GIORNI STRANI

Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.

Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011
 

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Personaggi e fatti

Il nome e cognome dei personaggi appartenenti ai racconti e ai tag "frammenti di scrittori in erba" e "il mio romanzo", come pure i fatti narrati, sono frutto della mia fantasia.

 

Messaggi del 22/09/2011

L'affondo di Laura (3)

Post n°237 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

Poi la Ducròs sembra distendersi, ammorbidendo la postura, quasi cercasse una sorprendente riconciliazione: <<Dani, allora, chiariamo una volta per tutte>>. Congiunge le mani, quasi per trovare le parole adeguate. <<Non capisco questo tuo rancore. Assurdo. Io non ho alcun problema personale con te, chiaro?>> Ascolto fissando quel volto d’angelo, una t-shirt e un paio di pantaloncini, nemmeno un filo di trucco attorno quegli occhioni; del resto a cosa servirebbero? Tuttavia così è ancora più bella; e solo Dio sa cosa farei per passarci una serata insieme.

A un certo punto, rizza il tronco, con quella spontanea maestosità, si sistema la coda a cipolla con estrema grazia, un accenno di sorriso, quasi volesse sedurmi: la furbacchiona sa benissimo quanto mi attragga. <<Però ti devo fare un appunto. Non puoi continuare a fare il ragazzino così>>, mi bacchetta dall’alto del suo trono.

<<”Ragazzino”?>>.

<<Sì. Perché ad altri gliel’ho data e a te no. Noi donne non siamo società di beneficenza.>> Apriti cielo! Che inaspettato colpo basso in pubblico… Allora il Cigno aveva ragione a chiamarla “dama bianca”, cinica quando ci sono di mezzo anche i sentimenti. Mi sento come un povero chiodo colpito dal martello.

Un chiodo sbattuto. Tin. Tin. Tin. Vedo solo bianco attorno a me.

Dapprima quelle becere di Raffaella e Francesca scoppiano a ridacchiare, per poi subito frenarsi quando si rendono conto che è una frase inopportuna e meschina. Patrizia, stizzita, mormora qualcosa al suo orecchio; probabile che la stia strigliando. Giulia e Daniela scuotono sdegnate il capo.

Monica batte le mani sarcastica: <<Brava davvero, tu sì che conosci cosa sono i sentimenti. Stasera mi fai vergognare di essere donna>>. Le altre approvano l’amara dichiarazione.

Laura non ci sta: <<La verità brucia. Ma è meglio una dura verità che una scintillante menzogna. Sempre>>.

Sono frastornato e amareggiato non poco. Però, prima di sparire, voglio prendermi la soddisfazione di chiudere la serata. <<Sei riuscita a rovinare questa bellissima serata. Una sola cosa, io bruciavo veramente di amore per te… e non ho paura di dirtelo, ora, per la prima volta. E lo faccio davanti a tutti.>>

<<Sei un mito!>> urla Giulia, ancora impegnata a sgranocchiare i frutti della fertilità.

<<Questo sì che è un uomo>>, mi lusinga ad alta voce Daniela. Sono apertamente dalla mia parte, eccetto Patrizia, che si sforza di rimanere neutrale. Monica si fa pensierosa, forse non può accettare il mio amore per la rivale.

<<Ricorda, cara. Nella vita, prima o poi, almeno una volta incontriamo uno più stronzo di noi. Uno che ci fa ma-le.>> L’algida contempla spazientita il cielo stellato. L’avevo amata follemente; perlomeno fino a quel momento. Forse è la fine di una lunga fase, la prima, all’interno della scuola.

Osservo le ragazze nominandole una per una, immergendomi contraccambiato nei loro soavi sguardi.

<<Ah, dimenticavo. The winner is… Miglior amante: Monica. Migliore amica: Patrizia. E moglie ideale: ognuna di voi che sia capace di donarsi completamente all’altro>>. Le nominate applaudono.

Alla mia uscita di scena, iniziano animosamente a confabulare e gesticolare. Al centro, c’è ovviamente Laura. Chiunque, in questa difficile posizione – attaccata da tutti i fronti –, avrebbe ceduto scoppiando in uno sfogo isterico. Ma non è il suo caso. Anche nei scontri più duri, col vento sfavorevole, riesce sempre a mantenere con calma la propria rotta, controbattendo colpo su colpo alle sei avvelenate colleghe opposte. Incomincio a pensare che sia una natura multipla, composta da più entità in grado di sostenersi a vicenda.

Per terra, calato il sipario, un vero e proprio cimitero di melograni.

