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Con il mio profilohttp://spazio.libero.it/principessapersiana/ Con le citazioni “La guardai sorpreso e affascinato. Aveva capelli di velluto nero carbone e sopracciglia folte che si toccavano al centro, simili alle ali arcuate di un uccello in volo. L’elegante naso aquilino ricordava quello di un’antica principessa persiana. I suoi occhi castani, ombreggiati da lunghe ciglia, incontrarono i miei per un attimo, poi volarono via.” da Il cacciatore di aquiloni I miei Blog Amici -
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Creato da: principessapersiana il 10/02/2006
ricordi, sogni, pensieri per un Re
Post n°624 pubblicato il 01 Ottobre 2009 da principessapersiana
Esco dal cerchio. Credo che sarà l'ultimo scritto firmato da principessa persiana, che un bel giorno fu avviata ad una danza orientale ed entrò in un castello di sabbia, e nel bel mezzo del cerchio si trovò con i passi danzati della pizzica e di un castello in aria. Esco dai girotondi, molti dei quali, come trottole, per non cadere a terra, hanno viaggiato negli emisferi più variegati ed introspettivi, offrendo i miei echi umani ai dignitosi scrigni del silenzio. Ho riposto alla voce della Natura e delle sue espressioni atmosferiche e paesaggistiche, dell'Arte e della Simbologia, dei Canti e della Letteratura, e di Me Stessa, ogni mia fortunata e disgraziata sventura. Non bestemmiando contro il "fabbro" sibillino. Non adirandomi per aver perso il timone, la bussola, l'orologio, l'orizzonte, ed anche il senno. Presi, dopo la bufera del deserto, l'inchiostro tecnologico e la sedia di scrivana e mi testamentai, nonostante la puntura del letargo ed il chiodo infisso. Era il giardino, la sabbia, il sasso, la penna e la matita di ciò che restava della città fantasma. Era il "dono inconsapevole della Persia", che mi fu dato, e rimaneva a me come papiro d'oro e rubino diamantato. Un segreto che rimane tale nelle mie segrete. Un dono in cui ho trovato: attitudini personali sopite, come gli occhi e la penna della poesia; l'osservazione degli stati d'animo; la metafora degli eventi atmosferici e culturali; la cronaca del giorno senza giorno; la maieutica di una parola e di una tela; amici ed anime di straordinaria bellezza ed affinità, il cui passo virtuale e virtuoso starà sempre nelle note più care del cuore. Anime, passi e persone che ricordo una per una, per l'educazione, discrezione e sensibilità dell'essere, ed ogni loro specifica personalità proiettata verso l'armonia, la generosità, la semplicità e la ricchezza dei pensieri. Passerò da chi potrò e da chi conserva il diario elettronico, e capiterà di lasciare qualche mia impressione al di sotto di questo post. Esco dal girotondo. Lo devo a me ed a principessa persiana che rendo "libera".
Post n°623 pubblicato il 29 Settembre 2009 da principessapersiana
Post n°622 pubblicato il 23 Settembre 2009 da principessapersiana
Da qualche giorno rifletto sul concetto dell'appartenere a se stessi, del sentiri "vivi" e presenti dentro di noi. Una sensazione, appunto, di presenza dell'anima al corpo. Difficile da spiegare, se non si è mai vissuto il senso di smarrimento, di "distacco" dal divenire del quotidiano e dall'appartenere a sentimenti e stati d'animo che fissano ed infissano, come fosse un vizio ed un male tarantato. Appartenersi significa in qualche misura possedere se stessi, avere la consapevolezza dell'io presente ed attuale, ritrovare la spontaneità e la meccanicità delle piccole cose quotidiane del fare e dell'esserci. Ritrovare la sostenibilità della vita, e delle azioni. Aver dentro di se la partecipazione degli aspetti "materiali" e dell'oggi, senza sentirsi naufraghi, zingari ed eremiti di esclusive sensazioni e sentimenti inutili e molto spesso logoranti, che graffiano l'anima, soprattutto se taciuti, non verbalizzati, chiusi nella cassa disarmonica dell'anima. Appartenersi significa anche avere gioia dentro di se, una serenità che porta a godersi, a riprendere il cammnino senza voltarsi indietro e pensare ai tempi andati, ad essere grati nel riconoscere un nuovo sentimento di benessere. Senza rinnegare i modi con cui si è affrontato il breve o lungo periodo di dolore, adirarsi per i calendari trascorsi e sentirsi in colpa per il dolore che ci ha crogiolato, ma rallegrarsi per quel clima nuovo di serenità che alimenta la nostra anima. Come canta Gianni Morandi "Amo la vita più che mai, appartiene solo a me , voglio viverla per questo". E quel che andato non mi va di rincorrerlo con la perennità dei ricordi, ora che mi sono liberata dalle croci abitudinarie della rimembranza.
