GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 19/09/2011

Io e Daniela ci consumiamo sulla riva

Post n°222 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Inizia a scendere una discreta pioggerellina, sicché le mormoro che forse è meglio far ritorno alle tende, ma lei emette un sospiro indecifrabile e mi trattiene a terra, con mano decisa, afferrandomi il polso. Mi snocciola qualche altra confessione, in modo  slegato nonché vanitoso. Là dentro ci hanno provato tutti con lei, a parte me e Felice. Perfino sul fronte opposto, qualche ragazza, seppur con più tenerezza e classe, ha osato incunearsi nella sua intimità; e qui mi riappare con nitidezza l’isterismo di Monica e quel riferimento alla “foresta amazzonica” di Daniela.

   Sottolinea che sinora si è concessa solo al Greco. Le domando cosa diamine le piace del ruvide giovanotto, e lei, senza la minima esitazione, mi risponde che è attratta da quella “titanica e lacerante lotta interiore fra inquietudine e intelligenza”. Ammetto che una risposta così gagliarda non l’ho mai sentita. Quindi sottolinea che siamo due maschi agli antipodi: brutale lui, celestiale io.

   A parte il ticchettio della pioggia, non si sente più il minimo suono fra i campi delle tribù verdi. Siamo nel cuore della notte. D’un tratto, la cavallerizza mi sale  sopra, mentre il cielo comincia a cannoneggiare.

   Il Cigno è fenomenale nel fare l’amore, però, se vogliamo vedere il pelo nell’uovo, i suoi movimenti sono per lo più bruschi e violenti. Di Laura – la personificazione di un’anacronistica nobiltà evanescente – conservo qualche nebulosa immagine, quando la spiai sul baldacchino in compagnia di Vladimiro; e ricordo che, da un istante all’altro, era troppo mutevole e intransigente sulla condotta del maschio. Invece la rossa, partendo da un movimento circolare del bacino, che si espande poi al resto del corpo, sale e scende per la scala musicale dell’amore in modo estremamente graduale, modulando la forza o la velocità oppure entrambe. Interpreta l’atto amoroso come fosse una danza, una danza tribale in cui si invocano gli spiriti della natura. È una sinusoide.

   Adesso le gocce di pioggia ci trafiggono. Sarebbe meglio ritornare alle tende, ma una forza invisibile ci inchioda sull’arena zuppa. La tigre inizia a lavorarmi con un crescente movimento di bacino. Non voglio soccombere alla sua autorità, perciò sulle prime la afferro dai fianchi, quindi con le nocche della mano creo un intaglio su quella schiena perfetta. Ben presto ci ritroviamo impregnati di sabbia e acqua e sale e sudore, i nostri vestiti sono un tuttuno con la pelle, chiara la mia, olivastra e con gl’inequivocabili segni delle lampade la sua. Sarà che siamo ormai conciati in una condizione pietosa, da bestie; sarà che la selvaggia ha sempre risposto picche a tutti, eccetto Roland, guadagnandosi il soprannome di “una dolce con le palle”; sarà che ho gettato nella spazzatura qualsiasi candore e timidezza col gentil sesso, tant’è che la situazione è fortemente eccitante e la lotta va avanti a oltranza.

   Finalmente, svuotati e accaldati, i nostri piaceri si congiungono e terminano in un lungo stanco gemito, che viene inghiottito dal mare. Sulla vetta del nostro viaggio, le sue mani divengono tenaglie sul mio addome, mentre quelle unghia curate e affilate vi tracciano solchi paralleli.

   Al ritorno in tenda, intravedo le sagome di tre compagni ancora svegli, seduti attorno a un falò spento. Sono Tommy, Eugenio e Patty. Ignoro se si sono accorti di chi ero in compagnia. Dal buio mi scrutano allibiti, neanche fossi venuto da Marte.

   <<Hai fatto lo sbarco in Normandia?>> ironizza Pat. E in effetti sono ridotto uno straccio. Zuppo. Chissà cosa penserebbe Gabriel se mi vedesse in simili condizioni.

