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DE ANDRE' E GUCCINI


Il cuore mio non dorme mai
Sa che di un altro adesso sei
Tua madre va dicendo che
A maggio un uomo sposerai
Ma se in fondo al cuore tuo
C'è un ragazzo sono io
Ma chi l'ha detto ma perché
Non devo più pensare a te
Nessuno sa chi sono io
Ma il primo bacio è stato mio
Impazzisco senza te
E ogno notte ti rivedo accanto a me
Se bruciasse la città
Da te da te da te io correrei
Anche il fuoco vincerei per rivedere te
Se bruciasse la città
Lo so lo so tu cercheresti me
Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te
Il cuore mio non dorme mai per inventarti accanto a me
Non brucia mai questa città
C'è ancora un uomo insieme a te
Ma se in fondo al cuore tuo
C'è un ragazzo sono io
Quel prato di periferia ti ha visto tante volte mia
E' troppo tempo che non sa dov'è la mia felicità
Impazzisco senza te
E ogni notte ti rivedo accanto a me
Se bruciasse la città
Da teda te da te io correrei
Anche il fuoco vincerei per rivedere te
Se bruciasse la città
lo so lo so tu chercheresti me
Anche dopo il nostro addio l'amore sono io per te per te
 

2 domande

domanda 1 Se conoscessi una donna incinta che avesse già 8 figli, di cui tre sordi, due ciechi, uno ritardato mentale, e lei avesse la sifilide... Le consiglieresti di abortire?

domanda 2  E' il momento di eleggere il Nuovo Leader del Mondo e….. il tuo voto conta molto.

Candidato A: è in combutta con politici corrotti,consulta gli astrologi.Ha due amanti. Fuma come un turco e si beve dagli 8 ai 10 martini al giorno.

Candidato B: è stato rimosso dal suo incarico due volte, dorme fino a mezzogiorno, all'università si faceva di oppio e ogni sera beve un litro di whisky.

Candidato C: è un eroe di guerra decorato.E‘ vegetariano, non fuma, beve una birra una volta ogni tanto e non ha mai avuto relazioni extraconiugali.

Quale di questi tre candidati sceglieresti?

Prima decidi, senza barare,poi vai a vedere…


Il candidato A è :
Franklin Delano Roosevelt

.
il candidato B è :
Winston Churchill


il candidato C è :
Adolf Hitler

 

E a proposito... risposta alla domanda sull'aborto...
Se hai risposto Si


hai appena ucciso Ludwig van Beethoven.

Interessante vero? Fa riflettere...
E ricorda sempre che i dilettanti hanno costruito l'Arca……
i professionisti il Titanic….

 
 

 

« riforma scolastica vista...rivoluzione »

se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita

Post n°175 pubblicato il 26 Ottobre 2008 da milionidieuro
 

Sale diffusione nuovo gas serra
Ricerca Usa, Trifluoruro azoto 17mila volte piu' potente di Co2

(ANSA) - ROMA, 25 OTT - C'e' una new entry nella questione clima. Si tratta di un gas 17 mila volte piu' potente della CO2: e' il trifluoruro di azoto (o NF3). E' molto usato per realizzare monitor e schermi Lcd e la sua concentrazione e' molto piu' alta di quanto si pensasse, secondo una scoperta fatta da ricercatori dell'Universita' di San Diego. Nel 2006, grazie a nuove tecniche analitiche, sono state rilevate 4.200 tonnellate di NF3 rispetto alle 1.200 stimate. Nel 2008 l'NF3 e' salito a 5.400 tonnellate.



"Le api stanno morendo ovunque"
TORINO
Il grido d’allarme è unanime: «Le api stanno morendo in tutto il mondo, soprattutto nelle campagne». È il grido d’allarme degli apicoltori di tutti i Continenti riuniti a Torino per ’Terra Madrè. Sotto accusa le nuove e potentissime molecole neurotossiche, usate massicciamente su tutte le coltivazioni. Per difendere le api gli apicoltori hanno creato una rete internazionale che riunisce le comunità del miele di tutto il mondo con l’obiettivo di dar vita ad un manifesto dell’apicoltura «buona, pulita e giusta».

«Le api riflettono il degrado del nostro pianeta - affermano gli apicoltori - esseri indispensabili, caratterizzati da una complessa e fragile organizzazione ci dicono che bisogna cambiare comportamenti». «Le nuove molecole neurotossiche - sostiene Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani - usate in modo crescente su tutte le coltivazioni sono così potenti, in dosi infinitesimali, da trasformare la linfa vitale, per tutto il ciclo della pianta, in subdolo insetticida». Identico l’allarme degli apicoltori dei vari paesi: le api muoiono ovunque dalla pampa argentina, ridotta a una landa di monocoltura di soia Ogm irrorata dagli aerei in continuazione con diserbanti, agli Usa dove immensi territori sono destinati unicamente alla coltivazione di mais per fare girare i motori a scoppio, alla foresta amazzonica disboscata e trasformata in coltura di canna da zucchero, agli stati del Nord dell’India che hanno visto il crollo della produzione di miele selvatico per l’eradicazione delle essenze spontanee trasformate in carbone, ai meleti del nord Irlanda che non producono più per mancanza di insetti impollinatori, al crollo di produzione per mancanza d’api delle coltivazioni di cetrioli del North Carolina.

