GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Un caro pensiero a Ezio

Post n°194 pubblicato il 11 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Pochi giorni fa, sono venuto a conoscenza della scomparsa di un amico delle scuole elementari, purtroppo a causa di quel dannato sicario che ti consuma a fuoco lento, prendendoti alle spalle, sfruttando le debolezze umane di un momento o di una vita: la droga. Ho molti ricordi di quei tempi, nel senso che le immagini dei volti dei miei compagni e diversi episodi si impressero in modo indelebile. Forse anche perché, in quegli anni, la mia mente - non vorrei sembrare presuntuoso, ma è così - lavorava incessantemente e macinava pensieri, nel bene e nel male. Non frequentavo spesso questo bambino, tuttavia qualche volta lo incontravo; e i miei genitori tenevano un ottimo rapporto con la nonna, con la quale viveva nella nostra città, a poche centinaia di metri dalla mia abitazione.

   Già in prima elementare si sapeva molto di lui: il padre era stato un pilota dell'A.M., ed era deceduto a causa di un incidente in volo. La madre era rimasta a Bari per lavoro, sicché lui viveva solamente con la nonna paterna, una persona sveglia e squisita.

   Cosa ricordo di lui? la festa di compleanno nel suo grosso salone, dove tra l'altro c'erano più femminucce che maschietti, col classico gioco della bottiglia e del bacio; e, una volta, mentre mi stavo scambiando le figurine dei calciatori con un altro amichetto di classe - davanti alla scuola - ricordo un suo scatto improvviso: con uno schiaffo sul mazzo ci fece cadere a terra tutte le figurine. Era irrequieto ma buono.

   Un caro pensiero. Riposa in pace, Ezio C.

 
 
 
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