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Gianfranco Miccicche' (fonte Wikipedia)Micciché si avvicina alla politica negli anni '70, aderendo al movimento di sinistra extraparlamentare Lotta Continua. La sua esperienza politica ricomincia nel 1993, quando è chiamato da Silvio Berlusconi con altri uomini di Publitalia '80 ad impegnarsi in Forza Italia, di cui assume l'incarico di coordinatore regionale in Sicilia. Viene eletto deputato alla Camera nel 1994, e poi riconfermato nelle successive legislature. Nel primo governo Berlusconi è sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti e della Navigazione. Alle elezioni amministrative del 1997 si candida Sindaco di Palermo per il Polo per le Libertà, ma viene sconfitto dal candidato del centrosinistra Leoluca Orlando. Nel 2001, con la formazione del Governo Berlusconi II, viene nominato vice-ministro al ministero dell'Economia e delle Finanze con delega allo sviluppo economico del Mezzogiorno ed ai rapporti con l'Unione Europea e con le Regioni. Dopo la crisi di governo del 2005, con il nuovo Governo Berlusconi III, Miccichè è nominato Ministro dell'appena istituito Ministero per lo Sviluppo e la coesione territoriale. Dal 2001 è docente a contratto di "Politiche di sviluppo e pianificazione delle opere pubbliche nelle aree deboli" all'interno del Dottorato di ricerca in Trasporti dell'Università di Reggio Calabria. Alle elezioni politiche del 2006 conferma il suo seggio a Montecitorio e nella XV legislatura fa parte della VI commissione finanze. Nello stesso anno diviene deputato regionale in Sicilia cedendo il seggio appena conquistato al Parlamento a Ida D'Ippolito. Nel luglio del 2006 è eletto Presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana. Da Presidente della Fondazione Federico II Miccichè nomina direttore generale l'ex deputato Alberto Acierno che sarà arrestato dalla Guardia di Finanza nel 2009 per peculato e appropriazione indebita di fondi della stessa Fondazione. Secondo gli accertamenti dei finazieri le carte di credito della Fondazione erano utilizzate per pagare viaggi, bollette Sky ed Enel, telefonia, hi-fi e scommesse presso casinò on line. Nei primi mesi del 2008, Miccichè ha invitato alle dimissioni il governatore siciliano e suo ex alleato storico Salvatore Cuffaro, ufficialmente non più appoggiato a causa della condanna di primo grado a cinque anni per favoreggiamento semplice. A febbraio del 2008, dopo averlo a lungo smentito[2], annuncia di volere candidarsi alla Presidenza della Regione Siciliana con una lista propria dal nome "rivoluzione siciliana", anche in contrasto con Silvio Berlusconi, non potendo appoggiare il candidato in pectore del MPA e dell'UDC Raffaele Lombardo a causa del suo stretto legame con Salvatore Cuffaro. Miccichè, dopo le critiche dei suoi alleati di Alleanza Nazionale[3] e del suo stesso Partito che lo invitano a desistere ed un incontro con Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, rinuncia alla corsa solitaria in cambio di una posizione importante nel futuro governo Berlusconi. Il 24 febbraio annuncia quindi il proprio sostegno a Raffaele Lombardo. Nelle elezioni politiche italiane del 2008 è rieletto deputato nazionale alla Camera dei Deputati con il Popolo della Libertà. L'iniziale certezza circa la presenza da Ministro nel nuovo governo Berlusconi IV sfuma con la scelta dell'avversario storico in Forza Italia Angelino Alfano, nuovo Ministro della Giustizia. Il 12 maggio 2008 il Consiglio dei Ministri nomina Miccichè Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio con delega al CIPE. Nonostante sia stato tra i parlamentari che hanno sostenuto la riforma federale voluta dalla Lega Nord, durante la primavera del 2008 Miccichè annuncia più volte la volontà di partecipare alla costruzione di un nuovo Partito del Sud, in grado di bilanciare il crescente e forte squilibrio che nel governo Berlusconi IV si va affermando a favore del nord del Paese. Il progetto, che lo vede inizialmente co-protagonista assieme al Presidente della Regione Siciliana e leader dell'MPA Raffaele Lombardo, naufraga dopo le pressioni di Silvio Berlusconi. IL 3 novembre 2009 è uno dei promotori, insieme ai "finiani", della scissione nel Popolo della Libertà in Sicilia, facendo nascere all'Assemblea Regionale Siciliana il gruppo del Pdl Sicilia. L'11 gennaio 1988 Micciché, che all'epoca lavorava presso Publitalia, venne interrogato nell'ambito di un'inchiesta sul traffico di droga a Palermo, in quanto sospettato di essere uno spacciatore. Miccichè rispose: "Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina". Non comportando il fatto reato, la posizione venne archiviata mentre gli spacciatori vennero arrestati il successivo 14 aprile. L'8 agosto 2002 venne invece diramata un'informativa dei Carabinieri che sostanzialmente accusava Gianfranco Micciché di farsi recapitare periodicamente della cocaina presso gli uffici del ministero delle Finanze, in cui all'epoca ricopriva il ruolo di vice ministro. L'informativa fu emessa in seguito ad indagini testimonianti, anche tramite supporti audiovisivi, le "visite" che il presunto corriere Alessandro Martello faceva indisturbato presso il ministero, pur non essendo un soggetto accreditato ad entrarvi. Anche le intercettazioni confermerebbero la versione degli organi di polizia. Dal canto suo, Miccichè ha smentito categoricamente, avanzando a sua volta l'ipotesi di un servizio d'ordine deviato.
Nell'ottobre 2007 ha affermato che l'intitolazione dell'aeroporto di Palermo a Falcone e Borsellino trasmette a chiunque arrivi per la prima volta nell'isola un'immagine negativa della Sicilia. Dopo le proteste provocate dalle sue tesi, Miccichè si è scusato e ha ritirato la frase, placando solo in parte le polemiche. Gustoso rimane l'aneddoto secondo il quale Miccichè, nello spiegare certe dinamiche politiche peculiari della Sicilia, ricorre al paragone tra Kafka e Luigi Pirandello, attribuendo al primo una nascita viennese (è noto che l'autore di Il castello, Il processo e America nacque a Praga)[8]. |
VIETATO L'INGRESSO AI LEGHISTI
CONSIDERANDOLI MENO CHE ESSERI SENZIENTI, ABORRO I LEGHISTI, SPECIE QUELLI "PADANI" CHE URLANO CONTRO ROM E CLANDESTINI E POI SFRUTTANO IL LAVORO NERO, I DELIRANTI DI "ROMA LADRONA" CHE EVADONO LE TASSE E VANNO IN RONDE MA ANCHE A PROSTITUTE, QUESTI IPOCRITI OMETTI E DONNETTE PICCOLI/E DI IDEE E PROFONDAMENTE LIMITATI, ORGOGLIOSI SOLO DEL LORO DIALETTO CHE VIVONO UNA VITA SQUALLIDA FATTA DI INTOLLERANZA, INTOLLERANZA, INTOLLERANZA QUI NON SONO TOLLERATI, GRAZIE.
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