Creato da ansa007 il 19/10/2005

Grapewine

"Ogni momento accade due volte: all'interno e all'esterno, e sono due storie diverse" (Cit).

 

Il mio universo, forse

Post n°448 pubblicato il 25 Novembre 2014 da ansa007
 
Tag: vita

Scrivere una nuova storia è difficile. Trovare nuovi personaggi, legami con persone totalmente sconosciute e scrivere alla cieca sulla tastiera alla ricerca di meccanismi inediti che potrebbero darmi nuove energie ed entusiasmo per dare un senso al mio presente e futuro. Spesso è forzato, a volte vien da sè.
E scrivo davvero alla cieca, mentre poggio la testa sul cuscino, il pc davanti a me ed un sottofondo musicale composto da una compilation dei Cinematic Orchestra e dei Nouvelle Vague, diffuse dalle nuove casse del pc che mi sono regalata ieri pomeriggio. Nulla di pretenzioso ma mi stanno facendo riscoprire sonorità che solo la musica live mi sa dare.
Rifletto su quello che oggi è emerso dalla conversazione con la dottoressa: la metacomunicazione. Tutto quello che fa di contorno ad una comunicazione, secondo il mio punto di vista strettamente personale, è molto più importante che il contenuto della comunicazione stessa, dunque una esitazione, uno sguardo, un gesto, il tono della voce, la modifica della distanza con cui si parla, la velocità della conversazione...insomma spesso mi perdo nei "dettagli" che fanno la differenza e mi perdo l'essenzialità di un discorso: il contenuto. Come i neonati che non sanno comunicare e si lasciano attrarre proprio dalle stesse cose: la cantilena del parlare, le espressioni del visto, la gestualità...è atroce tutto ciò! Leggere l'illegibile, assorbire il superfluo ma, peggio di tutto, dare una chiave di lettura personale a ciò che personale non è e dunque distorcere tutto ciò che mi passa davanti agli occhi. Un mastodontico circolo vizioso che alla base ha un ininterrotto lavoro di interpretazione, traduzione, risposta, ritraduzione, reinterpretazione...mi sono persa negli ermeneuticismi, ecco.
Benvenuti nel mio universo, forse.

 


 
 
 

Camminare scalzi su un campo minato

Post n°447 pubblicato il 30 Settembre 2014 da ansa007
 

Nella vita spesso è necessario affrontare dei cambiamenti improvvisi che non dipendono dalla nostra volontà. Sono mutazioni violente, forzate e devastanti. Tolgono il respiro, sradicano delle fondamenti che hanno sempre fatto parte di noi e costringono a metterci in discussione. L'ennesimo "processo a me stessa" che non porta da nessuna parte perchè forse, l'unico errore è stato quello di dare troppo potere ad una persona che non lo meritava invece che valorizzare quell'energia su noi; un potere che probabilmente è stato sottratto dalla percentuale di autostima e dignità che tutti dovremmo cercare di tenere alta. Ho imparato che non si deve MAI regalare importanza a qualcuno. Essere importanti ha un valore inestimabile e dev'essere riservato solo a pochi eletti, che purtroppo quasi sempre neanche lo meritano.
A volte i cambiamenti arrivano in modo estremamente naturale, come prosieguo di un percorso di vita, o magari dopo aver maturato, per diverso tempo, una decisione. E così, ciclicamente, ci ritroviamo catapultati in nuovi contesti, situazioni, dinamiche che spesso diventano dei piccoli palcoscenici in cui ci cimentiamo ad interpretare una nuova persona. Smussiamo, scolpiamo e proviamo a correggere quegli eccessi o difetti che sono emersi dopo l'ennesima mazzata. Rodaggi seriali in cui, mettiamo alla prova noi stessi per vedere se siamo stati in grado di apprendere qualcosa dalle lezioni precedenti e proseguire, fino ad una temporanea normalità che sarà interrotta da un ennesimo trauma/privazione/sofferenza. Dei cicli di vita che crescendo sono sempre più accompagnati dall'uso smodato di Maalox, Gaviscon, Buscopan nel tentativo di sedare e curare gastriti varie ed eventuali.
Non è facile analizzare quello che ognuno di noi sbaglia e per fortuna esistono delle figure che ti aiutano a mettere in discussione le criticità dei tuoi comportamenti ed a far sì che dei punti deboli possano diventare punti di forza. E' umano sbagliare, disumano essere ipercritici o al contrario indulgenti, come in tutte le cose ci vuole la giusta misura: essere umili nell'accettare critiche, essere orgogliosi per quello che si è, essere cauti verso tutti gli elementi che ci circondano. E quando raggiungi alcune consapevolezze ed il male che hai dentro si acquieta, per un po' si diventa saggi e portatori sani di consigli ed esperienza per gli altri, ma soprattutto per se stessi. Con la giusta lucidità trovi la forza, la serenità e la voglia di cambiare, di metterti in gioco, di andare avanti e tagliare definitivamente nuovi rami secchi, forse con la speranza che dopo l'inverno germogli qualcosa di più sano e reale.
E comunque sono fermamente convinta di non aver sbagliato ad essere me stessa, ho peccato d'ingenuità decidendo di camminare scalza su un pessimo campo minato e chiaramente mi sono ferita, ma io sono fortemente attratta dai campi minati e la prossima volta li attraverserò con un minimo di armatura.

