GIORNI STRANI
Vita di comunità: mai come ora dobbiamo fare appello a ogni nostra singola cellula. E' giunto il momento di imprimere una violenta accelerazione all'intelligenza della nostra specie, come una frustata di tramontana: l'occhio non sarà occhio e la mano non sarà più mano, negli anni venturi.
Creato da sergioemmeuno il 22/04/2011Poll: Esistono oggigiorno condizioni per una coppia solida e serena nel tempo?
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Messaggi del 22/08/2012
Post n°693 pubblicato il 22 Agosto 2012 da sergioemmeuno
L'Homo Neanderthalensis (sulla foto sinistra) comparse in Europa circa 250.000 anni fa. Aveva la capacità cranica un po' più grande della nostra; mascella e muscolatura possenti. Furono i primi ominidi a seppellire i defunti: segnale di una percezione della coscienza già presente. Circa 50.000 anni fa l'Homo Sapiens, il più coatto fra gli ominidi, già col vizietto della prepotenza e dell'espansione (siamo ancora così?), raggiunse l'Europa. Dopo 20.000 anni di condivisione dello stesso habitat - anche se non sono ben chiari le relazioni fra le due specie -, il Neanderthal si estinse. Competizione alimentare? Forse, ma non solo. Secondo le conoscenze attuali, noi facemmo la comparsa 200.000 anni fa in Africa. Probabilmente siamo cugini al Neanderthal, giacché da studi genetici evoluti, risulta che gli antenati dei due "cespugli" si siano separati 500.000 anni fa. Per quel che riguarda la nostra evoluzione, la cosa che mi ha sempre affascinato oltremodo è stata questa sorta di "decollo dell'intelligenza" del Sapiens, avvenuto dai 45.000 ai 34.000 anni fa. Come ci spiega Telmo Pievani, a un certo punto la civiltà ebbe un cambio di passo impressionante: differenziazione dell'arte e della religiosità, curiosità di comprendere i fenomeni della natura, evoluzione delle società di caccia e raccolta del cibo. In soldoni, le comunità organizzate si diffusero a macchia d'olio, ognuna con la propria identità simbolica e linguistica. Insomma, cosa c'è dietro? Molti studiosi sono dell'idea che, dietro questo balzo repentino, ci sia stato il simultaneo lavoro dell'elemento di continuità e della discontinuità con la Natura; perché, se da un lato siamo legati biologicamente ad essa, dall'altro "divergiamo" in quanto specie che non ha eguali nel regno vivente. Ed ecco quindi che, in noi, la Natura e la stessa Cultura danzano intimamente l'una affianco all'altra: non si può comprendere il cammino umano escludendo una delle due. Del resto, se è vero che il balzo umano è andato a braccetto con l'evoluzione del linguaggio, è anche accertato che ci sono state modifiche anatomiche fondamentali che ci hanno permesso di poter emettere numerosi suoni: modifica e riorganizzazione del cervello, la discesa della laringe e dell'osso ioide (esponendoci tra l'altro al rischio di soffocamento), la riduzione dei denti canini (impiego di carne cotta?) e lo sviluppo della locomozione bipede. Riguardo il linguaggio, molti concordono sul fatto di non considerarlo come uno strumento al servizio della nostra specie: sarebbe altamente riduttivo. Semmai, la sua presenza è alla base del nostro "essere umani". In tal senso, se non avessimo un linguaggio complesso, come faremmo a dar "corpo" a certi concetti metafisici (morte, anima, pensiero)? Sempre in merito al decollo linguistico, al termine "exattamento" degli studiosi (cioè una struttura che acquista una nuova funzione nel tempo), mi piace più parlare di "botta di culo"... perché così è avvenuto: svariate condizioni favorevoli allo stesso attore protagonista: il Sapiens. Speriamo che, nei decenni a venire, non si finisca di sputare in faccia a tale fortuna... Insomma, mi sono sempre stati simpatici i "perdenti", e quindi vorrei concludere con un pensiero di simpatia all'Homo Neanderthalensis, che, non ce lo dimentichiamo, non era in grado di emettere le vocali "a", "i" e "u" (esperimento di Lieberman nel 1971), cioè quelle vocali che sono le più facilmente percepibili dall'udito. Ergo, doveva farsi un mazzo tanto per comunicare con i gesti e con i segnali di fumo... poverino! Sapiens, buenas tardes a todos! ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Link della recensione del saggio di Telmo Pievani, La vita inaspettata (ve lo suggerisco!) http://www.pikaia.eu/EasyNe2/Notizie/Recensione_de_La_vita_inaspettata.aspx
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