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"Non immaginarti mai di essere diversamente da come può sembrare ad altri che ciò che tu sia o possa essere stata non sia diversamente da come ciò che sei stata sarebbe sembrato diverso a loro." Lewis Carroll
SOTTO LA LUCE E TALVOLTA ANCHE ALL'OMBRA, MI SONO ACCORTO DI ALCUNI SEGNALI:
SI CHIAMANO CULTURA, BELLEZZA E CAPACITA'. SCRITTORI, POETI, FILOSOFI E PITTORI VI HO CITATI NEI LINK E INSERITI A PIENO TITOLO IN QUESTA LISTA DEGLI OSPITI...
MA NON SIETE I SOLI INVITATI.
NON E' UN CERCHIO CHIUSO. E' SOLO UN ESPERIMENTO. E COME TALE PUO' ESSERE TRANQUILLAMENTE NON COMPRESO.
COME DICEVA IL BUON WILDE? SI VIVE IN UN'EPOCA IN CUI SOLO GLI OTTUSI VENGONO PRESI SUL SERIO.
ED IO VIVO NEL TERRORE... DI NON ESSERE FRAINTESO...
RILASSATE LE MENTI E LE ANTENNE. NON SIETE MICA GRILLI, CHE DIAMINE...!
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« ULTIMA FERMATA FAVOLE ESTIVE | DAL ROMANICO AL GOTICO: ... » |
Post n°44 pubblicato il 30 Novembre 2017 da legrillonnoirdestael
Archiviato il sapore favolistico del periodo primaverile ed estivo, chiuso con l'autunno, ci occupiamo del percorso di storia artistica riprendendo con qualcosa che in un certo senso si accorda con l'etereo delle fiabe appena celebrate da Tirillio.
Mi riferisco a quel tipo di arte che si è sviluppata nell'arco di un millennio, tra il IV ed il XV secolo, prima nell'ambito dell'Impero romano e poi in quello bizantino che ne raccolse l'eredità nella sua capitale Costantinopoli. L'arte bizantina religiosa - anti-plastica e anti-naturalistica - si avvale, infatti, dell'appiattimento e della stilizzazione delle figure per rendere una maggiore monumentalità ed un'astrazione soprannaturale (smaterializzazione dell'immagine), descrivendo sopra ogni cosa le aspirazioni dell'uomo verso il divino. L'arte bizantina ci ha, però, offerto espressioni stilistiche molto diverse fra di loro nei suoi oltre mille anni di vita, anche se, fondamentalmente, nell'Impero d'Oriente rimase quasi invariata.
(esempio di arte ravennata)
Se, in seguito al notevole sviluppo delle città, sotto l'impero di Teodosio II vediamo sorgere nuove cinte murarie, nel VI secolo, in piena età giustinianea, i monumenti di Costantinopoli le conferiscono il titolo della più splendente fra le città. In sostanza, la sua magnificenza è tale da superare per sviluppo urbano e ricchezze tutte le altre città Mediterraneo orientale, compresa la stessa Alessandria. Persino Roma, caput mundi, uscita non poco provata e immiserita dalle invasioni barbariche e dalle guerre gotiche, dovette passarle lo scettro di più bella del reame oltre che di meta obbligata e ambita da tutti gli artisti dell'Impero.
Così, Hagia Sophia, Chiesa della Santa Sapienza e il Cimitero Imperiale - altrimenti conosciuto come Chiesa dei Santi Apostoli - senza dimenticare Sant'Irene, San Bacco e San Sergio, diventano le punte di diamante per la corona della nuova Regina.
Hagia Sophia, chiesa della Santa Sapienza.
Cupola, Hagia Sophia.
Sant'Irene
A causa della perdita di una notevole quantità di opere, soprattutto dovuta agli eventi bellici nei territori dell'Impero, spiccate testimonianze e documentazioni di arte bizantina si ritrovano, però, anche in Grecia, in Italia, nelle aree dei Balcani, in Ucraina ed in Russia. Rispetto all'arte prettamente paleocristiana, nella realizzazione delle figure, l'arte bizantina si evidenziò per una maggiore monumentalità e per la sfarzosa ricercatezza dei particolari nelle vesti, nell'abbagliante splendore dell'oro e nella luminosità delle gemme, a discapito, però, dei volumi e dello spazio. La resa del corpo umano risulta, così, priva di profondità, le figure sono appiattite, esclusivamente bidimensionali e collocate su piani paritari, totalmente orfane di prospettiva e realizzate in gesti stereotipati, mentre i volti risultano conformati in modelli che risentono di una marcata propensione metafisica verso l'ideale e la divinità, a dispetto di ogni tentativo di realismo. Di fondamentale importanza nell'ambito della pittura bizantina sono, infatti, le icone della cristianità ortodossa - ed una fra tutte l'intercessione della Vergine orante - prodotte con una varietà di tecniche che si diramano dal mosaico alla tempera fino alla tecnica ad encausto el a mosaico su tavola e su muro.
Particolare del Corteo dei Santi, Sant'Apollinare Nuovo.
E fra tutti, i mosaici di Sant'Apollinare in Classe sono forse l'esempio del simbolismo più puro, totalmente distanziato da ogni richiamo tipico del naturalismo classico.
La seduzione bizantina conquistò tutti. E la stessa Roma, dal VI secolo fino ai due secoli successivi, accolse tanto le aspirazioni verso il classicismo quanto le potenti suggestioni orientali. Ma come ogni storia che si rispetti, fra le figure regali e le tendenze all'ultraterreno ammantato da luci dorate e abbacinanti riflessi di splendori divini o semi-divini, è d'obbligo un finale ad hoc. Ed ecco che il mosaico bizantino ebbe una vita lunga e felice, conoscendo un periodo di conclusiva gloria anche durante il XIV secolo. Periodo in cui, probabilmente, diede il meglio di sè, evidenziando ogni caratteristica di luminosità e producendo colori sempre più brillanti; ma riuscendo anche ad affiancare alla preziosità così seducente alla vista, anche quell'intimismo umano fino a quel momento mai raggiunto...
E la morale della favola?
Potrebbe essere questa: ricordarci che la giovinezza splendente di colori e perfezione, addirittura inespressiva nella sua stereotipia incontaminata, può essere anche superata in tempi successivi e non sospetti. Negli anni in cui la conoscenza dei sentimenti e l'esperienza ha prodotto sul volto e nei gesti una profondità che definisce e caratterizza una sensibilità e una coscienza insperate.
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