Alla tavola rotonda
Delle donne, della politica e riflessioni sulla maturità.
"Io ne ho viste di cose, che voi umani non potreste immaginarvi.
Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.
E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser.
E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia...."
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Noi che i libri abbiamo cominciato a conoscerli acquistandoli a rate dall'Einaudi e prima di leggerli li abbiamo sempre soppesati per capire quanta fatica ci stava dentro e quanta ce ne sarebbe toccata.
E per leggerli, qualche volta ci toccava avere il dizionario accanto, perchè non siamo nati in famiglie dove fin dalla nascita si ascoltava un vasto vocabolario, magari plurilingue.
Noi che al nostro vocabolario abbiamo aggiunto ogni nuova parola con la fatica ed il sudore di chi non capisce alla prima lettura e, consapevole dei propri limiti, torna indietro e rilegge.
Le nostre mamme sono vecchine che spesso stanno sole, ma, essendo mamme di meccanici, hanno la tessera della biblioteca e leggono fino a notte fonda, rinverdendo le fatiche della gioventù, quando, giovani mamme di apprendisti meccanici, leggevano di nascosto i libri che alimentavano le inquietudini dei loro figli.
Noi che leggendo “welthanschaung”, la prima volta, siamo stati presi dal panico, finché non abbiamo capito che poteva anche solo essere la definizione di un particolare modo di interpretare forma, consistenza e armonia delle cosce della figlia della nostra vicina di pianerottolo.
Perciò, noi meccanici, abituati alla ruote dentate ed agli alberi a camme, non siamo molto romantici e se ci capita fra le mani un romanzo di Susanna Tamaro, lo conserviamo con cura perchè ha su di noi lo stesso effetto della Dolce Euchessina, che a volte può mancarci.
Siamo invece affascinati dalle rutilanti invenzioni di Einrich Böll e del suo tamburino, da Elsa Morante, perdonando le sue ingenuità quando cerca di entrare nella mente di Arturo, non sapendo che lei, femmina, non ce la può fare, amiamo la gioiosa ironia di Joseph Roth ed abbracciamo, un po' tristi Elias Canetti, quando racconta del suo mondo perduto.
Noi meccanici, quando capitiamo in certe riunioni di intellettuali, gente abituata a praticare libri, ci sentiamo sempre un po' intimiditi.
Noi meccanici eravamo comunisti ed avevamo un sogno che ora, come dice Giorgio Gaber, si è rattrappito.
Noi meccanici, insieme agli intellettuali che praticano libri ed alle ragazze che sempre cercano il grande amore, lo vorremmo ricomporre, quel sogno.
Anche in forma diversa
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