 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Un bagliore di sole, uno scrollone di pioggia. Sembrerebbe caldo, ma poi si alza il vento.

Strani colori, strani cieli, strane luci. Si esce con gli occhiali scuri, ma si porta l’impermeabile.

Bella questa pazza stagione, dopo il gelo che imprigiona le idee e prima del caldo che squaglia i pensieri.

Me la bevo, con la pelle e con gli occhi, finché dura.

Arriva o non arriva questa tempesta? Forse no, è già cambiata l’aria, ma cambierà di nuovo prima di sera.

Sembra di essere di nuovo in Irlanda. Lo zaino mi guarda, speranzoso.


Nessundove
Aprile 2008

 
 
 

Il prezzo della Libertà


Gli Appennini tra Emilia, Romagna e Toscana sono punteggiati di piccoli cimiteri ordinati, quasi dimenticati, con lapidi bianche e l’erba sempre curata.

Chi non sapesse niente della storia di questi posti si stupirebbe leggendo quelle lapidi. Inglesi, irlandesi, canadesi, polacchi, indiani; cristiani di varie confessioni, ebrei, qualche musulmano, uno di fianco all’altro. Tutti morti tra l’inverno del 1944 e la primavera 1945, quasi tutti tra i venti e i trent’anni. Centinaia, migliaia di ragazzi, catapultati dall’altra parte del pianeta, in un mondo osceno dove la fortuna contava più della bravura, dove le regole si riducevano all’osso: "uccidi o ti uccidono".

Hanno fatto il loro lavoro, qualcuno fiero del proprio compito, i più imprecando a mezza bocca, ma l’hanno comunque fatto fino in fondo. Sono morti lontani da casa, lontani da chi gli voleva bene, privati del diritto di una vita normale, senza clamori né medaglie, che tanto non servono a niente.

È anche grazie a loro che oggi è la Festa della Liberazione.

Facciamo che non abbiano a pentirsene.


Nessundove
25 Aprile 2008
 
 
 

The day After

Post n°269 pubblicato il 15 Aprile 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Inognidove
15 Aprile 2008

 
 
 

Soffitta dell'anima

Post n°268 pubblicato il 11 Aprile 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


(tempo di lettura: meno di 2 minuti)

Ogni tanto tocca fare un giro nella soffitta dell’anima.

Un posto buio e freddo, dove da lustri ho stipato le rogne che non ho la voglia o la forza di affrontare.

Mi aggiro tra scatoloni coperti di polvere, legati tra loro da un sartiame di ragnatele e leggo le etichette che ne sigillano le bocche: cattivi pensieri, brutte emozioni, rancori rancidi. E ancora: paure, ferite, lutti.

Non credevo di avere accantonato tante scorie.

Mi prende la morbosa tentazione di scoperchiare quei vasi di Pandora e aggredire in blocco i sospesi, una volta per tutte, ma nessuno sopravvivrebbe a una follia simile. Desisto. Meglio accettare la mia inadeguatezza e affrontare i conti da saldare uno per uno, a suo tempo.

Mi concentro su ciò per cui sono venuto e fingo di non vedere il resto.

La scatola che cerco è vecchia, vecchissima, sta in fondo, dietro e sotto a quelle più recenti; è fatica anche solo raggiungerla. Tolgo il sigillo. Un sibilo come di aria compressa e mi trovo di fronte uno dei miei più antichi fantasmi. Faceva più paura prima, quando lo immaginavo soltanto.

– Vieni – lo sfido –, ho armi nuove.

Lo scontro è breve e cruento. Lui muore, io vivo.

È stata dura, ma non quanto credevo.

Esco dalla soffitta, respiro a fondo e chiudo la botola. Il cigolio del catenaccio mi rassicura più di ogni altra cosa che ce l’ho fatta davvero. Dovrò tornare, prima o poi, ma non oggi. Adesso c’è da festeggiare.


Nessundove
Aprile 2008

 
 
 

Vicini #01

Post n°267 pubblicato il 06 Aprile 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

"Nonnaaa". Pausa.

Poi più forte: "NONNAAA".

Pausa, poi l’iradiddio: "Nonna, vieni ben su, lascia stare quei gatti, ma cosa fai sempre in cortile, nonna, lascia stare, mangiano anche senza di te, loro, vieni su! VIENI SU!". Così per mezz’ora alla volta, e daccapo, più volte al giorno, tutti i giorni.

È il mio vicino, nel palazzo di fronte, dritto a ore 12, due piani più su.

