GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

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1983: Quella mia prima goccia bianca di inatteso turbamento...

Post n°536 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da sergioemmeuno
 

  

  

   Questa sera parlerò di qualcosa di molto intimo. Qualcosa di molto più intenso di rapporti amorosi o pensieri indecenti. Qualcosa di tenero, di potente, di improvviso.

   Sissignore, ormai il bisogno di dover salire un gradino si fa sempre più impellente, vuoi per un processo naturale di evoluzione del blog, vuoi per una volontà di andare “oltre” nel rapporto con i bloggernauti e raccontare quel pezzettino di se stessi in più. Precisamente ritorno con piacere a quel giorno del 1983  – e vorrei ben vedere, avevo tredici anni –, forse in piena primavera, ma non ci giuro, in cui la natura mi bussò alla porta e mi annunciò che ero un uomo.

   Ero nel salotto della casa dei nonni. Da un paio di anni, io e la mia famiglia ci eravamo stabiliti a vivere lì, dopo un forte esaurimento nervoso che aveva colpito mia madre. Una donna di cristallo raro.

   Ovviamente, già avevo acquisito familiarità col mio strumento di maschio, seguendolo passo dopo passo nello sviluppo e nei momenti in cui si ergeva orgoglioso.

   Penso che la natura, se uno si libera dei filtri e di malizie ingombranti, sia meravigliosa in tutto. Lo è nella nudità virile dell’uomo, con quel pendolo bizzarro e vario che, a mio avviso, è proprio una strana espressione di potenza e ironia (!): fa ridere quel coso su, ammettiamolo. Ma le risate possono essere di due tipi: di ilarità e di gioia… eh, donne? La natura è meravigliosa anche e soprattutto nella nudità armoniosa della donna, con quelle sfere che danno sostentamento ai cuccioli, con quelle linee morbide che sono un inno alla grazia e alla complessa femminilità.

   Mi sia perdonata la digressione. Ero nel salotto, in quel pomeriggio lento. Su quella poltrona di velluto color sabbia. Altre volte avevo già impugnato e menato il mio strumento. Ma ancora non potevo immaginare ciò che mi sarebbe poi successo.

   Sto sferzando la mia memoria come fosse un mulo… Quel pomeriggio, a differenza delle altre volte, non mi fermai. Fui tenace e insistente e ossessivo nell’esercizio. Chissà perché. In quel momento, a casa non c’era nessuno.

   D’improvviso, una lacrima trasparente si affacciò di fronte ai miei occhi… e con essa, un sorprendente, lancinante, interminabile, traumatico brivido, che mi pervase con una "violenza aggraziata" dalla testa ai piedi… Un brivido che conteneva tutte le onde dei colori dello spettro emozionale: migliaia di stati d’animo, nel quale ci fu spazio anche – elaborazione successiva – a un assurdo sentirsi innamorati di se stessi, a un indifferenziato senso di panico, e a un vago senso di colpa… forse una spuria dell’educazione cattolica? Ciccia, dico ora: quel brivido fu un qualcosa non di piacevole, ma un qualcosa di titanico.

 

Il turbamento liquido della prima volta, del Nuovo, un turbamento che rimase, giustamente, un evento unico.

 

 

   Suppongo che, per voi donne, il primo giorno in cui vi siete sentite “diverse” è stato in occasione del menarca… oppure in occasione del vostro primo amplesso in solitaria...

Grazie dell’attenzione e… buon sabato grasso!

 

 

p.s. C’è anche un passo a tema del grande Battiato nel brano Mesopotamia, che a presto posterò qui:

 

    <<… La prima goccia bianca che spavento e che piacere strano e un innamoramento senza senso per legge naturale a quell'età..>>

 
 
 
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