GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« VeritasCoup de foudre »

Il mio Amico Curioso rapito.

Post n°430 pubblicato il 12 Dicembre 2011 da sergioemmeuno
 

  

   Salve a tutti. Per questo post ho creato un nuovo tag: Persone reali. L’ho creato per prendere le distanze da tutti quei post in cui i personaggi sono frutto della mia immaginazione: così ai vostri occhi non ci saranno equivoci.

 

   Stanotte non è che abbia dormito granché bene, fra tuoni e scrosci di pioggia incessanti. Non proprio fresco come una rosa, mi sono deciso: stamane vi parlerò del mio Amico Curioso, come ne avevo manifestato la vaga intenzione qualche giorno fa. Amico Curioso: così lo chiamerò… non trovando un nomignolo migliore. Cercherò di farlo in maniera sobria, senza troppi ricami e fronzoli, perché la questione è alquanto delicata.

   Molti anni fa frequentavo con assiduità un forum di argomenti inerenti agli avvistamenti di UFO. Dopo mesi e mesi, un “amico” del forum mi disse se ero disponibile a incontrarlo. Abitando non molto lontano, e incalzato dalle sue petulenti insistenze, alla fine riuscimmo a incontrarci. Nel futuro lo avrei incontrato di nuovo altre due volte.

 

   Prima di raccontare quanto segue, ho chiesto il suo permesso. Di volta in volta, io gli invierò il post che intendo pubblicare, e lui ne darà eventualmente l’OK.

  

  Ci incontriamo poco fuori Roma. E’ un uomo ammodo sui trent’anni, impiegato nell’amministrazione  di una piccola società, vive ancora con i genitori. Un tipo che se lo incontri per strada pensi a tutto meno che sia una persona diversa. Mi sto scassando  marroni, quando ecco che sussurra che deve farmi una confessione, un qualcosa di cui ne sono a conoscenza solo i  genitori anziani.

   Da almeno un decennio, all’incirca ogni due anni, l’Amico Curioso mi svela che è vittima di fenomeni di abduction: in soldoni, sostiene che più di una volta è stato rapino da una presunta razza di alieni.

   Questi episodi sembrerebbero essere successi sempre durante il dormiveglia, nelle prime ore del mattino. Racconta che si ritrova disteso su un lettino; la sua vista è offuscata, sicché i volti delle creature in piedi attorno a lui non sono simili a quelli umani: larghi sopra e appuntiti alla base del mento, gli occhi sembrano molto grandi. Questi esseri operano con calma, in silenzio: la sua percezione è neutra: dal loro operare non trasuda né un’intenzione malvagia né un’intenzione buona. C’è una temperatura fresca nell’ambiente, e questo è piacevole. Diversamente dalla vista, i sensi dell’udito e dell’olfatto amplificano oltremisura ogni sensazione.

   Impossibile assegnare un tempo alla “visita speciale”.

   Poi il brusco risveglio e il conseguente atterraggio nella Nostra realtà. Mi colpisce un’idea dell’Amico Curioso: mentre durante la “visita” non conosce una vera e propria paura, quasi come la mente fosse anestetizzata, al risveglio un’angoscia indifferenziata senza anima e senza corpo prende il sopravvento. La mattina seguente alle visite non va mai a lavoro: e come potrebbe essere altrimenti?

   Poi durante i giorni, a poco a poco, quel senso di angoscia e smarrimento si diluisce nella quotidianità… nel lavoro, nello sfogo dello sport… eccome se ne pratica di sport! Certo, il ricordo dell’esperienza non scompare, ma rimane seduto in un angoletto a farsi i cazzi suoi. Semmai rimane un minimo timore per il futuro, per la prossima visita, che potrebbe rivelarsi anche diversa. E qui mi confessa che, tutto sommato, ormai ha superato quel timore dei primi tempi e non ha una grande preoccupazione per il futuro… In realtà si caca letteralmente sotto e mente spudoratamente? Lo ripete forse come un mantra per caricarsi di una forza immane?

   L’ultima volta che l’ho incontrato, mi riferisce che, per capirci qualcosa di più, una volta si è sottoposto a un’ipnosi regressiva. Sotto i miei occhi stupiti, tira fuori da una cartellina il referto dell’ipnosi. Tuttavia, come gli appassionati del settore sanno, questo esame può solamente accertare se vi sia la menzogna o meno… Non può accertare la "realtà" di un fenomeno. E quantomeno lui non racconta menzogne.

   Gli chiedo se ha mai scoperto un impianto sconosciuto all’interno del suo corpo: mi dice di no.

   Vi chiederete perché mai abbia raccontato questa esperienza… Innanzitutto per condividere una testimonianza tutt’altro che leggerina; in seconda battuta, nella lettura e nei commenti di queste pagine, l’Amico Curioso si sentirà meno solo, nutrendosi della linfa vitale dell’affetto e della solidarietà del prossimo… giacché mi ha promesso che ogni tanto verrà in questo blog, senza lasciare però alcun commento (sue parole). E ciò, permettetemi, mi sembra cosa saggia e giusta.

   E’ una persona con i coglioni, il mio Amico Curioso. Convivere con qualcosa del genere è roba troppo grande per il più forte degli umani: non riesco minimamente a mettermi nella sua testa. E mi sono affezionato a lui.

   E il suo rapporto con le donne? Essendo comunque piacente, non ha grossi problemi nella conoscenza e nell’approfondimento del gentil sesso. Mi dice che qualche storia l’ha avuta… Però solo con due di loro si è messo a nudo, rivelando le proprie “visite”. Il risultato? Dopo una settimana si sono vaporizzate…

 

   Sulla veridicità degli episodi delle “visite”, giuro, non so a cosa pensare. Sulla sua buonafede – Amico Curioso, capiscimi, non ti offendere, il seme del Dubbio è nelle mie fondamenta – sono disposto a crederci. La mia forte percezione è che la sua sofferenza sia effettiva e non immaginaria… In conclusione, partendo dai presupposti di buonafede del soggetto, dobbiamo tutti augurarci che la Scienza vada avanti e si riescano a comprendere fenomeni attualmente poco conosciuti: una chiara distinzione, semmai ci fosse, fra i Disturbi Deliranti – assai diversi dalle altre patologie – e i casi di Abduction. Perché certe persone soffrono come bestie abbandonate, con l’aggravante che ne hanno consapevolezza piena, forti delle loro convinzioni e di una lucida capacità di comunicazione e ascolto. Beninteso, con tutto il rispetto per i psicotici, sofferenti che hanno il pensiero labile e devono essere seguiti in altra maniera (vedasi gli schizzofrenici).

   Con permesso e affetto, Amico Curioso. 

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