 
 
 

Dani e le donne 2

Post n°236 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

 Scelgo la via dell’umiltà: <<I cazzuti sono ormai come le mosche bianche>>. Una pausa. <<Però ce n’è uno in mezzo a noi.>> Sguardo interrogativo generale. <<All’anagrafe, Alessio Di Sauro. Lui sì che ha le palle, eh Laura?>> Dopo un ottimo inizio, successivamente il dannato si è rovinato la reputazione, a parte un buon legame con Roland, Vladimiro e Laura.

L’attenzione ovviamente si sposta sulla mora: <<Avrà le sue manie, ma almeno lui va dritto sulla propria strada>>, risponde aspra con una insopportabile risata, artificiosa quanto irridente. <<C’è invece chi mette i piedi su due staffe, chi ha sempre bisogno del consenso altrui. Chi tace tradendo se stesso per non rovinare i rapporti con gli altri, le classiche bandierine.>> È un fiume in piena. <<Ne sai qualcosa, vero?>>  

La miccia ormai è incendiata. <<OK. Certo, uno che vomita sempre merda sugli altri, uno che rema contro la collettività, uno che si sente Dio in terra… ebbene, non c’è dubbio che uno così segue sempre la propria strada!>> dico con enfasi, protendendo le braccia in avanti e indicando una strada immaginaria da seguire.

Le ragazze, a parte Pat, gradiscono l’ironia e vanno in escandescenza. Monica si avvinghia teneramente al mio busto – ormai è come una pianta rampicante –, mi struscia con la magnifica dorata coda da cavallo, e non fa altro che ridere, forse per il nervosismo. Dopodiché cerca di consolare la mia antagonista: <<Dai su, Laura. Che vita è senza due risate?>>.

<<Non hai mai pensato che, a differenza sicuro di te, ha avuto un’infanzia difficile?>> rintuzza la Ducròs.

<<Ma tu che cazzo ne vuoi sapere della vita mia?>> esplodo come uno squilibrato. Il mio collo è gonfio e violaceo. <<Eppoi, avere una brutta infanzia non può essere un alibi. Cara “pissicologa”, troppo comodo così.>>

<<Beh, Laure’, sii onesta. Vogliamo giustificare i ladri, gli assassini, i criminali perché sono cresciuti nel fango?>> interviene con prontezza Daniela.

<<E che caspita centra Ale? Vogliamo considerarlo un delinquente? Secondo me, non avete mai avuto a che fare con i veri galeotti.>> Un momento di tregua. <<È un tormentato, OK, ma ha una grande intelligenza e sensibilità.>>

Difficile essere d’accordo.

<<Beh, usi lo Zanichelli con disinvoltura>>, replico. <<Forse non conosci la parola “squilibrato”…>>

<<Ah, sei un professorino di second’ordine, un teorico della vita con in mano un righello.>>

<<Me ne farò una ragione.>>

 
 
 

Dani e le donne 1

Post n°235 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

     Finalmente consumiamo la cena davanti al fuoco, a base di carne alla brace e verdure, come le altre comunità dell’accampamento. Ogni gruppo, in questo momento sacro, è raccolto e chiuso sacramente nel proprio cerchio.  

Fra tante bocche impegnate a masticare, l’Ungherese, Flavio e Giulia tengono banco con le loro barzellette e amenità.

Rivengo risucchiato dalla comunità, dopo aver sbrigato i bisognini dietro un cespuglio, e un intuizione mi assale: non si prospetta una serata anonima: sono solo soletto con le altre sette ragazze della brigata.

<<Dove sono gli altri boys?>>, domando alle donzelle. Mi sento alquanto stanco per la partita del pomeriggio.

<<Hai paura di rimanere solo con noi? Mica ti mangiamo>>, replica Francesca. Faccio spallucce.

<<Di sicuro saranno andati a rimorchiare. Sai, l’erba del vicino…>> commenta il Cigno, e, subito, mi siedo per terra affianco a lei.

Curiosamente, le altre sei ci sono di fronte, disposte ad arco alla distanza di un paio di metri. Va da sé che sono il Centro di osservazione di dodici occhi muliebri. Mi offrono gustosi melograni, posti in abbondanza su una cesta ai loro piedi. Attorno se ne contano a decina.

<<Tranquillo, sarò io il tuo avvocato difensore>>, mi sussurra frizzante la Cortez, appoggiandomisi sulla spalla, e, al tempo stesso, ammicca alle altre ragazze.

A causa delle risate, qualche chicco granata schizza dalla bocca di due ragazze.

<<Ridi ridi… un consiglio: ti conviene affilarti subito le unghia.>> Uno sguardo alle altre. <<Sai, abbiamo molte questioni in sospeso col genere maschile>>, minaccia sorridente Daniela.

<<Santo Dio, e devo fare l’agnello?>> Battuta apprezzata e fragore collettivo.

