GIORNI STRANI

Il quarto invito

   Raffaella iniziò a lavorarsi il buon Eugenio, di stazza robusta anche se scompariva al cospetto della donnona. La bigotta, con la solita maestria, lo lusingò oltremodo, dicendo che in lui apprezzava l’equilibrio e la solidità dei principi.

   Dopo fece leva sui suoi acerbi istinti, divaricando e stringendo nervosamente le enormi cosce, e sfruttando il proprio smisurato davanzale che ballonzolava a ogni risatina… Quale arte antica e subdola ed efficace la santocchia!

L’intellettuale rimase all’istante impacciato e sorpreso; quindi, forse la fame arretrata, fu messo nell’umana condizione di accettare il Deserto con lei.

Il terzo invito

Il buzzurro Pietro, mostrandosi risoluto al di là di ogni nostra aspettativa, si fece avanti con quella navigata di Daniela.

Lei gli fece capire, più con l’espressione della faccia che a parole, che avrebbe dovuto guardare altrove.

Allora il poveraccio se ne risentì e il maestro, uscendo una volta tanto dal suo contegnoso modo di fare, gli diede una pacca sulle spalle in segno di incoraggiamento.

Il secondo invito della scuola

Quindi partì allo sbaraglio la piccola Francesca, niente po’ po’ di meno che con il bel Roland, il seduttore per antonomasia. 

 Lui declinò la proposta con gentilezza, spiegando – da bugiardo consumato – che non aveva ancora sufficiente chiarezza nella testa.

La moretta tutto pepe e lingua non la prese bene.

Due inviti e uno andato a buon fine...  I pezzi pesanti dello scacchiere dovevano ancora entrare in azione.