Post n°621 pubblicato il 08 Settembre 2009 da principessapersiana
Potrei riconoscere il periodo che segna il passaggio dall'estate all'autunno e dall'inverno alla primavera, senza vedere il calendario. Conosco settembre a pelle e con i sensi. Lo avverto nell'epidermide e nell'osservazione delle sue mute, che fondamentalmente non sono mascherate. Pensavo alle trasformazioni settembrine proprio qualche notte fa, sempre dal finestrino dell'auto che per me è una sfera di cristallo ed un oblò su cui poggiare il naso e le mani, per la meditazione dei panorami dei luoghi visivi e di quelli interiori. Il venticello è una tramontana fresca e sibilina, il chiarore del giorno tramonta nelle ore pomeridiane, il corpo avverte il bisogno di trovare sulle spalle e braccia il calore della felpa, i giunchi si rinvigoriscono, le gambe e la gola sono solleticate dall'influenza e febbricola, le acque del mare ritornano cristalli, il sole non frigge nel cielo, vi è un silenzio tutto particolare ed anche le civette ed i passeri innalzano richiami non corali. E' un periodo che per alcuni versi mi ricorda la fine e l'inizio di qualcosa, come se fosse un capodanno. Non so perchè è un mese che associo alla cultura, alla letteratura, alla musica classica ed al teatro; credo che sia quello meglio predisposto, scenografico e favorevole alla lettura dei poeti, alla scrittura di se stessi, agli spettacoli culturali e delle piazze che abbandonano i colori accesi delle sagre, dei suoni e della folla. Un mese che favorisce il sentirsi uomo, nel senso umanistico e rinascimentale del suo significato, e la natura introspettiva e della buona solitudine interiore, in compagnia di un'essenza orientale, di una tiepida bevanda ed un'inchiostro di rimembranza romantica o novecentesca. Penso ad un ermetico poeta salentino ed alle sue metafore futuriste e cubiche con cui delineava il mio e suo Salento. Penetra nell'anima la sua visione e percezione del mondo, della natura, dei paesaggi, della società. Ricordo che nel luglio del 2007, sull'uscio della casetta estiva, lo lessi tutto d'un fiato, mentre ogni tanto alzavo lo sguardo verso il blu notte dell'insenatura marina prediletta, la cappella votiva e le striature bianche della luna. E fu proprio a questo faro avorio che Vittorio Bodini dedicò tantissime delle sue riflessioni più suggestive e cariche di pathos. "...vivo ormai nelle cose che i miei occhi guardano: / divento ulivo e ruota di un lento carro, / siepe di fichi d’India, terra amara/ dove cresce il tabacco..." Opera: Vincenzo Ciardo, I sassi del Salento
Post n°620 pubblicato il 02 Settembre 2009 da principessapersiana
E' trascorsa un'estate nuova, in cui ho sentito definitivamente un'armonia interiore che non conoscevo da anni interi. Ho avvertito questa serenità dolcissima mentre guidavo l'automobile in un'ora di tramonto, avendo dinanzi un sole rotondo nell'orizzonte tra i rami d'ulivo che fiancheggiano la statale. E' stato un momento di grande meraviglia e consapevolezza. Mi sono detta "è passato tutto. benritornata vita mia!" Per chi non ha conosciuto l'amarezza oscura ed inquieta che ombreggia dentro per tempo incommensurabile, non credo sia facile comprendere ciò che sembra "normale" essere, sentire e vivere. Ritrovo la leggerezza, la brillantezza e la pulizia dello sguardo, la non necessità di rifugiarmi e cercare ad ogni costo un tramonto, un libro, una distesa marina, una penna ed un foglio come aiuto, approdo, supporto, distrazione, invocazione. Ho vissuto con semplicità e naturalezza le piccole cose del quotidiano, con serenità e normalmete. Bagni di sole e mare non continuativi; zainetto e comodini vuoti di libri; serate rilassanti e divertenti; una passeggiata ventilata nel trenino; un po' di lavoro senza stress ed amplificazione del fare; un incontro speciale dell'infanzia senza fibrillazione; un dispiacere privo di malinconia per alcune circostanze; il ritorno all'abito senza eccentricità colorata e persiana; concretezza delle azioni. Spero che questo volo possa continuare ancora, e che non mi abbandoni la "normalità" istintiva e meccanica di condurre con scioltezza gli impegni, le giornate e le tappe di ogni quotidianeità. Essere padroni del presente non è cosa di poco conto, soprattutto per chi, come me, è legato alla legge interiore di non mercificare, barattare e mutare mai il la propria libertà di pensiero, appartenenza, valutazione, sentimento, coscienza ed onestà. Ed oggi sento di non avere neppure le catene di alcune memorie che mi hanno reso prigioniera dell'astratto.