Il mio avvocato prende la parola: <<Dunque, mettiamola così. Alla fine della  chiacchierata, dovrai scegliere tre donne fra noi. E motivare il tutto>>.

<<In poche parole, devi eleggere la moglie, l’amica e l’amante ideali>>, entra nel dettaglio Pat. Forse è un po’ scontato come gioco: sette femmine che sfilano e si danno battaglia per divenire reginette; ma potrebbe anche essere il pretesto per un fine più sottile. Per esempio, sondare il terreno e verificare se potrei essere il loro complice maschio – l’infiltrato – all’interno dell’Officina. Comunque decido di fare il finto tonto e mi presto con spontaneità al gioco.

<<Come mai non andate pure voi a pascolare in giro? Sapesse quanti principi azzurri ho visto. Per i gusti più diversi. Macho Man, intellettuali, dannati, “bravi ragazzi”…>>

<<Ma è il vantaggio delle donne, mio caro. Possiamo essere sia cacciatrici che prede>>, mi brucia Laura. <<Lo stesso non vale per voi.>>

<<Non sempre. Ci sono uomini che possono fare anche la preda. Tipi cazzuti>>, ribatto prontamente.

<<E ti reputi uno “cazzuto”? Cos’hai dimostrato finora qua dentro?>> La mora ha intenzioni non pacifiche. Le altre ragazze mostrano vivo interesse al confronto, sino ad arrivare a fomentarci. Evidentemente, sanno che ci sono tutte le potenzialità per darsene di santa ragione; sia per le nostre acrobazie mentali, sia per il difficile rapporto nella scuola. Certo è che l’esito finale – il presunto vincitore e il perdente – risulta tutt’altro che scontato.

Le altre sei donzelle si aspettano un coupe de théâtre, un qualcosa che zittisca o addirittura affondi quell’invincibile corazzata della Ducròs; magari un mio autocompiacimento per i successi con le ragazze, oppure il mio goal che ci ha traghettato sino a qui.

 
 
 

Si può solo giocare sul Web...

Post n°234 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

SI VEDA IL POST PRECEDENTE...

http://blog.libero.it/GIORNISTRANI/10639622.html

 
 
 

>>>>>BAVAGLIO AL WEB>>>>>......vergogna!

Post n°233 pubblicato il 22 Settembre 2011 da sergioemmeuno
 

      Buongiorno! Ieri cosa è accaduto in politica... nulla di che... aspettate, fatemi pensare... a vabbe', una cosetta da poco... al Senato hanno approvato il pacchetto sicurezza, nel quale è stato introdotto l'articolo 50-bis, tramite un emendamento del senatore dell'UDC Giampiero D'Alia. Ora dovrà passare alla Camera.

Art. 50-bis.

(Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet)

        1. Quando si procede per delitti di istigazione a delinquere o a disobbedire alle leggi, ovvero per delitti di apologia di reato, previsti dal codice penale o da altre disposizioni penali, e sussistono concreti elementi che consentano di ritenere che alcuno compia detta attività di apologia o di istigazione in via telematica sulla rete internet, il Ministro dell'interno, in seguito a comunicazione dell'autorità giudiziaria, può disporre con proprio decreto l'interruzione della attività indicata, ordinando ai fornitori di connettività alla rete internet di utilizzare gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine.

        2. Il Ministro dell'interno si avvale, per gli accertamenti finalizzati all'adozione del decreto di cui al comma 1, della polizia postale e delle comunicazioni. Avverso il provvedimento di interruzione è ammesso ricorso all'autorità giudiziaria. Il provvedimento di cui al comma 1 è revocato in ogni momento quando vengano meno i presupposti indicati nel medesimo comma.

        3. Entro 60 giorni dalla pubblicazione della presente legge il Ministro dello sviluppo economico, con proprio decreto, di concerto con il Ministro dell'interno e con quello della pubblica amministrazione e innovazione, individua e definisce, ai fini dell'attuazione del presente articolo, i requisiti tecnici degli strumenti di filtraggio di cui al comma 1, con le relative soluzioni tecnologiche.

        4. I fornitori dei servizi di connettività alla rete internet, per l'effetto del decreto di cui al comma 1, devono provvedere ad eseguire l'attività di filtraggio imposta entro il termine di 24 ore. La violazione di tale obbligo comporta una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 50.000 a euro 250.000, alla cui irrogazione provvede il Ministero dello sviluppo economico.

        5. Al quarto comma dell'articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: "col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda".».

     In soldoni, se un cittadino dovesse aspramente criticare una legge sul web, rischierebbe che il suo blog o sito venisse oscurato (se il provider non prendesse provvedimenti in 24 ore). "Concreti elementi..." Mi domando: di chi è la discrezionalità se ci sono concreti elementi di apologia di reato?

 
 
 
 
 

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