Creato da legrillonnoirdestael il 01/02/2014

IL GRILLO NERO

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« LA SMATERIALIZZAZIONE DE...INTERMEZZO LUDICO D'ESTATE »

DAL ROMANICO AL GOTICO: SOPRATTUTTO ALLEGGERIRE

 

La mia ragione d'esistere in questo luogo più o meno virtuale è già stata esposta più volte e per diversi motivi e, di fatto, continua ad essere la stessa che mi muove ancor oggi e giustifica la mia volontà di scrivere ogni singolo post.

Leggo, ad esempio, e con una certa frequenza, gli articoli che misteropagano ha ancora la vitalità di condividere in questi spazi piuttosto desolati e vagamente negletti nella comunità di Libero

(e che, tra l'altro, potrebbero essere ben rappresantati dall'ultimo scritto pubblicato dell'amico woodenship).

E li leggo con piacere; ma anche con un inevitabile rammarico dal momento che constato come la nostra misti nazionale sia rimasta

- all'interno di un coro abulicamente appiattito  -

se non la sola voce, sicuramente una delle più forti e acute a cantare sulla musica del confronto e della condivisione di una qualsivoglia conoscenza

(e personalmente mi auguro che continui).

Mi è venuta in mente lei

aprendomi al discorso sul passaggio dall'arte romanica al gotico

per un semplice motivo.

Come ben sappiamo i soggetti rappresentati nella pittura romanica erano quasi esclusivamente di carattere sacro, e questo accadeva perchè la pittura a soggetto religioso aveva una funzione essenzialmente didattica.

 Il suo compito era, infatti, quello d'insegnare la storia religiosa

ad un popolo non solo privo di cultura,

ma anche nella quasi totalità del tutto analfabeta.

 

 

La logica dell'intento in tutto questo era piuttosto semplice:

trasmettere  messaggi di matrice sacra con immagini che risultassero al contempo lineari, dirette, semplici e suggestive.

 

Si ritrovano, così, figure che cominciano a liberarsi della precedente e statica - oltre che schematica - rigidità:

i volti cominciano ad animarsi, sui lineamenti affiorano espressioni caratterizzanti emotività e sentimenti ed inoltre si alterano le proporzioni per rendere più evidentemente efficace il racconto della storia.

La linea stessa, poi, diventa non solo un contorno ma anche l'elemento descrittivo per suggerire drammaticità.

Detto questo, l'analogia con l'intento di misti qui in Libero diventa abbastanza chiara. 

Leggendo i suoi post - soprattutto quelli dove cerca di trasmettere un filo per comprendere un oggetto o un significato particolare nell'arte, anche attraverso strade ancora non asfaltate e non immediatamente riconoscibili - ci si accorge di come l'associazione con quest'arte composta di mosaici, affreschi e pittura a tempera su tavola, abbia una sua pertinenza. 

Ma se l'arte romanica mi ha fatto pensare al suo intento, il parallelismo con lei è proseguito anche per la pittura gotica.

Perché è con il gotico che i personaggi acquistano atteggiamenti più realistici, più “umani” e questo avveniva per un solo fine, perchè l’osservatore li potesse sentire più vicini a sé.

Le parole chiave: condivisione, comunicazione, rimandi, partecipazione, aggregazione, semplificazione e umanizzazione da lei usate direttamente o indirettamente,

vi ricordano qualcosa?

Inoltre, nelle composizioni gotiche la linea inizia ad assumere una sempre più grande importanza, diventando elaborata ed elegante dal momento che viene utilizzata sia come mezzo espressivo sia come decorazione.

Il gotico è il periodo in cui le dimensioni delle figure trovano un maggiore equilibrio.

 

 

Ma il gioco delle similitudini prosegue.

A livello architettonico, infatti, la maggiore differenza tra l'arte romanica e l'arte gotica fu il progressivo alleggerimento delle masse murarie.

Nel gotico lo spessore delle strutture si snellisce sviluppandosi verso l’alto e – sempre a livello puramente ideologico – anche in alcuni di noi, una fra tutte la sopracitata amica, persiste questo slancio tutto teso a raggiungere un altrove.

Nell'architettura gotica la tensione verso l'altezza - e quindi verso Dio - si evidenzia attraverso l'utilizzo magistrale di pilastri, archi rampanti e contrafforti sui quali veniva distribuito il peso delle costruzioni.

Alleggerite e divenute più sottili, le pareti poterono, così, accogliere maggiore luminosità.

E nelle vetrate dell'arte gotica vedo la stessa tenace volontà che anima alcune persone nel fare entrare la luce in struttura buia.

 

Ricordiamoci come va a finire questo perseguimento del divino:

Alleggerite le masse murarie, le costruzioni si svilupparono in altezza, raggiungendo dimensioni non indifferenti.

La cattedrale di Beauvais, con più di 48 metri d'altezza, è probabilmente la più alta fra quelle costruite.

Non tutti gli intenti altamente ambiziosi, infatti, crollano sotto il peso di eccessive aspettative come la Torre dei Tarocchi quando rappresenta la caduta.

In ogni caso, puntare in alto non è mai un male, il consiglio al limite è quello di sapersi fermare prima di perdere l'equilibrio.

Ma l'arte gotica resta un buon esempio anche in questo senso: 

 l’uso sistematico dell’arco a sesto acuto invece di quello a tutto sesto, da un lato e l’introduzione della volta ogivale o a costoloni dall'altro e la preferenza della volta a crociera oltre che il ricorso agli archi rampanti innestati su contrafforti esterni per sostenere le volte della navata centrale, ci dovrebbero insegnare qualcosa.

 

Anche nella scultura ci fu un recupero del volume nella rappresentazione delle figure umane con le prime statue a tutto tondo visibili nelle decorazioni delle costruzioni architettoniche. 

Nicola Pisano è senz'altro un riferimento per la scultura italiana nel periodo gotico

ma restando in tema di cambiamenti e innovazioni, 

la grande svolta nella pittura di questo periodo si realizza

con l’opera di Giotto

che diventerà un modello di ispirazione per gli artisti del periodo rinascimentale.

Le sue opere si differenziano dalla pittura gotica tradizionale perchè gli sfondi da lui adottati non sono più i classici fondali piatti e dorati, ma sono più realistici scenari comprensivi di strade, contesti bucolici, figure disposte su differenti angolazioni e piani e soprattutto a Giotto dobbiamo l'utilizzo delle linee oblique, il contrasto fra luci e ombre e l'utilizzo di una differente dimensione per i personaggi rappresentati, rapportata alla loro importanza.

 

L’arte gotica, però, non trovò affatto un'accoglienza calorosa come accadde invece in Francia; ma ricevette una diffusa e sospettosa resistenza. 

Così, dal momento che lo sviluppo in verticale delle masse murarie trovò ben poca approvazione all'interno dei confini italiani, si realizzarono costruzioni dallo stile del tutto differente, molto più imponenti e massicce, come il duomo di Firenze o la chiesa di San Francesco a Bologna, nelle quali aggiunto solo qualche elemento specifico di rimando all’arte gotica, come gli archi a sesto acuto e le volte a crociera.

 

 

Da un punto di vista esclusivamente architettonico, quindi, se vogliamo individuare esempi italiani con un più deciso ed evidente influsso gotico, li dobbiamo andare a cercare cercare solo in quei tre celebri riferimenti conosciuti al mondo come il Duomo di Milano, il Duomo di Siena e il Duomo di Orvieto

 

 

 

COME DIRE...POCHI, MA BUONI.

 

 
 
 
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