Creato da lemagichefiabe il 20/10/2010 |
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Un sorriso
La piccola Gio
PERCHÈ È NATO QUESTO PROFILO / BLOG ?
Questo Profilo/Blog è nato a seguito di un'iniziativa
intrapresa su un altro mio blog.
Se la tua curiosità è tanta ^____^, puoi leggere cliccando
Nel post che hai appena letto, sempre che tu abbia cliccato sul "qui",
è spiegato tutto sull'iniziativa che
si è ormai conclusa con l'uscita del libro.
Ad ogni modo, se ti piace inventare fiabe, qui sei nel posto giusto ...
entra anche tu in questo piccolo mondo,
per tornare a sognare e perchè no,
per riscoprire l'amore che ognuno di noi ha dentro di se.
IL MAGICO MONDO DELLE FIABOLE
Il nostro libro è finalmente diventato realtà!!!!
Il nostro libro può essere ordinato presso le librerie WEB o direttamente in qualsiasi libreria del territorio Europeo (anche alcune edicole di giornali prestano tale servizio).
I dati tecnici per ordinare il libro nelle librerie sono:
• Titolo: Il magico mondo delle fiabole
• Curato da: Flocco G.
• Editore: Aletti
• Collana: Gli emersi narrativa
• Data di Pubblicazione: 2011
• ISBN: 8864988483
• ISBN-13: 9788864988481
• Pagine: 344
Ed ecco i link di alcune librerie on-line che già lo mettono a disposizione:
Post n°10 pubblicato il 22 Novembre 2010 da lemagichefiabe
Il braccialetto magico. C'era una volta una ragazzina di nome Ania che viveva vicino al mare. Passava il tempo e la piccola Ania cresceva tra la scuola e l'amore per il mare. Presto cominciò anche a fare immersioni e ad ogni immersione acquistava maggior sicurezza di sé stessa e miglior conoscenza del mare. Un giorno nel suo paese scoppiò una guerra e Ania fu costretta ad andare via, sui monti, dove si rifugiò con tutta la sua famiglia. Quel ragazzo aveva ragione: quel braccialetto era magico e da allora lei lo conservò sempre con molta cura e gelosia. |
Aldmir l’elfo verde A Tuatha De Dannan regnava un Re, al quale piaceva tantissimo sentir raccontare storie e tale piacere si era esteso a tutti i componenti della sua corte: dame, damigelle, Principi e notabili. Il narratore la sera si presentò al Re senza esser riuscito a trovare una storia nuova e consegnandogli la bacchetta di agrifoglio, gli disse: Arrivò l’alba ..... e con essa la luna cedette il posto ai primi raggi di sole. Aveva finalmente capito che il vero Re non era lui, ma Madre Natura, che Aldmir l'elfo verde era il suo messaggero e, infine, che tutti gli altri erano il suo popolo.
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La collana magica C´era una volta una coppia di sposini che si amava molto. Gli scavi quel giorno erano proseguiti senza sosta; il sole implacabile non aveva dato tregua ai lavoratori. Ad un tratto si udì un urlo tremendo che impietrì tutti e tutti voltarono il loro sguardo verso un piccolo uomo che dall´euforia aveva acquistato ulteriori forze per eseguire incredibili salti di gioia. Quell’uomo aveva tra le mani una scatola di legno consunto dal tempo e quella confezione faceva supporre che si trattasse di qualcosa di grandissimo valore. |
La fiducia della piccola Gio.