 
 
 

Ad occhi chiusi

Post n°446 pubblicato il 07 Settembre 2014 da ansa007
 

Osservo il mondo che mi circonda.
Spesso in modo assertivo e ne assorbo tutte le sfaccettature, poi arriva la resa dei conti come per tutte le cose. La vita non ti dà mai nulla per nulla ed ogni cosa ha il suo prezzo salato che a sorpresa prima o poi arriva.
Qualche volta pagando impari. Tanto.
Ho imparato che nella vita chi ha tanta cultura, studia e "la sa lunga", è la prima persona che ha enormi vuoti e un estremo bisogno di imparare dalla vita stessa. Ma non impara. Ha vuoti che non colmerà mai con la pratica, ma solo con la teoria. Povertà di animo, tanta tristezza da nascondere spesso dietro ad una posizione sociale e che quando emergono, anche solo per un attimo, mostrano delle facciate di una persona che la rendono oscena, arida, triste, vuota.
Fortunato è chi lo capisce subito e si ferma senza voler andare oltre. A volte questo immenso vuoto devastante è lo stesso che ti resta dentro quando hai creduto a quello che ti è stato mostrato fingendo di non vedere perchè speravi maledettamente che fosse solo apparenza, come uno scudo. O magari è il mero prezzo salato, pagato per crescere e per trarne l'ennesima lezione perchè quello scudo non nascondeva ma copriva il nulla che non sono stata in grado di riconoscere.
La cultura, la teoria, la saccenza prima o poi si scontrano con i propri limiti e continuano indiscutibilmente ad andare avanti alla stessa velocità di prima perchè dietro c'è vuoto assoluto.
E io ho la presunzione di non essere nè più nè meno di tanti altri, ma sicuramente di non possedere quell'alone di tristezza e di "poracciaggine". Mi ferisco, mi fermo, rivedo per l'ennesima volta tutti gli errori che ho commesso e che non potrò mai cambiare. E poi vado avanti e mi sento più fragile ma più consapevole e forte.
Più tieni ad una persona e più è profonda la ferita e poco a poco, incredula, mi rialzo nuovamente e ricomincio il mio cammino ad occhi chiusi.
Non lo so dove andrò.



 
 
 

In analisi

Post n°445 pubblicato il 27 Luglio 2014 da ansa007
 

Fermarmi ancora una volta, provare ad individuare se c’è qualcosa che funziona davvero nella vita.
Capire i mille meccanismi che parimenti non funzionano.
Imparare ad ascoltare, a rispondere, ad essere me stessa.
A non avere paura delle conseguenze.
E soprattutto, ad imparare dai miei errori, riconoscerli e ancora una volta rialzarmi.