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Con la sindrome di Stendhal"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati." "Il cuore batte forte, gli occhi si riempiono di lacrime, le gote si colorano, il volto diventa luminoso. Ti fermi incantata per minuti eterni in contemplazione e poi ti muovi con le vertigini per ricercare ulteriori dettagli nel luogo, nello spazio, nell’opera. A volte confusamente non sai dove sostare la tua attenzione perché ti senti interamente inebriata." Con il Mondo"Presto la mia voce alle pietre dell’uomo ed ai luoghi del creato. Pietre e luoghi che parlano di ciò tra ieri ed oggi esiste ed è esistito." Con la danzatrice dell'anima"Regina tu comanda pure "La Principessa danza ... ed a volte anche in senso letterale ... quando i tamburelli impazziti la richiamano, lei corre ... fluttuanti neri capelli al vento, gli occhi dolcemente infuocati, le mani libere nell'aria, i piedi e le gambe scalpitanti ..." Con Lecce"Sui cornicioni corrono "Chiese barocche e spazi urbani mozzafiato. Pietra bianchissima merlettata. Nicchie conchigliate, santi in estasi, putti danzanti, vasi di fiori, cornucopie e cestini di frutta, grappoli d'uva malvasia, angeli in gioco. Ghirlande di melograne, melocotogne, limoni, aranci, pigne, more, uva tridimensionali scolpite dalle gentili mani degli artisti sotto il sole cuocente del Seicento." Con il mare del Salento"Come può uno scoglio "Strapiombi, stalattiti, stalagmiti, baie, insenature, porticcioli, spiaggette. Pini marittimi, arbusti selvatici, fichi d’India, mirti, rovi di bacche, ulivi, capperi. Mare turchese, smeraldo, azzurro, blu, verde, bianco. Mare Adriatico che finis terrae si abbraccia con il Mare Magnum. " Co lo specchio salentinoE’ la terra del sole mediterraneo. Un sole generoso che illumina ed irradia campagne rosse e pietrose, mari cristallini e lapislazzulo, architetture svettanti e ricamate. Terra che fonde l’elemento occidentale con quello orientale senza contraddizione ed anomalia. Culla ed approdo dei popoli greci, bizantini, romani, normanni, aragonesi, turchi, albanesi, … Culla ed approdo di me. Il Salento mi ha scelto, io ho scelto lui. Mi riconosco nelle sue svariate sfumature, paesaggistiche, storiche, antropologiche, artistiche. I colori brillanti e focosi della ridondante Natura sono velati da pastelli nostalgici e silenziosi. Gli esuberanti e fastosi palazzi aristocratici sono affiancati da timide e piccole case a corte. Le distese argentate e secolari degli ulivi sono punteggiate da palme arabe solitarie ed impreviste. Rifugio dei miei pensieri e riparo delle mie paure. Non giudica i miei passi lenti o frettolosi. Custodisce le mie amarezze, brilla sulle mie gioie. Unisco il mio essere poliedrico al suo carattere eclettico, danzo il cuore tarantato al suono dei tamburelli e violini pizzicati, mi lascio baciare dal dolce e passionale Sole. Con la pizzica"Pizzicarella mia pizzicarella lu caminatu tou pare ca balla. A du te pizzicau ca nu se scerne sutta lu giru giru te la suttana" "E’ la taranta passionale. Taranta seducente, ammaliatrice, seduttrice, incantatrice. Pizzica il cuore. Il tatuaggio del suo segno è raro ma rimane eterno. Dilata i sensi. Miscela, ubriaca, unifica la razio, l’animo e l’istinto. Passione dell’alfa e dolore dell’omega. Inietta il mal d’amore, veleno che non permette il sonno, toglie l’appetito, colora gli occhi di malinconia, scatena le gambe nella corsa, riproduce il ritornello dei pensieri e dei ricordi, fa del silenzio un chiasso,… Un ballo, un tamburello e l’acqua sono la sua illusoria cura." Con