   La rossa non sarà una bellezza perfetta come la Cortez o la Ducròs, ma non ha nulla d’invidiare alle due primedonne. Da stasera ne sono convinto.

    Sono uno straccio. Nient'altro che uno straccio.

 
 
 

La confessione di Daniela

Post n°221 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Sospirando, mi racconta che una bella sera Laura l’ha perfidamente provocata. Erano in camera, entrambe supine e distese sul proprio letto, con un libro in mano; a un certo punto, la rossa ha staccato gli occhi dal libro e si è voltata verso di lei: la dama, supina, manovrava con insistenza pollice e indice sul seno sinistro, per metà straripato dal reggiseno. A suo dire, una zanzara l’aveva colpita e sentiva un prudore molto fastidioso, sicché le aveva chiesto lo stick per le punture.

   <<Capito la perfida? Ed io non ho resistito, ti giuro Dani, mai successo… Avevo il sangue nel cervello.>> Ascolto interessato quanto sbalordito la storia. La rossa si era offerta di medicarla con lo stick, fin qui nulla di anomalo. Poi però era andata oltre, attaccandosi con le grandi labbra a quella generosa coppa e spalmandosi sopra di lei, sicché la provocatrice iniziò a respingerla in modo non molto convinto.

   <<Dani, primo: mi ha provocato lei, facendo la finta ingenua.>>

   <<Secondo?>> Ormai sono coinvolto e partecipo alla sua collera.

   <<Secondo, quando io mi sono… ehm, spalmato su di lei, ti giuro… non sembrava che gli dispiacesse… pensavo che i suoi arrendevoli “no” fossero solo di facciata.>>

   La esorto a continuare.

   <<Dopo qualche minuto, in cui si dimenava con molta remissività, ha gridato come un’isterica, la “frigidona della vita”.>> Per questo episodio, il giorno dopo, Laura si sarebbe trasferita nella stanza di Patrizia, e Giulia, con molta pazienza, sarebbe divenuta compagna di Daniela.

   <<Ora mi devi aiutare>>, si accostò alla mia bocca e mi perforò la retina con quegli occhi vissuti: <<Merita di essere purgata per bene>>.

   Aggiunge che, a suo parere, la malefica la teme; quindi probabilmente era stata una messinscena architettata ad hoc per umiliarla, in modo da tenerla sotto la mannaia del ricatto per il resto dell’avventura. Le dico che è molto difficile escogitare qualcosa per punirla severamente: bisogna spremere appieno le meningi per affondarla. E lei, dolcissima: <<Caro, se era facile non mi rivolgevo certo a te>>.

 
 
 

Io e Daniela Pirri 2

Post n°220 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Non so fino a che punto la scaltra sa di questa faccenda. Gabriel potrebbe essere stato più esplicito nell’incontro con lei, rivelandole il piano della comunità-stato; anche la stessa Monica potrebbe aver parlato col boss in modo approfondito: del resto sono donne e sanno fare bene il loro mestiere. Certo è che il Baffuto, nel dirmi di aver parlato di certe cose solo con me, potrebbe avere spudoratamente mentito. Pertanto, continuerò a fare lo gnorri con Daniela e gli altri. Tra l’altro, ed è ormai sotto la luce del sole, fra la bionda e la rossa si è costituito un solido e micidiale asse.

   Nella realtà, al di là delle promesse del Baffo, è probabile che i giochi non siano ancora fatti: tre posti per sette ragazzi. Oltre me, Laura, Daniela e Monica, non escluderei a priori Alessio, seppure Gabriel mi abbia permesso di eliminarlo. Infine, altri due outsider potrebbero essere il quadrato Eugenio e l’equilibrata Patrizia, forte del legame con la Ducròs. Per quanto riguarda il resto della brigata, non vedo nessun altro che abbia una minima possibilità di essere selezionato.

