GIORNI STRANI
Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.
Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011Poll: Esistono oggigiorno condizioni per una coppia solida e serena nel tempo?
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Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.
Messaggi del 22/08/2011
Sera a tutti. Ragazzi non ci crederete, ma la "donna superiore" o presunta tale, evidentemente ancora non dichiaratasi nei confronti del sottoscrivente, ha pensato bene di lasciare il suo segno... eccome se lo ha lasciato... dopo poche ore il post precedente. Alle ore 21.15 circa il mio potente faro alogeno adiacente al giardino, dopo un sommesso scoppio, ha preso fuoco. Ci sono volute una decina di bacinelle grosse da bucato per domarlo. Cosa dire... non ho parole. E menomale che ero in casa... Quando posso vi posterò il plasticone squagliato. Dice il saggio: lidiamo che è meglio! |
Mi chiamo Fabrizio Berni, sono un normale impiegato di quarantacinque anni, single non per scelta, e ignoro se sia peggio una mente che lavori o una che sia ferma… Fra le mie svariate fisse o chiodi che dir si voglia, ce n'è una che è sempre stata una costante. La ricerca smaniosa di un interlocutore femminile con cui parlare di tutto, su un piano sottile ed evoluto. Badate bene, non mi riferisco alla ricerca di un'amante o di una compagna di vita. No e no: una sorta di sorella invisibile... Se qualcuno non mi crede me ne farò una ragione, anzi, dieci, cento, mille ragioni... Ovvio che qualche etto di cultura sarà necessario sulla bilancina... Una "donna superiore" con cui parlare la stessa lingua, con cui ci sia una forte sintonia cerebrale, il piacere - forse in parte pericoloso - di misurarsi l'uno con l'altro e di sapere - sottolineo sapere - che dall'altra parte puoi contare su una mente/persona che è cerebrale come te e ti capisce... e soprattutto sa che tu sei speciale come lei, e questa percezione è bidirezionale. Non importa se poi non si andrà a letto o non si conviverà. In sintesi, il dialogo del pensiero potrebbe suonare così: L'uomo: <<So che sei cerebrale... e so che tu lo sai che lo siamo ambedue>>. La donna: <<So che sei speciale... e so che tu lo sai che lo siamo ambedue>>. Usando una metafora tennistica a me tanto cara, è come se tutte le volte, due campioni come Nadal e Federer si incontrassero. Si stimano e sanno che entrambi sono fortissimi e unici. Certo, con la differenza che, nella vita e nel mio esempio iniziale, non c'è alcuna competizione e nessuno deve prevalere sull'altro! Di rado mi è capitato di confrontarmi con menti del genere; purtroppo è mancato il prolungamento del rapporto nel tempo. Grassie della pazienza e dell'ascolto! Fabrizio Berni
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Dopo la prima sessione di prove, con le tre modalità di sparo, ci eravamo scambiati le immediate impressioni: durante i colpi, in simbiosi con l’arma, udivamo solo battiti di tamburi solenni, metronomi inesauribili della nostra marcia gloriosa, sì da sospingerci verso orizzonti remoti ma ormai alla nostra portata, lì a poche centinaia di metri; poi uno, due, tre battiti di palpebre e bloccarsi, riaprire gli occhi – come quando ci si risveglia da uno stato di trance –, accorgersi di essere scesi dalla giostra e approssimarsi all’uscita di questo parco giochi del surreale; quindi, finalmente, ritornare sulla terra, deliziosa e piccola, fra gli umani: orbene, con i piedi per terra, ci guardavamo meravigliati l’uno con l’altro e sentivamo che un’immensa forza ci legava: eravamo un esercito privilegiato e invincibile, nel pensiero e nella coscienza prima che sul campo di battaglia. E in più di un’occasione, mi ero sentito un tutt’uno con gli altri del nucleo, cioè Flavio, l’Ungherese, Eugenio, Felice, Monica, Francesca e Giulia. Un esercito di gioventù, composto da anime forti prima che di soldati forti, contro qualsiasi entità e congiuntura, col vento del fato alle spalle. Un frizzante alito dolce e amaro che ci aveva convinto che d’ora in poi nulla più sarebbe stato negato alle nostre molteplici possibilità. Tutto attorno a noi lo vedevamo enormemente distinto e centuplicato: i contorni, i colori, le luci e le ombre, ogni cosa con le proprie misure e prospettive e distanze dalle altre; quasi fossimo in grado, all’improvviso, di penetrare la consistente materia, gli alberi e i muretti, le nostre figure con i fucili, le sagome lontane. Eravamo inondati appieno da questa condizione e la Consapevolezza di ciò – quel sublime pensiero-del-pensiero, quello sguardo al contrario verso l’interno della candela – ci donava un’ebbrezza che non era neanche lontana parente dei piaceri terreni più appetitosi… |
Patrizia ritornò sulla sua ermetica compagna di camera. <<Ci passo molte ore in camera, ma a volte Laura è un muro. Quando decide di non farsi capire è un Dio.>> Una pausa per frugare fra le sacre pieghe del cuore. <<Sembra veramente innamorata di quel cammellone di Vladimiro>>, mormorò, forse con l’ennesimo intento di provocarmi. <<Non capisco che cosa ci trova in lui>>, mi alterai. La gelosa ebbe una reazione peggiore della mia: <<Ma possibile che voi maschi desiderate solo ciò che è impossibile? Vladi pulisce le testine del suo cervello, stop. A differenza di te, che la stressi. Lasciala stare, fidati, quella ti distrugge>>. Ora mi accorgevo che era bellissima, Pat, di una bellezza non immediata, ma non per questo meno interessante. Una freschezza e una grazia che affioravano man mano la conoscevi più a fondo. Ci mettemmo a sedere, nascosti al riparo dell’intreccio di rami nodosi e foglie appassite della vite. In quel momento le nostre bocche erano a non più di un palmo di distanza. Con audacia inimmaginabile, mi bloccò il capo dalla nuca e saldò quelle corpose labbra alle mie. Rimasi all’istante impacciato, anche perché le sue labbra erano molto più polpose e determinate. La pomiciata durò, tanti, tanti minuti, e, se avessi voluto, probabilmente non si sarebbe opposta a una maggiore intimità. Certo è che la situazione fu piacevole, sul palato mi rimase il sapore fruttato e fresco del suo alito. Una gustosissima insalata di riso, il nostro bacio. Prima di congedarci, riuscii come un’idiota a infrangere l’idillio: <<Scusami, una cortesia. Solo una…>>. <<Dimmi tutto tesoro, qualsiasi cosa>>, aveva gli occhi neri più dilatati del consueto. <<Tu che la conosci bene, potresti parlarci… a mio nome… sai, sì…>> <<Oh oh oh, ancora con Laura? Stronzo!>> E mi rifilò col palmo della mano un sonoro ceffone in piena faccia, sfruttando il movimento del braccio e della spalla, come un tennista che attacca col diritto. Lo schiocco, di sicuro, lo sentirono persino all’ultimo anello del condominio degl’inferi. |
In conclusione, per non farsi mancare nulla, vorrei postare la descrizione pittoresca e al tempo stessa amara dell'utente e amico Mantaboy. Si ritiene un grande amatore e io non ho alcun motivo per dubitarne! Mi descrivo: fedele con chi merita, affettuoso con chi merita, generoso con chi merita, affidabile con chi merita, simpatico con chi merita, grande amatore... sempre con chi merita! eccomi quà... cosa volete di +? ...Le fettine di culo impanate le abbiamo finite... E in effetti, come dargli torto? Diamo solo a chi merita davvero!
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Inviato da: Ventodoriente
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