GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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La mia allergia più grande

Post n°242 pubblicato il 26 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Cosa ci è rimasto di questa settimana? si chiede una mia amica - interessante mente - sul suo blog. In effetti, a pensarci bene, la settimana è divenuto il capro espiatorio, il clock malefico che scandisce le nostre giornate che se ne vanno via. Lunedì, martedì... domenica e... si ricomincia. A volte con entusiasmo ed energia, altre volte con spossatezza e apatia.

   Mi è rimasto ben poco, o meglio, mi è rimasto quel tanto che basta per ricordarmi - ce ne fosse stato il bisogno - che detesto i rapporti non chiari, laddove regna l'equivoco, la lontananza di mentalità e di linguaggio, ergo l'incomunicabilità. Ho cercato di chiarire con un parente stretto, un tempo mio migliore amico, un diverbio che mi ha coinvolto assieme alla mia consorte. L'aspetto grottesco è che, durante il diverbio telefonico, pur essendo stato al centro del fatto incriminato, ero in un altro luogo. A quel punto, dopo qualche giorno ho cercato di ritornare sull'argomento con lui, il quale, a sua volta, non mi aveva ancora accennato nulla sull'accaduto, e non l'avrebbe sicuramente fatto nemmeno in futuro.

   Ho sbattuto contro un muro. L'orgoglio e la supponenza di chi si considera perfetto; veleno sulla soglia dell'odio verso mia moglie, accusata di essere aggressiva e becera al telefono... quando era stata la sua consorte ad aggredire subito al telefono  sua sorella (mia moglie)... il tutto perché avevo tolto un dentino da latte pericolante al figlio, verso le nove di sera, senza il loro consenso. Nei rapporti umani ci vuole chiarezza e saper domare i cavalli dell'orgoglio. Il passo avanti l'ho fatto: mi sono scusato di aver urtato la loro sensibilità. Dall'altra parte, un muro di sei metri. Nella storia ci sono altri episodi passati, sfociati addirittura sul personale. <<Guardateveli i figli>>, una frase emblematica che mi sono dovuto sentire in passato.  

   Dicono che il Tempo è gentiluomo... In questi casi, e ormai lo scomodo spesso, devo evocare la meravigliosa figura dell'Ottimista che ognuno di noi serba nell'animo... C'è chi ha buona stella di avere la sua compagnia tutti i giorni... Per il resto della ciurma, che ognuno svegli l'Ottimista sommerso! 

   C'è incomunicabilità e incomunicabilità. Lo sforzo del "passo avanti", lo sforzo di provare a capire il pensiero altrui ci deve essere sempre. Anche se gli altri per noi sono alieni.

Per la convivenza con l'altro, prosit! prosit! prosit!

 
 
 
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