   <<Laura, secondo me, è l’unica certezza nella testa del megalomane. È sopra tutti noi>>, riprendo il discorso dopo una lunga pausa.

   <<Madonna santa, spero di no. Con chi andrebbe d’accordo la vampira?>>

   Dopo tanto passeggiare sulla spiaggia umida, sotto un gradevole venticello e il chiarore lunare, ci sediamo vicino al bagnasciuga. Ci godiamo la bassa marea. La femmina mi fa la seconda confessione, due nel giro di pochi minuti. Mi dice che, ai tempi in cui dormivano nella stessa camera, si era maledettamente invaghita di Laura.   

   Era divenuta un’ossessione. La sera, prima di addormentarsi, si confidavano su tutto, sui ragazzi e sulle amicizie, i sogni e le ambizioni. Nell’intimità sembrava un’altra persona rispetto alla vita di comunità: bendisposta ad ascoltare l’altro e incastonava giudizi equilibrati; a volte abbassava il tono della voce, quasi sussurrava con gli occhioni sgranati; quel sorriso che d’improvviso diveniva tenerissimo, una luce fra le tenebre. Oppure ricorda quando sbuffava ironica incrociando gli occhi o mordicchiava una penna mentre leggeva. Tali descrizioni le conosco fin troppo bene. Insomma, ho di fronte un’altra vittima di mademoiselle Ducròs; e, in questo caso, si tratta di una vittima illustre, una natura muliebre di rilevante spessore. 

 
 
 

Io e Daniela Pirri 1

Post n°219 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Poco dopo mi ritrovo di fronte la rossa. Verosimilmente solo lei, con quella risoluzione frammista a diplomazia, poteva riuscire a tranquillizzarla; all’interno del casale, nel corso dei giorni, la mia stima verso di lei è aumentata in modo esponenziale, benché sia legata a quel torbido di Roland.

   <<Ha svalvolato di brutto>>, attacco il discorso. <<Menomale che ci sei tu.>> Poi le riferisco che Monica teme che io tubi con Laura.

   Sorride e si siede affianco a me. <<Dani, c’è poco da capire, siamo vicini al traguardo. E da adesso in poi, le novità schizzeranno come pallottole. Monica è cotta di te ed è gelosa. E una romantica innamorata reagisce così.>>

   Devo esserle grato perché mi sta rivelando la realtà. Non pensavo che la bionda si fosse infatuata così tanto.

   <<E Laura? Cosa prova verso di me…>>

   <<Basta!>> ha una reazione spazientita e al tempo stesso ironica, portandosi le mani alle orecchie, sbuffando e incrociando gli occhi; fatto curioso, è un gesto che altre volte avevo visto in Laura. <<Ammettiamo che tu le possa piacere, non lo ammetterebbe mai, sei di coccio, eh? La Ducros deve tenere tutto sotto controllo… guai se c’è qualcosa che non può gestire. Perché pensi che sta con uno come Vladi?>>

   In lei, a giuste dosi, si fondono concretezza, ironia e una sorprendente dimestichezza nell’avere a che fare con il prossimo. Come una ragazza così intelligente stesse con uno squilibrato e arrogante come il Greco era un mistero.

   <<Prima la virtuosa inciuciava con Alessio>>, rispolvero i primi tempi del casale.

   <<Già, questa in capoccia c’ha almeno una decina di emisferi.>> Scoppiamo in una risata incontenibile e liberatoria. Nel mentre ridiamo, vengo colpito dai suoi lunghi riccioli rossi e un certo imbarazzo mi assale.

   Mi prende dolcemente la mano e, senza bisogno di altre parole, ci dirigiamo verso la spiaggia. Seguiamo un sentiero nuovo, per sbucare su un tratto solitario del lido.

