GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Occhi occhi e nient'altro che occhi!

Post n°767 pubblicato il 19 Gennaio 2013 da sergioemmeuno
 

 

Occhi compulsivi fra le celle di un centro commerciale, che sorvolano come rapaci sulle vetrine; occhi aggressivi in una palestra, che schizzano come palline di flipper senza controllo, e che presto potranno compiacersi del proprio scafandro scolpito, davanti uno specchio; occhi di amici che ridono e bevono e fumano, e alfine si raccontano; occhi di nostalgia al ripassare davanti il proprio istituto superiore e a ripensare a quanta voglia di vita e di futuro ci fosse; occhi sapienti di chi prepara l'impasto per la pizza e occhi dell'autista appiccicati sull'asfalto, per scongiurare il minimo errore.

 

Occhi increspati di chi ha vissuto la guerra, e andava in giro con le scarpe di cartone e lavorava dalla mattina alla sera, e comprava un pezzo di carne per tutti a Natale e a Pasqua.

 

Occhi orgogliosi che sanno sostenere uno sguardo, e occhi pavidi che non sono capaci di incontrarsi con i globi dell’altro, troppa è la viltà…

 

Occhi schiumeggianti che riverberano il cappuccino e il cornetto della mattina.

 

Occhi che penetrano, scandagliano, smaniosi di afferrare l’esistenza di chi c’è accanto, in metro, su un bus, o in una piazza.

 

Occhi del ricercatore curvo sul microscopio per ore e ore, per scovare la traccia di un futuro migliore.

 

Occhi pindarici mentre le dita scivolano sulla tastiera e occhi che traslano la visione sulla tela.

 

Occhi rigirati e stravolti di chi si sta affogando nell’intimità, nel plateau del volo con l’Altro. 

 

Ancora, occhi di amanti schiavi della tenerezza che si promettono amore per sempre e occhi di genitori che intravedono dei germogli fare capolino sul petto della figlia, e la prima peluria sul volto del figlio.

 

 

Occhi occhi occhi! datemi in pasto nient'altro che occhi! c'è altro filo diretto così autentico con ciò che dimora dentro di noi?

Una domenica zeppa di occhi ridenti, eh!

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