GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

 

« Dani e le donne 1L'affondo di Laura (3) »

Dani e le donne 2

Post n°236 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

 Scelgo la via dell’umiltà: <<I cazzuti sono ormai come le mosche bianche>>. Una pausa. <<Però ce n’è uno in mezzo a noi.>> Sguardo interrogativo generale. <<All’anagrafe, Alessio Di Sauro. Lui sì che ha le palle, eh Laura?>> Dopo un ottimo inizio, successivamente il dannato si è rovinato la reputazione, a parte un buon legame con Roland, Vladimiro e Laura.

L’attenzione ovviamente si sposta sulla mora: <<Avrà le sue manie, ma almeno lui va dritto sulla propria strada>>, risponde aspra con una insopportabile risata, artificiosa quanto irridente. <<C’è invece chi mette i piedi su due staffe, chi ha sempre bisogno del consenso altrui. Chi tace tradendo se stesso per non rovinare i rapporti con gli altri, le classiche bandierine.>> È un fiume in piena. <<Ne sai qualcosa, vero?>>  

La miccia ormai è incendiata. <<OK. Certo, uno che vomita sempre merda sugli altri, uno che rema contro la collettività, uno che si sente Dio in terra… ebbene, non c’è dubbio che uno così segue sempre la propria strada!>> dico con enfasi, protendendo le braccia in avanti e indicando una strada immaginaria da seguire.

Le ragazze, a parte Pat, gradiscono l’ironia e vanno in escandescenza. Monica si avvinghia teneramente al mio busto – ormai è come una pianta rampicante –, mi struscia con la magnifica dorata coda da cavallo, e non fa altro che ridere, forse per il nervosismo. Dopodiché cerca di consolare la mia antagonista: <<Dai su, Laura. Che vita è senza due risate?>>.

<<Non hai mai pensato che, a differenza sicuro di te, ha avuto un’infanzia difficile?>> rintuzza la Ducròs.

<<Ma tu che cazzo ne vuoi sapere della vita mia?>> esplodo come uno squilibrato. Il mio collo è gonfio e violaceo. <<Eppoi, avere una brutta infanzia non può essere un alibi. Cara “pissicologa”, troppo comodo così.>>

<<Beh, Laure’, sii onesta. Vogliamo giustificare i ladri, gli assassini, i criminali perché sono cresciuti nel fango?>> interviene con prontezza Daniela.

<<E che caspita centra Ale? Vogliamo considerarlo un delinquente? Secondo me, non avete mai avuto a che fare con i veri galeotti.>> Un momento di tregua. <<È un tormentato, OK, ma ha una grande intelligenza e sensibilità.>>

Difficile essere d’accordo.

<<Beh, usi lo Zanichelli con disinvoltura>>, replico. <<Forse non conosci la parola “squilibrato”…>>

<<Ah, sei un professorino di second’ordine, un teorico della vita con in mano un righello.>>

<<Me ne farò una ragione.>>

 
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