Un vecchietto che avrà centovent’anni, con la faccia tignosa. S’affaccia dalla terrazza e inizia a urlare all’indirizzo di una signora che non ho mai visto, non so nemmeno se esiste davvero o se la vede solo lui. Se è la moglie, mi domando come abbia fatto la poveretta a non soffocarlo con un cuscino il giorno dopo il matrimonio.

Aspetto e pregusto. Arriverà il giorno – oh, se arriverà – in cui si sbraccerà un po’ troppo e cascherà di sotto e i gatti banchetteranno con le sue budelle centenarie e avremo finalmente un po’ di quiete.


Nessundove
Aprile 2008

 
 
 

Non c'è il sole se lei non c'è

Post n°266 pubblicato il 03 Aprile 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

Chissà dov’è andata stavolta
Chissà se è andata per non tornare
Non c’è il
sole se lei non c’è

E questo posto non è più una casa
Ogni volta che lei va via.


Nessundove
Marzo 2008

 
 
 

Guerriglia lesbica

Post n°265 pubblicato il 30 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

(tempo di lettura: meno di 2 minuti)

La vedevo ogni giorno, quella scritta. Rossa, a spray, con grandi lettere colanti, proprio di fronte a casa mia. Se uscivo a piedi allungavo il passo cercando di non guardarla, ma in macchina, fermo al semaforo, mi ci cadeva l’occhio per forza.

"Maskio morto non stupra", diceva. Era firmata FGL, Fronte di Guerriglia Lesbica.

Che follia, pensavo. Il problema della violenza sulle donne (un dramma di portata difficile da credere e da accettare) secondo voi si risolve così, sterminando i "maski"?

Feci qualche ricerca. Scoprii, per esempio, che negli anni ’80 gli Stati Uniti decisero di punire lo stupro con la pena di morte. Risultato? Alcune esecuzioni clamorose, sì, ma anche un aumento spropositato di donne uccise. Chiaro, no? Lo stupratore è un malato di mente, forse uno su dieci – se va bene – si trattiene per paura, ma gli altri nove ammazzeranno la loro vittima per evitare la denuncia. E poi, se tra violenza carnale e omicidio non c’è differenza, tanto vale andare fino in fondo.

Non so, davvero non so cosa mi prese. Volevo rispondere all’assurdo con l’assurdo? Una notte mi ritrovai a contemplare il proclama del FGL con uno spray nero in mano. "Femmina morta non denuncia", scrissi sotto. Nemmeno finii che mi trovai circondato da quattro energumeni. Jeans sdruciti, gilet di pelle, capelli da marine. Camionisti, avrei detto, e mi sarei aspettato battutacce da caserma sulla mia discutibile trovata. Invece erano donne, m’informarono, ronde del Fronte di Guerriglia Lesbica.

– Adesso te la ficchiamo nel culo quella bomboletta. Poi ci racconti cosa si prova.

Mentre mi pestavano e mi strappavano i pantaloni, l’unico pensiero che mi passò per la testa fu se si rendessero conto di quanto fossero identiche ai "maski" che tanto detestavano.


Nessundove
Marzo 2008

 
 
 

Corvée

Post n°264 pubblicato il 27 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 

D’accordo, mi tocca.

Andrò a fare la spesa.

Non si può campare sempre di pizza take away. Almeno così dicono.

Ho finito perfino il tonno in scatola e i sottaceti.

Il frigo è talmente vuoto che se ci urlo dentro fa l’eco.

C’è rimasta solo la ciotola con i fondi di caffè – dovrebbero togliere i cattivi odori, ma non mi sembra abbiano avuto ’sto gran successo – e un’aringa stagionata.

Molto stagionata.



Nessundove
Marzo 2008

 
 
 

Occhio!

Post n°263 pubblicato il 23 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Questo meraviglioso esemplare di Gufo Reale è stato addestrato appositamente per dare la caccia ai Pulcini Paquali.

Il Pulcino Pasquale nasce in Quaresima, esce già asciutto da improbabili uova colorate e dilaga in forma cartacea e digitale per ogni dove.

Non fa danni veri e propri, ma nidifica in quantità abnormi in buchette ed elettrobuchette, provocando intasamenti indesiderati.

Di solito ha vita breve, per il Lunedì dell'Angelo si è già estinto, ma meglio comunque premunirsi.

Ah, dimenticavo.

Buona Pasqua.


Siena
Primavera 2005

 
 
 

Le porte del cielo

Post n°262 pubblicato il 15 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


Mamma, toglimi questo distintivo,
non posso usarlo più.

Mamma, butta a terra le mie pistole,
non posso sparare più.