C’era una volta una piccola fatina di nome Gio. Sfortuna volle che, mentre davanti al Gran Consiglio quella mattina tutte le fate e i fatini si riunivano, la prova consistesse proprio nell’attraversare in volo la cascata ed entrare nella bocca del drago di pietra, raggiungendo il profondo della caverna nella zona più buia, raggiunta la quale, bastava poi semplicemente tornare indietro. Quando fu dato il via tutti i giovani fatini presero il volo, ma quando la piccola Gio raggiunse la bocca della caverna, ebbe così tanta paura che si fermò a mezz’aria. Tutti riuscirono ad entrare eccetto lei. Impaurita tornò sul punto di partenza, ed i suoi amici, vedendola piangere, la consolarono dicendole che avrebbe potuto riprovare l’anno seguente. E così, con sua grande tristezza attese l’arrivo dell’anno successivo… Una mattina con le sue ampie al, arrivò nella foresta un grosso Drago verde. Non ci sarebbe stato nulla di male, in fondo la foresta era così grande che poteva ospitare chiunque, ma il Drago, che era enorme e possente, chiamando in raccolta tutti gli animali e gli esseri fatati che lì vivevano, disse: “Da adesso in poi la foresta è solo mia, andate via tutti, non voglio vedere nessuno, chi mi disubbidirà subirà la più grande delle sventure: lo mangerò in un sol boccone!" Tutti si spaventarono e il più velocemente possibile iniziarono a scappare. Solo la piccola Gio rimase al suo posto e disse: “Ma io non voglio andarmene, l’anno prossimo ci sarà la prova, e se andiamo tutti via, come farò a diventare adulta?”. Le fauci del mostro si chiusero con un possente colpo. Tutti iniziarono a piangere, ma successe qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto immaginare: il Drago riaprì la sua bocca e dentro, posata dolcemente sulla sua lingua, c’era la piccola Gio. Si scoprì in seguito che il Drago era in pellegrinaggio in cerca di un luogo dove trovare buoni amici, e vivere in pace. E quel suo brusco comportamento era dovuto solo perché aveva bisogno di scoprire se ci fosse almeno qualcuno che davanti alle difficoltà, che sicuramente lo avrebbero inseguito, non lo avrebbe abbandonato, e quel qualcuno l’aveva trovato nella piccola Gio. Ma … (e che questo rimanga tra noi), anche se coraggiosissima la piccola Gio rimaneva spaventata dai fulmini e dai tuoni nelle notti di tempesta, e, indovinate un po’ che faceva? |
Il Campanello di Tommy Tommy aveva nove anni e viveva in un piccolo paese situato in una verde vallata ai piedi di imponenti montagne. Abitava in una casetta non molto grande insieme alla mamma e al papà. Ogni mattina Tommy si alzava presto e si preparava per andare a scuola. Scendeva di corsa le scale, faceva colazione, salutava con un bacio la mamma e usciva fischiettando. Era contento perché da quest’anno i suoi genitori gli avevano permesso di attraversare il paese da solo. Partiva sempre qualche minuto prima e non percorreva mai due volte la stessa via. Si divertiva a scoprire nuove strade e a salutare tutti i passanti. Un giorno, mentre cammina, vede per terra una specie di ciondolo e lo raccoglie. È una piccola sfera di metallo con all’interno una pallina, agitandola si sente un tintinnio fastidioso. Tommy si guarda intorno per vedere se ci sia qualcuno che può aver perso quell’oggetto, ma si trova completamente solo lungo la via, così decide di tenerlo, con uno spago se lo lega al collo e si dirige a scuola. Da quel momento lo tiene sempre indosso e non lo toglie nemmeno per fare la doccia. Il campanello sembra bloccato, non suona mai, a meno che qualcuno non lo scrolli apposta. Un pomeriggio di qualche settimana dopo però, mentre Tommy sta per attraversare la strada diretto a casa di un amico, un tintinnio si ode nel vento e lui si ferma stupito. Proprio in quel momento un’automobile sopraggiunge da dietro la curva e sfreccia a tutta velocità. Tommy si accorge che se non fosse stato per il suono del campanello sarebbe stato investito e decide in quel momento che quello sarà il suo portafortuna per tutta la vita. È passato qualche mese ed è arrivata l’estate. Tommy con il suo compagno Luca gioca a rincorrersi nel bosco vicino