GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« Madre Adelina Oderisi D...La cattedrale »

Madre Adelina Oderisi D'Arnia - parte 2

Post n°891 pubblicato il 30 Marzo 2014 da sergioemmeuno
 

 

 

>>>> Chi si sentisse colpito nella propria sensibilità, è pregato di non continuare a leggere. Con licenza.

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     Adesso eravamo in una scarna stanza da letto, un armadio a tre ante e un letto di ferro battuto, adornata solo da un crocifisso, alcune pergamene, una bambola in biscuit e un paio di candelabri. Ero stordito, privo del minimo senso di orientamento, e pensavo di essere in un film del grottesco, e che prima o poi mi sarei svegliato di soprassalto, trovandomi sudato nel letto.

   

     Non poteva, una natura così austera, devota e impenetrabile nonché orgogliosa e sull’orlo dell’astio verso il genere maschile, essere risucchiata nel vortice della carne; perlomeno sarebbe stato più comprensibile in un’età acerba.

 

     Forse mi ero sbagliato, e cercai un appiglio, convincendomi che da un momento all’altro avrebbe tirato fuori qualcosa dallo scrigno dei ricordi, o magari mi avrebbe chiesto un aiuto di qualsiasi natura per il Convento.

     Una colonna ordinata di nanetti impazienti e laboriosi e ipertecnologici facevano su è giù per i piani della mente e mi irridevano. Mi ero rivolto verso la porta per uscire, quand’ecco la sua voce rassicurante, acuta, ora insolitamente alterata per emettere un comando: <<Spegni la luce>>.

     Così feci. Provai un piacevole senso di spossatezza frammisto a spaesamento. Mi conveniva giocarci come un bimbo capriccioso, attorno questo nodo improbabile?

    <<Sopra di me.>> Non mi era concessa parola.

     Adesso ero sopra di lei, nella posizione più classica. Le mie gambe erano sopra le sue, assai robuste e bitorzolute; l’attrito non faceva altro che aumentare la mia inadeguatezza.

     Accennai un suono vocale, ma subito mi bacchettò: <<Shhh>>.

 

     In men che non si dica, mi affacciai su quella maestosa intimità, rigogliosamente folta, canne di giunco, ispida e secca.

     Contro ogni senso logico, lo strumento s’inorgoglì, e tentai di far leva sulle mie braccia per non farle del male.

     Sulle prime, dovetti spingere con decisione, per vincere una resistenza scoraggiante, sinora a me sconosciuta. Come un beduino che attraversa il Sahara e viene ostacolato dai venti di sabbia.

     Ecco finalmente l’affondo, un bruciore immenso, un profondo gemito di Ade. Aveva gli occhi chiusi, ma era tutta nervi tirati e ramificazioni di sangue denso. Talvolta ci toccavamo con sobrietà le labbra socchiuse che vibrava a guisa impercettibile come se recitasse un rosario.

     Non mi era concessa parola.

     Ora ne ero completamente all’interno. Non voleva che cambiassi posizione né osassi profanare le adagiate sfere marmoree. Gradiva i lenti affondi, cadenzati e prolungati, a cui reagiva con scosse e contrazioni ben governate dalle briglie: la sobrietà, seppure al servizio del piacere, doveva aver la meglio sull’abbandono scostumato…

 

     Affondo e controreazione.

 

     Affondo e controreazione.

 

     Sarà stato per la conformazione a collo di bottiglia della tana, che aveva inghiottito  l’estremità e al contempo mi strozzava senza pietà sulla soglia di marmo bianco; sarà stato per quell’assieme emanante un acre odore di incenso e minestrone e limoni, e che mi aveva ospitato con la santità che si offre a un ramingo, nulla a che vedere con la casa di un’amante tutta massaggi e fitness; sarà stato perché era la roccaforte inespugnabile della Fede, tant’è che eravamo ormai in una discesa: una discesa a velocità folle, ci saremmo frantumati contro un muro o una parete qualunque…

     La discesa in un canale, ove Lei, l’intransingente, era la mia imbarcazione, io e lei un tutt’uno, ci si può fare del male così.

