GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« >>> Intervista per Gener...Donne del Novecento: non... »

L'esecuzione pubblica di Laura verso Dani.

Post n°880 pubblicato il 17 Dicembre 2013 da sergioemmeuno
 

 

 

Poi la Ducròs sembra distendersi, ammorbidendo la postura, quasi cercasse una sorprendente riconciliazione: «Dani, allora, chiariamo una volta per tutte». Congiunge le mani, quasi per trovare le parole adeguate. «Non capisco questo tuo rancore. Assurdo. Io non ho alcun problema personale con te, chiaro?» Ascolto fissando quel volto d’angelo, una t-shirt e un paio di pantaloncini, nemmeno un filo di trucco attorno a quegli occhioni; del resto a cosa servirebbero? Tuttavia così è ancora più bella; e solo Dio sa cosa farei per passarci una serata insieme.

A un certo punto, rizza il tronco, con quella spontanea maestosità, si sistema la coda a cipolla con estrema grazia, un accenno di sorriso, quasi volesse sedurmi: la furbacchiona sa benissimo quanto mi attragga. «Però ti devo fare un appunto. Non puoi continuare a fare il ragazzino così», mi bacchetta dall’alto del suo trono.

 

«“Ragazzino”?»

«Sì. Perché pensi che una forma di sensibilità da provetta ti permetta di avere ogni donna ai tuoi piedi. Noi donne non siamo società di beneficenza. Noi donne detestiamo gli artefatti! Riuscirete mai a liberarvi di questa sindrome del Don Giovanni?” Caro, io ho perso la trebisonda per Vladimiro… Chiediti il perché. Chieditelo,  caro “chimico del cuore”…»

«Perché…» uscì fuori dalla mia lingua prosciugata, un debole suono estraneo, una lingua sconnessa dal cervello.

«Perché lui non ha bisogno di conferme. Non ha bisogno di mostrare i muscoli. Lui sa entrare nel cuore di una donna con discrezione e gentilezza: dalla porta del garage. Caro il mio chimico egocentrico.»


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Momento topico tratto da Generazione oltre la linea.

 
 
 
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