al paese. Attraversano di corsa una pietraia, Tommy è più veloce e l’amico non può far altro che seguirlo. All’improvviso il campanello emette il suo suono e Tommy si blocca all’istante. Luca ne approfitta per sorpassarlo, ma dopo pochi passi una vipera spunta da dietro una roccia mordendolo alla gamba. Luca cade a terra ferito e spaventato, Tommy cerca di tranquillizzarlo e va subito in cerca di aiuto. Per la seconda volta il campanello gli ha annunciato un pericolo. Il tempo passa, Tommy ha compiuto dieci anni e per il compleanno gli hanno regalato una bicicletta nuova fiammante. Suo padre ha deciso di accompagnarlo a fare un giro in paese per vedere come se la cava alla guida. Tommy all’inizio è un po’ impacciato, ma il padre lo rassicura e l’esperimento sembra funzionare. Fa caldo e un lieve venticello aiuta la pedalata, Tommy imbocca una via sterrata quando un tintinnio metallico lo mette in allerta. Tirando forte la leva del freno si ferma bruscamente mentre il padre lo evita all’ultimo momento guardandolo perplesso. Tommy alza lo sguardo e si trova proprio davanti agli occhi una ragnatela gigante con al centro un ragno nero grosso come la sua mano. Tommy fa un profondo respiro ed indica l’enorme insetto al padre. Non appena entrati in casa Tommy racconta l’accaduto anche alla mamma, che lo abbraccia sorridendo e gli sussurra: “Non staccarti mai dal tuo campanello e ascoltalo sempre!”. Un giorno, quando Tommy ha dodici anni, la scuola organizza una gita in città e la sua classe decide di partecipare. La sera prima i suoi genitori gli fanno mille raccomandazioni, poi il papà gli mette in mano cinque monete e gli dice: “Domani, compra qualcosa che ti piace!”. La mattina dopo Tommy è entusiasta, si siede sul pullman e tiene ben stretto il suo campanellino nella mano. Il viaggio è breve, presto le porte si aprono e Tommy può scendere assieme ai suoi compagni. La piazza è molto affollata e piena di bancarelle che vendono giocattoli di ogni tipo. Tommy è molto incuriosito e a un certo punto esce dal gruppo senza che la maestra lo noti per vederli più da vicino. Mentre sta lì ad osservare, un signore alto e ben vestito lo avvicina e gli domanda se vuole vedere il suo negozio di giocattoli magici. Tommy è un po’ dubbioso, ma non sentendo suonare il campanello risponde di sì con la testa e i due si allontanano insieme. Comincia a far caldo, il sole è alto e tra i palazzi c’è la solita afa soffocante. Tommy inizia a sudare e si toglie la felpa, si trova lì ormai da mezz’ora quando sente una voce. Una volta girato l’angolo però non vede nessun negozio, ci sono solamente alti palazzi grigi e macchine che corrono veloci. Decide quindi di tornare indietro, ma arrivato al punto di partenza si accorge che quel ragazzo così gentile è sparito, portando via con se anche il suo zaino. Si avvicina l’ora di pranzo, il caldo è torrido e non c’è un filo d’aria, il campanello non suona, ma Tommy inizia a capire di esser stato derubato. Si trova da solo in mezzo a una città che non conosce, senza un soldo, senza cibo e abbandonato persino dal suo portafortuna. Solo allora si ricorda delle parole della maestra, che sul pullman aveva raccomandato a chiunque si fosse perso di tornare in piazza Balle, da dove alle quattro sarebbero partiti verso casa. Cerca di ricordare la strada che stamattina lo ha portato fin lì, ma a un certo punto non è più sicuro che sia quella giusta. Passa davanti a un gruppo di ragazzi e domanda: “Scusate, piazza Balle è da questa parte?”. Stanco e sconsolato si ferma a chiedere di nuovo indicazioni. Un anziano signore con una folta chioma bianca gli indica a via, ma proprio mentre sta parlando il campanello ha un sussulto e Tommy si distrae immediatamente. Il vecchio vede negli occhi del fanciullo il suo disappunto e sorride. |
Il valore dell'onestà!
Una volta i regni erano tutti lontani, quasi che il mondo fosse relegato già allora in un libro di favole, tutti ai confini dell’immaginazione, tutti abitati da umani che probabilmente si sono estinti, perché erano spesso persone semplici con qualche eccezione, tanto per confermare la regola.
