GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 15/07/2011

Monica e il papā

Post n°82 pubblicato il 15 Luglio 2011 da sergioemmeuno
 

  

   <<Alessio, devo ammettere che meriti un posticino nel museo dei pazzi furiosi!>>

   <<Grazie, troppo gentile.>> Una pausa. <<Certo… crescere senza la figura di un padre… a lavoro pure di Natale. Era sempre occupato da mille attività>>, si confessò il ragazzo.

   <<Mi spiace. Anche mio padre, sai, era sempre in giro per il mondo.>>

   <<E che lavoro svolgeva.>>

   <<Era un ambasciatore. Non ho un ricordo – dico uno –  in cui giocai con lui.>> L’altro rimase sbigottito. <<Aspetta, solo una volta. Lo scongiurai così tanto che mi portò sulle giostre. Ma una volta sul cavalluccio, guardava dappertutto tranne che verso di me.>>  

  

 
 
 

Laura e il papā

Post n°81 pubblicato il 15 Luglio 2011 da sergioemmeuno
 
Foto di sergioemmeuno

   <<Qual è il ricordo più bello che ti è rimasto di tuo padre?>> le chiesi incuriosito.

   <<Quando d'estate mi portava con lo scooter sul lungomare.>> E i suoi occhi scuri si illuminarono d'immenso.>>  

 
 
 

Il rapporto complesso fra un padre e la figlia

Post n°80 pubblicato il 15 Luglio 2011 da sergioemmeuno
 

Argomento del giorno: rapporto fra padre e figlia.

A) Una donna che ha avuto un ottimo padre (ottimo eh, non perfetto), che uomo vorrebbe affianco a sé?

B) Una donna che ha avuto un padre mediocre (non necessariamente un criminale), che uomo desidererebbe affianco a sé'?

Che ognuno racconti la propria esperienza, sicché la storia e i fatti parlino.

 
 
 

Io e Laura in tenda 2

Post n°79 pubblicato il 15 Luglio 2011 da sergioemmeuno
 

 

   <<Furbacchiona, non mi hai ancora risposto alla domanda di prima.>>

   <<Chiedi e ti sarà risposto.>>

   <<Qual è la tua angoscia… Cos’è che ti tormenta ancora>>, osai scendere nei suoi abissi.

   Una lunghissima pausa. <<Ho avuto un padre meraviglioso. Anzi no, direi semplicemente perfetto. Un guaio.>>

   A questa confessione qualsiasi parola sarebbe stata superflua. Presumibilmente, si sarebbe innamorata solo di un ragazzo perfetto. 

   Era una morbida sera che strizzava l’occhio a ottobre, sebbene ancora lontano. Gli olivi si apprestavano a elargirci i magnifici frutti. Un suono smorzato. Una fragranza debole. Un tocco di velluto.

   Una di quelle sere che transitano ogni cent’anni. Un corpo celeste.

   Nella tenda toccai la mano a Laura Ducròs. Era soda e calda. All’istante mi sentii uno stupido e mi pentii del gesto.

   E la ritirai.

   Anni dopo avrei capito che non era stato affatto stupido: ero solo stato piccolo. Un uomo piccolo.

  

 

 

 
 
 

Io e Laura in tenda

Post n°78 pubblicato il 15 Luglio 2011 da sergioemmeuno
 

   Fissammo i nostri occhi per qualche istante verso ponente, contemplando l’ultimo bagliore emesso dal sole. In lontananza, oltre dolci pendii, tappezzati di quando in quando dai tetti delle case, dalle chiome degli onnipresenti ulivi e dagli ingombranti tralicci dell’elettricità, si intravedeva la maestosa distesa sfavillante del Medio Tirreno. Luce morente e sangue si mescolavano nel mezzo del mare.

   Un sole che declina, un punto d’osservazione alto, una distesa immensa sullo sfondo: io e lei. I raggi obliqui della sera le scaldavano il viso trasfigurandolo. 

Sotto la nostra portata ottica cadeva pure un acquedotto dell’epoca imperiale romana; le sue arcate di pietra, murate a secco, garantivano una costante e lieve pendenza della conduttura.

   L’aria si ingentiliva sempre più e l’autunno avanzava con piccoli e malsicuri passi. Mi apprestai a preparare con cura la brace, mentre Laura tirò fuori le salsicce e le braciole dagli zaini. Era uno diletto vederla muoversi e sbrigare le faccende più semplici; quel suo portamento, elegante ma non sciorinato, non veniva mai meno.

   <<Guarda che roba>>, parlai a bocca piena, <<nello stesso luogo una stazione di un secolo fa e un acquedotto di duemila anni or sono.>>

   <<Vero, questi luoghi conservano una certa potenza evocativa.>>

>>fine parte 1>>

 

 
 
 
 
 

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