GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 18/08/2011

Il sondaggio del partner

Post n°136 pubblicato il 18 Agosto 2011 da sergioemmeuno
 

   Abbiate pietà di me. Ho da poco creato un sondaggio, ovviamente valido anche per i maschietti. Spero che tutti rispondino con la massima sincerità. Eventualmente, al momento della votazione, si può anche lasciare un commento.

   Ah, dimenticavo... un pensiero di simpatia per chi risponde <> e un <> per chi vuole un superman/superwoman. Hola! e votate votate votate!

p.s. Se siete capitati su questo post da un motore di ricerca esterno, sulla parte alta del blog potrete trovare il sondaggio.

 

 

 
 
 

Giannetto

Post n°135 pubblicato il 18 Agosto 2011 da sergioemmeuno
 

   Piuttosto che invischiarsi in un lungo plebiscito, la truppa aveva deciso di rinviare tutto all’alba, abbandonandosi ai flutti del sonno. All’addiaccio. Qualcheduno già russava peggio di un ghiro.

   Nel silenzio generale, frusciò la voce sfiatata e confusa di Vladimiro: <<Qualcuno sta urlando, sbaglio?>>.

<<Ma che dici… zitto Vladi>>, protestò assonnata Monica, stretto a lui in un sacco a pelo matrimoniale, qualche metro più in là degli altri.

<<Sst… ascolta, ascolta.>>

<<Rompipalle, facce dormì!>> tuonò il Greco al cui tronco era attorcigliata quella tigre di Daniela.

Il Principe, imperterrito, aprì di scatto la zip e rimase seduto per un po’ con lo sguardo perso nel buio: <<Ascoltate miscredenti… c’è uno che piagnucola’>>.

<<Ora te faccio io piagnucola>>, lo minacciò con voce cupa Eugenio, sicché Raffaella esplose in una fragorosa risata. Quel suo ridere sgraziato, per giunta nel dormiveglia, era un vero assillo per le orecchie e per la nostra pazienza. Come il sergente facesse a sopportare un catafalco del genere era un dilemma delle scienze naturali.

Com’era prevedibile, il Principe si meritò gl’improperi e le minacce dei dieci compagni, appiccicati gli uni con gli altri. Solo Tommaso e Giulia ancora erano in coma.

Poi quelle frasi querule si fecero più distinte e comprensibili: <<Gente… gente…Aiuto, aiuto!>> Seguì un fischio. Mormorio dopo mormorio, il drappello si era destato. Alzandosi con un guizzo, evidentemente preso dall’agitazione, Tommy diede una craniata paurosa a un palo della pergola, così da strapparsi gli scontati sfottò del gruppo. Rimase sdraiato per terra per un paio di minuti buoni.

<<Gente… gente!…>> faceva la voce.

<<Ma chi caspita è?>>

<<Sembra venire dal cancello.>>

Muniti di torcia e di lanterna, un po’ infreddoliti, ci avviammo verso il cancello dell’istituto.

E quando fummo all’ingresso ci trovammo dinanzi, dietro le barre dell’ingresso, una figura concitata oltremisura, che si sbracciava e dondolava in avanti quasi stesse su una barca, e che ripeteva in maniera meccanica sempre le stesse cose. Sul fondo degli occhi un’increspatura di terrore.

Ci fece pena e lo facemmo entrare: il suo nome era Giannetto.

 
 
 
 
 

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