la politica"Ci sono immagini di fronte alle quali, forse, anche l’obiettivo di una cinepresa finirebbe per arrendersi. Ci sono immagini che forse non possono essere catturate, che non riuscirebbero ad entrare in uno schermo, ma che restano impresse nella mente, nel cuore." - W.Veltroni - "Una corrente di pensiero e di sentimento che rispetta/va alcuni valori umani come la giustizia, la comunione di sentimenti, gli ideali della libertà, l’uguaglianza delle diverse civiltà, la pace, la creazione di opportunità socio-culturali-economiche, la tutela dei deboli, ecc…" Con gli occhi"Io ed i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme" Baglioni "Il brillare naturale dei suoi occhi non lo scambiassero per pianto" Fossati "Gli occhi fanno quel che possono" Ligabue "Nei tuoi occhi innocenti posso ancora ritrovare il profumo di un amore puro" Battisti "Io ti chiesi perché i tuoi occhi si soffermano nei miei" Hesse "Due occhi che ti guardano così vicini e veri " Dalla "Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri" De Gregori "Con gli occhi neri e il tuo sapor mediorientale" Nannini "Dentro agli occhi negli orizzonti e nei tramonti che vorrei" Matia Bazar "Occhi di ragazza questo viaggio prima o poi sarà finito" Morandi "I miei occhi lucidi, sorridenti, malinconici, stanchi, solitari, sereni, poetici, disincantati, delusi, speranzosi, rassegnati, dubbiosi, misericordiosi, assonnati, creativi, …" Con l'identikit esotericoSegno zodiacale: Sagittario Ascendente: Cancro Luna: Bilancia Pietra dello zodiaco: Turchese Oroscopo cinese: Lepre Oroscopo egiziano: Osiride Oroscopo celtico: Frassino Oroscopo arabo: Arco Oroscopo pellerossa: Gufo Numero del destino: 8 Numero dell’espressione: 2 Numero dell’anima: 9 Numero dell’apparenza:11 Numero fortunato del nome: 10 Nella vita precedente ero: Scrittore, Drammaturgo, Organizzatore di rituali Arcano della nascita: Giustizia Arcano del nome: Luna Tipo Enneagramma:4 (artista) Tipo psicologico Jung :INF (16) Elemento naturale della psiche: Acqua e Cielo Il colore dell’Io: Blu Neo centrale piccolo sulla fronte: Stella, essere prescelto Con la letturaper diletto da Giugno 2006 ad oggi: - Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita, G.C. Giacobbe - Adamo come una fiaba, M. Laffon - Manuale del guerriero della luce, P. Coelho - Il piccolo principe, A. de Saint-Exupéry - L'Alchimista, P. Coelho - Undici Minuti, P. Coelho - Ti amerò per sempre, P. Angela - Non siamo nati per soffrire, R.Morelli - Il bacio della tarantola, G. Bandini - Istruzioni di volo per aquile e polli, A. De Mello - Le piccole cose che cambiano la vita, R. Morelli - Come essere felici, R. Morelli - Caos Calmo, S. Veronesi - Il cacciatore di aquiloni, K. Hosseini - La scoperta dell'alba, W. Veltroni - Poesia, V. Bodini - Oceano Mare, A. Baricco - La strega di Portobello, P. Coelho - A se stesso, Marco Aurelio - Lo scriba di Casole, R. Gorgoni - Seta, A. Baricco - Castelli di rabbia, A. Baricco - E' facile smettere di fumarese sai come farlo, C. Allen - Con te o senza di te"...cantava canzoni in dialetto gricio, canzoni antiche, che parlavano di amori impossibili...." "... ed io la dedico ad una persona pura ed ingenua come i bambini." Qualche volta mi sento come se non sapessi distinguere |
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Inviato da: angelo_capriccioso
il 29/04/2013 alle 18:42
Inviato da: chepazzaidea
il 01/01/2011 alle 17:32
Inviato da: imperatore_gi
il 27/12/2010 alle 22:33
Inviato da: costellazione68
il 23/12/2010 alle 00:03
Inviato da: chepazzaidea
il 22/12/2010 alle 16:34