GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Sergiolino, Oxygene 2 e il Tempo del-non-so (2).

Post n°779 pubblicato il 03 Febbraio 2013 da sergioemmeuno
 

 

   Si mette a sedere dirimpetto a me, il bimbo gracilino.

Seguono dieci minuti di vuoto assoluto, nessuna domanda, nessuna risposta: siamo fra le linee di forza del campo del “mondo del potenziale”… tuttavia sono più io ad essere in imbarazzo.

 

Sergione     <<Un bicchiere di aranciata?>>

 

Sergiolino  << Non ricordi più nulla, eh?! Il chinotto mi piace…>>

 

Sergione    <<Ah, scusa… mannaggia i pescetti… tieni qua.>>

 

Sergiolino  <<Pescetti? Ma come mi parli?>>

 

Sergione    <<Scusa Sergiolì, scusami.>>

 

Sergiolino <<Voi grandi la dite spesso questa parola.>> Poi guarda sopra la mia testa e affonda: <<Sei felice?>>

 

Sergione    <<Mmm… che domande, Sergiolino… è lunga e complessa la questione…>>

 

Sergiolino  <<La domanda per me è semplice: siete voi grandi a vedere le cose tutte difficili.>>

 

Sergione    <<Metà si e metà no.>>

 

Sergiolino <<Non mi piace la risposta. O sì o no.>> Ormai i suoi occhi mi braccano. Mi sento  come un uomo al muro, la cui vista è chiusa da un branco di cani randagi. Via di fuga non c’è:   opto per la sincerità.

 

Sergione    Quanto più passa il tempo tanto più mi rendo conto che devo essere sincero: <<No,  Sergiolino, no.>>

 

Sergiolino  <<Perché.>>

 

Sergione   <<Forse sono, anzi… abbiamo sempre pensato troppo, io e te… ricordi? Forse per le troppe cose che uno fa… forse perché doveva andare così, tesorino…>>

 

Sergiolino  <<Lo so, quando mi lasciano da solo di pomeriggio, sono solo, penso tanto e più penso… e più mi sento solo. Volgio un fratellino.>>

 

Sergione    <<E già, con quel cavolo di DSE sulla Rai e la musica di Jarre, Oxygene 2, ce l’abbiamo in testa, eh?>>

 

Sergiolino  <<Mettila qua, sul… come si chiama questo diario?>>

 

Sergione    <<Si chiama blog, blog, Sergiolino. La facciamo sentire a tutti?>>

 

Sergiolino  <<Sì, sì… mettila qua dentro. Eppoi, ripeto sempre il mio nome e cognome, tantissime tantissime volte…>> 

 

Sergione    <<Ricordo, e già… Sei sveglio, sai.>>

 

Sergiolino  <<So  già  leggere, eh!  Peccato che…  mi… “ci”? Ci  siamo rovinati crescendo! E  guarda quanto sei ciccione! Fai un bel lavoro? Una principessa l’hai trovata?>>

 

Sergione    <<Ma se ti dico tutto adesso, poi cosa farai? Capisci ciò che dico?>>

 

Sergiolino <<Non so tutte le tue parole, Sergio.>> Ora muove le manine con una grazia impressionante. <<Però capisco perché… “sento” quando parli…>> Simula un qualcosa che somiglia a onde.

 

Sergione    <<Non posso raccontarti il futuro, mi spiace. Non voglio condizionarti.>>

 

Sergiolino  <<Non capisci. Dopo che vado via da qua, poi non ricordo niente.>> E’ buffo quando cerca di spiegarmi certi concetti, dato che conosce ovviamente solo il “tempo presente”.

 

Sergione    <<Dai, che andrai forte.>>

 

   Il bimbo giocherella con i boccoli, una ventata sorvola le nostre teste: la profonda Nostalgia del-non-so  ci impregna di una miriade di pensieri non fecondati. Pensieri vergini. Pensieri in attesa di essere colonizzati da un’idea precisa.

   È giunta l’ora: mi deve lasciare. Un dannato magone, sadico, modella le pareti del mio stomaco.

 

Sergione  <<Sergiolino>>, lo guardo, anzi, lo penetro, anzi, ci compenetriamo. E’ meraviglioso. Magari fosse così quando mi osservo allo specchio. <<Scusa per quello che ho fatto. Scusa per tutto ciò che potevo essere e non lo sono stato…>>

 

Sergiolino  <<Non devi chiedere scusa. Io e te siamo solo due punti.>> Lo osservo attonito. Lui prende un pezzo di carta e disegna una linea e due punti. <<Vedi questi due punti? Io sono A e tu sei B… Tu non centri nulla con la linea.>>

 

Sergione    <<Sergiolì, inizio ad avere il mal di testa! Te prego! E… quindi?>>

 

Sergiolino  <<La linea è il Tempo-del-non-so.>>

 

Sergione    <<Senti, e se dicessimo qua, a tutta la community, ehm… un nostro grande segreto? Una cosa che sappiamo solo io e te?>>

 

Sergiolino   <<Tu sei scemo!>>  gracchia, diventando paonazzo.

 

   Ci stringiamo con un sentimento indescrivibile. Non è amore. E’ il Sentimento del-non-so. Vai Sergiolino, vai… e in bocca al lupo.

 

   La schiena mi fa un male boia. Manco avessi preso mille bastonate da una tribù della Papuasia, o da una banda di ragazzacci del quartiere buio di Marsiglia.

 

   Mi viene un grosso dubbio: Sergiolino ricalcherà le mie orme o… seguirà un percorso diverso?

 

 

 
 
 
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