     Un grosso tonfo e toccammo l’auge per un tempo che si ostinò a perdurare chissà per quanto, da lassù qualcuno l’aveva dilatato. Una commistione di liquidi e pensieri e contropensieri, fors’anche sangue; il suo collo smisuratamente gonfiato.

     Esausto ma in pace col mondo, mi sollevai dalla nave madre, dando un poco di sollievo alla schiena demolita. L’intransigente era immobile. E adesso, dopo averla amata, avevo la percezione che occupasse uno spazio molto più ampio.

     Feci un lungo sospiro, riverente, che Lei parve gradire non poco.

     <<Una cortesia.>> Una pausa interminabile, con Lei sempre immobile e supina; i tratti del volto più distesi. <<Non dovrai farne parola. Non me ne far pentire>>, mi sussurrò, stringendomi le mani fra le sue. Alfine aggiunse col fiatone: <<Fa' che la tua parola sia sempre creatrice.>>

     <<Con permesso, Madre.>> Un inchino.

 

    Era Madre Adelina Oderisi D’Arnia. L'aspra Carismatica.

    Non sapevo di cosa si trattava; sapevo però che smaniavo dal rivederla quanto prima.

 

>>> Tratto dai Racconti dell’Improbabile

    

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Commenti al Post:
Led_61
Led_61 il 30/03/14 alle 05:55 via WEB
Nei racconti hard dai il meglio di te stesso. Complimenti!
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:26 via WEB
Dici? chissà... ciao Ledstyle. :))
 
lucilla_800
lucilla_800 il 30/03/14 alle 06:15 via WEB
propedeutico per una domenica mattina, Sergio! -D
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:26 via WEB
Bentrovata Lucilla. :))
 
Persa_nella_Rete
Persa_nella_Rete il 30/03/14 alle 10:29 via WEB
ehm ..Anch'io prediligo i lenti affondi. ^____^ eheh ^_^ Buona domenica.
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:27 via WEB
Non ti contraddico! sera Tiz. :))
 
licciardi.annam2011
licciardi.annam2011 il 30/03/14 alle 10:56 via WEB
Ho notato che scrivi molto bene, ti esprimi in modo impeccabile, usando saggiamente le figure retoriche. Sono convinta che la tua carriera di scrittore sia azzeccata, ma dovresti rivolgerti esclusivamente a lettori adulti e maturi e calarti nella vita reale. In futuro pensaci. La fascia adolescenziale, a mio avviso, non è adatta per un uomo vissuto come te. Elisa Mirabella
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:30 via WEB
Hai ragione. E non ho assolutamente intenzione di rivolgermi a un target adolescenziale. Sera Annamaria. :))
 
jessissima
jessissima il 30/03/14 alle 22:26 via WEB
pensa che io immaginavo tutt'altro, stile una cosa molto drammatica. sono un pochino delusa dall'episodio, ma piacevolmente attratta per lo stile, dove a tratti ho fatto anche una risata. hemmm... dai che non è una critica, ci mancherebbe!! diciamo una mia reazione primaria, anzi secondaria. 'notte Sergii
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:29 via WEB
Ah, volevi una cosa sanguinaria, da libri gialli o thriller... ciao Jessi. :))
 
Eli_Semplicemente
Eli_Semplicemente il 01/04/14 alle 15:43 via WEB
Mi trovo d'accordo con Led61. Infatti ricordo ancora uno dei primi post che lessi da te due anni fa ormai, colpendomi e stupendomi piacevolmente... Sabri e Manu, il loro incontro ravvicinato in treno! Spero tu non me ne voglia ma devo dire che lo trovavo più accattivante rispetto alla Badessa :) Buona giornata Sé.
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:28 via WEB
La sfida è quella: cambiare sempre registro e tono. Sera Eli. :))
 
an520
an520 il 02/04/14 alle 10:45 via WEB
auguri per il tuo racconto,SERGIO
 
 
sergioemmeuno
sergioemmeuno il 03/04/14 alle 20:27 via WEB
... e l'amicissia? mannaggia! :))
 
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