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Il Sogno Una mattina Pisolo si svegliò con una strana sensazione nel cuore. |
La brutta (bella) addormentata sul tronco. (versione di Liomax1, secondo classificato nella sfida in questo post )
C’era una volta una giovane pastorella che portava le sue 10 pecore a brucare in un prato adiacente ad un lugubre castello. Era rimasta orfana da piccola e non aveva nessuno. Possedeva una misera capanna e quelle 10 pecorelle ereditate dai suoi poverissimi genitori morti uccisi dalla caduta di un albero, mentre portavano al pascolo il loro piccolo gregge. La sua bellezza non era soffocata dallo sporco che copriva il suo visino, anzi esplodeva ogni volta che accennava un sorriso nel parlare alle sue pecorelle; aveva inoltre una figura deliziosa, mal ricoperta dai miseri cenci che portava indosso. Il proprietario del maniero era un malvagio, dedito alla magia. Un giorno, affacciandosi dal balcone principale, scorse la figura snella della pastorella: essa ballava e cantava; la sua voce riempiva la valle di note sublimi, la sua danza le permetteva di accarezzare le margherite del prato con i suoi “dolci” piedini! Ohibò, disse tra sé il brutto e perfido castellano. Quella donzella deve essere MIA! Nessuno potrà impedirmelo! Con passo baldanzoso uscì dal suo castello, si avvicinò alla dolce pastorella e con voce che sembrava venire dalle più profonde tenebre urlò: “Domani tu mi sposerai!”. La deliziosa fanciulla lo guardò con aria interrogativa lo guardò e per nulla intimorita da tanta spavalderia e … bruttezza, rispose con un fermo , gentile e possente“Neanche in sogno!”. Questa risposta indispettì il mostro , eh sì, a guardarlo bene era proprio un mostro e immediatamente iniziò a invocare inferi, streghe, orchi, diavoli, compagni d’armi, colleghi ed altre cento categorie di individui più o meno terrestri (mentre la leggiadra donzellina guardava divertita) e lanciò il seguente anatema: “ Tu dolce fanciulla ora ti addormenterai e nell’addormentarti diverrai brutta, ma brutta da fare orrore soltanto a pensarti! Ti sveglierai e tornerai a riprendere le tue attuali sembianze soltanto quando un cavaliere nel guardarti urlerà QUANTO SEI BELLA! Ma sarai tanto brutta che nessuno oserà mai dire tanto!” Apparvero due grandi Belzebù che presero (uno per le braccia ed uno per le gambe) la fanciulla, mentre essa chiudeva gli occhi per entrare in un profondo sonno (mentre ciò avveniva diventava sempre più brutta e deforme) e la depositarono su un tronco che era nei paraggi. Le pecorelle seguirono i due diavoli e si accovacciarono intorno alla loro … orrenda padroncina ormai dormiente. Trascorsero tanti anni! I viandanti che si avvicinavano alla misera, perché richiamati dai belati delle pecorelle, non appena intravvedevano quel corpo, fuggivano a gambe levate gridando “ORRORE, ORRORE”. Ma un bel giorno … il principe azzurro del reame (a dire il vero poi tanto azzurro non era, perché era andato a pesca di anguille e per afferrarle si era rotolato nel fango: per la cronaca non riuscì a prenderne neanche una), passò di lì ed anche lui incuriosito dal belato delle pecorelle, si avvicinò alla “brutta addormentata” seguito dal suo paggio che più andava avanti più si sentiva disgustato dalla visione di un simile spettacolo. Si fermò dinanzi alla bella … scusate, alla brutta e la guardò con ammirazione; il suo paggio cercava in ogni modo di fermarlo, ma non riuscì a farlo! Il principe azzurro rimase impietrito e mentre il paggio cercava di fargli inforcare gli occhiali che erano stati a lui affidati per poter meglio rotolarsi nel fango, sgorgarono incontrollate dalla sua bocca le magiche parole: “QUANTO SEI BELLA!” La sorpresa del paggio fu incommensurabile: con gli occhiali del suo principe in mano vedeva la fanciulla, sì svegliarsi, ma diventare e superare in bellezza la dea Venere; fra sé e sé pensò che la sua vista gli stesse facendo un tremendo scherzo, tanto che inforcò gli occhiali del suo protetto, ma la vista meravigliosa non mutò, anzi la bellezza era ancora più accentuata. Il principe abbracciò la … “bella sveglia” e dichiarò il suo amore. Poiché, in fondo in fondo, il principe non era poi tanto brutto, la bella ricambiò l’abbraccio e, ... tra un bacio e l’altro (la bella non