   Se l’Officina è un luogo ai confini del mondo, qui a Campi sembra di stare al di là del mondo. Qui ci siamo arrivati montando su un treno che passa ogni cent’anni, poi siamo scesi al capolinea e un cartello maliardo indicava ”oltre il mondo”; qui siamo in compagnia di innumerevoli comunità, dagli orientamenti politici, religiosi e culturali più disparati. Buddisti, Are Khrisna, catecumeni, gruppi new age; punk, metallari; attivisti no global, volontari ospedalieri, militanti di partiti, centri sociali e sindacati. Un calderone di molteplici idee, colori, profumi, suoni. Milizie di anime brulicanti, disseminate sui campi, che ci ruotano attorno festose.

   È il luogo ideale per le confidenze e Daniela si lascia andare. Mi racconta che, la sera precedente, il precettore le ha fatto una domanda apparentemente futile. Le ha chiesto di indicare due nomi, all’interno del gruppo, con cui farebbe un viaggio per il mondo dopo la conclusione di questi giorni. La rossa mi rivela che ha scelto me e Monica. Da quanto ne sappia, a parte il mio caso, è la prima volta che il Baffo chiede a un allievo qualcosa del genere.

   <<E lui come ha reagito?>> le domando dissimulando interesse.

   <<Ha detto che sarebbe un trio perfetto. E che se fosse il capo di un programma di ricerca, sceglierebbe a occhi chiusi noi tre.>>

 
 
 

La gelosia di Monica Cortez 2

Post n°218 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   <<Ehe, tu non lo sai. Ma io le ho assaggiate entrambe>>, ridacchiava indemoniata, <<Raffaella già l’ha conosci bene... Invece Daniela è come la foresta amazzonica, sai venerdì notte io…>>. Forse è per questo che, nel pomeriggio, per quattro set le due ciondolavano sul parquet?

    <<Dani, ti faccio male. Ma-le… ma-le>>, minaccia la bionda alterata e mi punta l’indice alla gola.

   Esasperato, le afferro con forza i pugni, e la inchiodo sul tronco di un pino; cerca in tutti i modi di affrancarsi dalla mia presa, ha un’estrema forza nelle mani, ma, respirando profondamente e tirando fuori l’orgoglio, riesco a domare la cavalla selvaggia.

   Proprio in quel momento, inaspettatamente, sul luogo della follia sopraggiunge Daniela. Afferra subito la criticità della questione, sicché prende sottobraccio il Cigno e le mormora qualcosa. Quindi l’accompagna verso la tenda, facendomi segno di non muovermi da là.

 
 
 

La gelosia di Monica Cortez 1

Post n°217 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Davanti alla tenda, una voce suadente mi scuote: <<Mamma mia quanti pensieri abbiamo.>>. È Monica. <<Cosa voleva Gabriel da te?>>

   Tentenno un po’: <<Adesso non ho voglia… domani ti dirò>>. Ci riallontaniamo in silenzio dall’accampamento, osservando piccoli e numerosi gruppetti spalmati sul prato, che parlano o canterellano esausti a voce bassa. Qualche bottiglia per terra. La tarda serata è la migliore occasione per conoscere e stare assieme con i membri delle altre comunità. E la maggioranza dei miei compari non si fa scappare la ghiotta occasione. Solo Tommy ed Eugenio preferiscono starsene in disparte con le proprie compagne.

   <<Me la stai incartando, non gioca’ con me, caro.>> Adesso ha un espressione tutt’altro che pacifica. Non l’avevo mai vista così dura nei miei confronti.

   Mi avvicino e cerco di rassicurarla, cingendola con decisione ai fianchi; sfioro le  labbra alle sue e chiudo gli occhi. Mi sto affezionando alla lunga ed elegante bionda, un raffinato miscuglio di fragilità e forza.

   Nel momento in cui la mia lingua fa capolino nella sua cavità orale, me la morde con ferocia. <<Ahia!… Monica, ma sei fuori?>>. Un bruciore tremendo. 

    <<Ascolta>>, adesso su quel viso non c’è traccia di dolcezza, <<pensavo che
avessi capito chi sono. Odio chi mette il piede su due staffe, è roba per mediocri>>.