Quando ti cade addosso la piramide più alta dei tuoi pensieri, quando si sbriciola il castello di sabbia costruito sulle nuvole, più bello e maestoso di tutti, quello che ha pesantemente condizionato la vita, arriva purtroppo il momento in cui la terra sotto ai piedi non ce l’hai più. La stessa terra che vorresti ti sommergesse tutta fino a toglierti tutta l’aria in corpo e farti smettere realmente di respirare.
Sprofondare. È questo quello che vorrei davvero. Evaporare, dileguarmi, sparire, cadere nell’oblio, non essere mai esistita. Non aver mai vissuto tutto ciò. Cancellare dieci anni, definiti cazzata, che mi hanno totalmente cambiato la vita, nel bene e nel male.
Il mio tallone d’Achille è stato colpito e mi ha totalmente devastato. L’ho stupidamente celato per anni, ma forse sarebbe stato meglio scoprirlo subito ed evitare di procrastinare la cruda messa in scena della mia paura più grande: realizzare che la persona a cui tenevo di più al mondo, quella che ho idealizzato per anni sia la più spietata di tutte. Sono stata colpita nel pieno la mia fragilità. Una sentenza unilaterale che non ammette spiegazioni, nonostante non ci sia mai stata la minima intenzione di fare male, di “giocare”, di prendere in giro.
Carnefice di me stessa. Per la prima volta nella mia vita posso dire di sentirmi davvero sola perché chi conta mi disprezza ed è l’unico giudizio che per me ha valore. Sono io quella che non “capisce un cazzo del prossimo” o che lo sa ma lo ignora perché stupidamente pensa che certe cose non possano succedere. Sono io quella persona che dà per scontato il prossimo, sono io quella presuntuosa che sa, sono io quella persona che crede di poter dare più degli altri ma alla fine appare come egoista, egocentrica, menefreghista.
Sono e sono stata solamente una illusa.
Di certo non hai mai capito nulla di me, se non come farmi pesantemente male. Ancora non riesco a realizzare quanto discosti da te quell’immagine che mi ha rubato l’anima e che avrei voluto conservare gelosamente nei miei ricordi più segreti, fino alla fine dei miei giorni. Eh già, perché il messaggio che non sono stata in grado di comunicare è proprio questo: amore platonico. Il primo. L’unico. L’ultimo. Quello vero, puro, che non si tocca. Il mio ideale, il mio punto di riferimento. Quello a cui non avrei mai potuto fare male e che se mi avesse chiesto l’anima gliel’avrei data senza chiedere il perché.

Ho studiato comunicazione ma non so comunicare me stessa, né i libri né la vita me lo hanno insegnato. Nell’ultimo anno e mezzo ho perso le persone che erano più importanti e non me lo perdono, è come se dire “ti voglio bene” sia come condannare a morte un rapporto sociale. È una paura, un nuovo tabù, una maledizione che intendo spezzare il prima possibile.

 

 
 
 

Solo una donna

Post n°444 pubblicato il 10 Maggio 2014 da ansa007
 

Cambiare o lasciarsi travolgere?
Essere o abbandonarsi?
Io lo voglio, lo sono, fino in fondo.

Riflessioni che mi annientano e stanotte mi divorano il cervello.

E' qualcosa di troppo grande per me, un'emozione spropositata che non riuscirò mai a contenere e sono infinitamente piccola e vulnerabile come lo è un satellite davanti al suo pianeta o la Terra dinanzi al Sole.
A volte penso che ha solo cambiato forma ma poi riemerge più forte e violento che mai. Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Ed allora ancora una volta mi chiedo se sia io a lasciar fare, a lasciarmi assorbire o a desiderare di esserlo, volerlo, bramarlo.
Vittima o carnefice, madre o figlia, buio e luce...
E poi mi sento infinitamente piccola perchè vorrei dare ma ne sono totalmente incapace, invece ho la sensazione di prendere e basta. In silenzio mi schiaccia infine la paura che tutto quello che c'è smetta di esistere da un momento all'altro.
Non voglio di più, non ne sarei all'altezza, non si può pronunciare nè posso incarnarmi in altro al di fuori di me.
Sono solo una donna, nulla di più.

Quelle parole mai dette resteranno tali.
Nessuno potrà mai ascoltarle perchè s'insinuano pure ed arroccate nel sottosuolo come l'acqua che nessuno berrà.

 


 
 
 

AREA PERSONALE

 

CHI SONO

SMM | Storyteller | Web Content Editor

Racconto storie. 
Curiosa, amo la formazione continua, avere obiettivi da raggiungere.
Ho due passioni: la comunicazione digitale e l'audiovisivo
Amo l'arte, la musica, il teatro, gli eventi culturali, le performance live e gli spettacoli televisivi.
Scrivere, fotografare, il cinema, creare con l'audiovisivo, sperimentare.

ansa007 perchè è il mio primo nickname, quello utilizzato ai primi approcci con il web, quando l'ADSL non esisteva ed io avevo circa 15 anni. ansa perchè sognavo di fare la giornalista, 007 perchè volevo farla "in incognito"...sì stupide fantasie adolescenziali :)

Oggi non uso più questo user se non per alcune iscrizioni effettuate nel tempo, scrivo qua e là, ma sono rimasta affezionata a questo spazio che aggiorno solo quando sento di scrivere pensieri a cui ho bisogno di dare una forma.

Quando posso mi piace spulciare gli ultimi post pubblicati dai blogger di Libero e commentare quelli che, con i loro post, mi regalano qualcosa...come spero di fare anch'io con questi brevi spunti.

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