disdegnò affatto le dolci effusioni del principe) promise di sposarlo ed amarlo per tutta la vita. Il paggio corse alla reggia (sempre con gli occhiali del suo padrone in mano) per far accorrere sul luogo del “risveglio” il re e la regina, genitori del principe. Essi accompagnati dall’intera corte si recarono in tutta fretta a … controllare se la bellezza della Piccola fosse veramente all’altezza di quanto aveva riferito alle Altezze il paggio e constatarono di persona che la bellezza decantata era molto, ma di molto superiore a quella loro descritta. Il giorno successivo furono celebrate solenni nozze (le ancelle della ora principessa furono le 10 pecorelle) nel palazzo reale; la fama della stupenda principessa fece il giro del mondo e tutti vollero fare pellegrinaggio in quel reame per ammirare tanta grazia. Il Mostro, scornato dalla sua sconfitta, inventò una storia cattivissima che divulgò a sud, a est, a nord e a ovest, ma nessuno, neanche i due Belzebù trasportatori credettero a questa storia! Così termina la storia della “brutta addormentata” e posso garantire con tutta sicurezza che vissero felici e contenti per tutta la vita! … Ah, dimenticavo: la principessa, per non correre il rischio che il suo principe cadesse in un errore analogo a quello in cui era caduto quando lei era … brutta, convocò nel reame i più grandi ottici esistenti sulla terra affinché operassero il principe agli occhi in modo tale che non avesse più bisogno di occhiali per la vista. Ogni riferimento a fatti o persone … del passato è puramente casuale. |
La brutta (bella) addormentata sul tronco. (versione di giostella2, ultima classificata nella sfida in questo post)
A corte c'era una fanciulla molto bella ma altrettanto viziata e dal carattere orrendo che il principe, proprio a causa di questo suo carattere, ignorava del tutto ... La fanciulla, risentita per questo non essere affatto considerata, si rivolse ad una strega che le diete la pozione magica da far bere al principe per far in modo che s’innamorasse perdutamente di lei.
E vissero tutti quasi felici e contenti ...
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La brutta (bella) addormentata sul tronco. (versione di Rea70, vincitrice della sfida in questo post )
C'era una volta un piccola fanciulla che viveva nel bosco. Gli alberi erano la sua casa e i ruscelli d'acqua pura la dissetavano. Scese un uomo dal cavallo. "Vi siete persa donzella??" "No!" -rispose la fanciulla e dietro le spalle di quel uomo vide un viso angelico. Un ragazzo alto, moro, con occhi castani lucidi. Lui la fissava con molto stupore e gioia. C'era qualcosa nel suo sguardo. Qualcosa che attirò l'attenzione della fanciulla. Lui.... quel ragazzo! Accidenti!! Che disastro che era. Si sentiva tutte le guance rosse e non aveva voce per rispondere alle domande che quell’uomo le stava facendo. "Com'è possibile??" - si chiese. " E' lui!!!" Allora si ricordò di tutti i sogni che aveva fatto mentre viveva nel bosco. Lui era il ragazzo che incontrava nei sogni. Era il suo principe!!
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CONTATTA L'AUTORE
Nickname: lemagichefiabe
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Sesso: F Età: 45 Prov: CH |
IL MONDO È MIO!
Ora vieni con me
verso un mondo d'incanto...
principessa...è tanto
che il tuo cuore aspetta un si.
Quello che scoprirai
è davvero importante...
il tappeto volante
ci accompagna proprio lì.
Il mondo è tuo...
con quelle stelle puoi giocar...
nessuno ti dirà che non si fa...
è un mondo tuo per sempre.
Il mondo è mio...
è sorprendente accanto a te...
se salgo fin lassù
poi guardo in giù
che dolce sensazione nasce in me.
C'è una sensazione dolce in te.
Ogni cosa che ho...
anche quella più bella...
no, non vale la stella
che fra poco toccherò.
Il mondo è mio...
Apri gli occhi e vedrai...
fra mille diamanti volerò...
la tua notte più bella...
con un po' di follia
e di magia
fra stelle comete volerò...
Il mondo è tuo...
un corpo celeste sarò...
la nostra favola sarà ...
ma se questo è un bel sogno...
non tornerò mai più...
mai più laggiù...
è un mondo che appartiene a noi...
soltanto a noi...
per me e per te...
ci aiuterà...
non svanirà...
solo per noi...
solo per noi...
per me e per te.
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