   <<Forse è ora che vai a nanna.>>

   <<Se tubi con Laura, bello, con me hai chiuso. Immagino cosa ti ha proposto Papi.>>

   Rimango interdetto: è come se avesse carpito qualcosa fra me e il precettore. La brezza del mare e l’odore pungente dei pini mi suggeriscono assoluta fermezza per fronteggiarla e non diventare un suo soldatino. <<Anzi, di più… dico a Roland ed Eugenio che ci hai provato con le loro donne. Ti piacerebbe, eh? Infilarti fra le coscione nere di Daniela, o perderti fra le montagne di Mamma speranza…>>

   <<Stai delirando, hai bisogno di aiuto.>> Ormai è un uragano.

 
 
 

La figlia della Terra: Pioneer 10

Post n°216 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

 

  

   La sonda Pioneer 10, lanciata nel 1972, ha dato un immenso contributo nella comprensione dei pianeti del Sistema Solare. L'ultimo fiebile contatto è stato nel 2003.  Ora si sta dirigendo (si fa per dire) verso la stella Aldabaran, che potrebbe essere raggiunta in poco più di due milioni di anni... ma vi rendete conto?

   Secondo gli scienziati nostrani, se qualche specie extraterrestre scoprirà mai questa placca, essendo molto avanzata non avrebbe problemi a interpretarla, decodificando i mittenti del messaggio, il luogo e l'epoca di lancio. Ci sono informazioni riguardanti il protone e l'elettrone, il nostro sistema solare, la posizione relativa del Sole rispetto la Galassia, e l'immagine di un uomo in segno universale di pace e di una donna.

   Sopravviverà all'Uomo ma anche alla stessa cara Terra, la Pioneer 10... il nostro unico occhio, la nostra unica mano, la nostra unica Mente in giro per l'Universo. Portavoce delle speranze e delle conquiste di una specie alquanto bizzarra, assai dotata, capace di amare e di odiare, facilmente incline alla distruzione delle altre creature... E già me la immagino, la nostra Figlia sempiterna, quando si volgerà indietro l'istante dopo l'esplosione del nostro Monarca... La Terra e noi tutti saremmo fieri di lei. 

 
 
 

Gli allontamenti e le fughe

Post n°215 pubblicato il 19 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

   Ancora una volta, vorrei mostrare tutto il mio disappunto per i rapporti che svaniscono come neve sotto il sole... Preferisco un rapporto che si rompa per un motivo consistente, un litigio o una forte diatriba, anche per motivi squallidi (?), piuttosto che un allontanamento graduale o una "fuga dal pianeta terra"...  

   <<... che c'è da dire... quando un uomo fugge x paura x colpa del suo carattere la cosa ti uccide... Mi ha detto che la lontananza l'avrebbe distrutto e che mentalmente era distrutto e voleva tempo>>. Sono le parole dell'altra sera di una mia amica di Libero. La paura di soffrire in amore genera dei veri e propri mostri... E la cronaca spesso ci dice che sono gli uomini a farlo. Del resto, se c’è un problema od ostacolo nel rapporto fra due persone, bisognerebbe fare di tutto per confrontarsi e risolverlo… non si può certo scappare per tutta la vita…

   

   E cosa dire invece del rapporto con un grande amico o peggio ancora con un fratello che si spegne a poco a poco come la fiammella di una candela? sino a divenire meno che conoscenti? Si inizia che ci si incontra sempre di meno, ci si telefona sempre di meno, si ha interesse nell'altro sempre di meno... e a quel punto la storia passata, nonostante i momenti belli trascorsi assieme - risate e confidenze e lacrime condivise -, non conta più nulla.

  

   Idem per le relazioni matrimoniali. E qui, la letteratura potrebbe superare per volume la biblioteca di Alessandria d'Egitto... 

  

   Evidentemente, poi ognuno si mostra per quello che è ed ha nel proprio zainetto di dotazione. A queste cose non mi ci abituerò mai.

 
 
 
 
 

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