Le api stanno morendo. Muoiono in tutto il mondo. Perché?
 
All’inizio sembrava una di quelle notizie “millenariste”, “catastrofiste”, una di quelle cose insomma che vanno di moda da Kyoto in poi e che in fondo lasciano il tempo che trovano… la fine del Mondo che si avvicina, i sensi di colpa di una società troppo opulenta ed ineluttabilmente in declino… Poi oltre la boutade, oltre il ragionevole scrupolo da “uomo-qualunque” e l’innegabile fascino da scoop giornalistico sono cominciate ad arrivare le prime conferme scientifiche, la cruda analisi dei dati, i bollettini specializzati e i bilanci delle associazioni di categoria, gli allarmi di enti locali e nazionali. 
Allora adesso possiamo dirlo, si può dire, anzi adesso è meglio che lo si dica e si cominci anche a rifletterci seriamente: le api stanno morendo. Muoiono in tutto il mondo. Con percentuali diverse, probabilmente per cause e concause diverse tra loro, ma stanno proprio morendo. E’ un dato di fatto, è una orrenda certezza statistica. E, purtroppo, non è nemmeno più una novità: succede da anni, costantemente, senza margini d’errore.
Siccome in certi casi spaventarsi è non solo giusto ma anche doveroso, cominciamo da una frase di Einstein ( o almeno attribuita ad Einstein ma si sa che citare una frase di Einstein fa sempre più effetto, quindi stabiliamo che sia davvero sua) :Se le api dovessero scomparire, al genere umano resterebbero cinque anni di vita.
Il ragionamento che sottende all'affermazione è sicuramente valido, sia o meno di Einstein, almeno in via di principio: niente più api, niente più impollinazione, niente più frutta e vegetali (non tutti, ma gran parte), con conseguente spirale a discendere il cui limite sta solo nella fantasia di ciascuno di noi.
 Cosa vuol dire “le api stanno morendo”?
Vuol dire che in Italia, secondo le stime riferite al 2007 dell’Agenzia per la protezione dell'ambiente e i servizi tecnici (Apat), il numero degli insetti si è dimezzato. In un anno. Una cifra enorme con rischi gravi per i delicati equilibri dell'ecosistema e per il ciclo naturale, con danni economici stimati in 250 milioni di euro. Il disastro interessa tutta l'Europa, con una perdita tra il 30% e il 50% del patrimonio di api; ed è ancora più grave negli Stati Uniti, con punte anche del 60-70% in alcune aree per il fenomeno da spopolamento definito Ccd (Colony collapse disorder). L’allarme negli USA è scattato almeno nel 2003; da allora la strage continua. E si allarga.
Perché? Con certezza non lo sa nessuno, perlomeno nessuno è in grado di individuare un’unica causa. Semmai molteplici concause. L’inquinamento (di aria, acqua e suolo), i cambiamenti climatici repentini e prolungati, che avrebbero influito negativamente sulla disponibilità e sulla qualità dei pascoli e dell’acqua. Per quanto riguarda l’inquinamento, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’inquinamento da fitofarmaci e da pesticidi come i neonicotinoidi a base di imidacloprid. Come il Gaucho della Bayer, a detta dell’entomologo Giorgio Celli. La Bayer ha introdotto sul mercato un nuovo prodotto, quando ancora si stanno studiando i suoi effetti sulle api. Per colpa dei telefonini, secondo uno studio condotto dal dottor Jochen Kuhn dell’Università di Landau. Kuhn imputa alla crescita esponenziale dell’inquinamento elettromagnetico il fatto che le api, stordite e sviate dal segnale dei telefonini, perdano il senso dell’orientamento. Ma peggio ancora il caos elettromagnetico favorirebbe alcune malattie come virosi e varroa (malattia causata da un acaro che attacca sia la covata sia l’ape adulta, e la cui diffusione è favorita proprio da queste forme di inquinamento). Per quanto riguarda i cambiamenti climatici, le maggiori responsabilità sono attribuibili all’andamento sempre più irregolare del clima (periodi siccitosi prolungati, periodi con temperature molto elevate seguiti da repentini ritorni di freddo, temporali intensi) che comporta un’interruzione al flusso normale dei nutrienti necessari alle api per la loro crescita e per il loro sviluppo, indebolendo di conseguenza le difese dell’alveare. Il problema è che così come l’italiana APAT nessuno oggi al mondo è in grado di identificare una sola causa.
Ma tutti sono d’accordo sugli effetti, del resto ben visibili: crollo verticale delle popolazioni di api in tutto il mondo.
 A rischio. Sono le colture di mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza (come denunciato dalla Coldiretti), ovvero tutte quelle piante la cui produzione dipende completamente o in parte dalle api (grazie alla loro impollinazione). Ma a rischio sono anche gli allevamenti, visto la sempre minore impollinazione da parte delle api delle colture foraggiere a seme (come l’erba medica ed il trifoglio) fondamentali per i prati destinati a pascolo. Il forte calo dei prodotti agricoli e da allevamento comporta effetti negativi inevitabili come un aumento sensibile del suo prezzo di mercato e un aumento delle importazione dall’estero, con tutto quello che ne concerne…
Insomma, di sicuro c’è solo che l’uomo si sta dando la zappa sui piedi, se già non se li è amputati. 

 
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