GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Un libro di qualità: Tu che te ne andrai ovunque di Ilaria Rossetti

Post n°878 pubblicato il 28 Novembre 2013 da sergioemmeuno
 

 

 

 

 


Ѐ solo, il padre, gonfio di speranza, mentre l'acqua ondeggia senza riflessi.

La lampada tascabile si spegne di colpo, le batterie scariche, un clic secco.

Il buio si addensa nella stanza, e la donna che batte contro il muro non si vede più.

Il padre stringe il bicchiere di plastica fra le mani, un po' d'acqua gli si rovescia sulle scarpe e lui può già sapere, un po', della Elena cresciuta, di armadi troppo pieni e musica alta, di sorrisi prima di uscire e di mani adesso più grandi, meno insicure, a carezzare la sua barba.

Conosce, Dino, l'asimmetria della felicità: e nel buio della sala d'aspetto, gli sembra di sentire l'odore degli abbracci di sua figlia e il frastuono delle lontananze inevitabili, che andranno a sommarsi al sussurro di giorni sereni.

Ѐ un padre, Dino, ed Elena è appena venuta al mondo.

Lei che saprà di felpa e borotalco, poi di sudore e attese su gradini con libri in mano e di quell'unica sigaretta rubata, che avrà passi veloci, cene saltate, sere insieme davanti alla televisione.

La donna ha una mano sotto la maglietta, Dino riesce a vederla attraverso l'oscurità.


Gli rimane sua figlia, appesa a una notte di Milano, a dell'acqua caduta sul pavimento.

Lei, lei che se ne andrà ovunque.


 

Tu che te ne andrai ovunque è il primo romanzo di Ilaria Rossetti (2008), già vincitrice del premio Campiello nel 2007 con un racconto.

L'ho appena finito di leggere e devo dire che è un'ottima lettura, che ti tiene sempre emotivamente sul filo del rasoio anche se non è un thriller.

Sullo sfondo di una Milano tesa e irrespirabile, fra le cui fibre le famiglie si disgregano, si snodano tre esistenze: Eva, violinista, che scrive una lettera a un uomo sospeso fra anima occidentale e musulmana, ed è incapace di amare; il fratello Nicola, laureato in lettere e col ricordo ingombrante di un padre che, partito come medico missionario per l'Africa, non è più tornato; Argo,  anche  lui  dilaniato  da  ferite passate,  un  prete  fasullo che  sbarca il lunario vendendo DVD.

E alla fine l'amara constatazione che tutti i figli, prima o poi, lasceranno i padri. Sembra un'idea scontata, ok, ma è il percorso e il come ci si arriva che dà spessore a un pensiero.

Se penso a una certa "letteratura" di consumo che si trova dappertutto, per quanto ti faccia volare, ehe, mi vien da sorridere… ma come dissero del celeberrimo pittore Ottone Rosai, uno che pennellava fagotti invece di persone, le vie del successo battono sentieri misteriosi!


 Sera a todos!

 

 
 
 
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