GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« L'assassino, la sua vit...A casa »

L'assoluzione di Giuseppe Gulotta e l'Amore della sua donna...

Post n°534 pubblicato il 17 Febbraio 2012 da sergioemmeuno
 

  

 

  

   E’ una storia a lieto fine quella di Giuseppe Gulotta, condannato all’ergastolo per quel massacro avvenuto il 26 gennaio del 1976 ad Alcamo Marina, a metà strada fra Palermo e Trapani, dove furono uccisi due carabinieri.

   Ebbene, giorni fa, la corte di Appello di Reggio Calabria ha dichiarato non colpevole Gulotta, sulle basi delle dichiarazioni nel 2007 di un ex brigadiere, Renato Olino, che ha raccontato che le confessioni del malcapitato erano state estorte con atroci torture dai suoi colleghi. All’epoca Gulotta aveva appena 18 anni e, messo sotto torchio per ore e ore, alla fine aveva capitolato e aveva confessato un reato non commesso. L’ex brigadiere, che ha preferito tacere per molti anni, si è portato dietro il rimorso, a tal punto che poi si è dimesso dall’Arma. Meglio tardi che mai… verrebbe da dire, ma chi restituirà 21 anni di vita a un innocente?

   E immediatamente il mio pensiero va su quei poveracci innocenti che non sono stati salvati e a quelli che non verranno mai salvati da nessuno. In questi casi, è difficile non rimanere invischiati in quell'idea malsana che il libro della nostra vita sia già bello che confezionato… Evidentemente, a differenza di altri, un angioletto dietro la schiena ce l'aveva, il signor Giuseppe... un angioletto che ha scrollato quel brigadiere  che, all'epoca, partecipò alle indagini. 

 

   Infine, vorrei spendere tre parole sulla moglie, la signora Michela. Ecco, a volte tutti noi ci riempiamo la bocca della parola Amore e di altri sentimenti, e tutto sommato non facciamo nulla di male, se nei nostri propositi siamo in buonafede. Ma quando ci sono esempi così forti – per quanto non li conosca personalmente, ma le immagini e i fatti sono del tutto evidenti –, come una donna, la signora Michela, che è capace di stare vicino al marito condannato per così tanto tempo, senza abbandonarlo… mi viene semplicemente da esclamare: questo è l’Amore! Orbene, oltre l’ingiustizia di un innocente finito in un ingranaggio più grande di lui, oggi mi sento di fare un plauso  a questa donna.  Forza, coraggio, Amore: tutto in una persona. Un'eroina invisibile.

 
 
 
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