Sta diventando buio, troppo buio per vedere.
Mi sembra di bussare alle porte del
cielo.


Nessundove
Marzo 2008

 
 
 

Primafalsa

Post n°261 pubblicato il 07 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


C’eravamo illusi.

Sole, tepore, fiori nelle aiuole, gemme sugli alberi. Via le giacche pesanti, via i maglioni a collo alto, le sciarpe, i guanti. Qualcuno s’è azzardato a tirare fuori la moto dal garage, a spolverarla, a chiederle scusa per la lunga prigionia, a gonfiare le gomme sussurrando promesse di gite fuori porta, a caricare la batteria con quel pizzico d’apprensione che sta a significare "Ce la farà anche quest’anno?".

I teorici del "non rimandare a domani quel che puoi fare oggi", i maniaci del "mi metto avanti col lavoro" si sono spinti persino a togliere le trapunte dai letti, ingozzando la lavatrice fino a deformare il cestello, per poi correre a stendere in cortile, profittando del venticello caldo.

E invece.

Pioggia, vento gelido, da qualche parte addirittura la neve, e non due fiocchi. L’ultimo colpo di coda del leviatano che non si rassegna a morire.

Falsa partenza, jump start. Tutti di nuovo ai blocchi, ad aspettare lo sparo, quello vero. Col cappotto però, che inginocchiati e fermi fa freschino.


Nessundove
Marzo 2008

 
 
 

Flamenco

Post n°260 pubblicato il 03 Marzo 2008 da In_mezzo_alla_segale
 


(tempo di lettura: 3 minuti)

– No, non vengo. Per cortesia, non insistete – dissi, seccato. – Andate voi, ci vediamo a cena. 

Qualcuno borbottò. – Eh, ma sei sempre il solito asociale.

Faceva un caldo come ne avevo sentiti pochi in vita mia, mi sudava anche l’ombra.

– Sì, sono un asociale; e allora? Voi andate allo spettacolo, io cerco qualcosa che somigli a un pranzo, poi mi piazzo a leggere su una panchina all’ombra e vi aspetto. Oppure mi butto nella prima fontana che trovo e ci resto fino al tramonto. Non mi piace il flamenco. Né il fandango, né il tango. Diciamo il ballo in genere che facciamo prima.

Poi saltò fuori che la manifestazione si sarebbe tenuta in un parco, sotto un enorme gazebo, e ci sarebbe stato un rinfresco. Avrei potuto mangiare qualcosa e poi andarmene a leggere sotto un albero, lontano dalla folla. Messa così non era male.

Arrivammo che avevano già cominciato. Mentre m’ingozzavo di tapas buttai un occhio. Scenografia scarsa – per non dire inesistente –, ballerine principianti, orchestra scalcinata.

Basta, vi prego, pensai. 

Acchiappai una caraffa di sangria – tanto è tutto ghiaccio – per mandare giù gli stuzzichini. Cambiò il corpo di ballo, arrivarono ragazze più preparate, con i costumi più ricchi, i musicisti trovarono l’intesa. Ma soprattutto, sul palco salisti tu.

Già da come tenevi la gonna salendo i gradini sospettai fossi speciale, poi assumesti la posizione di partenza e ne ebbi la certezza. Credetti fosse il tuo essere bionda e occhi azzurri tra tante more e occhi scuri, ma non era quello. Partì la musica e rimasi pietrificato. Ogni tuo movimento era la perfezione, armonia e vigore assieme. Non c’era più il caldo, non c’era più la fame. Respiravo al ritmo dei tuoi gesti, i tacchi che battevano sull’assito mi colpivano come schiaffi. Tu eri il flamenco.

Per una frazione di secondo incrociammo gli sguardi. Sparirono le altre ballerine, svanì la folla, restammo io e te.

Ballasti per me, per me soltanto, ne sono sicuro come sono sicuro che chiunque ti stesse guardando pensò altrettanto.

Ebbi una visione: sarei rimasto per sempre in Spagna, ti avrei seguita ovunque nei tuoi spettacoli, mi avresti insegnato a ballare il flamenco.

Terminò la musica, di botto, come se avessero trucidato gli orchestrali.

Ancora, vi prego, pensai. 

Rimanesti immobile un battito di palpebre e sparisti. Prima che la polvere alzata dalle tue scarpe si posasse, non c’eri più.

– Bene – disse qualcuno –, è finito. Possiamo andare.

– No, non vengo. Per cortesia, non insistete – dissi, seccato.


Cordoba
Estate 1998

 
 
 

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